Senato della Repubblica – 4-04762 - Interrogazione sul piano per la transizione energetica sostenibile.
Senato della Repubblica – 4-04762 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 13 gennaio 2021.
- Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
l'articolo 11-ter del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, ha previsto che entro e non oltre 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge (cioè entro l'11 febbraio 2021) con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si dovesse approvare il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, volto a valorizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse;
nelle more dell'adozione del piano, sono stati sospesi sia i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, sia i permessi di prospezione o di ricerca di idrocarburi in essere, sia per aree in terraferma che in mare, con conseguente interruzione di tutte le attività di prospezione e ricerca in corso di esecuzione; per le concessioni di coltivazione di idrocarburi, invece, nelle more dell'adozione del piano non è stata consentita la presentazione di nuove istanze di conferimento, fatti salvi i procedimenti relativi la proroga di vigenza delle concessioni già in essere, mentre la sospensione non si è applicata ai procedimenti per il conferimento di concessioni pendenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione;
nella bozza del 22 dicembre 2020 del decreto proroga termini il Governo ha inserito l'art. 20 "Divieto di conferimento di nuovi titoli minerari", poi stralciato in fase di emanazione del provvedimento (decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183), con la previsione di vietare su tutto il territorio nazionale il conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca ovvero di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, di rigettare le istanze relative ai procedimenti di rilascio delle concessioni per la coltivazione di idrocarburi ancora pendenti, di non ammettere nuove istanze di proroga per le concessioni di coltivazione vigenti, anche in regime di proroga, di interrompere definitivamente le attività di prospezione o di ricerca di idrocarburi già sospese per effetto dell'articolo 11-ter del decreto-legge n. 135 del 2018, infine di abrogare lo stesso articolo 11-ter;
le disposizioni del predetto art. 20, poi stralciato, non solo vanificherebbero tutte le attività intraprese in due anni per la predisposizione del piano ma, soprattutto, nel nostro Paese porrebbero definitivamente fine alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, sia per aree in terraferma che in mare;
nei giorni successivi l'emanazione del decreto proroga termini, la stampa ha riportato dichiarazioni del Ministro in indirizzo circa le intenzioni di vietare ovunque nel Paese le trivellazioni, superando de facto l'idea del piano per la transizione energetica che doveva definire le aree idonee dove consentire le attività di coltivazione degli idrocarburi, annunciando un provvedimento ad hoc dopo il tentativo fatto con il decreto "Milleproroghe";
il divieto di sfruttamento delle georisorse del nostro Paese esporrebbe l'Italia alla totale dipendenza energetica dall'estero, con particolare riferimento al gas naturale, fonte energetica alla quale il PNIEC attribuisce un ruolo importante per la transizione energetica nel medio termine e sulla quale la UE punta per la produzione dell'idrogeno, anche in considerazione dei costi ancora nel medio termine fortemente più competitivi, nell'ambito della propria strategia per diventare leader mondiale per l'idrogeno, mobilitando circa 500 miliardi di euro di investimenti; costringerebbe l'Italia ad importare tutti i consumi di gas e petrolio, che nemmeno nel medio periodo e con una transizione energetica spinta potranno essere eliminati, facendo pagare i maggiori costi dell'energia agli italiani e alle imprese, e altresì aumentando a causa delle importazioni anche l'inquinamento e l'emissione di gas climalteranti; condannerebbe alla chiusura eccellenze industriali come il distretto di Ravenna o la val d'Agri e "Tempa Rossa" in Basilicata con conseguenze drammatiche sugli investimenti e sull'occupazione, mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, diretti e dell'indotto; determinerebbe l'azzeramento delle royalty ai territori e del gettito per le casse dello Stato relativo ai canoni per le concessioni di coltivazione e per i permessi di prospezione e ricerca,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda confermare l'intenzione di bloccare le trivellazioni;
quale sia lo stato dell'iter finalizzato all'approvazione del piano di transizione e quali siano i motivi del ritardo dell'approvazione del piano.
(4-04762)