Senato della Repubblica - 3-01867 – Interrogazione sui criteri generali dell'eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti nel corso dell'attività didattica ordinaria dell'anno scolastico 2020/ 2021.

Senato della Repubblica - 3-01867 – Interrogazione a risposta orale presentata il 6 agosto 2020.

- Al Ministro dell'istruzione. - Premesso che:

il decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, aveva previsto la sospensione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, per periodi predeterminati, ciascuno di durata non superiore a 30 giorni, reiterabili e modificabili anche più volte, dei servizi educativi per l'infanzia, delle attività didattiche delle scuole di ogni ordine e grado, delle attività delle istituzioni di formazione superiore, comprese le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ferma restando la possibilità di svolgimento delle attività con modalità a distanza, dando continuità al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 marzo 2020, che aveva stabilito, a decorrere dal 5 marzo, la medesima sospensione sull'intero territorio nazionale;

successivamente, il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ha introdotto misure per la conservazione della validità dell'anno scolastico 2019/2020, ha stanziato risorse pari a 85 milioni di euro per la didattica digitale e ha consentito agli enti locali di fornire assistenza agli alunni con disabilità mediante erogazione di prestazioni individuali domiciliari, finalizzate in particolare al sostegno nella fruizione delle attività didattiche a distanza;

circa i livelli formativi, il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, ha fissato i requisiti per l'ammissione alla classe successiva degli studenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado, derogando alle previsioni relative alla frequenza minima necessaria e alla parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento; ha disposto, altresì, specifiche modalità per l'adattamento di tutte le previsioni agli studenti con disabilità e a quelli con disturbi specifici dell'apprendimento o con bisogni educativi speciali, agli studenti degenti in luoghi di cura o ospedali, detenuti o impossibilitati a lasciare il domicilio o con specifiche condizioni di salute, con particolare riferimento all'immunodepressione;

in particolare, l'ordinanza n. 11 del 16 maggio 2020, adottata ai sensi del suddetto decreto, circa i criteri generali dell'eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all'anno scolastico 2019/2020, che deve avvenire nel corso dell'attività didattica ordinaria dell'anno scolastico 2020/2021, a decorrere dal 1° settembre 2020, ha stabilito al riguardo: per gli studenti ammessi alla classe successiva in presenza di votazioni inferiori a 6 decimi o comunque di livelli di apprendimento non adeguatamente consolidati, viene predisposto il piano di apprendimento individualizzato, in cui sono indicati, per ciascuna disciplina, gli obiettivi di apprendimento da conseguire, nonché le specifiche strategie per il raggiungimento dei relativi livelli di apprendimento, e individuate le attività didattiche eventualmente non svolte rispetto alle progettazioni di inizio anno e i correlati obiettivi di apprendimento, che dovranno essere inseriti in una nuova progettazione finalizzata alla definizione di un piano di integrazione degli apprendimenti; queste costituiscono attività didattica ordinaria e hanno inizio a decorrere dal 1° settembre 2020, integrando, ove necessario, il primo periodo didattico e proseguono, se necessario, per l'intera durata dell'anno scolastico;

infine, con decreto ministeriale n. 39 del 26 giugno 2020 è stato adottato il "documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le istituzioni del sistema nazionale di istruzione per l'anno scolastico 2020/2021", con il quale, in particolare nell'ambito dell'acceso generale allo studio: "sono istituite Conferenze di servizi, su iniziativa dell'ente locale competente, finalizzate ad analizzare le criticità delle singole istituzioni scolastiche che insistono sullo specifico territorio, individuando modalità di intervento e soluzioni operative" e "sono valorizzati gli strumenti e le forme di flessibilità derivanti dall'autonomia scolastica per il corretto svolgimento delle attività didattiche", per le quali "ciascuna istituzione potrà definire modalità di alternanza/turnazione/didattica a distanza proporzionate all'età degli alunni e al contesto educativo complessivo" e per la scuola secondaria, "al fine di ridurre la concentrazione di alunni negli ambienti scolastici, potranno essere in parte riproposte anche forme di didattica a distanza";

considerato che:

nel quadro di crisi sociale ed economica, risulta concreto il rischio di un aumento dell'abbandono scolastico, sia per un allentamento dei legami partecipativi e di coinvolgimento dell'ambiente scolastico, sia per la perdita della quotidianità della frequenza delle lezioni in presenza e delle attività connesse;

in particolare, gli impegni connessi al recupero scolastico, così come stabiliti dall'ordinanza n. 11, seppur necessari e doverosi, rischiano di sovraccaricare i discenti che hanno avuto difficoltà nei mesi precedenti e che contemporaneamente dovranno ottemperare al recupero di alcune materie, all'integrazione delle attività non svolte e alla prosecuzione dell'ordinaria didattica curriculare;

la chiusura prolungata delle scuole, sia pur doverosa in una situazione di drammatica diffusione epidemiologica, rischia di produrre effetti nel lungo periodo sull'apprendimento e, più in generale, sulla dispersione scolastica, la quale mostrava già in precedenza all'emergenza da COVID-19 tendenze negative;

il rischio di deprivazione educativa e culturale (come si legge nel rapporto di "Save the Children" su "L'impatto del Coronavirus sulla povertà educativa") rischia di colpire più duramente i minori che vivono in famiglie in condizioni di svantaggio socioeconomico, le cui esigenze immediate sono focalizzate a garantire la disponibilità di beni materiali essenziali, a discapito dell'investimento nell'educazione;

valutato inoltre che:

nonostante gli sforzi compiuti dall'insieme dei soggetti che compongono il sistema scolastico, in particolare dei docenti, e nonostante gli stanziamenti di risorse previsti dal Governo, la didattica a distanza ha fatto emergere ed acuito diseguaglianze e differenze insite nei diversi contesti sociali, economici, familiari;

tale strumento, inoltre, non può sostituire l'azione educativa fondata sulla relazione e sulla partecipazione attiva dei bambini e degli adolescenti, ancor più nel caso di studenti con disturbi dell'apprendimento e bisogni educativi speciali, aggravando il rischio di esclusione e di abbandono degli studi, cui sono particolarmente esposti gli studenti del percorso secondario di primo grado;

la riduzione del tempo dell'apprendimento in classe e di conseguenza il monte ore complessivo per l'insegnamento frontale avrebbe conseguenze dannose per la crescita individuale e collettiva;

è concreto il rischio di un aumento della povertà educativa: infatti, come evidenzia Save the Children, "oltre alla perdita di apprendimento, il mancato accesso alla didattica e alle attività educative, motorie e ricreative per bambini e adolescenti che vivono nei contesti più svantaggiati si può tradurre nella perdita di motivazione e in un isolamento che facilmente può portare all'aumento della dispersione scolastica e dei NEET, ovvero dei ragazzi fuori dai circuiti educativi e lavorativi";

come rileva l'ISTAT, le condizioni per usufruire della didattica a distanza dipendono in negativo da fattori endogeni alla scuola, in particolare: il 42 per cento degli studenti vive in case sovraffollate e inadatte allo studio; il 12,3 per cento (ovvero circa 850.000) sono privi di computer o tablet e il 57 per cento di coloro che ne dispongono devono condividerli con altri componenti della famiglia;

non tutto il territorio nazionale è fornito di infrastrutture di rete adeguate alle esigenze della connettività,

si chiede di sapere:

quali determinazioni il Ministro in indirizzo intenda adottare per evitare, per quanto possibile, la sovrapposizione dei percorsi di recupero e integrazione con i nuovi argomenti curriculari dell'anno scolastico 2020/2021, al fine di favorire un ritorno accompagnato alla didattica e al rispetto di adeguati tempi di apprendimento;

quali iniziative e quali strategie intenda porre in essere per evitare, in ogni modo, l'abbandono del percorso d'istruzione da parte degli alunni del secondo ciclo, in particolare nei contesti territoriali e socioeconomici più complessi;

se e in che modo preveda di attivare programmi, specifici e quanto più dettagliati, mirati agli studenti con maggiori difficoltà e con bisogni educativi speciali, che necessitano di un accompagnamento costante nel percorso di istruzione e formazione, sennonché di consolidamento delle proprie, spesso deboli, reti sociali. (3-01867)

 

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