Senato della Repubblica - 3-01412 – Interrogazione sulle cure palliative per assistere gli oltre 40.000 pazienti assistiti a domicilio, in seguito alla diagnosi di malattia terminale. RISPOSTA

Senato della Repubblica - 3-01412 – Interrogazione a risposta orale presentata il 25 febbraio 2020.

 Al Ministro della salute. - Premesso che:

secondo l'ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n. 38 del 2010, pubblicata il 31 gennaio 2019, sono oltre 40.000 i pazienti assistiti a domicilio con cure palliative e terapia del dolore in Italia e, sulla base dei dati sul settore aggiornati al 2017, il numero totale dei pazienti assistiti è cresciuto del 32,19 per cento rispetto al triennio precedente;

le cure palliative nascono per assistere il paziente in seguito alla diagnosi di malattia terminale, ma dovrebbero attivarsi precocemente (secondo il concetto di "simultaneous care"), affiancando lo specialista e preoccupandosi di tutti quei sintomi spesso tralasciati in un percorso di cura volto principalmente a contrastare la progressione di malattia;

la ricerca della qualità della vita, infatti, non dovrebbe essere un risultato da raggiungere solo quando la malattia è avanzata e incurabile, ma dovrebbe essere un obiettivo di tutti, sani e malati, pazienti e medici;

purtroppo, il rapporto del Ministero della salute evidenzia come lo sviluppo delle reti locali di cure palliative, l'identificazione dei requisiti minimi per l'accreditamento e l'adozione di modelli organizzativi uniformi, siano obiettivi non ancora raggiunti da tutte le Regioni. In particolare, rimane critica la situazione delle reti di cure palliative e terapia del dolore pediatriche, fortemente carenti in quasi tutto il territorio nazionale. Si riscontrano, infatti, delle forti carenze sistemiche e di adeguate risposte assistenziali, poiché spesso vengono "adattati" protocolli per adulti che non prevedono azioni dedicate alle reali esigenze dei piccoli pazienti;

anche il tema del sottofinanziamento delle cure palliative da parte del Servizio sanitario nazionale riveste carattere di grave criticità, che andrebbe superata iniettando maggiori risorse a garanzia del diritto dei pazienti ad essere seguiti adeguatamente;

inoltre, il report mette in evidenza un rilevante "balzo in avanti" delle cure palliative domiciliari: un aumento del 32 per cento, ma in realtà le cure al domicilio sono quelle che hanno bisogno di un potenziamento maggiore. Il dato è ancora bassissimo rispetto al bisogno potenziale e molto probabilmente è anche incompleto;

a dimostrare che le cure palliative domiciliari rimangono il nodo più complesso e disomogeneo basta fare degli esempi di alcune regioni;

in Puglia tra il 2016 ed il 2017 emerge una riduzione sia delle giornate di cure palliative erogate sia del numero annuo di giornate con accesso del medico esperto e questo peggioramento dei dati si registra proprio contestualmente alla scelta della Asl di Brindisi di affidarsi ad un global service senza alcuna competenza specifica in cure palliative;

le giornate di cura e gli accessi del medico palliativista hanno subito un calo anche in molte altre regioni come ad esempio, in Lombardia, dove la Regione ha deliberato criteri di erogazione per le cure palliative domiciliari con standard così elevati da risultare molto difficili da rispettare;

per quanto riguarda le Regioni più virtuose infine, come l'Emilia-Romagna, è molto positivo come la rete sia riuscita ad intercettare ben il 46 per cento dei deceduti per causa di tumore, con un numero sempre crescente di giornate di cura e di accessi del medico. Ma confrontando i dati con i risultati dell'indagine sullo stato di attuazione delle reti locali di cure palliative (ex delibera della Giunta regionale n. 560 del 2015 dell'Emilia-Romagna), si nota come nel periodo 2016-2017 la copertura infermieristica e medica sulle 24 ore, 7 giorni su 7 come prevista dalla stessa delibera e dal decreto 12 gennaio 2017 (nuovi LEA) sia presente in un numero molto limitato di reti e soltanto le associazioni come l'Assistenza nazionale tumori siano in grado di fornire un servizio dedicato e continuativo per 365 giorni all'anno;

infine, rispetto a questa evidente difficoltà nell'erogazione delle cure palliative domiciliari, il numero di medici palliativisti risulta molto insufficiente per rispondere ai bisogni dei pazienti,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo su quanto esposto;

se non ritenga di dover effettuare un monitoraggio annuale rispetto all'applicazione della legge n. 38 del 2010 così come previsto dalla legge stessa;

quali misure intenda intraprendere per contrastare le disomogeneità territoriali ancora troppo penalizzanti per i malati e per le loro famiglie;

se non ritenga necessario investire le giuste risorse in modo mirato che possano costituire modelli di riferimento per un più armonico sviluppo delle reti di cure palliative. (3-01412)

Senato della Repubblica

Mercoledì 1 luglio 2020

Il rappresentante del GOVERNO risponde all'interrogazione n. 3-01412, a firma della senatrice Rizzotti, sull'assistenza a domicilio con cure palliative.

Premette che, allo scopo di dare piena attuazione alla legge 15 marzo 2010, n. 38 "Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", con il decreto del Ministro della salute del 16 ottobre 2018 si è provveduto a rinnovare nella sua composizione la Sezione cure palliative e terapia del dolore, istituita nell’ambito del Comitato Tecnico Sanitario, operante in seno al Ministero della salute.

Tale Sezione svolge attività di monitoraggio in ordine al livello di attuazione delle linee guida e degli indirizzi nazionali, nonché sullo stato di realizzazione e sviluppo delle reti assistenziali previste nell’Intesa del 25 luglio 2012, n. 151, sancita in Conferenza Stato – Regioni, rivolgendo una specifica attenzione al superamento delle disomogeneità territoriali e all’erogazione delle cure palliative in età neonatale, pediatrica ed adolescenziale.

Inoltre, detta Sezione effettua il monitoraggio sia dello sviluppo delle reti nazionali per le cure palliative e per la terapia del dolore sia dei dati relativi alla prescrizione e all’utilizzo di farmaci nella terapia del dolore, seguendo anche l’attività di formazione a livello nazionale e regionale.

Nel 2019 sono stati istituiti all’interno della Sezione due Tavoli Tecnici, con lo scopo di approfondire le complesse tematiche concernenti la terapia del dolore e le cure palliative, nonché la terapia del dolore in età pediatrica.

Ricorda, quindi, che l’Intesa sancita in Conferenza Stato – Regioni il 25 luglio 2012 ha definito i requisiti minimi e le modalità organizzative per l’accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e di terapia del dolore.

Fa presente che il monitoraggio annuale ai fini dell’applicazione della legge n. 38/2010 viene effettuato tramite la "griglia LEA", relativa agli adempimenti operati dalle singole Regioni in materia di cure palliative.

Inoltre, un monitoraggio complessivo viene effettuato attraverso la presentazione in Parlamento del Rapporto sullo stato di attuazione della legge n. 38/2010: nel gennaio 2019 è stato pubblicato il Rapporto inerente al triennio 2016-2018.

Dichiara che il Ministero della salute è consapevole dell'esistenza di sperequazioni a livello territoriale nella attuazione delle misure sulla terapia del dolore e condivide le preoccupazione dell’interrogante, tant’è che per contrastare le disomogeneità territoriali sono state inserite, nell’articolo 1 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 "Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19", disposizioni riguardanti il rafforzamento dell’assistenza territoriale, anche mediante il potenziamento delle reti per le cure palliative e la terapia del dolore.

In particolare, il comma 4 del citato articolo 1 stabilisce che le Regioni e le Province Autonome, per garantire il massimo livello di assistenza, incrementano ed indirizzano le azioni terapeutiche ed assistenziali a livello domiciliare, con gli obiettivi di assicurare le accresciute attività di monitoraggio ed assistenza connesse all’emergenza determinata dal COVID-19, nonché di rafforzare i Servizi di assistenza domiciliare integrata per i pazienti in isolamento domiciliare, o in regime di quarantena e, tra gli altri, per i pazienti che necessitano di cure palliative e delle terapie del dolore. 

A tale scopo, le Regioni e le Province Autonome predispongono specifici Piani di assistenza, recepiti in seno ai programmi operativi, i quali vengono monitorati, ai fini conoscitivi, da questo Ministero e dal Ministero dell’economia e delle finanze.

In conclusione, segnala di aver chiesto da tempo un'attività di verifica su tutti i "Tavoli" tecnici operanti in seno al Ministero della salute, non solo in materia di terapia del dolore e cure palliative, finalizzata ad appurarne il grado di operatività ed efficienza.

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