Camera dei deputati – 7-00438 - 7-00443 - 7-00444 - 7-00450 - 7-00454 - 7-00480 - 7-00483 7-00501 - 7-00502 - 7-00503 – Risoluzioni sul potenziamento della cosiddetta media literacy l'educazione all'utilizzo dei media di comunicazione di massa.

Camera dei deputati – 7-00443 – Risoluzione in Commissione presentata il 16 aprile 2020

   La VII Commissione,

   premesso che:

in questo particolare momento storico, la circolazione di notizie non basate su fonti attendibili rappresenta un grave pericolo anche per l'incolumità dei cittadini italiani. Attraverso le piattaforme social, i canali di comunicazione telematici e i siti internet è infatti possibile diffondere in modo rapido e incontrollato diverse notizie false, che finiscono con l'avere tale risonanza da poter essere difficilmente smentite. A tal proposito, si potrebbero citare numerosi esempi, come i suggerimenti riguardo all'utilizzo di prodotti chimici per la prevenzione della diffusione del Covid-19 o farmaci non certificati né autorizzati dall'Agenzia italiana del farmaco, la circolazione di notizie false riguardo a presunte zone di bio-contenimento, la presunta correlazione tra la tecnologia 5G e i picchi di contagio e altre notizie assolutamente non attendibili;

la possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione è un diritto sancito dall'articolo 21 della Costituzione. Tuttavia, appare evidente che la diffusione massiva di informazioni pone i cittadini in condizioni di ambiguità, accrescendo la difficoltà nel distinguere le notizie vere da quelle false e risulta altresì arduo poterne controllare gli effetti sui social network e i canali privati di comunicazione. Ne deriva che gli strumenti di prevenzione risultano spesso insufficienti, perché non in grado di coprire a 360 gradi il vasto campo delle telecomunicazioni;

per queste ragioni, oltre a interventi mirati alla verifica delle notizie e al contrasto alla diffusione delle fake news, è necessario programmare misure per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza nel recepimento delle informazioni, investendo sul potenziamento della cosiddetta media literacy l'educazione all'utilizzo dei media di comunicazione di massa, e assegnando un ruolo preminente alla scuola. La costruzione di competenze di media literacy richiede approcci trasversali e multidisciplinari nonché un lungo percorso di elaborazione che può essere costruito fin dalla scuola primaria e giungere a maturazione al termine della scuola secondaria di secondo grado;

appare, pertanto, opportuno valutare la possibilità di elaborare linee-guida per la media literacy per tutte le scuole di ogni ordine e grado, affinché possano essere elaborati percorsi sistemici e individuati correttamente pre-requisiti, obiettivi, conoscenze, abilità e competenze per la corretta decodifica delle informazioni;

l'obiettivo della scuola è quello di formare una cittadinanza consapevole, cosciente e attiva; delineare programmi per approcci educativi all'informazione rientra, dunque, pienamente nelle finalità del sistema di istruzione nazionale e può rappresentare una concreta risposta a una delle maggiori sfide del terzo millennio,

impegna il Governo:

a promuovere iniziative per il potenziamento della media literacy nelle scuole di ogni ordine e grado;

a definire delle linee guida per la media literacy per le scuole di ogni ordine e grado.
(7-00443)

Camera dei Deputati

Mercoledì 27 maggio 2020

Cultura, scienza e istruzione (VII)

  Mercoledì 27 maggio 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Intervengono la sottosegretaria di Stato per l'istruzione Anna Ascani e il sottosegretario di Stato per la Presidenza del Consiglio dei ministri Andrea Martella.

RISOLUZIONI

 La seduta comincia alle 13.10.

7-00438 Frassinetti, 7-00443 Casa, 7-00444 Sasso, 7-00450 Aprea, 7-00454 Toccafondi, 7-00480 Aprea e 7-00483 Casa: Misure in materia di istruzione, anche alla luce dell'epidemia COVID-19.

(Discussione congiunta e rinvio).

La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni.

Luigi GALLO, presidente, avverte che, sebbene alcune delle risoluzioni in titolo
prevedano misure non strettamente collegate alle questioni poste dall'emergenza Covid-19, la loro discussione è stata comunque prevista, congiuntamente con le altre, con l'obiettivo di permettere anche in materia di istruzione un dibattito ampio, del genere di quello svolto sui temi della cultura e dello spettacolo, da una parte, e dell'editoria, dall'altra parte.

Paola FRASSINETTI (FDI) illustra la sua risoluzione 7-00438, sottolineando in particolare l'esigenza di rinviare la valutazione degli studenti, alla luce della sospensione dell'attività didattica in presenza, al termine del prossimo anno scolastico, in sostanza considerando il biennio formato dall'anno in corso e dal prossimo come un unico periodo ai fini della valutazione complessiva dei risultati di apprendimento. Aggiunge che si augura che anche in materia di istruzione la Commissione riesca a lavorare nello stesso spirito di collaborazione che ha contraddistinto il lavoro sulle risoluzioni in materia di cultura e spettacolo e di editoria, arrivando anche questa volta all'approvazione di una risoluzione unitaria condivisa da tutti.

Vittoria CASA (M5S) si unisce all'auspicio che si possa alla fine approvare una risoluzione unitaria anche sulla scuola. Ritiene che la cesura senza precedenti causata dalla pandemia nell'attività scolastica possa essere vista anche positivamente come un'opportunità senza precedenti per un cambio di paradigma che faccia della scuola il centro dell'attenzione del Governo e della politica e permetta di guardare alla spesa per la scuola come ad un investimento decisivo per il futuro del Paese. Ciò premesso, illustra la risoluzione 7-00443, di cui è prima firmataria, soffermandosi sui diversi impegni. In particolare ricorda le esigenze in materia di sicurezza, da attuarsi a tutela sia degli studenti, sia di chi lavora all'interno della scuola. Esprime l'avviso che si debba abbandonare l'idea di una scuola tradizionale rinchiusa tra le sue mura, per privilegiare il concetto di scuola aperta e di città educante che offre il proprio patrimonio alla didattica nei diversi luoghi della cultura. Invita quindi a prendere spunto dalle potenzialità offerte dall'esperienza della didattica a distanza, che ha consentito la prosecuzione dell'anno scolastico durante questi mesi di emergenza sanitaria, per rafforzare l'utilizzo della tecnologia che deve diventare appannaggio di tutti affinché non si acuiscano le disuguaglianze sociali.
Conclude rimarcando che per ottenere risultati è necessario un serio piano di investimenti sulla scuola, che permetta l'assunzione di personale in modo da consentire la riduzione del numero di studenti per classe e l'inserimento delle nuove tecnologie e della didattica innovativa nel processo educativo. Oltre che di insegnanti, la scuola ha bisogno di assistenti tecnici e amministrativi, nonché di medici e psicologi.

Rossano SASSO (LEGA) dichiara la sua personale solidarietà nei confronti della ministra dell'istruzione, fatta oggetto di insulti volgari anche da parte di parlamentari e perfino di inaccettabili minacce, pur manifestando vicinanza anche rispetto ai lavoratori precari della scuola, che ritiene insultati anche loro: non dalle parole ma dalle scelte politiche della maggioranza e in particolare del Movimento 5 Stelle. Ritiene indispensabile riportare nel confronto sui temi della scuola un clima di maggiore serenità e auspica che la discussione delle risoluzioni in titolo contribuisca a questo obiettivo e permetta di arrivare ad una risoluzione unitaria, in spirito di ritrovata concordia. A suo giudizio, la stabilizzazione dei precari della scuola – sulla quale soprattutto si sofferma la sua risoluzione 7-00444 – è presupposto indefettibile per costituire questo necessario clima di serenità. Essa era indispensabile prima della crisi sanitaria e lo è tanto più adesso che le esigenze di sicurezza sanitaria – a cominciare dal distanziamento sociale – rendono necessario disporre di più insegnanti per poter garantire lo svolgimento dell'attività didattica. Fa presente che l'esigenza di stabilizzazione dei precari non è soddisfatta dalle procedure
selettive bandite – certamente non da quella ordinaria, che è aperta a tutti, ma neanche da quella straordinaria – in quanto per un numero molto elevato di docenti precari non potrà essere questo il canale per l'immissione in ruolo. Fa presente che si tratta di molte decine di migliaia di persone: una categoria di lavoratori che – è un fatto ormai accertato dagli organi giurisdizionali – sono stati sfruttati dallo Stato, che li ha impiegati per anni con contratti a tempo determinato continuamente rinnovati. L'assunzione di queste persone sarebbe un atto di giustizia nei loro confronti e una sanatoria dei comportamenti illegittimi del datore di lavoro pubblico.

Valentina APREA (FI), premessa la sua solidarietà verso la ministra Azzolina, osserva che il fatto che tanto quest'ultima quanto la viceministra Ascani sono state componenti della VII Commissione e ne conoscono quindi bene le sensibilità è un punto di forza per svolgere un buon lavoro sui temi della scuola, attraverso lo strumento delle risoluzioni.
Illustrando la sua risoluzione 7-00480, osserva che, se la Commissione vuole mirare a una risoluzione unitaria anche sui temi della scuola, deve scrutare oltre l'attualità e ragionare sul medio-lungo periodo, traguardando la fase 3, e quindi gli anni scolastici dopo il 2021-22, anche perché, a suo giudizio, la preparazione della fase 2 non sta andando bene. Si dice personalmente disponibile a ragionare sul futuro a medio termine, lasciando da parte le questioni più immediate e soprattutto quel che è accaduto al Senato sul decreto-legge «scuola». A suo avviso, per costruire una scuola di qualità non basterà aumentare il numero dei docenti con nuovi concorsi o con la stabilizzazione dei precari. Occorre concentrarsi anche sui docenti di ruolo, che devono essere formati per diventare davvero capaci di cogliere le opportunità che le nuove tecnologie offrono in vista di una didattica innovativa. Osserva infatti che finora la scuola ha sfruttato solo una piccola parte delle potenzialità innovative della tecnologia digitale, sottolineando che l'uso del digitale nella didattica non si esaurisce nella didattica a distanza. Molti docenti si sono adoperati anche meritoriamente e con spirito di sacrificio per rendere possibile la didattica a distanza, ma in molti casi ciò ha dimostrato la loro esigenza di formazione in questo campo: nell'esperienza di questi mesi infatti la didattica a distanza è spesso risultata una didattica del tutto tradizionale – frontale, nozionistica – semplicemente realizzata a distanza, cioè con l'uso del mezzo tecnologico solo per portare l'insegnante nella casa dell'alunno. La didattica a distanza di questi mesi ha anzi evidenziato le differenze territoriali e di opportunità: si è potuta vedere la differenza di impostazione tra docenti all'antica e docenti innovativi. Non si può lasciare questo aspetto all'iniziativa dei singoli docenti. È essenziale formarli ad una didattica innovativa, che prepari alle lingue, alle competenze trasversali e alla tecnologia. Si poteva cogliere l'occasione di queste settimane di sospensione per formare i docenti; non averlo fatto è stato un errore.
Sul tema della valutazione, premesso di concordare con la deputata Frassinetti sul fatto che si dovrebbe pensare a una valutazione complessiva del biennio 2019-2021, ritiene che si debba anche riflettere per un superamento dell'attuale sistema di valutazione, che si basa sull'accertamento di competenze nozionistiche e inutili. A suo parere, occorre puntare al portfolio personalizzato, alla certificazione delle competenze trasversali e all'abolizione del valore legale del titolo di studio, che, per come avviene oggi la valutazione, non ha alcun valore certificatorio. Aggiunge che anche le modalità che caratterizzano l'esame di Stato sono superate: rispondono a logiche novecentesche che fanno dell'esame soltanto un rito inutile.
Quanto alle scuole paritarie, oggetto dalla sua risoluzione 7-00450, si limita a dire che è essenziale intervenire per sostenerle, perché sono in difficoltà e devono invece essere protette perché sono garanzia del pluralismo nel Paese. Ricordando che esse costituiscono la «seconda
gamba» del sistema pubblico di istruzione, e che hanno gli stessi problemi delle scuole statali, invita ad adeguare i contributi per le scuole paritarie all'importante ruolo che esse esercitano all'interno del sistema scolastico.

Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

 La seduta termina alle 14.45.

CAMERA DEI DEPUTATI

Martedì 23 giugno 2020

Cultura, scienza e istruzione (VII)

RISOLUZIONI

  Martedì 23 giugno 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 13.05.

7-00438 Frassinetti, 7-00443 Casa, 7-00444 Sasso, 7-00450 Aprea, 7-00454 Toccafondi, 7-00480 Aprea, 7-00483 Casa: Misure in materia di istruzione, anche alla luce dell'epidemia di Covid-19.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 27 maggio scorso.

Luigi GALLOpresidente, avverte che sulla stessa materia delle risoluzioni in titolo è stata assegnata alla Commissione anche la risoluzione 7-00501 Fusacchia, che sarà discussa congiuntamente alle altre.

Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E), prima di illustrare la sua risoluzione, ritiene opportuno richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che, mentre la Commissione discute le risoluzioni in titolo, sono in gestazione altri provvedimenti
sulla scuola, rispetto ai quali bisogna quindi che la Commissione si coordini: si riferisce in particolare al decreto-legge «rilancio», che contiene disposizioni importanti sulla scuola e che è in corso di modifica, e alla riunione annunciata della Conferenza Stato-Regioni che dovrà discutere delle linee guida per la riapertura delle scuole in sicurezza.
A tale ultimo riguardo, osserva che le recenti audizioni di Patrizio Bianchi, per il Comitato di esperti costituito dalla ministra Azzolina, e di Agostino Miozzo, per il Comitato tecnico-scientifico, sono state deludenti in quanto non hanno fatto in nessun modo chiarezza sulle modalità e sui tempi della riapertura delle scuole. In generale, nota che il Comitato di esperti si è rimesso alle decisioni del Comitato tecnico scientifico, il quale, a sua volta, si è rimesso al Governo. Auspica a questo punto che il chiarimento possa giungere dalla Ministra dell'istruzione e che le questioni connesse alla ripresa delle attività didattiche possano essere finalmente discusse anche nel Parlamento, che finora è stato lasciato al margine delle decisioni sul futuro della scuola.
Venendo alla risoluzione di cui è primo firmatario, sottolinea in primo luogo che è stata sottoscritta trasversalmente da una ventina di deputati, appartenenti a più gruppi di maggioranza, alcuni dei quali membri di altre Commissioni. Il coinvolgimento di deputati di altre Commissioni è apparso necessario anche perché alcuni punti della risoluzione sono di pertinenza di Ministeri diversi da quello dell'istruzione, per esempio dove si parla del servizio di trasporto pubblico locale. Lo spirito che anima la risoluzione è quello di tentare di far capire che la scuola deve essere una priorità per tutti: non solo per la Commissione cultura, ma per tutto il Parlamento; non solo per il Ministero, ma per il Governo e per il sistema Paese nella sua interezza. Il senso politico della risoluzione è, quindi, quello di una «spinta» al Governo affinché ponga la scuola al centro della sua attenzione, come finora non ha fatto. La sua sensazione è che purtroppo si sia perso tempo e che anche l'estate stia per passare invano, mentre occorrerebbe agire rapidamente per fare in modo che la scuola riassuma in tempi certi il suo ruolo fondamentale. Avrebbe voluto vedere maggiore proattività, anche nelle comunità locali, per andare incontro alle legittime aspettative degli studenti e delle loro famiglie. Si rischia invece di alimentare aspettative irrealistiche, che andranno deluse.
Proprio perché questa è l'aspettativa e l'esigenza delle famiglie, la risoluzione impegna il Governo, innanzitutto, ad assicurare la riapertura delle scuole dal 1o settembre, e ad assicurarla per tutti gli studenti, non solo per quelli in ritardo nei percorsi di apprendimento. È evidente, infatti, che tutti gli studenti hanno subito un ritardo: al di là delle lezioni che si sono potute svolgere in modalità telematica, tutti gli studenti hanno subito un danno, a diversi livelli, per effetto del lungo periodo di chiusura delle scuole. È pertanto inopportuno prevedere per l'inizio di settembre soltanto il recupero formativo per gli studenti con debiti scolastici, in quanto per tutti sarà necessario recuperare quanto è andato perduto, anche in termini di esperienza di socialità e di rapporto diretto con i propri docenti.
Passando ad illustrare le dieci linee di indirizzo che la risoluzione indica come prioritarie nel campo della scuola e per l'avvio del prossimo anno scolastico, si sofferma in particolare sul primo di essi, che prevede una ricognizione e una valutazione dettagliata dell'esperienza della didattica a distanza. Senza questa ricognizione non sarà possibile individuare le situazioni di maggiore fragilità, il che è invece presupposto necessario per intervenire a contrastare le disuguaglianze che la didattica a distanza ha sicuramente accentuato, soprattutto a danno degli studenti in condizioni di maggior disagio sociale, di quelli con disabilità o con bisogni educativi speciali.
Dopo aver illustrato gli altri impegni richiesti al Governo, conclude invocando maggior attenzione per la gestione della lunga transizione della scuola verso la normalità e sottolineando l'ultimo impegno
chiesto al Governo: se si vuole davvero realizzare la scuola del futuro e farne il motore della crescita del Paese, servono risorse finanziarie importanti.

Paolo LATTANZIO (M5S), nel sottolineare la natura trasversale della risoluzione 7-00501, di cui è cofirmatario e che nasce da uno scambio di idee tutto interno al Parlamento, evidenzia che essa giunge dopo due audizioni – quella del Comitato di esperti e quella del Comitato tecnico scientifico – alquanto deludenti a fronte delle aspettative che avevano polarizzato, in quanto non hanno chiarito in che modo la scuola riprenderà la sua attività.
Evidenzia quindi che la risoluzione in argomento vuole dare un preciso contributo alla riflessione sugli interventi necessari per la scuola, focalizzando la discussione su tre assi principali: quello dei fondi, affinché alla scuola sia dato un peso maggiore in sede di riparto dei finanziamenti nazionali ed europei; quello del protagonismo dei ragazzi e delle ragazze, che devono essere ascoltati e messi al centro dei patti territoriali educativi; e, infine, quello del piano pedagogico nazionale, che è necessario per dare indicazioni precise, anche da un punto di vista logistico, a famiglie e dirigenti scolastici per la creazione della scuola post-Covid-19. In proposito invita a non sottovalutare le ricadute negative, in termini educativi e sociologici, di molte scelte effettuate in nome della sicurezza, come quella di far rientrare a scuola il 1o settembre solo gli studenti ai quali è stato attribuito un debito scolastico. In questo modo si corre il rischio di apporre su alcuni una sorta di stigma sociale che non farebbe che alimentare le disuguaglianze che è invece importante combattere, e che si possono combattere garantendo modalità di ripresa non discriminanti né ghettizzanti.
Ricorda che in nome della sicurezza è stata effettuata una sospensione di diritti primari che vanno quanto prima ripristinati per scongiurare disastri pedagogici e per orientare nella giusta direzione il percorso della scuola. Si riferisce, in particolare, al diritto allo studio e al diritto al gioco, la cui mancanza ha provocato un disagio che è stato somatizzato da molti ragazzi e si è tradotto in nuovi disagi. Specifica che la richiesta contenuta nella risoluzione di riaprire le scuole dal 1o settembre per tutti, e non solo per alcuni, nasce appunto dalla convinzione che tutti gli studenti e le studentesse hanno subito un deficit educativo e sociologico e che occorre colmarlo prima possibile.
Riferendosi poi all'audizione di Patrizio Bianchi, ritiene che alcuni ragionamenti su una maggiore attenzione alle fragilità, sull'ampliamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche e sulla personalizzazione dell'offerta formativa riflettano una comune sensibilità e si dice convinto che da questi temi, insieme con quello dell'edilizia scolastica, occorra ripartire, iniziando a lavorare sin da ora.
Invita a riflettere sul ruolo che si vuole assegnare alla scuola e a trarre le conseguenze: nel senso che – se si vuole riconoscere centralità alla scuola, all'istruzione dei bambini e delle bambine – occorre prendere atto che è necessario un forte riconoscimento economico.
Conclude il suo intervento ricordando la figura di Giulio Giorello, scomparso da pochi giorni, la cui ammirevole capacità di incrociare i saperi è stata di esempio per tutti.

Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), intervenendo sull'organizzazione dei lavori, preannuncia la presentazione di una risoluzione anche del gruppo del Partito democratico in materia di istruzione. Segnala quindi che la risoluzione discussa oggi sposta in parte l'attenzione rispetto alle altre risoluzioni già presentate, le quali, alla luce dei nuovi provvedimenti approvati o in corso di approvazione in materia di scuola, rischiano di apparire datate. Riterrebbe quindi opportuno che i contenuti di tutte le risoluzioni in titolo venissero rivisti dai presentatori e che si lavorasse tutti per raggiungere un equilibrio finale che consenta alla Commissione di essere unita e quindi più incisiva nel fare le sue richieste al Governo.

Valentina APREA (FI) dissente dalla deputata Piccoli Nardelli. È vero che le risoluzioni già presentate possono apparire superate, ma non condivide la proposta di un loro aggiornamento, che implicherebbe a molti un lavoro solitario e forse inutile, dato che di scuola si sta discutendo su molti tavoli contemporaneamente. Propone, piuttosto, di lavorare tutti insieme, anche informalmente, per giungere presto a una sintesi condivisa che consenta di far arrivare la voce della Commissione anche agli altri tavoli in cui si sta discutendo di scuola.

Luigi GALLOpresidente, preso atto che vi sono altre richieste di intervento, propone di rinviare la discussione ad altra seduta, per passare alla trattazione degli altri punti previsti all'ordine del giorno di oggi.

La Commissione concorda.

Luigi GALLOpresidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

CAMERA DEI DEPUTATI

Martedì 30 giugno 2020

Cultura, scienza e istruzione (VII)

RISOLUZIONI

  Martedì 30 giugno 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'istruzione Anna Ascani.

  La seduta comincia alle 13.05.

7-00438 Frassinetti, 7-00443 Casa, 7-00444 Sasso, 7-00450 Aprea, 7-00454 Toccafondi, 7-00480 Aprea, 7-00483 Casa, 7-00501 Fusacchia, 7-00502 Fratoianni e 7-00503 Frassinetti: Misure in materia di istruzione, anche alla luce dell'epidemia di COVID-19.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

(Nuova formulazione della Risoluzione 7-00151)

La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 23 giugno scorso.

Luigi GALLOpresidente, avverte che sulla stessa materia sono state assegnate alla Commissione anche le risoluzioni 7-00502 Fratoianni e 7-00503 Frassinetti, che saranno discusse congiuntamente alle altre. Aggiunge che è in corso di presentazione anche una risoluzione a prima firma Piccoli Nardelli. Comunica che il
deputato Fratoianni rinuncia all'illustrazione della sua risoluzione 7-00502.

Paola FRASSINETTI (FDI), nell'illustrare la sua risoluzione 7-00503, precisa che alcuni punti della stessa, nonché alcuni degli impegni rivolti al Governo sono comuni ad alcuni della risoluzione del deputato Fusacchia. Soffermandosi quindi sul contenuto della sua risoluzione, sottolinea in primo luogo alcuni aspetti problematici legati alla didattica a distanza, attivata nel corso della sospensione delle lezioni. Tra questi, evidenzia quello dell'impossibilità di effettuare una valutazione oggettiva dell'operato degli studenti: fatto, questo, che impone, a suo avviso, di limitare il ricorso alla didattica a distanza e di usarla solo per fronteggiare situazioni di emergenza. Segnala inoltre il rischio che la didattica a distanza accentui le disuguaglianze sociali perché l'accesso agli strumenti tecnologici non è alla portata di tutti e, quindi, la sua introduzione in termini sostitutivi della didattica ordinaria dannerebbe alcune categorie e farebbe venir meno la funzione di ascensore sociale che dovrebbe connotare la scuola. Aggiunge che lo studio a distanza non si è dimostrato di alcun aiuto per gli studenti più fragili o per quelli con disabilità, che, nell'esperienza più recente, si sono rivelati particolarmente penalizzati dall'isolamento provocato per effetto della sospensione delle lezioni in presenza.
Passando agli impegni rivolti al Governo, si sofferma in particolare sulla necessità di una pianificazione per far ripartire le scuole a settembre: pianificazione che non può prescindere da una seria presa d'atto della situazione dell'edilizia scolastica, che, allo stato attuale, non appare adeguata a garantire il distanziamento tra gli studenti nelle modalità previste. Occorre pertanto predisporre un piano mirato per mettere in sicurezza gli istituti, individuare nuovi spazi e riorganizzare quelli esistenti.
Sottolinea quindi la richiesta di garantire servizi essenziali quali la ristorazione e il trasporto pubblico, spesso trascurati, di ripristinare l'infermeria scolastica e di incrementare le ore dedicate all'educazione motoria, da effettuarsi prevalentemente all'aperto.
Ricorda che l'aumento del numero delle classi richiede necessariamente un incremento degli organici del personale docente, anche di sostegno, e del personale ATA, per i quali si dovrà provvedere ad assicurare un'adeguata formazione, specialmente di carattere informatico.
Conclude sottolineando l'invito rivolto al Governo di prevedere sedi diverse dalle scuole per lo svolgimento delle operazioni di voto previste per settembre, al fine di non interrompere la continuità didattica fin dall'inizio del nuovo anno scolastico.

Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E) presenta una nuova formulazione (vedi allegato) della sua risoluzione 7-00501, cui sono stati apportati aggiornamenti resisi necessari alla luce di alcuni fatti rilevanti intervenuti la scorsa settimana. Si riferisce all'intesa raggiunta tra il Governo e le regioni sul Documento per la pianificazione delle attività scolastiche per il nuovo anno scolastico e all'annuncio fatto dal Presidente del Consiglio dei ministri di uno stanziamento di un miliardo da destinare ad investimenti per la scuola.
In considerazione delle predette novità, ha ritenuto opportuno apportare alcune modifiche agli impegni contenuti nella sua risoluzione volti, in primo luogo, a richiedere che sia assicurata dal 1o settembre 2020 una ripartenza delle attività socio-educative per il più alto numero possibile di studenti, con il coinvolgimento di docenti e di associazioni ed enti del terzo settore, realizzando percorsi specifici basati sulla cura e sul benessere psicologico di coloro che hanno maggiormente sofferto, non solo dal punto di vista educativo, ma anche emotivo, psicologico e relazionale. A tale proposito, si sofferma sull'invito a non garantire una ripresa in termini meramente formalistici, ma a fornire ai dirigenti scolastici e ai docenti indirizzi chiari ed espliciti quanto alle modalità e ai mezzi con i quali ripartire.
Sottolinea quindi l'impegno volto a definire, entro il 30 settembre 2020, un
Piano di gestione dell'emergenza educativa immediatamente operativo, da attuare nell'eventualità di una nuova chiusura – che ci sarebbe nell'ipotesi di una riacutizzazione della pandemia – affinché nessuno debba trovarsi escluso dai percorsi educativi. Ciò è necessario perché, se finora è stato fatto solo ciò che si poteva fare, ora occorre attrezzarsi per fare ciò che si deve.

Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), nel sottolineare che alcuni gruppi hanno ritenuto di aggiornare le proprie risoluzioni, i cui contenuti risultano superati dall'evolversi della situazione, riferisce che, proprio in considerazione del rapido cambiamento in corso il Partito democratico ha preferito attendere a depositare la propria risoluzione, che è in corso di assegnazione e di cui preannuncia il contenuto.
Dopo aver premesso che molti riflessi della pandemia da COVID-19 sono ancora da valutare nella loro entità e complessità, in campo economico e sociale, evidenzia che per il sistema dell'istruzione, che ha dimostrato ottime capacità di impegno, resilienza e flessibilità nell'affrontare una situazione imprevedibile, occorre ora una programmazione della fase di ripartenza delle attività scolastiche a settembre che garantisca il superamento di tutte le disuguaglianze attraverso una scuola sempre più inclusiva e accogliente in cui sia ricostituita la trama delle relazioni interrotte a causa della pandemia.
È pertanto necessario – a suo avviso – rassicurare insegnanti, studenti e famiglie sulla capacità del sistema scolastico di attrezzarsi con risorse adeguate per porre le condizioni che garantiscano una formazione di qualità agli studenti e adeguato supporto al lavoro dei docenti. Una specifica attenzione educativa e didattica andrà rivolta agli alunni con bisogni educativi speciali e a quelli che presentano un elevato rischio di dispersione. Per insegnanti e dirigenti scolastici va previsto un piano di supporto operativo e di formazione che assicuri soluzioni in grado di formare, aggiornare e consolidare le competenze dei docenti e dei dirigenti scolastici, non solo in termini di aggiornamento sulle tecnologie per la didattica a distanza. A tal fine occorrerà prevedere uno stanziamento economico adeguatamente dimensionato da destinare a progetti specifici, pianificati in base alle necessità dei singoli istituti, anche con reperimento e utilizzo di fondi europei (PON e POR).
Sottolinea quindi la necessità di mettere in sicurezza gli edifici scolastici, di riorganizzare presidi sanitari in ogni istituto scolastico e di garantire la sicurezza sanitaria delle mense scolastiche che hanno anche valenza educativa, sociale e culturale.
Ricorda poi alcuni altri impegni richiesti al Governo nella sua risoluzione, a sostegno delle famiglie, volti a prevedere forme di detrazione fiscale per le spese educative effettuate, tra cui l'eventuale gratuità dei testi scolastici e l'offerta di servizi integrati all'attività scolastica.
In merito all'innovazione della didattica, raccomanda la promozione di stili di insegnamento, di lavoro e di studio «diversi e nuovi», ripensando i curricoli e i criteri e gli strumenti per la valutazione.
In relazione alle nuove esigenze che l'emergenza ha evidenziato, sottolinea la necessità di investire nella flessibilità dell'autonomia scolastica, affinché sia possibile adottare soluzioni diverse in ragione anche della grande disomogeneità territoriale e locale, nonché della specificità di ogni contesto scolastico, sempre all'interno di una precisa cornice d'azione definita dal Ministero a livello nazionale. Ciò dovrà andare di pari passo con la definizione di «Patti Educativi Territoriali» o di comunità, che implichino una stretta e proficua collaborazione tra scuole, enti locali e terzo settore, quali comunità educanti più ampie che rispondano al bisogno di flessibilità.
Si sofferma quindi sulla necessità di prevedere un adeguato aumento delle risorse umane in termini di organico, anche in previsione della possibilità di un aumento del numero delle classi. Dopo aver richiamato l'attenzione sulla necessità di ambienti, risorse e impianto organizzativo per i soggetti con disabilità e bisogni
speciali attraverso la presenza di personale specializzato di supporto, conclude rimarcando che in definitiva occorre dare più forza e respiro alla scuola.

Luigi GALLOpresidente, preso atto che vi sono diverse richieste di intervento, propone, come metodo di lavoro, di rinviare ad altra seduta la discussione nel merito delle risoluzioni e di decidere nel frattempo – in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi – come procedere nel dibattito. Ritiene infatti opportuna una riflessione a questo riguardo, considerato che le risoluzioni presentate sono alquanto disomogenee: alcune sono più risalenti, altre aggiornate; alcune sono focalizzate su aspetti puntuali, altre hanno portata generale.

Valentina APREA (FI) ritiene che la Commissione dovrebbe piuttosto accelerare la discussione per arrivare in tempi brevissimi, non oltre giovedì 2 luglio, a deliberare. Il suo gruppo è disponibile a collaborare per addivenire a una risoluzione unitaria, come accaduto per gli altri settori di interesse della Commissione, ma ritiene che la discussione non debba protrarsi oltre la corrente settimana. Per questo esprime perplessità sulla decisione dei presentatori della risoluzione 7-00501 Fusacchia di riformulare il loro testo. A suo avviso, infatti, tutte le risoluzioni sono inevitabilmente datate e avrebbero bisogno di essere riformulate. Ma questo comporterebbe una perdita di tempo e sarebbe forse inutile, dato che la situazione è in continua evoluzione. È invece necessario che la Commissione rapidamente deliberi un indirizzo al Governo, anche per impegnarlo in modo univoco su diversi punti sui quali al momento non c’è chiarezza: pensa ad esempio alla didattica a distanza e al ruolo delle singole istituzioni scolastiche. A quest'ultimo riguardo osserva che nelle Linee guida del Ministero per il ritorno in aula a settembre si legge che occorre valorizzare l'autonomia delle sedi scolastiche, ma di fatto gli spazi di autonomia sono pochi e sono pochi perché le regole nazionali sono rigide. Occorre quindi che il Governo conceda spazi di autonomia ai dirigenti scolastici e alle scuole, altrimenti la rigidità complessiva del sistema non consentirà alcuna valorizzazione dell'autonomia. Insistendo sull'opportunità di arrivare presto all'elaborazione di un testo unitario, da votare possibilmente in settimana, raccomanda di indicare chiaramente ciò che ancora deve essere specificato e chiarito e di chiedere la pianificazione dell'utilizzo delle risorse che saranno stanziate per la scuola.

Rossano SASSO (LEGA) è dell'avviso che non valga la pena di aggiornare i testi delle risoluzioni per inseguire le novità del momento, che dipendono solo dalle incertezze della ministra Azzolina, e che si debba invece arrivare rapidamente ad una deliberazione. Gli italiani devono sapere che cosa la VII Commissione ritiene si debba fare per la ripresa delle attività scolastiche e per la scuola in generale, soprattutto quando il Ministero si mostra così indeciso.

Alessandro FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E) chiarisce che lui e gli altri deputati firmatari della risoluzione 7-00501 hanno ritenuto opportuno riformulare il proprio testo per aggiornarlo alle importanti novità degli ultimi giorni non perché intendano ritardare la deliberazione della Commissione – come prova il fatto che per la riformulazione non hanno chiesto di disporre di tempo aggiuntivo – ma perché ritengono corretto che gli indirizzi al Governo siano dati sulla base di quella che è la situazione ad oggi. Concorda che è importante deliberare rapidamente, ma fa presente che, oltre alla velocità, conta il contenuto della deliberazione. Ritiene che la risoluzione a sua prima firma, nel testo riformulato, possa essere una buona base di partenza per quel lavoro di convergenza che auspicabilmente porterà la Commissione ad approvare una risoluzione unitaria anche in materia di scuola e istruzione. La riformulazione è stata pensata anche nello spirito di mettere a disposizione di tutti questo tipo di base di partenza.

Gianluca VACCA (M5S) concorda con il presidente sul fatto che è opportuna una riflessione, in sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, su come procedere nella discussione. Rileva che anche la risoluzione presentata dal suo gruppo (7-00483) avrebbe bisogno di essere aggiornata agli ultimi sviluppi, ma ritiene preferibile concentrarsi in questo momento sul lavoro per addivenire ad una risoluzione unitaria. Si augura quindi che ci siano le condizioni perché la Commissione deliberi entro la corrente settimana e possibilmente approvi una risoluzione condivisa trasversalmente.

Rosa Maria DI GIORGI (PD) rimarca che anche il suo gruppo ritiene necessario lavorare per una risoluzione unitaria e deliberare in tempi brevissimi. A suo avviso la risoluzione del suo Gruppo, arrivando per ultima, può senz'altro considerarsi aggiornata alla situazione attuale.

Paolo LATTANZIO (M5S) difende la scelta sua e degli altri firmatari della risoluzione Fusacchia 7-00501 di riformulare il proprio testo per aggiornarlo alla situazione, sottolineando che si tratta di una loro valutazione individuale che non dovrebbe essere sindacata. Concorda sul fatto che si dovrebbe cercare di arrivare presto alla deliberazione, ma osserva che non è tanto importante approvare una qualsiasi risoluzione entro un termine dato, quasi fosse un adempimento burocratico, quanto – soprattutto in questo momento in cui il ruolo del Parlamento è meno centrale di quanto dovrebbe essere – approvare una risoluzione meditata, che sia in grado di orientare davvero le azioni del Governo.

Luigi GALLOpresidente, prende atto che c’è una volontà comune di lavorare per arrivare a una risoluzione unitaria e di deliberare entro giovedì. Ritiene che, se la proposta di risoluzione unitaria fosse pronta già domani, potrebbero esserci le condizioni per deliberare entro giovedì 2 luglio. Rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

CAMERA DEI DEPUTATI

Martedì 7 luglio 2020

Cultura, scienza e istruzione (VII)

RISOLUZIONI

  Martedì 7 luglio 2020. — Presidenza del presidente Luigi GALLO.

La seduta comincia alle 14.

7-00438 Frassinetti, 7-00443 Casa, 7-00444 Sasso, 7-00450 Aprea, 7-00454 Toccafondi, 7-00480 Aprea, 7-00483 Casa, 7-00501 (nuova formulazione) Fusacchia, 7-00502 Fratoianni, 7-00503 Frassinetti, 7-00504 Piccoli Nardelli e 7-00508 Aprea: Misure in materia di istruzione, anche alla luce dell'epidemia COVID-19.
(Rinvio del seguito della discussione congiunta).

La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 30 giugno scorso.

Luigi GALLOpresidente, avverte che sulla stessa materia delle interrogazioni in titolo è stata assegnata alla Commissione la risoluzione 7-00508 Aprea, che sarà discussa congiuntamente alle altre. Avverte quindi che la deputata Aprea ha chiesto di illustrare la sua risoluzione in altra seduta. Quindi, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.05.

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