Camera dei Deputati - 3-01976 - Interrogazione su iniziative a supporto dei cittadini italiani presenti nel Regno Unito che desiderano rientrare nel proprio Paese, alla luce degli sviluppi dell'emergenza epidemiologica e della conseguente interruzione dei collegamenti aerei e ferroviari. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01976 - Interrogazione a risposta orale presentata il 12 gennaio 2021.

 — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'improvviso aggravarsi dell'emergenza epidemiologica nel Regno Unito, a causa dell'emergere di una nuova variante del Sars-CoV-2 che sembrerebbe altamente contagiosa, ha indotto una serie di Governi esteri ad interrompere i collegamenti aerei e ferroviari con le isole britanniche;
alla lista dei Governi che hanno interrotto i collegamenti con il Regno Unito si è aggiunto repentinamente anche quello italiano, senza opportuno preavviso e senza peraltro predisporre alcun meccanismo di rientro per i cittadini del nostro Paese che vi soggiornino per lavoro, servizi, studio, turismo o altro;
in una situazione di particolare disagio si trovano anche i lavoratori italiani dell'autotrasporto;
è inoltre all'orizzonte la chiusura del territorio dell'Unione europea agli aerei e ai treni provenienti dal Regno Unito;
la circostanza ha prevedibilmente generato confusione e panico tra i nostri connazionali e un flusso molto ingente di richieste di assistenza da parte dei cittadini italiani che hanno comprovata necessità e legittimo diritto di far rientro nel nostro Paese;
l'interruzione dei collegamenti rappresenta, inoltre, un problema anche per i sudditi del Regno Unito soggiornanti in Italia o che necessitano di raggiungere il nostro Paese –:
quali iniziative il Governo intenda assumere per assistere i cittadini italiani che si trovino in questo momento nel Regno Unito e desiderino rientrare in sicurezza nel proprio Paese;
in particolare, se il Governo stia predisponendo voli di Stato dedicati per il rientro dei nostri connazionali e se stia potenziando i servizi forniti dalla rete consolare presente nel Regno Unito e rafforzando contestualmente la sala operativa dell'unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con nuovi operatori per fronteggiare la nuova evitabile crisi. (3-01976)

Camera dei Deputati

Martedì 12 gennaio 2021

Iniziative a supporto dei cittadini italiani presenti nel Regno Unito che desiderano rientrare nel proprio Paese, alla luce degli sviluppi dell'emergenza epidemiologica e della conseguente interruzione dei collegamenti aerei e ferroviari 

PRESIDENTE. La Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Zoffili ed altri n. 3-01976 (Vedi l'allegato A).

EMANUELA CLAUDIA DEL RE, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Anch'io desidero salutare il suo ritorno in Aula e ringrazio gli onorevoli interroganti per aver sollevato questa questione, che dà l'opportunità al Governo di informare e naturalmente rispondere alle questioni sollevate. A partire dal 20 dicembre 2020, in risposta alla circolazione della cosiddetta variante inglese del virus COVID-19, molti Paesi europei hanno adottato in autonomia misure immediate di contenimento. Dopo la scoperta di un caso di contaminazione con la nuova forma di Coronavirus, i Paesi Bassi sono stati il primo Stato membro dell'Unione europea a sospendere il traffico aereo proveniente dal Regno Unito, in particolare i voli passeggeri. Anche il Belgio, nella stessa giornata del 20 dicembre, ha decretato una sospensione di treni e aerei dal Regno Unito a partire dalla mezzanotte e per le successive 24 ore. L'Irlanda ha adottato una disposizione simile, interrompendo per 48 ore tutti i collegamenti aerei e marittimi non essenziali. Misure analoghe sono state prese da Germania, Austria e Francia, che ha sospeso anche il transito dei mezzi pesanti. Disposizioni dello stesso tenore sono state poi adottate e sono tuttora in vigore in Paesi extra-comunitari (dal Medio all'Estremo Oriente, dall'America Latina al Canada), nei confronti di viaggiatori provenienti dal Regno Unito o da altri Paesi dove si siano registrate varianti del virus. Questo è, dunque, il contesto nel quale, il 20 dicembre, è stata adottata la nostra ordinanza, che prevedeva la sospensione del traffico aereo dal Regno Unito, il divieto di ingresso per tutti i viaggiatori in provenienza dal Regno Unito o che vi avessero transitato o soggiornato nei quattordici giorni precedenti e il test molecolare o antigienico per quanti fossero già entrati in Italia. Organizzare mezzi di trasporto alternativi quali i voli straordinari evocati nelle interrogazioni, senza aver prima istituito uno specifico piano di monitoraggio e controllo dei flussi di passeggeri dal Regno Unito, avrebbe privato di senso quell'ordinanza del 20 dicembre, che disponeva un divieto di ingresso ispirato dalla primaria tutela della salute pubblica in un periodo di più intenso traffico quale quello delle festività natalizie. In questa circostanza, l'obiettivo primario del Governo è stato, quindi, quello di delineare con rapidità le linee guida per consentire un rientro in sicurezza dal Regno Unito. Tra il 20 e il 23 dicembre, i contatti per richieste di assistenza dal Regno Unito alla sala operativa dell'unità di crisi sono stati oltre 1.500. La sala operativa è riuscita a farvi fronte senza necessità di ulteriore personale. In questo caso, la criticità riguardava un unico Paese, a differenza dell'emergenza su scala mondiale registrata all'inizio della pandemia, con connazionali bloccati anche nei Paesi più lontani. Hanno svolto in quest'ambito un ruolo importante anche le maggiori risorse stanziate negli scorsi mesi a sostegno della collettività italiana all'estero; abbiamo, infatti, suggerito ai connazionali, che necessitavano di assistenza, di rivolgersi in prima battuta ai consolati generali competenti di Londra ed Edimburgo. In particolare, la task force COVID-19 del consolato generale di Londra, istituita a marzo e tuttora operativa, ha assistito durante le festività natalizie circa 2.500 persone, che vi si sono rivolte per telefono, e-mail o tramite i profili social della sede. Oltre a fornire indicazioni sulle ordinanze emanate, la task force ha orientato i connazionali verso i centri dove era possibile effettuare i test molecolari o antigenici e sulla graduale ripresa dei collegamenti aerei. Entrambi i consolati generali di Londra ed Edimburgo hanno anche assicurato interventi di assistenza economica, quali sussidi e prestiti con promessa di restituzione. In 48 ore il Governo ha emanato le linee guida e, in meno di 72 ore dalla prima ordinanza, ne ha adottata una successiva, che ha contribuito in modo decisivo a sbloccare la situazione. L'ordinanza del 23 dicembre ha, infatti, previsto il ripristino del traffico aereo commerciale con il Regno Unito e la possibilità di ingresso per chi abbia la residenza anagrafica in Italia da prima del 23 dicembre o si trovi in stato di assoluta necessità. Questa misura ha, di fatto, consentito l'ingresso o il rientro in Italia di tutti coloro che si trovavano in condizioni di effettiva urgenza. Misure analoghe, prorogate fino al 15 gennaio sulla base di una nuova ordinanza del Ministro della Salute del 9 gennaio, sono state adottate dai principali Paesi dell'Unione europea. Dal 24 dicembre ad oggi non si registrano, quindi, particolari criticità in merito al traffico passeggeri da e per il Regno Unito. L'ordinanza del 23 dicembre 2020 ha, inoltre, previsto che le disposizioni più stringenti non si applichino al personale viaggiante, agli equipaggi e al trasporto merci. Tra il 22 e il 27 dicembre si è verificata una congestione delle arterie stradali del Kent, dove migliaia di autotrasportatori sono rimasti bloccati, vicino Dover, in attesa di sottoporsi ai test molecolari o antigenici necessari per entrare in Francia. Il 22 dicembre Parigi aveva, infatti, disposto la riapertura del traffico, merci incluse, ma con obbligo di test per COVID-19. L'unità di crisi e il consolato generale di Londra sono rimasti in stretto contatto con i numerosi autotrasportatori italiani coinvolti. Ambasciata e consolato generale a Londra, di concerto con gli altri Paesi dell'Unione europea maggiormente colpiti, hanno esercitato la massima pressione sulle autorità locali affinché prestassero assistenza agli autotrasportatori, sia tramite la consegna di viveri e generi di conforto, sia attraverso la creazione di strutture temporanee per assicurare adeguati servizi igienico-sanitari e accelerare la somministrazione dei test. Il 28 dicembre, le autorità britanniche hanno, quindi, fatto sapere di avere smaltito circa 8 mila mezzi pesanti ed effettuato circa 20 mila test, gran parte dei quali dopo il dispiegamento di assetti militari nell'area. Da quella data non si sono registrate nuove richieste di assistenza da parte di personale impiegato nel trasporto merci. Il Governo è pienamente consapevole dei sacrifici derivanti dalle misure restrittive. Queste sono giustificate, tuttavia, dal dovere primario di tutelare la salute sul nostro territorio nazionale, in una fase particolarmente delicata. Le festività natalizie, come prevedibile, hanno fatto registrare un significativo flusso in ingresso dall'estero, nonostante le disposizioni in vigore. Il Governo si è, quindi, mosso con tempestività, in linea con i principali partner europei, a protezione della salute pubblica, delineando poi con rapidità le linee guida per consentire un rientro in sicurezza e sbloccando la situazione anche grazie al contributo determinante dell'unità di crisi della Farnesina e delle nostre sedi consolari nel Regno Unito.

PRESIDENTE. L'onorevole Zoffili ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente Carfagna, ben ritrovata anche da parte del gruppo della Lega e dal sottoscritto. No, Presidente, non sono assolutamente soddisfatto. È stato dato all'Aula della Camera dei deputati un quadro di una gestione efficace di questa ulteriore emergenza, ma così, sottosegretario, e lo dico per tramite del Presidente, non è stato. Il 20 dicembre, a un certo punto, al pomeriggio, con una ordinanza del Ministro Speranza sono stati bloccati i voli, i collegamenti con il nostro Paese. Migliaia di connazionali, di nostri concittadini, che erano già negli aeroporti della Gran Bretagna, lavoratori, persone che erano a Londra per lavorare o, magari, con le proprie famiglie, con la moglie, magari anche con il passeggino, con il bambino, si sono trovati a Heathrow, a Stansted, bloccati, senza alcun tipo di informazione.

La Farnesina, attraverso l'Unità di crisi, attraverso la rete consolare e i nostri consolati, penso all'ambasciatore Trombetta, penso al capo dell'Unità di crisi, Verrecchia, ai funzionari presenti, hanno assolutamente lavorato bene, ma non sono stati in grado di sopperire al carico di richieste di supporto e di informazioni che arrivava dai nostri connazionali, perché l'Unità di crisi, Presidente - sempre per suo tramite, lo dico per l'ennesima volta al Governo - va potenziata. In quest'Aula è stata votata una mozione, è stato votato anche un ordine del giorno; purtroppo in sede di legge di bilancio un nostro emendamento al riguardo, passato in Commissione esteri, tra l'altro votato all'unanimità, non è stato preso in considerazione. L'Unità di crisi va assolutamente potenziata. Ma torniamo a quel 20 dicembre: ci sono centinaia di connazionali. Noi siamo l'Italia, questo è il Parlamento italiano, la Farnesina è il biglietto da visita dell'Italia nel mondo. I nostri connazionali, il 20 dicembre, sono stati abbandonati a loro stessi nel Regno Unito. Il 20 dicembre, dal pomeriggio, mentre altri Paesi hanno dato quantomeno il tempo ai connazionali che erano negli aeroporti di poter tornare, di poter far rientro nella propria terra, nella propria patria, i nostri connazionali sono stati lì abbandonati e si è scatenato il caos; si è scatenato il caos, messaggi, telefonate. Noi facciamo i parlamentari, rappresentiamo i cittadini. Per quanto riguarda il gruppo della Lega, se l'Unità di crisi ha ricevuto 1.500 telefonate, collega, credo - abbiamo raccolto le segnalazioni che sono arrivate anche agli altri 130 colleghi del gruppo della Lega - di averne trattate personalmente almeno 300. E la Farnesina, non gli uffici o i funzionari, ma la Farnesina parte politica, penso al Ministro, che mi sembra fosse impegnato in una missione in Qatar, non rilasciava dichiarazioni al riguardo. Domenica 20 dicembre, lunedì 21 dicembre, tutto taceva, la gente ci scriveva. Vi leggo, leggo a questo Parlamento, Presidente, cosa ci scrivevano i nostri connazionali abbandonati in Gran Bretagna: difficoltà a trovare alloggio alternativo, problemi veri, mancanza di denaro per pagarsi l'hotel, delicate situazioni di salute. Leggo questo messaggio di questa nostra concittadina: io sarei dovuta rientrare oggi, incinta di 29 settimane; ho dovuto lasciare il mio appartamento, al momento sono in un appartamento prenotato all'ultimo minuto. Un'altra ci scrive di avere una rara malattia per cui è seguita all'ospedale di Padova e di essere rimasta senza medicine. Il 22 dicembre, non trovando soddisfazione nel Governo, ho preso il telefono, ho chiamato la batteria e mi sono fatto passare il Quirinale. Ho scritto una lettera al Presidente Mattarella: so che l'ha letta, e ringrazio il nostro Presidente della Repubblica, perché dopo qualche ora poi qualcosa si è smosso. Il 23 dicembre abbiamo fatto un presidio anche con i giovani della Lega davanti alla Farnesina, davanti al MIT, perché la nuova ordinanza doveva esser firmata dai tre Ministri, Trasporti, Esteri e Salute. Il 23 dicembre, sempre nel pomeriggio, qui nell'Aula parliamo personalmente, noi della Lega, con il Ministro Di Maio e con il Ministro Speranza e finalmente, il 24 dicembre, per i nostri connazionali abbandonati in Gran Bretagna parte il primo volo dell'Alitalia.

Non sono soddisfatto, Presidente Carfagna, perché il Governo oggi sarebbe dovuto venire in Aula a chiedere scusa ai nostri connazionali, che non devono essere abbandonati all'estero; nostri connazionali che, con il loro lavoro, fanno grande la nostra Italia.

Contenuto pubblico