Camera dei Deputati - 3-01952 - Interrogazione sulle linee guida per l' utilizzo dei fondi del programma Next generation EU. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01952 - Interrogazione a risposta immediata presentata l’1 dicembre 2020.

Al Ministro per gli affari europei. – Per sapere – premesso che:

in data 25 novembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato con larga maggioranza la relazione «Su una nuova strategia industriale per l'Europa», con 486 voti favorevoli, 109 contrari e 102 astenuti. Ha ottenuto un supporto bipartisan con il voto favorevole sia dei gruppi più sensibili alla dimensione ecologica delle politiche che quello dei gruppi che tradizionalmente hanno come priorità la produzione e la competitività industriale Europea;

un allineamento della politica industriale nazionale con la strategia europea è di fondamentale importanza, particolarmente in questa fase di crisi, considerando che da più di 15 anni l'Unione europea non adotta una strategia industriale onnicomprensiva e poi che l'aggiornamento annunciato dalla Commissione europea del dossier di strategia industriale, pubblicato a marzo 2020, avrà come base la posizione del Parlamento europeo così come espressa nella relazione;

la relazione è stata formulata nel pieno della pandemia da COVID-19 e contiene dunque importanti linee guida per l'utilizzo dei fondi del programma Next generation EU, in particolar modo misure essenziali per la ricapitalizzazione delle imprese e per la gestione del livello di debito in cui il settore privato incorrerà con l'utilizzo dei prestiti del Next generation EU, soprattutto per quanto riguarda i settori più colpiti dal COVID-19;

dopo il rientro dalla crisi e la ripresa del tessuto produttivo ci si appresta ad affrontare una delle trasformazioni industriali più imponenti degli ultimi anni: la doppia transizione verde e digitale. La relazione delinea gli obiettivi di politica industriale di lungo periodo per portare a compimento la doppia transizione e propone gli strumenti concreti per raggiungerli, come una revisione dei regolamenti sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato per i settori strategici, un atteggiamento più assertivo nelle relazioni esterne e misure a protezione dell'occupazione;

sono presenti, infine, strumenti che già in passato si sono dimostrati particolarmente efficaci per l'Italia, come, ad esempio, schemi di credito di imposta cofinanziati con i fondi europei per gli investimenti verdi e digitali, soprattutto per favorire una piena partecipazione delle piccole e medie imprese alla doppia transizione –:

quali aspetti della relazione «Su una nuova strategia industriale per l'Europa» il Governo intenda adottare e inserire nel Piano di riforma nazionale per implementare il programma Next generation EU.
(3-01952)

 

Camera dei Deputati

Mercoledì 2 dicembre 2020

Intendimenti del Governo con riguardo alla relazione “Su una nuova strategia industriale per l'Europa” recentemente approvata dal Parlamento europeo, ai fini dell'inserimento delle proposte ivi contenute nel Piano nazionale di riforma relativo al programma Next Generation EU 

PRESIDENTE. Il deputato Nunzio Angiola ha facoltà di illustrare l'interrogazione Costa ed altri n. 3-01952 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente Rosato. Signor Ministro Amendola, lo scorso 25 novembre il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la relazione intitolata “Su una nuova strategia industriale per l'Europa”. Il rapporto sulla politica industriale dell'Europarlamento, curato dall'onorevole Carlo Calenda, in veste di relatore, pone al centro due priorità assolute per le industrie europee: la ripresa dalla crisi economica e la preparazione ad affrontare la doppia transizione verde digitale, ponendo le basi per un'industria sostenibile, sotto il profilo economico, sociale e ambientale. Questo rapporto, signor Ministro, è un testo fondamentale che il Governo non può ignorare nella redazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Ad oggi, non sappiamo se il Governo italiano ne abbia preso nota e quale sia la sua posizione al riguardo. Per questo Azione chiede che il Governo ci comunichi quali aspetti della nuova strategia industriale europea intenda recepire nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, per implementare il Next Generation EU.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.

VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli Affari europei. Grazie, Presidente. Ringrazio i deputati per l'interrogazione, perché, come ha ben detto, una tappa fondamentale sarà il prossimo aggiornamento della strategia industriale europea, atteso per il secondo trimestre del 2021, come annunciato alla Commissione. Il focus di tale revisione dovrebbe essere quello di collegare le sfide poste dalla gestione della pandemia e le conseguenze per l'industria, nonché l'utilizzo di queste sfide, come opportunità economiche per realizzare gli obiettivi citati.

Next Generation EU sarà uno strumento fondamentale in questo senso e, in questo scenario, l'approvazione da parte del Parlamento europeo a larga maggioranza della relazione “Su una nuova strategia industriale per l'Europa”, avvenuta con la risoluzione lo scorso 25 novembre, segna sicuramente un passaggio di grande rilevanza. A proposito ricordo come abbia avuto la possibilità di confrontarmi, proprio in un incontro ad hoc presso il Dipartimento delle politiche europee il 24 settembre scorso, con il relatore del Parlamento, onorevole Carlo Calenda, che - tengo a sottolineare - ha svolto un eccellente lavoro di mediazione in sede europea. Vi è un chiaro allineamento tra le priorità nazionali e quelle del Parlamento europeo, perché i singoli piani nazionali sono parte di uno sforzo integrato per conseguire gli obiettivi comuni, su cui l'Italia e gli altri 26 Stati hanno convenuto.

Nel Piano è prevista la destinazione di non meno del 57 per cento delle risorse per le due missioni della riconversione industriale in ottica green e per la digitalizzazione, con particolare attenzione a strumenti che si sono dimostrati efficaci, quali gli incentivi alla digitalizzazione delle imprese, a Industria 4.0 e a quelli per il sostegno alla competitività del nostro sistema di piccole e medie imprese. Sul Green Deal l'Italia può contare su una serie di eccellenze a livello mondiale nei settori dell'economia circolare, dell'agricoltura sostenibile e delle energie rinnovabili. Sono inoltre - e concludo - previsti forti investimenti in progetti che riguardano sia il settore pubblico, con la digitalizzazione della PA e dei servizi al cittadino, sia il settore privato con il sostegno a processi di digitalizzazione delle imprese, i servizi alla clientela come il cashless, il quadro di sviluppo infrastrutturale attraverso la banda larga, l'intelligenza artificiale e il cloud europeo Gaia-X. Per il rafforzamento della cooperazione tecnologica e industriale, punteremo a potenziare la ricerca anche attraverso l'estensione del raggio di azione dei centri di competenza e digital innovation hub, che dovrebbero essere orientati anche agli obiettivi della transizione verde.

In conclusione, sarà uno strumento, questo Piano, proprio per supportare la trasformazione del nostro Paese e del settore produttivo, in un'ottica di politica comune industriale europea.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Enrico Costa.

ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, signor Ministro, nutriamo stima nella sua persona e apprezziamo le sue affermazioni, che effettivamente - va detto - stridono con le quotidiane scelte di questo Esecutivo. Le risorse per il nostro Paese, il loro proficuo utilizzo, la governance che deve accompagnare i progetti, i tempi e le decisioni non possono essere utilizzati per risolvere le contraddizioni di questa maggioranza. Questa occasione di sviluppo del nostro Paese andrà oltre il Governo attuale, le persone e i partiti che ne fanno parte. Abbiamo, invece, l'impressione che il Premier se ne faccia scudo, per difendere non il Paese, ma la sua posizione. Noi oggi abbiamo avanzato una proposta, perché questo è il nostro stile: fare delle osservazioni e portare delle idee. È una proposta chiara e di merito: si utilizzi la strategia industriale dell'Europarlamento, curata da Carlo Calenda come relatore, come punto di riferimento nelle sfide progettuali che avremo di fronte. Un rapporto che propone strumenti che possono essere molto preziosi, come la possibilità di usare fondi europei come credito di imposta per investimenti verdi e digitali. Misure di questo tipo facilitano l'accesso al credito e liberano le imprese da quei vincoli che tradizionalmente impediscono, soprattutto alle piccole e medie imprese, di spendere adeguatamente i fondi europei. E questo dovrebbe essere in cima all'agenda del Premier. Dal Governo, al contrario, non abbiamo intravisto proposte che indicassero una direzione, un'identità, una chiave di lettura; solo organigrammi, commissioni di esperti, task force, commissari. Ma le scelte competono all'Esecutivo, non alle commissioni tecniche. Si chiamano scelte politiche, c'è una responsabilità politica e non ci sono piramidi di sorta dietro le quali trincerarsi per coprire le fragilità interne. I ministri devono fare i ministri e non farsi commissariare. Se questo Governo non è in condizione di affrontare questa sfida, ne prenda atto, ma non si nasconda dietro pletoriche strutture. Ne parleremo anche oggi: il Governo non è stato in grado neanche di rendicontare a questo Parlamento di come sono stati spesi 9 miliardi e mezzo sulla sanità. E la polemica che emerge sul MES è ancora una testimonianza delle contraddizioni. Almeno su questo fronte, cercate di ascoltare tutto il Parlamento e soprattutto le buone proposte che arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).

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