Camera dei Deputati - 3-01671 - Interrogazione su chiarimenti in merito alle linee guida e ai tempi di attuazione dello strumento universalistico di sostegno al reddito in corso di definizione. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01671 - Interrogazione a risposta immediata in Assemblea presentata il 15 luglio 2020.

 – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . – Per sapere – premesso che:
l'emergenza Covid-19 ha colpito un quadro economico e sociale italiano già sofferente e ha ulteriormente evidenziato la precarizzazione sempre più ampia nel mondo del lavoro e delle professioni;
gli interventi del Governo diretti a sostenere i redditi di lavoratrici e lavoratori si sono dovuti confrontare con un welfare categoriale, molto frammentato, non soltanto tra lavoro dipendente e lavoro autonomo e professionale ma anche all'interno di ciascun ambito;
per la necessità di intervenire con urgenza, i decreti-legge «Cura» e «Rilancio» hanno utilizzato istituti esistenti e, ad avviso degli interroganti, finanche improvvisato e aggiunto misure ad hoc per tentare di arrivare alle aree sociali più in difficoltà, sprovviste di copertura. Con un enorme sovraccarico amministrativo sull'INPS, ingiustamente sotto attacco, sono state finanziate un coacervo di misure, in larga parte introdotte nella fase del capitalismo fordista per affrontare disoccupazione ciclica, fattispecie ordinarie o episodi straordinari ma circoscritti di assenza di lavoro: dalla cassa integrazione ordinaria alla cassa integrazione in deroga, dalla NASpI alla DIS-COLL, dal fondo di integrazione salariale al bonus per le partite Iva, dal reddito di ultima istanza per professionisti al reddito di emergenza per «invisibili»;
nonostante la pluralità, la natura particolaristico-categoriale delle misure ha determinato, anche in questa fase emergenziale, l'esclusione di tipologie contrattuali diffuse ma anomale, soprattutto nei servizi a scarso valore aggiunto, come nei settori di attività esternalizzate della pubblica amministrazione, in cui è frequente il ricorso ai part-time verticali (esempio: servizi di mensa e pulizia delle scuole);
l'emergenza economica causata dell'epidemia di coronavirus ha palesato l'inadeguatezza di un sistema di protezione sociale basato, da un lato, sulla previsione di strumenti tradizionali di assicurazione sociale finanziati con il concorso di lavoratori e datori di lavoro, quali la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, e, dall'altro, su interventi a carico della fiscalità generale diretti a contrastare la povertà, come il reddito di cittadinanza;
appare ormai necessaria la previsione di una misura universale e di base, da affidare alla fiscalità generale, intesa non come strumento di contrasto alla povertà ma legato al reddito da lavoro;
il Governo e il Ministro competente sono consapevoli di questa necessità. Infatti, è stata costituita, presso il Ministero del lavoro, la commissione per la riforma degli ammortizzatori sociali, che ha svolto il primo incontro il 13 luglio –:
quali siano le linee guida e i possibili tempi di attuazione dello strumento universalistico di sostegno al reddito al quale il Governo sta lavorando con il coinvolgimento delle rappresentanze di lavoratori e imprese. (3-01671)

Camera dei Deputati

Mercoledì 15 luglio 2020

La seduta è stata ripresa alle 15.

Chiarimenti in merito alle linee guida e ai tempi di attuazione dello strumento universalistico di sostegno al reddito in corso di definizione 

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01671 (Vedi l'allegato A).

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Signora Ministro, la pandemia COVID è stata uno straordinario evidenziatore non solo dei punti di forza, ma anche dei limiti del nostro sistema di protezione sociale. Le ingenti risorse mobilitate dal Governo, in particolare per quanto riguarda il sostegno al reddito di lavoratrici e lavoratori, si sono scontrate con un ginepraio di strumenti categoriali non solo distinti tra lavoratore dipendente e lavoratore autonomo, ma dentro ciascun ambito. Nonostante la pluralità di questi strumenti, la loro natura particolaristica ha fatto sì che aree rilevanti del nostro mondo del lavoro sono rimaste scoperte e quindi è necessario e urgente intervenire a colmare tale lacuna e, a tal fine, le chiediamo quali sono le linee guida sulle quali il Governo è all'opera per arrivare allo strumento universale di protezione del reddito di lavoratrici e lavoratori, grazie.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha facoltà di rispondere.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, l'onorevole Fassina sollecita un mio intervento sulle linee guida e possibili tempi di attuazione della riforma degli ammortizzatori sociali, per la quale ho recentemente nominato una commissione di esperti. La pandemia, come appunto evidenziato anche dall'onorevole, ha evidenziato chiaramente i limiti e le fragilità dell'attuale assetto degli ammortizzatori. Non è stato facile operare appunto con un insieme non sempre coordinato ed organico di istituti di sostegno al reddito, in costanza di rapporto di lavoro non generale, frutto di una normativa non lineare e stratificata. Lo sforzo che è stato fatto dal Ministero del lavoro durante la pandemia è stato quello di assicurare a tutti i lavoratori dipendenti una tutela, aprendo la strada a un sistema di copertura pressoché generalizzata. In altre parole, si è cercato di superare in via eccezionale la frammentarietà delle tutele che il decreto legislativo n. 148 del 2015 aveva creato, declinando i diversi ammortizzatori sociali sulla base di comparti produttivi, settori di attività e imprese diversamente dimensionate. Questo spiega l'allargamento all'assegno ordinario del FIS per le imprese da 5 a 15 dipendenti e un ritorno all'utilizzo della cassa integrazione in deroga per tutte quelle imprese non coperte da ammortizzatori sociali. Il tentativo è stato quello di orientare il sistema del decreto legislativo n. 148 verso un modello di universalismo differenziato. È necessario proseguire lungo questa direzione, rafforzando e razionalizzando gli strumenti di integrazione al reddito in costanza di lavoro, integrandoli sempre più con percorsi formativi e politiche attive del lavoro. Un primo passo, in questo senso, è rappresentato dal Fondo Nuove Competenze, da me introdotto con il “decreto Rilancio”.

Questo strumento consente alle parti sociali di stipulare contratti collettivi aziendali o territoriali con i quali è possibile convertire temporaneamente quota dell'orario di lavoro in formazione finanziata da un apposito fondo pubblico volto a garantire ai lavoratori interessati dalle misure il 100 per cento della retribuzione per tutta la durata del programma formativo. A regime, nella riforma che voglio realizzare, è necessario che gli ammortizzatori sociali operino, da un lato, per garantire una rete di protezione temporanea ai lavoratori di quelle imprese che intendono sospendere per un breve periodo una parte della produzione per ristrutturazioni aziendali o riconversioni produttive o tecnologiche, dall'altro quali strumenti di accompagnamento e sostegno finalizzati alle transizioni occupazionali, dunque in un'ottica di tutela nel mercato del lavoro. Formazione nel primo caso e politiche attive e condizionalità nel secondo costituiscono gli assi portanti del progetto riformatore. In estrema sintesi, è necessario creare un sistema di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro che sia universale o sia in grado di inserire in un meccanismo assicurativo tutte le imprese e i lavoratori ma che, al contempo, permetta di valorizzare differenze e specificità di aziende e settori produttivi.

Quanto ai tempi di realizzazione, come previsto dal decreto ministeriale di nomina, la commissione dovrà concludere i lavori entro il 31 ottobre - si è già insediata due giorni fa - e sta già operando per far sì che la riforma veda la luce nel più breve tempo possibile. A tal fine, ho convocato al Ministero le parti sociali, il 23 luglio le organizzazioni sindacali e il 27 quelle datoriali. La mia intenzione è giungere in tempi rapidi ad un sistema di ammortizzatori equo e strutturale che non escluda nessuno.

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di replicare.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, signora Ministra, per le risposte. È evidente che la sfida è molto ambiziosa anche perché, oltre al mondo del lavoro dipendente, subordinato, c'è un mondo di lavoro indipendente, le partite IVA, sulle quali appunto, come lei sa, è stato necessario intervenire attraverso un bonus ad hoc. Ecco ritengo che, in questa fase, date le caratteristiche del mercato del lavoro, sia necessario trovare una soluzione che possa proteggere anche coloro che svolgono, in via sistematica, un lavoro indipendente, senza un rapporto formalizzato di subordinazione ed è davvero una sfida ambiziosa. Accolgo con favore e con sostegno la convocazione che ha fatto delle parti sociali, perché ritengo che ovviamente sia fondamentale il contributo degli esperti ma è altrettanto rilevante l'apporto di chi è sul campo e ogni giorno si misura con queste sfide. Ritengo importante coinvolgere anche le associazioni che rappresentano il mondo del lavoro autonomo e il mondo del lavoro indipendente, perché là sta la sfida vera che, non c'è dubbio, va coniugata insieme alla formazione. Infine, mi permetto di utilizzare dieci secondi per esprimere solidarietà e supporto al presidente dell'INPS che è sotto attacco a mio avviso ingiustamente perché sta svolgendo un lavoro molto complicato e le difficoltà che incontrano i cittadini e i lavoratori dipendono da norme e da procedure e non certo dalla capacità amministrativa che è stata messa in campo.

 La seduta è stata sospesa alle 15:55.

Contenuto pubblico