Camera dei Deputati – 3-01660 – Interrogazione sulla fase di ripartenza del Paese che dovrà puntare sempre più su un Green new deal. RISPOSTA
Camera dei Deputati – 3-01660 – Interrogazione a risposta immediata presentata il 7 luglio 2020.
– Al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:
mitigare gli effetti della crisi sanitaria da pandemia di COVID-19 e limitare al contempo i danni di quella economica conseguente è la grande sfida che si ha di fronte. È fondamentale, però, che le politiche di uscita dall'emergenza sanitaria-economica siano collegate ad una strategia a lungo termine che pianifichi la ripresa su un modello economico sostenibile per una società resiliente, equa, in buona salute che vive in equilibrio con la natura. Un modello basato anche sullo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, sulla decarbonizzazione dell'economia e sul taglio delle emissioni climalteranti;
la fase di ripartenza del Paese dovrà puntare sempre più su un Green new deal per difendere il lavoro e uscire dalla drammatica situazione in cui ci ha messo l'epidemia del Coronavirus. Deve andare in questo senso il «superbonus», introdotto dal «decreto rilancio» che copre il 110 per cento delle spese di riqualificazione degli immobili, rappresentando così quell'accelerazione delle politiche green indispensabile per fermare la crisi climatica, ma anche per rilanciare l'economia nella fase post COVID;
ma c'è anche grande urgenza di azioni concrete di sburocratizzazione autorizzativa, ad esempio per gli interventi di miglioramento delle prestazioni degli impianti esistenti. Una questione di blocco che è ormai generalizzata e che riguarda tutte le rinnovabili, di qualsiasi tipo, su tutto il territorio nazionale. Semplificazioni sono indispensabili per autorizzare i nuovi impianti e fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec);
sono ormai anni che si attende il cosiddetto «decreto Fer2» sulle fonti rinnovabili innovative, come le biomasse, il biometano, la geotermia, il solare termodinamico e l'eolico off-shore. Il Fer2 riguarda le rinnovabili che hanno il più alto tasso d'innovazione tecnologica e sono un'opportunità per varare una volta per tutte tecnologie a un alto contenuto innovativo, che possono rappresentare un volano di sviluppo economico e sostenibile. Queste misure sono la base di partenza indispensabile per realizzare gli oltre 80 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi previsti dal Piano nazionale integrato energia e clima, in grado di creare circa 75 mila nuovi posti di lavoro permanenti e 117.000 temporanei. Cifre destinate a crescere con l'innalzamento al 50-55 per cento della riduzione di anidride, proposta dalla Commissione europea –:
quali iniziative intenda assumere per tenere il Paese in linea con quanto previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili.
(3-01660)
Camera dei Deputati
Mercoledì 8 luglio 2020
La seduta è iniziata alle 15:00.
Iniziative in materia di sviluppo delle energie rinnovabili nell'ambito del Piano nazionale integrato energia e clima
PRESIDENTE. La deputata Muroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01660 (Vedi l'allegato A).
ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, rappresentante del Governo, Ministro Patuanelli, abbiamo presentato questa interrogazione per chiedere notizie rispetto all'attuazione del Piano nazionale energia e clima, perché, proprio in un momento così grave, quello dato dal COVID, abbiamo imparato quanto sia necessario far fronte al piano ambientale e, anzi, scoprire nella sostenibilità ambientale una chiave di volta, in accordo con il Green New Deal europeo, ma anche con il buonsenso, mi verrebbe da dire. Quindi, è fondamentale che ogni ipotesi di ripresa, ogni iniziativa, veda nella sostenibilità ambientale, in una società resiliente che punta sul rispetto dell'ambiente, la chiave di volta importante per uscire dalla crisi. Da questo punto di vista, lo sviluppo delle rinnovabili, dell'efficienza energetica, è davvero un fronte su cui puntare, lo è da anni, da decenni, ma sicuramente adesso non possiamo più permetterci quel freno a mano tirato con cui questo Paese ha proceduto purtroppo nei decenni scorsi su questo fronte. Quindi, le chiedo di illustrare le iniziative che il Governo intende adottare sul fronte, soprattutto, delle semplificazioni e della sburocratizzazione, sul fronte delle rinnovabili e dell'efficienza energetica.
PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per la domanda all'interno della quale vi sono delle premesse che condivido al 100 per cento; ritengo che questa emergenza sia un acceleratore di processi, un importante acceleratore di processi, soprattutto in un percorso che già è attivo da anni, come diceva l'interrogante, rispetto al fatto di vedere l'economia verde come un'economia che può essere parte di un tessuto industriale e l'ambiente, non visto come un sistema solo da proteggere, ma, anzi, come un sistema economico che può portare grandi benefici industriali per il nostro Paese. Vengono citati diversi temi e ritengo, anche io, di doverli dividere in due parti: la parte dei necessari incentivi, da un lato, e della sburocratizzazione, dall'altro, perché alcune tecnologie possono già oggi svilupparsi senza la necessità di un incentivo sull'energia prodotta, grazie alla discesa dei costi di impianto. Il problema principale che si sta ponendo è connesso, piuttosto, ai vincoli autorizzativi e all'insufficienza di alcuni progetti approvati. Da un monitoraggio effettuato avvalendosi dei dati Terna, i progetti autorizzati non ancora ammessi a un meccanismo di sostegno crescono di circa 500 megawatt anno, contro un fabbisogno di nuovi impianti - obiettivi PNIEC - di circa 4 mila megawatt anno, in larga parte eolici e fotovoltaici. Ne è un esempio quanto accaduto in attuazione del “FER 1”, destinato all'incentivazione delle fonti più economiche e mature, come l'eolico, il fotovoltaico, l'idroelettrico e i gas di depurazione, e che ha visto lo svolgimento, finora, di due procedure di aste e registri in cui, per la prima volta, è rimasta non assegnata una parte delle capacità disponibili. Nella prima procedura sono stati messi a disposizione, per nuovi impianti, 703 megawatt, di cui sono stati assegnati 587 megawatt; nella seconda procedura sono stati messi a disposizione nuovi impianti per 872 megawatt, comprensivi della potenza non assegnata nella prima procedura, ma sono stati assegnati solo 502 megawatt; dunque, non basta mettere a disposizione incentivi economici, occorre incidere anche sui vincoli che frenano gli investimenti e creare condizioni abilitanti. Brevemente, riepilogo le misure urgenti per la semplificazione del sistema Italia che sono state approvate nell'ultimo Consiglio dei ministri e che contengono alcune misure molto importanti che il Parlamento potrà, se vorrà e lo riterrà opportuno, implementare e migliorare. Tra le norme adottate in merito ricordo la norma sui trasferimenti statistici di energia rinnovabile dall'Italia ad altri Paesi, che ricomprende gli accordi intergovernativi in cui l'Italia è parte attiva del trasferimento statistico, e che rende applicabile la disciplina già prevista in proposito anche agli accordi di trasferimenti statistici che si dovessero rendere necessari in vista degli obiettivi di produzione da FER al 2030; la norma che reca misure di semplificazione dei procedimenti autorizzativi delle infrastrutture delle reti energetiche nazionali; la norma che reca la semplificazione dei procedimenti autorizzativi delle infrastrutture della rete di distribuzione elettrica che, peraltro, al fine di evitare una normativa disomogenea nell'intero territorio nazionale, disciplinante il rilascio delle autorizzazioni, prevede l'adozione di linee guida nazionali, a cui le regioni sono tenute ad adeguarsi, e la misura di semplificazione dei procedimenti per l'adeguamento di centrali di produzione di energia, quindi, una procedura VIA semplificata per l'implementazione, penso al repowering, ad esempio, di tutto il parco eolico, molto importante.
PRESIDENTE. Concluda.
STEFANO PATUANELLI, Ministro dello Sviluppo economico. Sarà avviato presto il confronto con le regioni e le altre amministrazioni coinvolte per l'individuazione delle aree idonee all'installazione degli impianti. Ultimo elemento, il Ministero sta lavorando per concludere al più presto il DM “FER 2”, il quale è stato aggiornato con le disposizioni legislative intervenute in materia di biogas e biomasse, al momento oggetto di confronto con i Ministeri dell'Ambiente e delle Politiche agricole chiamati ad esprimere il proprio concerto. Ritengo che sia necessario accelerare sui processi di produzione di energia da fonti rinnovabili, così come gli interventi di efficientamento energetico del nostro parco immobiliare sono altro elemento fondamentale di una politica verde che questo Governo ha a cuore.
PRESIDENTE. La deputata Muroni ha facoltà di replicare.
ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Ministro, per queste preziose informazioni. A contorno di quanto lei dice, voglio dare un po' di considerazioni: è stato calcolato che sarebbero 67 gli anni per attuare il Piano nazionale energia e clima, se noi dovessimo continuare a procedere con questo tasso di autorizzazioni; cioè, se noi dovessimo continuare a rispettare la mole di autorizzazioni attuali, ci metteremmo 67 anni per attuare il Piano nazionale energia e clima, e sappiamo che è un tempo che non abbiamo.
Le faccio un esempio nello specifico: in questo momento un qualsiasi campo eolico impiega fino a cinque anni per avere tutte le autorizzazioni, vuol dire che il rotore che si è individuato per quell'impianto è già una tecnologia vecchia. Il FER 2, l'ha citato giustamente lei, riguarda le rinnovabili più innovative, quelle ad alto impatto tecnologico - qui c'è anche il Ministro dell'Università, è un tema fondamentale di formazione e di sviluppo dei nostri giovani -, però nel frattempo noi ci dibattiamo con i mille progetti che vengono bloccati anche per, come dire, una diffidenza diffusa sui territori su cui il Governo si deve interrogare; c'è una accettabilità sociale di questi impianti di cui noi ci dobbiamo far carico. Però, la semplificazione non può essere anche, come dire, uno stop alla discussione e al coinvolgimento delle popolazioni.
Sa, in questi giorni, sui giornali, si parla tantissimo di eolico offshore, nei giorni scorsi invece si è parlato di solare termodinamico, delle tecnologie italiane che trovano patria all'estero, ma che non riescono ad essere realizzate nel nostro Paese. Al di là di quello che si può pensare dei singoli progetti, io credo che sia incredibile che il nostro Paese non riesca a realizzare questo tipo di impianti qui da noi e invece riesca a realizzarli all'estero.
In particolare, il solare termodinamico ha visto addirittura lo scioglimento dell'associazione di categoria che rappresentava le aziende coinvolte: si parla di 300 milioni di investimento che sono stati portati via, sono sfumati senza aver realizzato un singolo progetto; una perdita di competitività e anche di credibilità del sistema che fa male all'economia italiana e fa male, soprattutto, all'ambiente e a quegli obiettivi a difesa del clima che tutti noi dobbiamo raggiungere e su cui questo Governo è nato. Io personalmente ho dato la fiducia a questo Governo perché mi è stato detto che avremmo realizzato il Green New Deal.
Quindi, Ministro, le chiedo di procedere su questa strada in maniera rapida, rapidissima, di togliere questo freno a mano perché noi abbiamo tantissimi obiettivi da raggiungere, che tengano insieme la sostenibilità sociale, l'uscita dalla crisi e finalmente una politica matura per la lotta al mutamento climatico (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
La seduta è stata sospesa alle 16:00.