Camera dei Deputati - 3-01379 - Interrogazione su chiarimenti in ordine alla non immediata predisposizione di un piano per affrontare l'epidemia da COVID-19 in relazione alla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020, nonché in ordine alla spedizione nel successivo mese di febbraio, pur in presenza della predetta dichiarazione, di un cospicuo carico di materiale sanitario alla Cina. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01379 - Interrogazione a risposta orale presentata il 25 marzo 2020.

– Al Ministro della salute . – Per sapere – premesso che:

il 31 gennaio 2020 il Governo italiano, facendo seguito alla dichiarazione di emergenza internazionale di sanità pubblica emessa dall'Organizzazione mondiale della sanità a causa dell'epidemia di Coronavirus sviluppatasi in Cina, ha dichiarato «lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili» per sei mesi, con provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio 2020;

in piena emergenza sanitaria da COVID–19, nella tarda serata di venerdì 14 febbraio 2020, così come si apprende da diversi comunicati, è partito dalla base di pronto intervento Unhrd delle Nazioni Unite di Brindisi un volo per Pechino, organizzato dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per contribuire ad affrontare l'emergenza sanitaria in Cina nelle aree più colpite dal Coronavirus COVID-19;

il Ministero ha precisato che si trattava di «16 tonnellate di materiale medico-sanitario di protezione personale (mascherine, tute e occhiali protettivi, guanti e termometri) messo a disposizione dall'ambasciata cinese in Italia e 2 tonnellate di materiale sanitario (mascherine protettive specialistiche per operatori sanitari, tute di protezione per operatori sanitari, mascherine protettive) finanziato direttamente dalla cooperazione italiana»;

tale spedizione verso la Cina, in un momento in cui sarebbe stato più opportuno trattenere simili materiali in Italia, è stata denunciata anche da diversi ospedali italiani, tra i quali l'azienda sanitaria regionale del Lazio e gli ospedali di Bari e Palermo, ma anche da forze dell'ordine e farmacisti, che hanno dovuto affrontare la difficoltà di reperire proprio le tipologie di materiali spediti in Cina;

in Italia, infatti, i dispositivi di protezione individuale hanno cominciato a scarseggiare da subito e la loro mancanza costituisce anche oggi una grossa difficoltà nell'affrontare la diffusione del virus COVID-19 –:

per quali motivi il Governo, considerata la dichiarazione dello stato di emergenza, non si sia attivato di conseguenza, predisponendo immediatamente un piano per affrontare l'epidemia e, in particolare, reperendo dispositivi di protezione individuale come le mascherine, respiratori e potenziando il sistema sanitario nazionale, nonché come sia stato possibile che, nonostante la consapevolezza dell'emergenza in corso, in data 15 febbraio 2020 sia stato spedito il cargo con diciotto tonnellate di materiale sanitario in Cina.
(3-01379)
(Presentata il 23 marzo 2020)

Camera dei Deputati

Mercoledì 25 marzo 2020

La seduta è cominciata alle 15:00.

Chiarimenti in ordine alla non immediata predisposizione di un piano per affrontare l'epidemia da COVID-19 in relazione alla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio 2020, nonché in ordine alla spedizione nel successivo mese di febbraio, pur in presenza della predetta dichiarazione, di un cospicuo carico di materiale sanitario alla Cina

PRESIDENTE. La deputa Maria Teresa Baldini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01379 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Presidente, il 31 gennaio il Governo italiano ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per Coronavirus. Il 14 febbraio il Governo ha inviato 16 tonnellate di presidi per protezione - tipo guanti, mascherine e termometri - in Cina. Si può condividere l'aiuto altruistico di aver aiutato una nazione in difficoltà - per me è un atto meritorio - ma per quali motivi il Governo non si è attivato subito per reperire e per garantire presidi tipo mascherine, guanti, CPAP, ventilatori in una situazione così difficile? C'è stata una mancanza di consapevolezza oppure non si è data importanza a questi presidi? Oppure un'incapacità, un'impossibilità nel recuperare proprio gli stessi? Pensare di far lavorare tante persone, come sanitari, medici, infermieri e Forze dell'ordine, senza questi presidi fondamentali, che sono fondamentali per il contenimento di questo virus, credo che sia una cosa veramente inaccettabile. Ma penso anche ai comuni cittadini che per reperire delle mascherine si trovano a doverle pagare a prezzi inaccettabili o addirittura a non trovarle.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, D'Incà, ha facoltà di rispondere.

FEDERICO D'INCA', Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro della Salute, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna.

Nell'ambito delle iniziative di solidarietà alla popolazione cinese promosse dalla comunità internazionale a seguito del diffondersi dell'epidemia da COVID-19, a fine gennaio 2020 le autorità cinesi hanno presentato alle autorità italiane una richiesta di dispositivi di protezione. Il 6 febbraio 2020 la Commissione europea ha attivato il meccanismo unionale di protezione civile. Il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha risposto al meccanismo europeo di protezione civile organizzando un volo umanitario per la Cina per il trasporto di dispositivi medico-sanitari, raccolti per la maggior parte dalla comunità cinese in Italia, e materiali donati dalla cooperazione italiana. Il volo umanitario è atterrato il 16 febbraio all'aeroporto internazionale di Pechino. La donazione è stata presa in carico dalla Croce Rossa cinese per l'impiego ai fini del contenimento dell'epidemia, contribuendo così a mettere sotto controllo il primo focolaio planetario. Il sentimento di solidarietà che l'Italia ha mostrato nei confronti della Cina nel momento di massimo bisogno è stato, come è noto, di recente ricambiato allorché il COVID-19 ha iniziato a diffondersi nel nostro Paese. La Cina ha, infatti, effettuato ingenti donazioni di presidi di protezione personale ed ha inviato un'équipe di medici, infermieri ed esperti in Italia per supportare le aree maggiormente colpite e bisognose di assistenza. La Cina è anche uno degli Stati che non ha inteso bloccare le esportazioni verso il nostro Paese, rendendo possibili approvvigionamenti strategici per l'Italia nel momento di massimo impegno nel fronteggiare l'emergenza.

Lo spirito di solidarietà con cui il nostro Paese ha sempre mostrato vicinanza alle popolazioni colpite da calamità è riconosciuto in tutto il mondo e anche in questi giorni riceviamo attestati di conferma dai numerosi Paesi che si stanno adoperando con analogo spirito, inviando squadre di operatori sanitari, strutture logistiche di supporto e dispositivi medici. Penso ai medici cubani e russi, all'ospedale da campo di Cremona, donato da una ONLUS statunitense, e al supporto logistico fornito in questi giorni dalla Germania. L'Italia non è sola, ma è circondata da quella solidarietà e dall'amicizia che per prima ha inteso assicurare con generosità ai Paesi messi a dura prova dall'epidemia.

Da ultimo, quanto ai dispositivi di protezione individuale e ai dispositivi medicali, come è noto la produzione dei medesimi è dislocata prevalentemente al di fuori del territorio nazionale e la diffusione dell'epidemia e il blocco delle esportazioni disposto da numerosi Paesi hanno reso ancora più complesso l'approvvigionamento. Tuttavia, il Dipartimento della protezione civile e più di recente il commissario straordinario nominato per il contrasto dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno immediatamente assunto le iniziative necessarie per incrementare i volumi di acquisto, velocizzare e centralizzare i procedimenti di approvvigionamento dei dispositivi di ventilazione e, in generale, dei dispositivi di protezione individuale, successivamente distribuiti in sede locale sulla base delle esigenze rappresentate dai territori, assumendo, nel contempo, iniziative di riconversione di realtà produttive al fine di potenziare la produzione nazionale di dispositivi di protezione individuale e di ventilatori.

PRESIDENTE. Il deputato Donzelli ha facoltà di replicare.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Non sono soddisfatto perché non si è risposto alla domanda; non si è risposto alla domanda che chiedeva banalmente perché prima di aiutare le altre nazioni non avete messo in sicurezza l'Italia, perché questa era la domanda. Noi anche con questa risposta di oggi siamo qui nuovamente a dirvi che siamo pronti a darvi una mano, la mano ve la vogliamo dare qui in Parlamento, è evidente che da soli non ce la state facendo; è evidente perché, se il 31 gennaio avete decretato lo stato di emergenza e poi avete, dopo aver decretato voi lo stato emergenza, messo sugli aerei il materiale sanitario che serviva all'Italia per aiutare gli altri, è evidente che avete bisogno di una mano.

E noi ve la vogliamo dare non per simpatia, non per stima nei confronti vostri che siete al Governo, ma per amore verso gli italiani. C'è bisogno che tutti insieme, qui, in quest'Aula, in Parlamento, si lavori, perché voi che avete fatto in quelle settimane, dopo avere decretato lo stato d'emergenza? Sì, avete fatto gli aperitivi, avete invitato ad abbracciare i cinesi, avete dato del razzista, del populista e del fascista a chiunque faceva proposte di buonsenso. Ricordo che erano razzisti i governatori del Nord che chiudevano le scuole; addirittura, abbiamo visto dare del fascio-leghista al virologo Burioni, abbiamo visto dare dei razzisti a tutti quelli che chiedevano la quarantena a chi arrivava dalla Cina.

E nel frattempo? Nel frattempo si inviava il materiale sanitario che serviva all'Italia in Cina, e oggi diciamo “lo facciamo perché siamo solidali”. Non è questione di solidarietà o di essere solidali: è questione di buon senso, di governare, amando il proprio popolo. Allora, noi siamo qui ancora una volta oggi per dirvi che, se volete, noi siamo pronti a darvi una mano nel rispetto dei ruoli, voi siete maggioranza e noi opposizione, ma c'è bisogno che questa emergenza si affronti tutti insieme. Voi da soli non siete capaci, lo avete dimostrato anche inviando il materiale che serviva all'Italia all'estero quando l'Italia doveva affrontare l'emergenza che voi stessi sapevate e avevate decretato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La seduta è terminata alle 16:55.

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