RITIRATA -Camera dei deputati - 2-00740 – Interpellanza sulle conseguenze dell’epidemia Covid-19 sul settore dell’urbanistica ed edilizia.

Camera dei deputati - 2-00740 – Interpellanza presentata il 15 aprile 2020

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

tra i settori economico-produttivi che ancora oggi risentono della grave crisi iniziata nel 2007-2008, si trova il settore dell'edilizia, ancora alle prese con una situazione di grande difficoltà;

l'edilizia in Italia continua a soffrire, con inevitabili ricadute negative su tutto il sistema Paese, considerando che essa è uno dei comparti trainanti. Nel 2017, il comparto dell'edilizia ha prodotto il 4,5 per cento del valore aggiunto italiano e ha rappresentato il 6,1 per cento dell'occupazione;

la difficoltà a superare la crisi di questi anni riguarda anche il già costruito, ossia lo stesso mercato immobiliare che è sostanzialmente fermo da troppi anni. Sono diminuite le compravendite, così come l'invenduto, e i prezzi di mercato degli immobili, sostanzialmente fermi in tutti questi anni, stanno lì a dimostrare come anche questo comparto viva una profonda difficoltà;

a tutto questo, si aggiungono ora le conseguenze della pandemia in atto nel nostro Paese, conseguenze sanitarie drammatiche che avranno effetti pesantissimi sull'economia mondiale e del nostro Paese;

un recente lavoro dell'Osservatorio Immobiliare di Nomisma ha prospettato un probabile calo delle compravendite residenziali tra le 40 mila e le 110 mila unità rispetto alle 603 mila vendite del 2019, che in termini di fatturato significano da 9 a 20 miliardi di euro in meno di volumi nel 2020;

nel triennio che ci aspetta, riguardo al settore residenziale, Nomisma prevede una perdita tra 54,5 e 113 miliardi di euro di fatturato, a seconda dello scenario che si concretizzerà. Quasi certamente l'Italia andrà in deflazione: una doccia fredda, dunque, quando il mercato sembrava aver ormai imboccato la via della ripresa con un fatturato stimabile in 98,3 miliardi di euro nel 2019;

la casa comincia a pagare il conto dell'emergenza coronavirus. La serrata imposta dall'epidemia si fa sentire su un settore da cui dipendono un quinto del prodotto interno lordo e mezzo milione di addetti;

la stessa situazione critica riguarda il settore dell'edilizia e delle costruzioni. Molte imprese di costruzioni, già in difficoltà, sono ora sempre più a rischio di fallimento. Si parla di un settore quale quello delle costruzioni, che con tutta la filiera (dai produttori dei materiali all'immobiliare), rappresenta ben il 22 per cento del prodotto interno lordo italiano;

è indispensabile quindi che vengano messe in atto tutte quelle misure di semplificazione e di sostegno fiscale, che consentano di sostenere sia il settore immobiliare che quello dell'edilizia. Tra le numerose suddette misure di sostegno, si evidenzia in particolare la necessità:

a) di mettere a regime ed estendere ai proprietari di qualunque immobile, a prescindere dalla sua destinazione d'uso, i benefici fiscali conseguenti a interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus);

b) di mettere a regime la detrazione «potenziata» per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di adeguamento antisismico;

c) di prevedere in forma stabile la possibilità di usufruire della cedolare secca del 10 per cento per qualunque tipo di immobile in locazione, a prescindere dalla sua destinazione d'uso;

d) di prevedere l'esenzione da Imu e Tasi per le unità immobiliari di categoria catastale C1 (negozi e botteghe) e quelle strumentali utilizzate nell'esercizio dell'attività imprenditoriale, per le quali non risultino essere stati registrati contratti di locazione da almeno due anni, prevedendo forme di compensazione per gli enti locali in virtù del conseguente minor gettito;

e) di mettere a regime dei benefici fiscali legati al «sismabonus»;

f) di favorire gli interventi di riqualificazione e di rigenerazione urbana nelle aree già totalmente edificate, consentendo l'applicazione dei limiti di distanza tra i fabbricati previsti dal decreto ministeriale 1444/1968 solo alle zone C (nuova edificazione), escludendo le zone A e B (centri storici e altre zone);

g) di disporre quantomeno una proroga del bonus facciate fino al 2021: il blocco delle assemblee condominiali, reso necessario dall'emergenza coronavirus, sta infatti rallentando l’iter della detrazione fiscale, che consente di effettuare lavori importanti in molti immobili degradati;

h) di prevedere tempi più brevi e il silenzio/assenso relativamente all'autorizzazione del soprintendente riguardo all'esecuzione di lavori su beni culturali;

i) di prevedere, in generale, un processo significativo di semplificazione delle norme edilizie e urbanistiche, anche attraverso la formazione di un unico «codice urbano nazionale» –:

quali efficaci e mirate iniziative si intendano adottare per sostenere e rilanciare il mercato immobiliare e il settore delle costruzioni, anche prevedendo le misure di semplificazione e di sostegno fiscale indicate in premessa;

se non si ritenga necessario adottare iniziative normative per una revisione della disciplina urbanistica ed edilizia, al fine di una sua maggiore semplificazione, e per accelerare la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente.
(2-00740)

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