Camera dei deputati - 2-00690 - Interpellanza sull’allarme lanciato da Confetra, Associazione di categoria delle società del settore trasporti e logistica, per i rallentamenti nei controlli sanitari dell’import.

Camera dei deputati - 2-00690 - Interpellanza presentata il 30 marzo 2020

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

Confetra, l'associazione di categoria delle società del settore trasporti e logistica, ha lanciato un allarme per la situazione drammatica generata dall'emergenza sanitaria da coronavirus e dalle relative misure di contenimento adottate dal Governo che rischia di peggiorare giorno dopo giorno; le imprese del settore sono «vicine al collasso», con la merce che, nel solo porto di Genova, perde 100 mila euro al giorno per i rallentamenti nei controlli sanitari dell’import, che bloccano i container in banchina;

la situazione drammatica non riguarda solo terminal portuali, ma anche magazzini, centri di distribuzione, autotrasportatori, spedizionieri, operatori del cargo ferroviario e del cargo aereo, con le aziende che stanno fronteggiando blocchi operativi e ostacoli amministrativi enormi;

è la drammatica fotografia di una filiera, quella della logistica e dei trasporti, abbandonata a se stessa e a un passo dal crollo tecnico e le difficoltà, secondo alcuni esperti, potrebbero aggravarsi nei prossimi mesi con un effetto domino che rischia di provocare seri danni all'economia;

ogni anello della catena, denunciano le associazioni di categoria, si muove in autonomia di fronte alle incertezze generate dall'epidemia e dalla psicosi: mancano un coordinamento centrale da parte del Governo e indicazioni omogenee per le strutture periferiche e concessionarie;

come se non bastasse, molte aziende sono chiuse e non potranno ricevere le merci ordinate e partite dalla Cina o dal Sud America mesi fa: navi cariche di merci, prodotti, materie prime, destinate a imprese italiane, anche a quel 60 per cento di aziende la cui produzione industriale improvvisamente e momentaneamente è stata sospesa a seguito del decreto del Presidente del Consiglio del 22 marzo 2020;

l'Italia movimenta 11 milioni di contenitori l'anno, 800 mila al mese, 200 mila a settimana e di questi, il 60 per cento rischia di non poter giungere a destinazione;

tale situazione sta creando un enorme problema per i porti, che si ritrovano a dover gestire un'importante quantità di merce in stoccaggio fino a che non saranno riaperte le filiere industriali definite «non essenziali», anche al fine di evitare onerosi costi di stoccaggio in porto per le imprese riceventi e rischi di congestione nelle attività terminalistiche e di trasporto;

il timore degli operatori, se non sarà trovata una soluzione immediata, è quello di non avere più spazi in porto e di paralizzare l'intera attività dello scalo –:

se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per consentire l'apertura dei magazzini logistici delle imprese, sbloccando le merci in giacenza nei porti;

se non si intenda istituire una regia centralizzata, un punto di raccordo nazionale, per ricondurre a omogeneità e coordinamento i tanti attori istituzionali che operano lungo la filiera del trasporto delle merci, così da avere disposizioni e comportamenti coerenti su tutta la rete, stradale e ferroviaria, e tutti i nodi, portuali e aeroportuali, nazionali.
(2-00690)

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