Camera dei deputati - 1-00416 – Mozione sulla destinazione delle risorse del programma Next Generation EU.

Camera dei deputati - 1-00416 – Mozione presentata il 13 gennaio 2021.

La Camera,

premesso che:

in risposta alla crisi generata dalla pandemia da Covid-19, il Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ha concordato di aggiungere, alle risorse del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027, un ulteriore ingente quantitativo di risorse con il programma Next Generation EU, il nuovo strumento dell'Unione europea che raccoglierà fondi sui mercati e li canalizzerà verso i programmi destinati a favorire la ripresa economica e sociale;

con riferimento a Next Generation EU, il Governo indica in circa 208 miliardi di euro (il 28 per cento del totale delle risorse messe a disposizione dall'Unione) l'ammontare delle risorse che confluirebbero verso il nostro Paese a vario titolo. In particolare, i prestiti ammonterebbero a circa 127 miliardi di euro a fronte di sovvenzioni a fondo perduto per circa 81 miliardi di euro;

l'entità dei finanziamenti stanziati a beneficio del nostro Paese si presenta assai significativa, anche tenendo conto, comparativamente, delle risorse accordate agli altri principali Stati membri;

la quantificazione in parola, come noto, è stata operata sulla base di una serie di fattori ed elementi, in parte legati agli effetti negativi determinati direttamente dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica; in parte parametrati, invece, sulla fragilità del tessuto socio-economico dei singoli territori;

l'impiego congiunto di questa doppia tipologia di criteri è funzionale a realizzare due fondamentali obiettivi del dispositivo predisposto: non solo venire in soccorso dei Paesi colpiti dal Covid-19, ristorando i gravi danni patiti, ma anche dare nuovo slancio al percorso d'integrazione europea, riprendendo il cammino interrotto dopo la crisi del 2008 e indirizzandolo verso la costruzione di un'Unione più coesa, solidale, giusta;

l'obiettivo di assicurare la «coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri», sancito dall'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea, è declinato con particolare attenzione sia negli atti con i quali Next Generation EU è stato approvato, sia nelle linee guida predisposte dalla Commissione europea in vista della predisposizione del Recovery Plan, da parte di ciascun Paese;

nelle linee guida citate, peraltro, la destinazione delle risorse e la funzionalizzazione dei progetti alle politiche di coesione economica, sociale e territoriale è richiamata al primo posto, ed è corredata dall'obbligo, per lo Stato richiedente, di illustrare i risvolti positivi, sotto tali profili, che i progetti candidati al finanziamento sono suscettibili di produrre;

in conformità al quadro politico e giuridico nitidamente delineato in sede europea, s'impone la ineludibile necessità, a livello nazionale, di adottare criteri di riparto, nel rispetto degli asset predefiniti che tengano conto, oltre che del dato demografico – necessario, ma da solo certo non sufficiente –, anche di ulteriori indicatori, quali il reddito e la spesa pro-capite, il tasso di disoccupazione, il livello di scolarizzazione, la disponibilità di infrastrutture e servizi delle aree destinatarie degli interventi, la presenza impattante di siti industriali. Ciò, del resto, in coerenza con i parametri definiti in sede europea non solo per il piano Next Generation EU, ma anche per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, i quali, nell'ottica di garantire una reale perequazione della spesa, valorizzano non solo parametri quantitativi, ma anche fattori qualitativi strettamente legati agli obiettivi della coesione economico-sociale;

l'ancoraggio al mero criterio demografico, all'evidenza, finirebbe per discriminare in modo irragionevole e arbitrario soprattutto le aree del Meridione: ove, infatti, si adottasse in via prevalente questo parametro, al Sud sarebbero allocate circa il 34 per cento delle risorse; percentuale, questa, sproporzionatamente esigua, se commisurata alle reali esigenze che il dispositivo europeo è volto a soddisfare, alla assoluta centralità delle istanze di coesione, solidarietà e giustizia, alle valutazioni che, a monte, hanno condotto le stesse istituzioni dell'Unione a stanziare risorse così cospicue a beneficio dell'Italia;

il principio che, in coerenza con gli obiettivi dell'Unione europea e ancor prima con la nostra Costituzione, deve presiedere al riparto delle risorse, deve essere quello di assicurare alle aree più svantaggiate del Paese ciò che è necessario per garantire in maniera effettiva ai cittadini la tutela dei propri diritti fondamentali e delle prestazioni che ad essi accedono, in condizioni di uguaglianza sostanziale e parità di chances: dalla sanità all'istruzione, dai trasporti al lavoro, dall'inclusione dei soggetti vulnerabili alla parità di genere, dalla legalità alla dignità;

entro la cornice appena richiamata, si pone innanzitutto la necessità di definire adeguate linee d'intervento per garantire alle regioni del Mezzogiorno un proprio efficiente tessuto infrastrutturale, così da invertire la tendenza al declino della relativa spesa in queste aree, che nel periodo 1970-2019 è stata pari a 1,9 per cento a livello nazionale, ma con un calo del -4,5 per cento nel Mezzogiorno, a fronte di appena il -0,8 per cento nel Centro-Nord;

con particolare riguardo alle infrastrutture ferroviarie, è prioritario implementare un significativo potenziamento della rete ferroviaria, investendo altresì sul miglioramento del trasporto pubblico locale e sul sostegno alle filiere logistiche territoriali, specie rispetto all'intermodalità delle merci in uscita e in entrata dai porti e alle infrastrutture di «ultimo miglio». L'alta velocità e l'alta capacità ferroviaria sono necessarie per la competitività e lo sviluppo delle regioni meridionali, oltre a contribuire alla riduzione del divario in termini di infrastrutture e servizi tra il nord e il sud del Paese e a completare il corridoio europeo fino a Palermo e Siracusa;

in linea con l'indicazione europea di privilegiare il finanziamento dei progetti già cantierabili o comunque definiti, occorre realizzare il collegamento fra la Sicilia e il continente, mediante la realizzazione del Ponte sullo Stretto; la realtà è che il Ponte sullo Stretto può rappresentare una grandissima occasione di sviluppo per l'Italia e non solo per la Calabria e la Sicilia, permettendo tra l'altro di intercettare il traffico merci che, dal canale di Suez, oggi si dirige verso Gibilterra per puntare sui porti del Nord Europa, quando invece la Sicilia con il porto «core» di Augusta, collegato all'Alta velocità, potrebbe rappresentare un hub strategico nel Mediterraneo e quindi per uno sviluppo di quei territori, del Mezzogiorno e per il Paese;

è necessario rafforzare la rete di porti e interporti, anche con riferimento alla logistica retroportuale, così da valorizzare e realizzare la naturale vocazione del Sud a configurarsi quale hub di riferimento nel Mediterraneo;

occorre poi programmare, come previsto dagli obiettivi delle politiche di coesione europee, interventi sulle infrastrutture e i servizi sanitari, volti a incrementare le performance relative ai Livelli essenziali di assistenza e la disponibilità dei posti letto, a partire dalle regioni meridionali, che registrano attualmente i livelli più bassi anche in ragione del sistematico taglio della spesa pubblica degli ultimi anni e delle misure imposte dai piani di rientro;

centrale è, poi, l'esigenza di realizzare una rete di infrastrutture e servizi per l'infanzia, anche al fine di assicurare la conciliazione fra vita e lavoro per le donne, colmando così il divario apertosi nel tempo fra Nord e Sud: i posti autorizzati per asili nido ed altri servizi rispetto alla popolazione di riferimento sono il 13,5 per cento nel Mezzogiorno ed il 32 per cento nel resto del Paese. La spesa pro capite dei comuni per i servizi socio-educativi per bambini da 0 a 2 anni è pari a 1468 euro nelle regioni del Centro, a 1255 euro nel Nord-Est per poi crollare ad appena 277 euro nel Sud. Per quanto riguarda le scuole dell'infanzia e primarie, nel Centro-Nord, nell'anno scolastico 2017-18, è stato garantito il tempo pieno al 46 per cento dei bambini, con valori che raggiungono il 50,6 per cento in Piemonte e Lombardia; nel Mezzogiorno in media solo al 16 per cento, in Sicilia la percentuale scende ad appena il 7 per cento;

occorre garantire misure di potenziamento dell'offerta formativa, tese, da un lato, a ridurre l'elevato tasso di dispersione scolastica e, dall'altro lato, a compensare il deficit di competenze, specie nei settori scientifici, tecnologici e matematici, degli studenti e della forza lavoro del Meridione; a tal fine, dovrebbe essere assicurata nel Sud la creazione di poli d'eccellenza della ricerca scientifica applicata, sul modello dell'agenzia tedesca Fraunhofer, che fungano da volano per lo sviluppo del territorio;

è necessario rafforzare la competitività delle imprese agroalimentari nel Mezzogiorno, che rappresentano un fattore di eccellenza assoluta, favorendone l'apertura all'internazionalizzazione, anche attraverso l'integrazione in filiere, il rafforzamento dimensionale e della struttura organizzativa, l'accesso alla tecnologia per l'ammodernamento delle tecniche impiegate ai processi produttivi, i tempi di trasporto e l'intermodalità delle merci;

è indispensabile investire nella manutenzione e nell'efficientamento delle reti idriche, in ragione della immediata connessione fra queste, le esigenze di sostenibilità ambientale delle attività umane e produttive, la tutela del bene scarso dell'acqua; tali interventi si presentano con caratteri d'indifferibilità e urgenza al Sud, dove le perdite nella rete si aggirano intorno al 45 per cento, a fronte del 26 per cento rilevato al Nord; in particolare, gli interventi sull'Acquedotto pugliese, il più grande acquedotto d'Europa, rivestirebbero carattere sistemico per l'intera economia nazionale; particolare attenzione deve poi essere dedicata ai sistemi di micro-invasi, di importanza strategica per l'agricoltura;

si devono apprestare interventi significativi con riguardo all'economia circolare e al ciclo dei rifiuti, considerando che il 37 per cento delle risorse di Next Generation EU sarà destinato ad obiettivi coerenti con il Green New Deal; fra tali interventi, quelli più urgenti per il Mezzogiorno sono la gestione dei rifiuti e la riconversione ambientale delle produzioni industriali a maggiore impatto, chiudendo il ciclo dei rifiuti da un punto di vista impiantistico, sviluppando le potenzialità del biotech, l'efficienza energetica e l'innovazione nella filiera agroalimentare, riqualificando i siti industriali dismessi e assicurando la decarbonizzazione delle aree;

occorre sviluppare, anche alla luce delle osservazioni formulate nel rapporto Svimez 2020, il progetto del quadrilatero Zes Napoli-Bari-Brindisi/Taranto-Gioia Tauro, da estendersi alla Sicilia, così da creare, con modalità di gestione integrata, un ambiente economico e amministrativo favorevole all'insediamento e allo sviluppo di attività produttive e servizi, e tanto nel traffico di deep sea (contenitori) quanto in quello in cui il Meridione potrebbe essere più attrattivo di short sea (ro/pax, ro/ro, combo ro/ro);

è necessario realizzare la «transizione digitale» nelle aree del Sud, per un verso, potenziando le infrastrutture e i servizi digitali e la connettività, per altro verso, assicurando l'acquisizione delle competenze per riuscire a fruirne;

tutte le iniziative sopra richiamate si impongono a maggior ragione, se si considera che l'epocale diffusione dello smart-working innescata dal Covid sta già determinando fenomeni di ricollocazione territoriale delle persone che, non più costrette a risiedere in prossimità dei luoghi di lavoro, tendono ad affluire, o riaffluire, verso aree più salubri, con maggiori spazi, più vivibili anche dal punto di vista climatico; in questa prospettiva, occorre realizzare quello che è stato definito il «South working», cioè un Meridione attraente, competitivo e in grado di assicurare diritti e servizi a tutti coloro che vogliano risiedervi offrendo bellezze artistiche ed architettoniche di impareggiabile bellezza, dieta mediterranea che è stile di vita prima che profilo nutrizionale e salubrità ambientale,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per prevedere criteri di riparto e distribuzione territoriale delle risorse di cui in premessa ad ampio spettro, che, oltre al dato demografico, considerino con misura prevalente ulteriori indicatori, quali il reddito e la spesa pro-capite, il tasso di disoccupazione, il livello di scolarizzazione, la disponibilità di infrastrutture e servizi delle aree destinatarie degli interventi;

2) ad adottare iniziative per definire adeguate linee d'intervento per garantire alle regioni del Meridione un proprio efficiente tessuto infrastrutturale, volto ad assicurare mobilità, attraverso un piano di investimenti per il potenziamento e l'ammodernamento delle infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali, per avvicinare l'Appennino alle coste e alla Capitale, rilanciare i collegamenti tra il Mar Adriatico, il Mar Tirreno e il Mar Ionio e rafforzare le connessioni sulla dorsale appenninica, e assicurare continuità territoriale con le Isole, considerato che è necessario, altresì, prevedere un intervento organico di manutenzione stradale e infrastrutturale volto ad agevolare la sicurezza e la viabilità, utilizzando un bacino più ampio di risorse;

3) con particolare riguardo alle infrastrutture ferroviarie, ad adottare iniziative per implementare un significativo potenziamento della rete ferroviaria, investendo altresì sul miglioramento del trasporto pubblico locale e sul sostegno alle filiere logistiche territoriali, specie rispetto all'intermodalità delle merci in uscita e in entrata dai porti e alle infrastrutture di «ultimo miglio», in raccordo con il programma delle reti Trans European Network (TEN-T), prevedendo altresì il completamento dell'alta velocità sulla dorsale tirrenica, in modo che arrivi fino in Sicilia;

4) a procedere alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, che consentirebbe di estendere l'alta velocità ferroviaria anche in Sicilia, fino a Messina, Palermo e Siracusa;

5) a rafforzare le strutture di porti e interporti, prevedendo e favorendo lo sviluppo di infrastrutture fisiche (banchine, terminal, servizi di «bunkeraggio» con carburanti di transizione) e digitali (dematerializzazione di tutte le procedure amministrative e integrazione di reti, IOT e altro);

6) a programmare, come previsto dagli obiettivi delle politiche di coesione europee, interventi sulle infrastrutture e i servizi sanitari, adottando iniziative di competenza per la realizzazione di nuovi complessi ospedalieri nelle regioni del Mezzogiorno, nonché per l'ammodernamento delle strutture esistenti, incrementando altresì le performance relative ai Lea e la disponibilità dei posti letto, a partire dalle regioni meridionali;

7) ad investire su progetti e misure volte a favorire l'occupazione e l'imprenditorialità femminile, combinate a disposizioni volte a promuovere e garantire una migliore e più efficace conciliazione delle esigenze di vita professionale e vita privata, realizzando in particolare una rete di infrastrutture e promuovendo, per quanto di competenza, servizi per l'infanzia;

8) ad adottare iniziative per prevedere, attraverso specifiche interlocuzioni con l'Unione europea, misure di «fiscalità di vantaggio» nel Mezzogiorno, e quindi un irrobustimento delle misure di agevolative di decontribuzione in favore dei datori di lavoro già previste per alcune aree del territorio nazionale dall'articolo 27 del decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020, anche attraverso l'utilizzo delle risorse del meccanismo React-Eu, di cui 15,1 miliardi di euro saranno destinati all'Italia;

9) a promuovere e rafforzare il settore della ricerca scientifica, incrementando le risorse destinate alla ricerca biomedica e sanitaria, agli Irccs e agli istituti di ricerca pubblici e privati, anche attraverso la promozione dei fondi di equity, favorendo e facilitando il trasferimento tecnologico del Paese;

10) a garantire misure di potenziamento dell'offerta formativa, tese da un lato a ridurre l'elevato tasso di dispersione scolastica e dall'altro lato a compensare il deficit di competenze, specie nei settori scientifici, tecnologici e matematici, degli studenti e della forza lavoro del Meridione;

11) ad adottare iniziative per rafforzare la competitività delle imprese agroalimentari nel Mezzogiorno;

12) ad investire nella manutenzione e nell'efficientamento delle reti idriche;

13) a promuovere interventi significativi con riguardo all'economia circolare e al ciclo dei rifiuti, realizzando gli impianti per il trattamento, sviluppando le potenzialità del biotech, l'efficienza energetica e l'innovazione nella filiera agroalimentare, riqualificando i siti industriali dismessi e assicurando la decarbonizzazione delle aree;

14) a sviluppare il progetto del quadrilatero Zes Napoli-Bari-Brindisi/Taranto-Gioia Tauro, da estendersi alla Sicilia;

15) a realizzare la «transizione digitale» nelle aree del Sud;

16) ad individuare, attraverso analisi di impatto macroregionale, la potenziale incidenza delle misure da adottare e target definiti da raggiungere nel tempo datoci, al fine di misurare la spesa nella sua efficienza e nella capacità di ingenerare sviluppo e lavoro.

(1-00416)

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