Proposta di legge finalizzata a promuovere il recupero dei rifiuti in mare.
Proposta di legge finalizzata a promuovere il recupero dei rifiuti in mare
Il disegno di legge, cd. “salva-mare”, è stato proposto dal Ministro Costa con lo scopo di promuovere il recupero della plastica.
Il problema dei rifiuti, sia galleggianti sia arenati sulla spiaggia, rappresenta un problema globale per tutti i mari. Secondo una statistica, ogni anno vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastiche, di queste ben 8 milioni in rifiuti che finiscono nei mari di tutto il mondo, causando gravi danni all’ambiente e di conseguenza all’economia, pensiamo al turismo, ma soprattutto alla salute pubblica.
La Deputata Paola Deiana (M5S), laureata in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio, sarà la relatrice del disegno di legge e seguirà tutto l’iter legislativo.
L’On. Deiana, già nell’ottobre scorso, aveva presentato un’interrogazione al Ministro Costa, evidenziando il problema delle bottiglie, imballaggi, reti da pesca e sacchetti gettati nel mare. Questi tipi di rifiuti, frammentandosi, sono ingerite da organismi marini e rilasciano sostanze chimiche nel tempo.
L’articolo 1 afferma la ratio della legge:”contribuire al risanamento degli ecosistemi marini, alla prevenzione e riduzione dell’impatto di alcuni prodotti di plastica monouso anche sull’ambiente acquatico, alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti negli ecosistemi marini e alla corretta gestione degli stessi”.
È palese un richiamo all’utilizzo dell’economia circolare, affinché si riducano sempre di più i prodotti di plastica monouso e la gestione dei rifiuti della raccolta differenziata. Inoltre, sarà necessario utilizzare strumenti e materiali a ridotto impatto ambientale anche per la pesca e l’acquacoltura.
Per le definizioni di rifiuti e altri termini pertinenti con il disegno di legge, l’articolo 2 rinvia al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 182 e al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
L’articolo 3 vieta l’immissione sul mercato nazionale dei seguenti prodotti di plastica monouso:
- posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette)
- piatti
- cannucce, tranne quelle uso medico
- mescolatori per bevande
- aste da attaccare a sostegno dei palloncini, tranne i palloncini per uso industriale o altri usi e applicazioni professionali che non sono distribuiti ai consumatori, e relativi meccanismi.
L’efficacia del divieto avverrà dal 1 gennaio 2020, previa comunicazione alla Commissione Europea. La violazione del divieto comporterà una sanzione amministrativa pecuniaria da una somma di 1.000 Euro a 10.000 Euro, con aggravanti che comporteranno un aumento fino al quadruplo del massimo.
L’articolo 4 prevede un obbligo di raccolta anche per i rifiuti pescati accidentalmente; infatti, questi dovranno essere consegnati all’impianto portuale di raccolta ed è prevista una tariffa indiretta, a carico della fiscalità generale, per i costi di gestione dello smaltimento.
L’Autorità competente e gli Enti pubblici possono organizzare iniziative e campagne specifiche per la raccolta dei rifiuti, secondo le modalità previste dal decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero delle politiche agricole. Questo prevede l’articolo 5.
Adeguandosi alle direttive dell’Unione Europea, l’articolo 6 promuove il riciclaggio della plastica per perseguire i criteri e le modalità stabiliti per l’economia circolare.
L’articolo 7 prevede la campagna di sensibilizzazione per inculcare l’educazione e la cultura del rispetto del mare, di tutto l’ambiente, affinché si possano tutelare anche le generazioni future. Le campagne ad hoc non graveranno sulla finanza pubblica perché le amministrazioni coinvolte utilizzeranno risorse umane, strumentali e finanziarie previste a legislazione vigente. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il parere del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, con il Ministero delle infrastrutture e trasporti, con un decreto può disciplinare le procedure, le modalità e le condizioni delle predette campagne.
Infine, l’articolo 8 prevede il riconoscimento della certificazione ambientale che sarà rilasciata agli imprenditori ittici che rispetteranno l’ambiente marino e la sostenibilità dell’attività di pesca.
Con un decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, da emanare entro 6 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, si stabiliranno le procedure, le modalità e le condizioni per ottenere questa certificazione.
In Commissione VIII della Camera – Ambiente, territorio e lavori pubblici – nella seduta del 30 gennaio 2019, è stato affrontato l’argomento “raccolta dei rifiuti solidi dispersi in mare e per la tutela dell’ambiente marino”.
L’On. Rossella MURONI (LeU) ha espresso parere favorevole alla proposta di legge, ricordando l’enorme quantità di plastica che viene dispersa nell’ambiente marino.
È stata inserita nel Codice dell’ambiente la definizione di una nuova categoria di rifiuti urbani, i cd. «rifiuti solidi marini» (RSM). Tali rifiuti consistono in qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato e in seguito scartato, eliminato, abbandonato o disperso in ambiente marino e costiero. La differenza rispetto all'attuale definizione similare – recata alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 184 del codice – risiede dunque nell'esplicito riferimento all'ambiente marino nonché alla loro natura e provenienza. L'articolo 2, nell'esplicare la finalità della proposta, prevede che il Ministero dell'ambiente e le regioni possano stipulare apposite convenzioni con gli imprenditori ittici per la raccolta dei RSM durante il normale esercizio dell'attività di pesca. In questa fase si prevede il coinvolgimento delle associazioni di protezione ambientale riconosciute e delle associazioni di categoria.
L’On. Paola DEIANA (M5S), relatrice, apprezzando la sensibilità ambientale della proposta in esame, ritiene che debba essere integrata con alcuni elementi fondamentali. In primo luogo, all'articolo 2, laddove si coinvolgono le sole unità di pesca nell'attività di raccolta, giudica fondamentale che venga data la medesima possibilità di raccolta dei rifiuti anche alle unità da diporto, che molto spesso sono coinvolte nei danni provocati dai rifiuti marini che si intrappolano nelle eliche dei motori delle imbarcazioni. Quanto alle bonifiche dei fondali, cui fa riferimento l'articolo 5 della proposta di legge, spesso quelli che originariamente erano rifiuti, una volta depositati sul fondo marino, diventano habitat dell'ecosistema marino.
Inoltre giudica fondamentale che vengano implementate le iniziative di educazione ambientale, soprattutto in età scolare, e a tale ultimo proposito ricorda gli accordi assunti al riguardo tra il Ministro dell'ambiente e il Ministro dell'istruzione.
In conclusione, nella consapevolezza che qualunque provvedimento deve essere valutato nella sua applicazione, manifesta la propria apertura verso elementi di integrazione o di modifica del testo volti ad una sua migliore attuazione.
Il Sottosegretario Salvatore MICILLO nell'apprezzare lo spirito e i contenuti della proposta di legge, conferma l'impegno del Ministro dell'ambiente alla presentazione di un disegno di legge, il cosiddetto «salva mare», che va nella direzione tracciata dal provvedimento in esame, affrontando tematiche di forte interesse per il Ministro dell'ambiente e per il Governo in generale.
L’On. Chiara BRAGA (PD) manifesta l'interesse e la disponibilità del Partito democratico a lavorare sui contenuti della proposta di legge in esame. Si tratta di un tema su cui il Ministro dell'ambiente ha preso, di fronte alla Commissione, impegni stringenti e ritiene l'esame della proposta di legge una buona occasione per passare dai buoni propositi ai fatti concreti. Auspica che dal Governo venga un contributo importante che possa integrare i contenuti della proposta di legge in esame e invita pertanto ad una rapida presentazione del disegno di legge preannunciato dal sottosegretario.
L’On. Andrea ORLANDO (PD) associandosi alle considerazioni della collega Braga, sottolinea tuttavia un aspetto che ha a che fare con l'applicazione del provvedimento, ovvero la chiusura del ciclo dei rifiuti. Osserva, infatti, che pur andando la proposta di legge in una direzione del tutto auspicabile, prevede l'istituzione di isole ecologiche in aree già sottoposte situazioni di ricorrente emergenza per l'assenza di una chiusura del ciclo. A suo giudizio serve infatti una risposta politica generale ad un tema oggi oggetto solo di scambi di battute tra rappresentanti del Governo. Ritiene invece necessario capire quali siano gli orientamenti del Governo sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, se si intende ossia affidarla a termovalorizzatori ovvero ad impianti di trattamento, per inquadrare il dibattito sulla proposta di legge in modo coerente e corretto.
L’On. Manuela GAGLIARDI (FI), pur ritenendo gli obiettivi della proposta di legge meritevoli di sostegno, osserva che per gli operatori ittici viene delineata un'ulteriore attività senza che per essa vengano proposti incentivi né un sostegno. Poiché l'obiettivo primo della legge è la rimozione dei rifiuti dall'ambiente marino, giudica necessario che si tuteli in primo luogo chi è chiamato a svolgere questa attività. Dovendosi infatti conferire i rifiuti in un'isola ecologica, evidenzia la difficoltà del conferimento di tali rifiuti da parte degli operatori ittici qualora l'isola ecologica non fosse collocata in prossimità delle banchine di attracco nei porti.
L’On. Rossella MURONI (LeU) ad integrazione di quanto detto dalla collega Deiana, fa presente che attualmente i pescatori – ai quali è ovviamente vietato ributtarli in mare – devono pagare per lo smaltimento dei rifiuti trovati nelle proprie reti ed evidenzia pertanto che la possibilità di un conferimento gratuito rappresenta già un elemento positivo che cancella un'ingiustizia sociale. Pur avendo valutato in passato l'introduzione di incentivi per le associazioni della pesca, tale ipotesi è stata esclusa proprio da queste ultime al fine di non snaturare l'attività dei propri associati.
Quanto alla chiusura del ciclo dei rifiuti cui faceva riferimento il collega Orlando, concorda senz'altro sul fatto che la proposta di legge in esame rende attuale la soluzione di tale annosa questione, e considera l'avvio dell'esame della proposta di legge un primo necessario passo che il Paese deve fare per dotarsi finalmente di una normativa virtuosa sui rifiuti.
L’On. Umberto BURATTI (PD) fa presente che la sperimentazione avviata in Toscana ha dato notevoli frutti. Osserva che i pescatori attualmente si trovano nella situazione di dover scegliere se accogliere il rifiuto marino diventando produttori di rifiuti speciali, con le conseguenze economiche che questo comporta, ovvero ributtarlo nel mare. Fa presente che, nelle località in cui la costa è molto bassa, le mareggiate portano sulla spiaggia una quantità considerevole di rifiuti soprattutto di legno, che i comuni sono chiamati a smaltire. Al riguardo invita il Governo a fare una particolare attenzione a questo aspetto e auspica che si pervenga ad una semplificazione della normativa, al fine di permettere ai comuni costieri di smaltire le enormi quantità di rifiuti che vengono depositate sulle loro spiagge.
Il Sottosegretario Salvatore MICILLO fa presente che le associazioni dei pescatori, già ascoltate dal Governo, chiedono aiuti per lo smaltimento dei rifiuti, che, stante l'attuale normativa, può in alcune condizioni ricadere nella fattispecie del traffico illecito di rifiuti. Non concorda con la necessità di introdurre incentivi a favore degli operatori ittici per il conferimento dei rifiuti e ritiene che la pulizia del mare costituisca un importante risultato che va in primo luogo a beneficio dei pescatori.
A cura del Dr. Massimo Di Lorenzo