Diritto d'autore: gli Stati membri invitati a recepire pienamente le norme dell'UE.

Diritto d'autore: gli Stati membri invitati a recepire pienamente le norme dell'UE

19.05.2022 Commissione europea - La Commissione ha deciso oggi di inviare pareri motivati a Bulgaria, Cipro, Grecia, Irlanda, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia per la mancata notifica alla Commissione delle misure di recepimento di norme relative all'esercizio del diritto d'autore e dei diritti connessi applicabili a talune trasmissioni online (direttiva (UE) 2019/789).

Sempre oggi la Commissione ha inviato pareri motivati a Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Grecia, Francia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia per la mancata notifica alla Commissione delle misure di recepimento di norme relative al diritto d'autore e ai diritti connessi nel mercato unico digitale (direttiva (UE) 2019/790).

Queste 2 direttive mirano a modernizzare le norme sul diritto d'autore in modo che i consumatori e i creatori di contenuti possano trarre il massimo dal mondo digitale. Proteggono i titolari dei diritti di diversi settori, stimolando la creazione e la circolazione di più contenuti di alto valore. Garantiscono agli utenti una maggiore scelta di contenuti attraverso la riduzione dei costi di transazione e una più facile distribuzione di programmi radiofonici e televisivi in tutta l'UE

Gli Stati membri devono attuare queste norme senza ulteriori ritardi, in modo da permettere ai cittadini dell'UE, ai settori creativi, alla stampa, ai ricercatori, agli educatori e agli istituti di tutela del patrimonio culturale dell'UE, come pure ai fornitori di servizi in tutta l'UE, di cominciare a beneficiarne.

Il 23 luglio 2021 la Commissione ha avviato la procedura di infrazione inviando lettere di costituzione in mora agli Stati membri che non avevano comunicato il recepimento completo delle due direttive. Oggi la Commissione ha dato seguito a tale azione inviando pareri motivati agli Stati membri in questione.

La nuova direttiva sul diritto d'autore

Nel settembre 2016 la Commissione ha proposto un aggiornamento delle norme dell'UE sul diritto d'autore in linea con le nuove modalità di produzione, distribuzione e accesso ai contenuti creativi. Sono sempre più gli utenti di internet che accedono a contenuti musicali o audiovisivi online e ora i creatori traggono i loro proventi principalmente dalla fruizione digitale.

Le nuove norme riguardano i rapporti tra i titolari dei diritti d'autore e le piattaforme online e la remunerazione dei singoli artisti e creatori. Garantiscono una remunerazione più equa dei creatori e dei titolari dei diritti, degli editori di giornali e dei giornalisti, in particolare quando le loro opere sono utilizzate online. Si introduce in tal modo maggiore certezza del diritto e si creano maggiori opportunità di remunerazione nei rapporti con le piattaforme online, ristabilendo un maggior equilibrio contrattuale.

Le nuove norme prevedono anche nuove garanzie per proteggere appieno la libertà di espressione degli utenti online, consentendo loro di condividere legittimamente i propri contenuti. Infine le nuove norme creano ulteriori opportunità, in particolare stabilendo nuove eccezioni al diritto d'autore e meccanismi semplificati di concessione delle licenze per l'utilizzo, online e in un contesto transfrontaliero, del materiale protetto dal diritto d'autore per fini di istruzione, ricerca e conservazione del patrimonio culturale.

Il 26 aprile 2022 la Corte di giustizia dell'Unione europea ha pubblicato la sentenza nella causa C-401/19 relativa al ricorso presentato dalla Polonia per l'annullamento dell'articolo 17 della nuova direttiva sul diritto d'autore. La disposizione in questione ha introdotto nuove norme applicabili alle piattaforme di condivisione dei contenuti assicurando certezza giuridica agli utenti di internet e ai cittadini che caricano online contenuti protetti dal diritto d'autore. La sentenza ha confermato che l'articolo 17 rappresenta un equilibrio ragionevole e offre le necessarie garanzie che consentono di assicurare la libertà di espressione e nel contempo la protezione delle opere dei titolari dei diritti. La Corte ha confermato che gliStati membri devono attuare la disposizione nel diritto nazionale, nel rispetto dell'equilibrio tra diritti fondamentali.

La nuova direttiva sui programmi televisivi e radiofonici

Nel settembre 2016 la Commissione ha presentato anche una proposta volta ad aggiornare le norme dell'UE che facilitano l'acquisizione dei diritti (ossia l'ottenimento delle autorizzazioni dai titolari dei diritti) relativi alle trasmissioni online e alle ritrasmissioni di programmi radiotelevisivi, a vantaggio, in ultima analisi, dei consumatori europei.

La direttiva sui programmi televisivi e radiofonici, adottata nel 2019, permette agli organismi di diffusione radiotelevisiva di offrire più facilmente determinati programmi televisivi e radiofonici tra i propri servizi online disponibili al di là delle frontiere. Contiene inoltre norme che consentono agli operatori di servizi di ritrasmissione di ottenere più facilmente le licenze per i canali televisivi e radiofonici che intendono ritrasmettere, e ciò permette loro di raggiungere un pubblico più ampio nell'UE.

Prossime tappe

Gli Stati membri cui sono stati inviati oggi pareri motivati dispongono di due mesi per porre rimedio alla situazione e adottare misure nazionali di recepimento di entrambe le direttive. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire gli Stati membri in questione alla Corte di giustizia dell'Unione europea.

Contesto

La direttiva, entrata in vigore nel giugno 2019, avrebbe dovuto essere essere recepita dagli Stati membri entro il 7 giugno 2021.

A norma dell'articolo 260, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), se uno Stato membro non recepisce nel diritto nazionale una direttiva adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio entro il termine prescritto, la Commissione può chiedere alla Corte di giustizia dell'Unione europea di imporre sanzioni pecuniarie.

Per ulteriori informazioni

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