Senato della Repubblica - 4-03531 - Interrogazione sulle conseguenze derivanti dalla firma del memorandum "Via della Seta" tra Italia e Cina, in particolare per l'area portuale di Trieste. RISPOSTA
Senato della Repubblica - 4-03531 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 26 maggio 2020.
Ai Ministri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
il 23 marzo 2019 il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha accolto a villa Madama il Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping. Al termine dei colloqui si è svolta la cerimonia di firma degli accordi e delle intese tra i competenti Ministri italiani e cinesi e tra le imprese dei due Paesi;
tra gli accordi sottoscritti spicca il memorandum d'intesa sulla "nuova via della seta", iniziativa strategica commerciale della Repubblica popolare cinese per migliorare i suoi collegamenti con i Paesi dell'Asia e dell'Europa;
è forte il timore che dietro la nuova via della seta si celi una strategia di espansione della Cina, che avrebbe individuato nei Paesi ad alto debito pubblico partner deboli da assoggettare. Un rapporto "privilegiato" con la Cina preoccupa, anche alla luce dell'annosa questione relativa ai rapporti tra il gigante asiatico e Hong Kong, recentemente tornati ad essere tesi e forieri di manifestazioni popolari, represse;
forte è, quindi, il rischio che attraverso i capitali cinesi si assista ad una progressiva perdita di sovranità, in particolar modo per quanto riguarda i trasporti marittimi;
con capitali cinesi è in corso di realizzazione un terminal container nel porto di Vado ligure (Savona), ma le aziende di Stato cinesi punterebbero a prede ben più ambite: i porti di Genova, Trieste e Taranto. Proprio a Taranto, sarebbe forte l'interesse del gruppo Ferretti, ormai da anni controllato da una società cinese;
presso il porto di Trieste sono in corso importanti lavori di ammodernamento, mentre il 13 febbraio 2019 è stato inaugurato "FREEeste", il nuovo punto franco del porto con un'area di 240.000 metri quadrati, di cui 74.000 coperti;
nella risposta all'interrogazione 3-00788, svolta il 20 giugno 2019, il vice ministro Galli non ha fornito dettagli in merito ai programmi e progetti di sviluppo intercorrenti tra Autorità portuale triestina e partner cinesi, essendo essi definibili "nei tempi e nei modi" che la stessa autorità riterrà più opportuni. Eppure, i presidenti delle autorità portuali sono nominati dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il presidente della Regione interessata, e quindi dovrebbero rispondere al Governo, italiano, non cinese, delle proprie azioni;
sulla citata piattaforma logistica sarebbe ricaduto l'interesse di molte aziende straniere, tra cui la Cosco, compagnia di Stato cinese, che offre servizi di spedizione e logistica e che ha investito nel citato terminal di Vado ligure;
durante il citato vertice del 23 marzo 2019, è stato firmato il primo progetto di cooperazione italo-cinese inerente all'economia triestina, un accordo che riguarderebbe importanti investimenti sulle infrastrutture ferroviarie, sottoscritto dal presidente dell'Autorità portuale, Zeno D'Agostino, e dai rappresentanti della China communications construction company (CCCC);
in più occasioni la rappresentanza diplomatica statunitense in Italia ha manifestato forti perplessità circa la sottoscrizione da parte del Governo italiano del memorandum con la Repubblica popolare cinese, per ragioni sia economiche che geopolitiche. Nello specifico, la diplomazia USA in Italia si è detta preoccupata "per l'opacità e la sostenibilità degli accordi che coinvolgono la 'Belt and Road Initiative'", esortando l'Italia "ad analizzare con attenzione gli accordi di commercio, investimento ed assistenza per assicurare che siano economicamente sostenibili, operino sotto i principi di libero mercato di apertura e giusto accesso ai mercati e rispettino la sovranità e lo stato di diritto";
le forze politiche di opposizione, Forza Italia in primis, hanno evidenziato che, configurandosi come un trattato internazionale, il memorandum necessita della ratifica da parte del Parlamento, ex articolo 80 della Costituzione. Il Governo si è affrettato a definirlo una semplice intesa, per cui non è necessaria alcuna ratifica, con ciò evitando i passaggi parlamentari;
l'esplodere dell'emergenza COVID-19 ha rallentato anche i lavori di definizione degli accordi connessi alla "nuova via della seta", ma ciò non ha impedito alle aziende cinesi di portare avanti il proprio lavoro diplomatico: è infatti notizia dello scorso aprile che la CCCC ha donato 10.000 mascherine al porto di Trieste;
i rapporti con la Cina sono poi proseguiti nel mese di maggio, anche tramite il riavvio dei contatti per lo sviluppo della filiera del vino, e nell'occasione, Mario Sommariva, segretario generale dell'Autorità portuale di Trieste, ha dichiarato: "quel che si è seminato, pur in situazione molto complessa, va avanti e i rapporti non sono cessati",
si chiede di sapere:
se le circostanze riportate corrispondano al vero;
se il Governo non condivida la preoccupazione di fare della Cina un monopolista dei porti italiani e dell'intero Mediterraneo;
quali siano nel dettaglio i contenuti esatti dell'accordo di cooperazione firmato il 23 marzo 2019 tra Autorità portuale di Trieste e China communications construction company, a latere del protocollo fra Italia e Cina, sancendo di fatto l'ingresso del porto di Trieste nella cornice dell'iniziativa "Belt and road initiative";
quali ricadute in termini logistici e infrastrutturali avrà tale accordo per l'area di Trieste, con particolare riferimento alle infrastrutture ferroviarie collocate nella regione portuale del mare Adriatico orientale rientranti nel progetto "Trihub", il piano integrato di rinforzo del sistema infrastrutturale ferroviario nell'area fra Cervignano del Friuli, Villa Opicina e Trieste, sviluppato in collaborazione con il gestore della rete ferroviaria italiana RFI;
se siano state valutate, anche in conseguenza della crisi economica mondiale provocata dalla pandemia da COVID-19, le possibili ricadute occupazionali derivanti dall'accordo tra Autorità portuale di Trieste e CCCC, e in caso affermativo quali siano le stime nel breve e medio periodo.
Senato della Repubblica
Venerdì 30 ottobre 2020
Risposta. - Il Governo italiano ritiene che la connettività tra Europa e Asia debba realizzarsi in modo aperto e inclusivo, rispettando i migliori standard internazionali, le priorità di sviluppo dei singoli Paesi e i principi cardine di trasparenza, inclusività, sostenibilità fiscale ed ambientale, in linea con i criteri articolati nella strategia UE sulla connettività. Sulla base di questi principi il 23 marzo 2019 è stato sottoscritto il memorandum di intesa sulla collaborazione nell'ambito della "Via della seta economica" e dell'"Iniziativa per una Via della seta marittima del 21° secolo". L'intesa non costituisce un accordo internazionale e non produce quindi effetti di carattere giuridicamente vincolante, bensì crea una cornice per l'eventuale collaborazione tra Italia e Cina per lo sviluppo della connettività tra Europa e Asia da realizzare sulla base dei principi e degli standard europei e internazionali ricordati ed espressamente richiamati nello stesso memorandum. Il memorandum tende dunque a favorire la creazione di un quadro di riferimento per promuovere la dimensione marittima e terrestre della connettività euro-asiatica anche verso il Mediterraneo, valorizzandone le potenzialità di interconnessione commerciale a beneficio del sistema infrastrutturale e logistico italiano coerentemente all'obiettivo di sviluppo e rafforzamento delle reti di trasporto transeuropee.
Incidentalmente, avendo l'interrogante sollevato il tema di Hong Kong e connessi dubbi sull'autonomia di giudizio del Governo in materia, si coglie l'occasione per richiamare le molteplici chiare prese di posizione assunte dall'Italia in sede UE, G7 e Consiglio diritti umani dell'ONU, nonché sul piano bilaterale, da ultimo nel colloquio tra il ministro Di Maio con il suo omologo Wang Yi il 25 agosto 2020. Esse sono chiara dimostrazione che le pragmatiche relazioni commerciali con Pechino non indeboliscono in alcun modo la capacità e la volontà del Governo italiano di esprimersi in modo chiaro sui preoccupanti sviluppi nella Regione amministrativa speciale.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e cooperazione internazionale
DI STEFANO
(30 ottobre 2020)