Senato della Repubblica – 4-02479 – Interrogazione sull’ammissione alla procedura di concordato in continuità, di Astaldi SpA grande azienda romana di costruzioni a causa del debito miliardario e della crisi.

Senato della Repubblica – 4-02479 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 12 Novembre 2019.

 - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dello sviluppo economico. - Premesso che:

il 17 ottobre 2019 Astaldi SpA, grande azienda romana di costruzioni, secondo gruppo italiano del settore, a causa del debito miliardario e della crisi è stata ammessa alla procedura di concordato in continuità;

il salvataggio della SpA presieduta da Paolo Astaldi, con oltre diecimila dipendenti diretti e altre decine di migliaia legate all'indotto, con affari e commesse superiori ai venti miliardi di euro, è al centro di interessi economici e politici giganteschi, anche perché è una società quotata in Borsa a Milano, ed è quindi sottoposta alla vigilanza Consob, e come detto, assoggettata a concordato in continuità e quindi sotto il controllo del Tribunale fallimentare di Roma, che ha nominato tre commissari giudiziali: Stefano Ambrosini, Vincenzo Ioffredi e Francesco Rocchi;

peraltro, in questi mesi, la Astaldi SpA è oggetto di interessamento da parte della Salini Impregilo che, insieme al Governo e Cassa depositi e prestiti, si sta adoperando per inglobarla allo scopo di dare vita a "Progetto Italia", il maxi polo delle costruzioni che tra operai e dipendenti coinvolgerebbe oltre mezzo milione di persone;

considerato che lo scorso 30 ottobre, a pochi giorni dunque dalla decisione dei giudici della sezione fallimentare guidata da Antonino La Malfa sull'ammissibilità del piano di concordato, i giudici della Procura di Roma (l'inchiesta è condotta dai pubblici ministeri Gennaro Varone, Rosalia Affinito, Fabrizio Tucci e coordinata dal sostituto Paolo Ielo) hanno perquisito gli uffici dei professionisti Stefano Ambrosini, Corrado Gatti e Francesco Rocchi, che gestiscono il concordato preventivo del colosso delle costruzioni. I tre professionisti risultano indagati. Grazie ad intercettazioni telefoniche, i magistrati hanno infatti scoperto rapporti strettissimi tra i tre professionisti, ovvero tra i due commissari e Corrado Gatti, il professionista, che avrebbe dovuto attestare in maniera indipendente il loro piano finale per il salvataggio della SpA. Non solo. Gatti è per funzione colui che propone il compenso dei commissari stessi. Compenso che dovrà essere poi approvato e liquidato definitivamente dai giudici della fallimentare. In alcune conversazioni, Rocchi e Gatti discutevano al cellulare proprio di denaro. Il commissario, in particolare, chiedeva all'attestatore Gatti di usare (per calcolare il compenso degli amministratori) i valori "medi" tabellari previsti, e non quelli "minimi". Per un concordato così importante si tratta di milioni di euro di differenza. L'ipotesi dell'accusa, dunque, è che, chiedendo di usare i valori medi in partenza (calcolando una cifra di 36 milioni di euro), i commissari avrebbero potuto ottenere una cifra finale, anche se ritoccata al ribasso, comunque altissima (pari 20 milioni);

considerato, inoltre, che:

come riportato il 10 novembre scorso da "il Fatto Quotidiano" in un articolo dal titolo "Astaldi, tutti zitti sull'inchiesta sui commissari del concordato più grande d'Europa. Indagati per corruzione in atti giudiziari", a firma di Marco Lillo, "Astaldi non ha comunicato ufficialmente nulla sulla situazione seguita alle perquisizioni del 30 ottobre da parte della Procura di Roma". Non solo. "La Consob per ora non ha ritenuto di chiedere ufficialmente alla società di fare comunicazioni precise sul caso - prosegue l'articolo -. Il presidente Paolo Savona e il commissario Giuseppe Maria Berruti, contattati dal Fatto, non vogliono rilasciare dichiarazioni sul tema. Mentre fonti vicine ad Astaldi, contattate dal Fatto, sostengono che la società non ha ricevuto comunicazioni ufficiali da parte dell'attestatore nominato da Astaldi, Corrado Gatti, né da parte dei commissari giudiziali (Stefano Ambrosini e Francesco Rocchi), dopo le perquisizioni a carico dei tre indagati e di non essere stata chiamata ufficialmente a farne da parte della Consob". Il giornalista riporta inoltre che "la situazione del secondo gruppo di costruzioni italiano è al centro dell'attenzione degli uffici della Vigilanza dei mercati" come pure "del segretario generale", mentre "il consigliere di Stato Carlo Deodato, sta studiando la questione. Ma al momento nulla è stato pubblicato sul sito di Astaldi né richiesto in via ufficiale da Consob". Il giornalista aggiunge anche che "dopo le perquisizioni del 30 ottobre scorso nessun giornale per 8 giorni ha pubblicato una riga. Né sul sequestro dei telefoni né sugli interrogatori nei confronti dei due commissari indagati per corruzione in atti giudiziari (Francesco Rocchi e Stefano Ambrosini) e del terzo indagato per quel reato: l'asseveratore Corrado Gatti. Francesco Rocchi ha dato le dimissioni praticamente subito, non ad Astaldi, ma a chi l'ha nominato: il Tribunale Fallimentare. Ambrosini ha ritenuto di non fare un passo indietro. Nessuno ha informato Astaldi e quindi nessuno ha informato il mercato. Nessuno ha saputo nulla a parte i giudici, i pm e i magistrati. Gli azionisti, gli obbligazionisti, i creditori di una società quotata e in più in concordato preventivo sotto il tribunale di Roma, sono stati informati praticamente dalFatto Quotidiano";

nell'articolo si dà notizia anche che "i decreti dei pm di Roma che dispongono il sequestro dei cellulari dei tre indagati si compongono di 17 pagine ciascuno e sono ben motivati. Contengono anche stralci delle conversazioni intercettate più importanti. Non risulta che siano stati acquisiti formalmente dal Tribunale Fallimentare. Forse per questo i giudici della sezione Fallimentare che sovrintendono alla procedura Astaldi non hanno comunicato nulla alla società e alla Consob". Pertanto "nulla si è saputo dell'indagine penale e delle dimissioni di Rocchi fino agli articoli del nostro giornale. Sul sito di Astaldi non è apparsa nessuna notizia. Ugualmente nessuna comunicazione ufficiale è giunta da parte del Tribunale di Roma, né dall'organo commissariale di Astaldi in Concordato Preventivo", spiega il giornalista del Fatto Quotidiano. Come pure "gli azionisti nulla hanno saputo di più da fonti ufficiali";

gli approfondimenti in corso riguardano un soggetto che ha un ruolo di garante terzo e indipendente, Corrado Gatti, ancorché nominato dalla società, e la situazione dovrebbe essere comunicata e spiegata ai creditori e agli azionisti di Astaldi, considerando che, con la riapertura della Borsa, proprio gli investitori avrebbero avuto tutte le ragioni per voler sapere dalle fonti ufficiali cosa sta succedendo alla Astaldi SpA,

si chiede di sapere:

se il Governo e i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della vicenda descritta in premessa;

se non ritengano di dover intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, considerando il ruolo nella vicenda di due dei tre commissari, Francesco Rocchi e Stefano Ambrosini, e dell'asseveratore nominato da Astaldi, cioè il professor Corrado Gatti, il cui ruolo era attestare la correttezza formale del piano, che ora i creditori dovranno approvare. (4-02479)

 

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