Trasparenza salariale in esame al Parlamento europeo.

Trasparenza salariale in esame al Parlamento europeo

Il 17 marzo scorso, le commissioni per i diritti delle donne (FEMM) e l'occupazione (EMPL) del Parlamento europeo hanno adottato, con 65 voti a favore, 16 contrari e 10 astensioni, la loro posizione sulla proposta della Commissione europea sulla direttiva sulla trasparenza salariale.
Gli eurodeputati chiedono che le aziende dell'UE che hanno almeno 50 dipendenti, invece dei 250 inizialmente proposti, siano tenute a divulgare informazioni che consentano ai dipendenti di uno stesso datore di lavoro di confrontare più facilmente i salari e di rivelare eventuali discrepanze retributive di genere all'interno dell'organizzazione.
Gli strumenti per valutare e confrontare i livelli salariali dovrebbero essere basati su criteri neutrali rispetto al genere.
Qualora la relazione sulla retribuzione mostrasse un divario retributivo di genere di almeno il 2,5% (rispetto al 5% della proposta originale), gli Stati membri sarebbero tenuti a garantire che i datori di lavoro, in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori, effettuino una valutazione congiunta della retribuzione e redigano un piano d'azione per la parità di genere.
Secondo il testo, i lavoratori e i loro rappresentanti dovrebbero avere il diritto di ricevere informazioni chiare e complete sui livelli retributivi individuali e medi, disaggregati per genere. I deputati inoltre propongono anche di vietare le clausole contrattuali relative alla segretezza delle retribuzioni e sostengono la proposta della Commissione europea sull'inversione dell'onere della prova, integrando dunque una presunzione di discriminazione da parte del datore di lavoro in sede giudiziaria.
I prossimi passi
Le commissioni EMPL e FEMM del Parlamento europeo hanno votato per procedere ai negoziati interistituzionali. Il Parlamento dovrebbe votare su questa decisione durante la sessione plenaria del 4-7 aprile. Il Consiglio ha già adottato la sua posizione lo scorso dicembre.



 

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