Fonte Camera dei Deputati – Aula del 4 maggio 2022 - Informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25.

Fonte Camera dei Deputati – Aula del 4 maggio 2022 - Informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una informativa urgente del Governo sull'aumento dei pedaggi e sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

Come già comunicato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la Presidenza ha attribuito tempi aggiuntivi al gruppo Fratelli d'Italia, nonché alle componenti politiche di opposizione del gruppo Misto. A seguito di richiesta, e considerati i tempi aggiuntivi attribuitigli, la Presidenza ha valutato di consentire altresì - al gruppo Fratelli d'Italia ed in via eccezionale - di utilizzare il tempo disponibile per lo svolgimento di due interventi.

(Intervento del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Colleghi, per favore, vi chiedo un po' di silenzio!

ENRICO GIOVANNINI, Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Illustre Presidente, gentili onorevoli, le problematiche che riguardano il collegamento autostradale A24 Roma-L'Aquila-Teramo e il tronco A25 Torano-Pescara sono molto complesse, anche perché la loro origine risale a più di dieci anni fa. Pertanto, al fine di rappresentare a codesta Assemblea un quadro esaustivo dello stato dell'arte, da cui derivano anche i processi decisionali dell'amministrazione competente e del Governo nel suo complesso, ritengo necessario ripercorrere in senso cronologico l'evoluzione dei rapporti riguardante la concessione autostradale in oggetto, soffermandomi, in particolare, sui profili di natura tariffaria e quelli legati agli interventi di messa in sicurezza dell'infrastruttura.

La tratta autostradale assentita in concessione si sviluppa per 281 chilometri in un territorio dalla morfologia complessa, con elevati dislivelli e rigide condizioni climatiche. La tratta autostradale si caratterizza per la presenza di molteplici opere d'arte, 26 gallerie, 133 ponti e viadotti. Sulla tratta insiste, inoltre, il traforo del Gran Sasso costituito da due canne per una lunghezza di 10 chilometri circa che attraversa l'Appennino abruzzese, passando appunto sotto il massiccio del Gran Sasso. L'elevata presenza di viadotti e gallerie incide significativamente sugli oneri di gestione a causa dei maggiori interventi richiesti per assicurarne la funzionalità.

Le rigide condizioni climatiche e l'elevata escursione termica che si manifesta nel territorio rappresentano un altro elemento tipico di questa autostrada, che impone di intervenire periodicamente per il ripristino dei fenomeni di erosione, indotti dalle ridotte temperature e dal maggiore impiego di sale e cloruri nel periodo invernale. Rispetto ad altre tratte autostradali assentite in concessione, l'autostrada in questione si caratterizza anche per una limitata domanda di traffico, composta in misura prevalente dall'utenza ricompresa nella fascia urbana di Roma e da quella connessa ai flussi turistici. La limitata domanda di traffico determina una ridotta capacità di autofinanziamento, che trova preminente impiego nella copertura delle spese operative. Peraltro, l'unicità di questa autostrada riguarda anche i livelli tariffari applicati sulla base delle previsioni definite nella convenzione, superiori a quelli medi del settore autostradale. Tale condizione rappresenta un limite all'impiego della leva tariffaria per il finanziamento di nuove opere.

Inizio dal tema del rapporto concessorio, cominciando dal periodo del 2011-2012. La società Strada dei Parchi (nel seguito indicata anche come la “Società”) è attualmente concessionaria del citato collegamento autostradale, a seguito della procedura di gara esperita dal concedente pro tempore ANAS Spa, in data 1° ottobre 2001. Infatti, la società di progetto Strada dei Parchi è subentrata il 2 settembre 2002 nel rapporto concessorio, originariamente stipulato il 20 dicembre 2001 tra ANAS Spa e l'associazione temporanea di impresa aggiudicataria, costituita da Autostrade Spa e Toto Spa, diventato efficace con decreto interministeriale del 24 aprile 2002. La convenzione di concessione definita a dicembre 2001 è basata sulle seguenti condizioni: primo, gestione delle tratte autostradali sino al 31 dicembre 2030; secondo, realizzazione a cura del concessionario di un piano di investimenti per una spesa stimata di 131 milioni di euro; terzo, realizzazione a cura del concessionario di un piano di investimenti in manutenzione straordinaria per 179 milioni di euro; quarto, realizzazione di un programma di manutenzione ordinaria a cura del concessionario per 768 milioni di euro. Gli impegni del concessionario includono anche la corresponsione del corrispettivo al concedente, corrispondente al valore attuale di 749 milioni di euro, scontati al tasso del 6 per cento, da erogare con rate fisse sino alla scadenza della concessione, pari a 54,4 milioni di euro all'anno. La convenzione disciplina gli obblighi del concessionario, che includono, tra l'altro, la gestione tecnica delle infrastrutture, il mantenimento della funzionalità delle tratte autostradali attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse, l'affidamento di lavori, servizi e forniture a terzi nel rispetto della normativa vigente. È previsto, inoltre, che il piano economico finanziario (PEF) sia aggiornato, al termine di ciascun quinquennio, in conformità a quanto previsto dall'articolo 2, commi 82 e seguenti, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, nonché dalla delibera CIPE n. 39 del 15 giugno 2007. Inoltre, in presenza di un nuovo programma di investimenti ovvero di eventi straordinari che determinano un'alterazione dell'equilibrio economico-finanziario, è contemplata la possibilità da parte del concedente e del concessionario di richiedere la revisione della convenzione.

Ai sensi della normativa vigente (in particolare, l'articolo 14 del decreto legislativo n. 285 del 1992) è attribuito al concessionario l'esercizio dei poteri e dei compiti dell'ente proprietario della strada, consistenti tra l'altro: nella manutenzione, gestione e pulizia della strada, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi; nel controllo tecnico dell'efficienza delle strade e relative pertinenze; nella apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta. In data 18 novembre 2009, il rapporto concessorio è stato integrato con la sottoscrizione della convenzione unica, prevista dalla legge n. 296 del 2006 e integrata con l'atto di recepimento della delibera CIPE n. 20 del 13 maggio 2010, sottoscritto il 29 novembre 2010. A seguito degli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo nel 2009, il legislatore ha previsto (articolo 1, comma 173, della legge n. 228 del 2012) la possibilità da parte del Governo di procedere alla revisione della convenzione, onde consentire l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza sismica e le ulteriori opere rese obbligatorie dalla normativa tecnica intervenuta. La stessa norma ha annoverato le autostrade A24 e A25 tra le infrastrutture strategiche ai fini di protezione civile.

Veniamo ora al periodo 2013-2018. Alla scadenza del primo periodo regolatorio (31 dicembre 2013), la Società ha presentato al concedente una proposta di aggiornamento del PEF, riformulata più volte a seguito delle interlocuzioni con il Ministero, che assumeva costantemente parametri divergenti rispetto a quelli definiti in sede di gara. Infatti, tale proposta si caratterizzava per la previsione di un programma di riqualificazione dell'intero tracciato autostradale con modifiche delle geometrie, anche attraverso l'esecuzione di tratte in variante. L'intero piano di investimenti proposto assumeva una spesa stimata di 6,9 miliardi di euro. Stante l'entità della spesa e la limitata capacità di autofinanziamento della Società, ascrivibile prevalentemente ai già citati limitati volumi di traffico, le condizioni di equilibrio del PEF 2013 risultavano assicurate esclusivamente mediante un'estensione della scadenza della concessione di dieci anni e il ricorso alla contribuzione pubblica e ad altre misure compensative. L'istruttoria, eseguita sul PEF 2013 dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (d'ora in poi MIT) congiuntamente ad altre amministrazioni competenti, non ha consentito di valutare favorevolmente tale proposta, in considerazione delle significative criticità di natura tecnica, economica e giuridica. Conseguentemente lo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha più volte richiesto alla Società di procedere alla riformulazione della proposta di piano, assumendo ipotesi maggiormente realistiche e circoscritte all'esecuzione degli investimenti riconducibili alla legge n. 228 del 2012, anche mediante una programmazione suddivisa in fasi.

Nell'ambito di tale prolungato confronto, nel mese di novembre 2013 - quindi quasi tre anni dopo l'invio del PEF - la Società ha sviluppato un'ulteriore proposta, articolata in due fasi operative all'interno di un programma di adeguamento da svolgere interamente sul tracciato esistente, per una spesa stimata di 2,971 miliardi di euro, poi aggiornati a 3,15 miliardi di euro in occasione della riformulazione della proposta, formalizzata in data 13 giugno 2018, quindi, un anno e mezzo dopo la precedente. In adesione alla citata legge n. 228 del 2012, il MIT ha avviato un primo confronto con gli uffici della Commissione europea, per accertare la compatibilità di tale nuova proposta con le norme comunitarie. Nell'ambito di tale interlocuzione informale è stato anche convenuto di avanzare una richiesta di parere al Consiglio superiore dei lavori pubblici sulla proposta di PEF. Il Consiglio, in data 22 settembre 2017, ha evidenziato che, cito, “il tipo e la natura degli interventi previsti non possono che essere attuati secondo un programma improntato a gradualità. In merito alla congruità dei costi, data anche la segnalata carenza e incoerenza della documentazione trasmessa, non si esprimono considerazioni di dettaglio, salvo riconoscere una stima prudenziale connessa alle soluzioni tecniche proposte e alle ipotesi conservative assunte nel progetto preliminare, che dovranno essere giustificate, sviluppate, approfondite”, fine della citazione.

Il 5 gennaio 2018, il MIT, in concorde avviso con le amministrazioni concertanti, peraltro richiamate nell'informativa al CIPE del 22 dicembre 2017, ha formalmente rappresentato alla Società l'inammissibilità della proposta di PEF di novembre 2016, anticipando che si sarebbe proceduto a un ulteriore confronto, rivolto a verificare ipotesi operative alternative. A tal fine, in pari data, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti pro tempore ha istituito un tavolo di lavoro, per superare le criticità rilevate nelle proposte del concessionario, con il coinvolgimento delle amministrazioni concertanti, della Società e dei rappresentanti degli enti territoriali.

La presenza degli enti territoriali rispondeva alla necessità di tener conto di quanto rappresentato più volte dagli stessi enti, cioè quella di escludere ulteriori incrementi tariffari ritenuti non sostenibili per l'utenza in considerazione del già elevato livello tariffario prevalente. Gli esiti di tale confronto hanno confermato la permanenza di valutazioni differenti tra le amministrazioni e la società. Con il decreto-legge n. 109 del 2018, il cosiddetto “decreto Genova”, il quadro di riferimento è ulteriormente mutato. Infatti, è stata demandata all'Autorità di regolazione dei trasporti la competenza per l'adozione di un nuovo regime tariffario anche per le società in vigenza di contratto, tra cui Strada dei Parchi Spa. E veniamo ora al biennio 2019-2020. Sulla base della nuova cornice regolatoria, a giugno 2019 la società ha presentato una proposta aggiornata di revisione del rapporto concessorio dalla quale emergono le seguenti condizioni: un programma di investimenti pari a 3,14 miliardi di euro, contributi pubblici per 2 miliardi di euro, un autofinanziamento pari a 1,14 miliardi di euro, un indennizzo da subentro pari a 1,007 miliardi di euro al valore nominale, proroga della concessione di dieci anni dal 2030 al 2040, estinzione del credito verso il concedente, cioè ANAS, per 650 milioni di euro e apporto di capitale proprio per 257 milioni di euro; infine, incremento tariffario annuo pari al 2,5 per cento per il periodo 2020-2022 e al 3,7 per cento a decorrere dal 2023 fino alla fine della concessione. Anche su tale nuovo piano la direzione generale competente del MIT, nell'espletamento dell'attività istruttoria preordinata all'esame dell'argomento al CIPE, ha evidenziato, con nota del 22 luglio 2019, le seguenti criticità: primo, la modalità di quantificazione del credito da poste figurative, che determina un credito non riconosciuto formalmente all'amministrazione; secondo, la non accettabilità delle misure compensative, in particolare il proposto annullamento del prezzo di concessione, in quanto incompatibili con il quadro normativo di riferimento, tenuto anche conto della sentenza n. 181 del 2019 della Corte costituzionale; terzo, le variazioni tariffarie annue previste a decorrere dall'anno 2023, 3,27 per cento, non sostenibili sotto il profilo sociale, tenuto conto in particolare del livello tariffario iniziale già elevato e delle istanze avanzate dai rappresentanti degli enti territoriali; quarto, il rischio connesso al trasferimento del traffico su viabilità alternative per effetto del rilevante livello tariffario; quinto, la compatibilità della modifica contrattuale con i limiti imposti dal diritto comunitario, segnatamente l'articolo 43 della direttiva 2014/23/UE in materia di modifica dei contratti.

Il 1° agosto 2019 il CIPE ha preso atto della proposta di PEF e ha disposto di rimettere tutta la documentazione alla Commissione europea per la preventiva verifica di tutti i profili di compatibilità con le norme comunitarie. Il 27 settembre 2019 il MIT ha inoltrato agli uffici della Commissione europea la documentazione di riferimento, corredata dalla proposta di piano economico-finanziario, dalla proposta di primo piano finanziario di convalida, dal parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti e dalle valutazioni di merito della direzione generale competente del Ministero. Il 28 ottobre 2019 gli uffici della Commissione europea hanno rilevato che: primo, la proroga di 10 anni della commissione appare essere una misura in grado di incidere negativamente sulla concorrenza per l'accesso alla gestione dell'infrastruttura, nonché una modifica sostanziale al contratto di concessione; secondo, l'esborso di una somma pari a 2 miliardi di euro da parte delle autorità italiane, pur nella forma stralciata, configura a una prima analisi un aiuto di Stato, la cui compatibilità con il mercato interno andrebbe valutata alla luce della normativa europea, nonché una modifica sostanziale al contratto di concessione; terzo, relativamente all'impatto dei lavori aggiuntivi sul valore della concessione non si ritiene possibile tenere in considerazione lo “studio predisposto per conto della società perché - citazione - le autorità italiane non ne hanno mai fatte proprie le risultanze”.

Allo stesso tempo, lo studio risulta inconciliabile con i dati forniti dalle autorità italiane. Dunque anche la proposta di PEF del 2019 presentava elementi di criticità rilevati sia dal Ministero concedente che dalle autorità europee relativi principalmente alla sostenibilità delle variazioni tariffarie e all'incompatibilità con le norme in materia di aiuti di Stato. A seguito del progressivo allungamento dei tempi per il perfezionamento della procedura di aggiornamento del piano economico-finanziario, la società ha presentato ricorso contro l'amministrazione, richiedendo l'accertamento dell'inerzia del MIT e l'emissione del provvedimento di chiusura del procedimento in questione. Con sentenza n. 3537 del 2018 il TAR Lazio ha ritenuto che la disposizione della competente direzione generale del 5 gennaio 2018, con la quale si rigettava definitivamente la proposta della società formulata nel novembre 2016, risultasse idonea alla chiusura del procedimento.

A seguito dell'appello presentato dalla società, il Consiglio di Stato, con sentenza del 17 luglio 2019, n. 5022, in discontinuità con le precedenti pronunce, ha affermato “l'obbligo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di adottare un provvedimento espresso che compiutamente concluda il procedimento di aggiornamento e revisione del PEF entro il termine fissato nella data del 30 ottobre 2019”. Per conformarsi alla suindicata ordinanza, la Direzione generale del MIT, con nota del 19 febbraio 2020, ha comunicato alla società che anche la proposta di piano economico-finanziario datata luglio 2019 “presenta allo stato attuale elementi di criticità rilevati dalle autorità italiane ed europee tali da precluderne la favorevole valutazione” e che “il rigetto della proposta di PEF determina la conclusione del relativo procedimento amministrativo”.

La suddetta determinazione è stata considerata non idonea alla conclusione della procedura da parte del Consiglio di Stato che, con ordinanza 2413 del 2020, ha nominato un commissario ad acta nella persona del Capo Dipartimento per il coordinamento amministrativo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al commissario ad acta è stato assegnato l'incarico di portare a compimento il processo di approvazione di un nuovo piano economico-finanziario. Veniamo, infine, all'ultimo biennio: il 5 maggio 2021 è stata elaborata dalla società una nuova proposta di PEF, che è stata sottoposta dal commissario ad acta per le valutazioni tecniche al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, MIMS, al Ministero dell'Economia e delle finanze e al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La nuova proposta prevede, in deroga ai vincoli introdotti dall'articolo 206 del decreto-legge n. 34 del 2020, l'esecuzione di interventi da parte della stessa società per complessivi 2,8 miliardi di euro, considerati quota parte del piano generale predisposto dal commissario straordinario, contemplato dallo stesso articolo 206 del citato decreto-legge come soggetto titolare per la messa in sicurezza dell'autostrada.

Tenuto conto delle valutazioni formulate dalle suddette amministrazioni, il commissario ad acta, in occasione dell'incontro tenutosi il 19 ottobre 2021, ha rappresentato alla società l'assenza dei presupposti per l'ammissibilità della proposta del 5 maggio 2021 e ha evidenziato le condizioni entro cui poter procedere alla valutazione di una nuova proposta di piano economico-finanziario, esplicitando la necessità di assumere parametri coerenti con il quadro regolatorio e normativo di riferimento. In data 16 dicembre 2021 la società ha inoltrato al commissario ad acta una nuova proposta di piano economico-finanziario che non prevede a carico del concessionario investimenti per la messa in sicurezza antisismica, ma contempla la sola gestione ordinaria dell'autostrada sino all'attuale termine del contratto, cioè il 2030.

Anche tale proposta ha incontrato le perplessità da parte della direzione generale competente del MIMS, che, con nota del 29 dicembre 2021, per gli ambiti di competenza ha rappresentato al commissario ad acta la sussistenza di evidenti limiti di sostenibilità economica del piano. Infatti, vista la ridotta capacità di autofinanziamento del concessionario, le condizioni di equilibrio economico della sola gestione possono essere assicurate, in assenza di ulteriori misure compensative, solo attraverso un incremento tariffario del 15,81 per cento, da qui al 2030, rispetto alle tariffe attuali.

Come emerge chiaramente dalle analisi svolte nel corso del tempo, i diversi piani economico finanziari proposti dal concessionario negli anni 2013, 2016, 2019 e due nel 2021 prevedevano, oltre che le criticità sopra illustrate, incrementi tariffari non sostenibili socialmente, tenuto conto sia del livello tariffario attuale, già molto elevato, sia delle istanze del territorio.

Di conseguenza, il 13 aprile 2022, il MIMS ha segnalato al commissario ad acta l'esigenza di pervenire alla definizione della procedura in questione in tempi celeri, previa la pronuncia del CIPESS. La formale pronuncia del CIPESS sull'ultima proposta dei PEF presentata dalla società è stata posta all'ordine del giorno della riunione che si terrà domani, 5 maggio 2022. Essa consentirà l'espletamento del mandato da parte del commissario ad acta e l'ottemperanza alla sentenza del Consiglio di Stato in ordine al perfezionamento del procedimento.

Infine si segnala che, nell'esercizio delle funzioni di concedente e in esito alle attività di vigilanza previste dalla convenzione e intensificatesi dal 2018 anche con verifiche di natura straordinaria, il Ministero ha rilevato molteplici profili di criticità nella gestione del rapporto concessorio. Peraltro, si segnala che la condotta della società con riferimento alla manutenzione delle infrastrutture è oggetto anche di indagini giudiziarie.

Al fine di procedere a una valutazione d'insieme sull'operato del concessionario e sulla sussistenza dei presupposti di inadempimento, con decreto ministeriale n. 65 del 5 febbraio 2021, è stata istituita un'apposita commissione di verifica, successivamente aggiornata con decreto ministeriale del 10 agosto 2021, n. 321.

Con la relazione preliminare resa il 6 dicembre 2021 e la relazione definitiva del 20 gennaio 2022, la commissione di verifica ha confermato la sussistenza di profili di criticità, principalmente incentrati su ritardi nelle attività manutentive. Sulla base degli elementi informativi assunti, questo Ministero, in data 28 dicembre 2021, ha formalizzato alla società una contestazione di grave inadempimento agli obblighi concessori, assegnandole congruo termine per le controdeduzioni. Sono attualmente in corso le verifiche sulle controdeduzioni presentate.

In conclusione, in ragione di quanto fin qui ricordato e nelle more della definizione dei procedimenti avviati, il Governo ritiene opportuno operare per far sì che l'attuale blocco delle tariffe delle tratte autostradali in questione, previsto fino al 30 giugno 2022, venga prorogato al 31 dicembre 2022. Infine, per ciò che riguarda i lavori per la messa in sicurezza, si segnala che, già nel corso del 2019, nelle more della definizione del rapporto concessorio, il MIT ha pianificato delle verifiche di natura straordinaria che hanno riguardato anche lo stato di funzionalità dei viadotti. In ottemperanza alle indicazioni espresse dagli ispettori ministeriali, il concessionario, con specifiche ordinanze, ha apposto delle limitazioni volte a ripristinare gli indicatori di transitabilità contemplati dalla normativa tecnica di riferimento. Le misure di sicurezza, che variano in considerazione della specificità dei manufatti, risultano attualmente vigenti e sono attive anche in corrispondenza del traforo del Gran Sasso.

In considerazione dell'allungamento dei tempi per l'aggiornamento del piano economico finanziario, il MIT ha anche disposto l'esecuzione di programmi stralcio, finalizzati all'esecuzione di interventi non procrastinabili e, in particolare, in data 8 agosto 2017, è stato approvato, con decreto ministeriale, un piano economico finanziario di convalida (primo piano stralcio), che disciplina interventi attualmente e interamente completati per la prevenzione dello scalinamento dei viadotti, per una spesa complessiva di 162 milioni di euro.

In data 23 gennaio 2019, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il MIT e la società, avente ad oggetto l'esecuzione di un programma di messa in sicurezza urgente, per una spesa stimata di 192 milioni di euro (secondo piano stralcio). Tale programma risulta attualmente in corso di esecuzione ed è finanziato integralmente con fondi pubblici, previsti dalla legge n. 123 del 2017.

A decorrere dal 2019, il Ministero, attraverso atti di propria emanazione, ha dato notevole impulso all'espletamento delle attività di monitoraggio, verifica e ispezione delle infrastrutture stradali e autostradali; allo stesso tempo, sono stati fissati nuovi standard per le attività di manutenzione e la programmazione delle opere di ripristino. A tale proposito, si ricorda che i profili di sicurezza della rete autostradale sono sottoposti a verifica anche da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA). Le competenze dell'Agenzia contemplano anche ispezioni in loco e il potere di inibizione al transito nei casi estremi.

Stante l'inammissibilità della proposta di revisione convenzionale presentata a più riprese dalla società e dalla contestuale esigenza di assicurare l'attuazione di un programma di riqualificazione dell'autostrada, il legislatore, con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito in legge 17 luglio 2020, n. 77, all'articolo 206, ha disposto la realizzazione degli interventi direttamente a carico dello Stato attraverso la nomina di un commissario straordinario avente funzione di stazione appaltante e poteri derogatori ai sensi del decreto-legge cosiddetto Sblocca cantieri. La stessa norma ha stabilito che il concessionario autostradale è tenuto a proseguire esclusivamente nella gestione ordinaria dell'intera infrastruttura, riscuotendo i relativi pedaggi.

Le attività assentite al commissario straordinario per la sicurezza antisismica, istituito con decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, prevedono, rispettivamente, la messa in sicurezza antisismica, il ripristino della funzionalità delle autostrade e il coordinamento dei lavori per l'adeguamento alla normativa tecnica nazionale ed europea. Tale programma consiste in una riqualificazione dell'intero corridoio autostradale secondo una pianificazione di lungo termine. Le scelte del legislatore con la richiamata norma configurano un nuovo scenario per il quale tutti gli interventi di adeguamento dell'autostrada sono realizzati direttamente dallo Stato mediante ricorso a gare pubbliche, rimanendo in tal modo definitivamente superata l'ipotesi recepita nei piani economici finanziari del luglio 2019 e del maggio 2021 che configuravano l'esecuzione dei lavori in forma diretta da parte della società Strada dei Parchi, mediante la società Toto Costruzioni Generali, anch'essa facente parte del medesimo gruppo, al cui vertice si trova la Toto holding.

In ossequio al mandato ricevuto, il commissario straordinario ha predisposto il programma di adeguamento dell'autostrada, che prevede un impegno di spesa complessivo pari a 6,5 miliardi di euro distinto in due fasi: una prima, per una spesa pari a 5,2 miliardi, da completarsi entro il 2025, una seconda, per una spesa pari a 1,3 miliardi di euro, da realizzare dopo il 2025.

Per consentire l'attuazione del programma di lavori di riqualificazione autostradale e prevenzione del rischio sismico, con separate misure normative, sono state stanziate risorse pubbliche, attualmente quantificabili in 3,1 miliardi di euro, di cui 2,1 a valere sul Fondo infrastrutture e un miliardo sul Fondo complementare al PNRR. Ovviamente, il programma sviluppato dal commissario straordinario tiene conto dei vincoli temporali di spesa previsti con le risorse assicurate attraverso il Fondo complementare al PNRR.

In attuazione delle disposizioni contemplate dal richiamato articolo 206 del decreto-legge n. 34 del 2020, il commissario straordinario ha anticipato la possibilità di assentire al concessionario una quota parte degli interventi aventi caratteristiche residuali e indifferibili. Gli interventi affidabili al concessionario da parte del commissario straordinario sono stati individuati sulla base di una specifica metodologia, che considera un indicatore di priorità.

Le tratte considerate a maggiore criticità sono concentrate nel ramo Roma-Torano della A24, sul quale pesano il maggior traffico e il maggior grado di ammaloramento delle strutture, quasi tutte realizzate alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, e nel ramo Torano-Pescara della A25, dove la criticità sismica, oltre a quella geometrica del tracciato è preponderante.

La suddivisione in tratte dei rami principali dell'infrastruttura segue il criterio di funzionalità della singola tratta, per cui è possibile attivare progressivamente il loro esercizio in maniera indipendente l'una dall'altra, senza ripercussioni per il traffico. Gli interventi considerati prioritari includono anche la sostituzione e il potenziamento delle reti antiintrusione, che si è resa necessaria in conseguenza del significativo incremento della fauna selvatica e di frequenti invasioni sulla carreggiata da parte di animali.

La pianificazione dei succitati interventi speditivi è stata in parte condizionata dall'avvicendamento nella figura del commissario straordinario, infatti il commissario straordinario, ingegner Maurizio Gentile, nominato con DPCM del 24 settembre 2020, ha rassegnato le proprie dimissioni con effetto dal 31 gennaio 2021. Il nuovo commissario è stato individuato nella persona del vice avvocato generale dello Stato, Marco Corsini. La sua nomina, condivisa con il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, acquisito il concerto del Ministro dell'Economia e delle finanze, è divenuta efficace l'8 aprile 2022, con la registrazione da parte della Corte dei conti. Il Ministero, nelle scorse settimane, ha richiesto al nuovo commissario di procedere a verificare congiuntamente le lavorazioni non procrastinabili, per le quali, nell'ambito dei poteri contemplati dalla norma di riferimento, potranno essere definite modalità rapide di affidamento ed esecuzione dei lavori.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare la deputata Grippa. Ne ha facoltà.

CARMELA GRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, sapere da lei, signor Ministro, che il Governo è pronto a congelare l'aumento del 34 per cento delle tariffe ci fa dire che stiamo facendo davvero l'interesse dei cittadini. Una stangata stava per abbattersi su pendolari e lavoratori che quotidianamente usano la Strada dei Parchi. Sono felice, prima come cittadina abruzzese, poi da parlamentare, che si sia evitata un'ingiustizia, che sarebbe inevitabilmente ricaduta sull'economia dei comuni in una zona che ha sofferto già molto.

Ora però dobbiamo guardare avanti, al futuro di queste comunità e alla sicurezza di un'arteria fondamentale per il Paese. Il quadro che si sta delineando sulla più importante infrastruttura stradale per la regione Abruzzo continua a preoccuparci, sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per la corretta applicazione delle tariffe. Nel tempo vi è stata tutta una serie di contatti - scambio di lettere di intenti e contestazioni, rimpalli di responsabilità - tra la direzione del Ministero, di cui lei, signor Ministro, è titolare, e il concessionario Strada dei Parchi, eppure oggi siamo ancora ad interrogarci su come e cosa sia necessario scegliere per uscire da questo impasse. Abbiamo davanti a noi una situazione complessa e delicata, che non può essere affrontata con superficialità, a cominciare proprio dalla mancata approvazione del Piano economico finanziario, scaduto nel 2014 e mai più rinnovato. Una soluzione sembrava vicina nel 2019, con la presentazione di un Piano da parte dell'allora Ministro Toninelli che, seppur con alcune criticità, avrebbe potuto essere la base di un quadro di gestione dal quale partire.

Ad oggi, quel Piano rappresenta il punto di sintesi più avanzato di un percorso che è stato condiviso con la società concessionaria. Da allora, poco si è fatto: si è puntato soltanto al contenimento dei pedaggi, in attesa di un piano definitivo. La mancata approvazione del PEF, signor Ministro, può avere ripercussioni non solo sulle tariffe, ma soprattutto sulla sicurezza, in entrambi i casi con conseguenze importanti sull'economia del turismo dei territori attraversati da Strada dei Parchi. Malgrado i continui rinvii e le promesse non mantenute, Strada dei Parchi ha avviato la messa in sicurezza dei viadotti del tratto più vicino al cratere sismico dell'Aquila, riuscendo a reperire i fondi necessari a questo primo intervento, ma senza garanzie per il futuro sulla possibilità di estenderle a tutto il tracciato.

Non procede invece la parte riguardante la manutenzione per il concessionario che, nonostante abbia affermato la settimana scorsa in Commissione ambiente che solo negli ultimi due anni ci sarebbero stati investimenti pari a circa 100 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, il tratto pescarese della A25, è coinvolto in un processo per inadempimento contrattuale e attentato alla sicurezza stradale e dei trasporti. È un quadro a tinte fosche, su cui aspettiamo che si faccia chiarezza.

Ministro, colleghi, crediamo che sia giunto il tempo di avere risposte certe in tema di investimenti per la manutenzione e di tariffe per il pedaggio, che, supportate dai numeri, diano finalmente un po' di serenità a tutti: ai pendolari, agli utenti e alle comunità, dove questi argomenti hanno enormi riflessi sociali. Con particolare riferimento ai pendolari, rammento, Presidente, che il MoVimento 5 Stelle ha proposto numerosi interventi sia normativi, qui in Parlamento, sia di raccordo tra concessionario e comune di Roma volti all'abbattimento dei costi del pedaggio per coloro che devono utilizzare giornalmente l'autostrada per lavoro, per studio oppure per le diverse necessità della vita. È un fatto che parte della A24 sia ormai parte integrante della mobilità urbana di alcuni municipi romani. Per cui, è anacronistico pensare che queste categorie debbano vivere questa infrastruttura come un utente che la utilizza una tantum. Auspichiamo, quindi, che sia risolta una volta per tutte anche questa problematica.

Abbiamo bisogno tutti di una cornice di programmazione certa che ponga fine a una grande situazione di disagio e apprensione per i cittadini abruzzesi e per tutti coloro che per lavoro devono utilizzare la strada. Certezze, signor Ministro, che non siamo riusciti ad avere nemmeno dopo aver seguito l'ultima audizione, della settimana scorsa in Commissione ambiente, della direzione generale per le strade e le autostrade e dei vicepresidenti e dell'amministratore delegato di Strada dei Parchi. Non sono emersi elementi chiari su come il Governo intenda agire.

Come gruppo MoVimento 5 Stelle siamo molto preoccupati del futuro di questa infrastruttura. Personalmente avevo presentato anche un'interrogazione, per chiedere quali iniziative si intendessero assumere in futuro sulla concessione affidata a Strada dei Parchi. Il nostro scopo è rendere più sostenibile la gestione dell'infrastruttura, con effetti positivi anche per gli utenti in termini di tariffe. Purtroppo, sono ancora in attesa di risposte. Proprio in merito alle tariffe, si è appreso, inoltre, che il commissario straordinario di Strada dei Parchi, il dottor Fiorentino, ha proposto al MIMS e alla società concessionaria un PEF che prevede aumenti dei pedaggi, come lei ha ribadito durante l'illustrazione della sua informativa, pari a quasi il 16 per cento l'anno, per arrivare nel 2030 a una crescita che porterebbe il costo del pedaggio al 375 per cento in più rispetto a quello vigente oggi. Riteniamo che tale proposta di PEF, formulata in questi termini, sia assolutamente irricevibile per gli effetti negativi sia sull'economia regionale abruzzese sia sulle famiglie.

La Strada dei Parchi è collocata in un'area ad alta sismicità ed essendo l'unica rete autostradale in grado di collegare le aree del cratere sismico con il Paese è stata dichiarata, come lei ha ben ribadito, infrastruttura di valore strategico dalla Protezione civile. Un'arteria fondamentale che è ancora in attesa dell'avvio dei lavori di manutenzione straordinaria e di adeguamento sismico, con investimenti stimati in 6,5 miliardi.

Ora le chiediamo, Ministro, quali iniziative intenda assumere il Governo su questa importante infrastruttura. C'è bisogno sicuramente di una soluzione anche coraggiosa. Si potrebbe valutare la nazionalizzazione di quest'arteria e a tal proposito le ricordo che nel “decreto Infrastrutture”, approvato recentemente in Commissione trasporti, è stata istituita …

PRESIDENTE. Concluda.

CARMELA GRIPPA (M5S). …una società in house controllata dal MEF, una newco. A questo punto le chiedo se è già operativa e a che punto è la costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zennaro. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per l'intervento, con il quale sostanzialmente si certifica la complessità di una tematica che arriva da lontano, che è quella della gestione delle autostrade A24 e A25. È una situazione molto complessa che parte da lontano. Chi conosce bene la tematica, sa benissimo che è un tema che si ripropone di anno in anno e di mese in mese. È stato trattato più volte in questa legislatura e, quindi, non è un tema nuovo.

Una spada di Damocle che, ahimè, arriva di volta in volta e mette una fortissima tensione sul territorio abruzzese che, lo ricordiamo, è stato colpito per ben due volte dai terremoti, nonché dall'emergenza della neve in provincia di Teramo. Inoltre, l'autostrada non viene utilizzata solo per finalità di carattere commerciale e di trasporto, ma è un'infrastruttura strategica fondamentale per il territorio. È stata l'unica infrastruttura, ad esempio, che durante il sisma dell'Aquila ha permesso ai soccorsi di arrivare in loco, nella città, nelle città distrutte dal terremoto, e se non ci fosse stata quella infrastruttura strategica, inserita anche nei piani della Protezione civile, con molta probabilità non si sarebbe fatto quello che poi è stato fatto dai soccorsi.

Quindi, un'infrastruttura strategica che di volta in volta è sotto la spada di Damocle, ahimè forse per scelte sbagliate o per un'impostazione sbagliata sul tema delle concessioni (questo non lo so). Sicuramente quello concessioni autostradali in Italia mi sembra un tema ampiamente dibattuto ex post, un tema complesso, un tema che riguarda, in tutti i Paesi occidentali europei, il rapporto tra Stato e concessionario privato. Quindi, questo è sicuramente un tema che non è risolvibile con la bacchetta magica.

Siamo contenti che oggi il Ministro abbia detto che sostanzialmente ci sarà il blocco dell'aumento delle tariffe. Bene perché, in un momento in cui abbiamo un'inflazione che cresce quasi a doppia cifra, dove abbiamo un aumento dei carburanti, un aumento del costo delle materie prime e un aumento delle bollette di gas, luce e metano, per tanti pendolari, che tutti i giorni in regione Abruzzo utilizzano A24 e A25 per lavorare, sarebbe stato oggettivamente insostenibile, nell'autostrada più cara d'Italia (lo ricordiamo).

Insieme al tema della sicurezza e al tema dei continui cantieri, forse perché in passato, ahimè, non si sono fatte le idonee manutenzioni (ci sono dei tavoli aperti, anche di contestazione, tra Ministero e concessionario), va detto che oggi sostanzialmente fare quel tratto comporta tutta una serie di restringimenti di carreggiata che fanno aumentare i tempi e che sono un costo oggettivo per le imprese abruzzesi. Quindi, in termini di competitività e in termini anche di competizione tra territori questo lo Stato lo deve considerare.

Quindi, chiediamo, così come abbiamo fatto, come Lega, a tutti i livelli, che ci sia la massima attenzione su questa tematica. Va bene il blocco delle tariffe. Si lavori per accelerare gli investimenti, per rendere sempre di più quell'infrastruttura, che è strategica, in linea con quelli che sono i normali standard europei in termini di infrastrutture e in termini di autostrade. Inoltre, il massimo impegno perché - magari non subito, ma in prospettiva - si arrivi anche a una diminuzione dei pedaggi e del costo dell'autostrada (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe, signor Ministro, è un momento importante, un confronto importante. Non è il primo, perché abbiamo già avuto, in Commissione ambiente e in Commissione trasporti, più occasioni per confrontarci. L'ultima è stata proprio l'audizione, richiesta dal gruppo del Partito Democratico, del Ministero e della società Strada dei Parchi. Quindi, non ci sono mancati i momenti di confronto parlamentare; ci manca, però, una prospettiva. Ci manca un piano definito e so che lei, Ministro, ci sta lavorando. Ma il Partito Democratico è estremamente preoccupato e vorremmo che, nel prosieguo di questo confronto, si riuscisse a puntualizzare qualche aspetto.

Certamente, lei ci ha dato una buona notizia, di questo le siamo grati. La proroga del blocco delle tariffe a fine anno ha centrato un obiettivo che ci eravamo proposti più e più volte in questi anni, ottenendolo nel corso del tempo anche con sforzi emendativi. Le ultime due proroghe del blocco degli aumenti sono emendamenti, a mia prima firma, presentati con riferimento sia al “decreto Sisma” sia al “decreto Infrastrutture” dello scorso settembre.

Ora però, signor Ministro, questa proroga di cui le siamo grati ha senso se ci permette, nelle more, di costruire un percorso chiaro e definito, che dia garanzie ai cittadini, agli amministratori, agli utenti e anche ai settori economici. Infatti, oggi le autostrade per come sono messe, per le incertezze sui tempi di percorrenza, per le minacciate e continue possibilità di aumenti stratosferici, non costituiscono un punto di sicurezza.

Noi proponiamo, innanzitutto, che il blocco degli aumenti delle tariffe duri il meno possibile e che, entro questi sei mesi, si definisca un percorso. Proponiamo che si semplifichino ulteriormente le procedure per la messa in sicurezza e che si istituisca un tavolo di concertazione permanente presso il Ministero delle Infrastrutture tra le diverse parti per trovare in tempi rapidi una soluzione definitiva.

Tutti noi che percorriamo quotidianamente quelle autostrade, in particolare io che vengo da L'Aquila posso testimoniare quotidianamente le difficoltà, ma anche la mancanza di alternative. Da L'Aquila non si viene in altro modo se non con le autostrade; quindi, se non si affronta questo tema, per alcune aree del territorio abruzzese c'è veramente il rischio dell'isolamento, non essendovi alternative.

La ringrazio, Ministro - l'ho già fatto in un'altra occasione - perché, con uno studio di fattibilità, si stanno finalmente definendo eventuali possibilità di linea ferroviaria tra L'Aquila e Roma. Ma adesso non ce l'abbiamo, si viene solo in autostrada e i lavori di messa in sicurezza producono rallentamenti che in alcuni tratti arrivano a 30 chilometri orari.

Pertanto, il fatto di procedere con maggiore celerità rispetto a questi lavori è una necessità quotidiana, definitiva, forte e importante. Seguiamo da anni questa vicenda. Oggi abbiamo incontrato i sindaci dell'Abruzzo e del Lazio: sono oltre 150 che si organizzano da anni e che da anni pongono il problema insieme a noi parlamentari che da anni sosteniamo (non tutti, perché alcuni scoprono il problema solo ora, ma va bene lo stesso) che questo tema vada risolto ad alto livello.

Ministro, lei ci ha detto che domani il CIPESS probabilmente esaminerà il PEF prodotto dal commissario. Io le dico che il PEF istruito dal commissario, se è quello che abbiamo letto sulla stampa, è per noi irricevibile.

Non è possibile nemmeno ipotizzare che ci sia un carico di tariffa del 35 per cento annuo; per un percorso di anni notevole si va a moltiplicare il costo in maniera talmente elevata da non consentire più l'uso di quella arteria, così importante, che peraltro, come lei ricordava, è stata considerata, nel decreto del 2012, una infrastruttura strategica ai fini di protezione civile. Anche in quel decreto, infatti, si riconosce che quella infrastruttura è fondamentale e collega aree strategiche.

Allora, signor Ministro, io le chiedo, oltre che il suo ammirevole impegno per la proroga del blocco dell'aumento della tariffa, un impegno sul PEF e un impegno di chiarezza sul destino di questa infrastruttura. La si vuole riportare allo Stato: diteci come volete fare, ma non fate ricadere gli oneri su cittadine e cittadini che vedono tutto questo dibattito come totalmente distante dalla loro quotidianità e dalle loro esigenze che in questo momento certamente non possono affrontare un aumento come quello paventato dal commissario fiorentino del 35 per cento; è una cosa che non accade in nessun altro territorio, per nessun'altra autostrada e non può accadere nemmeno con riferimento alla A24 e alla A25 che sono le arterie che collegano queste regioni e le nostre vie di comunicazione principali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente e grazie, Ministro. Il problema della situazione della A24 e A25 si trascina ormai da troppo tempo. Io non voglio dilungarmi su discorsi demagogici, ne abbiamo fatti troppi in questi anni, ma voglio fissare alcuni punti importanti per capire quali sono i temi da affrontare e dirci la verità in ordine a quello che vogliamo fare.

Il primo punto è capire se la concessione deve essere tolta al gestore, in quali tempi, con quali rischi di contenzioso, perché a causa di un contenzioso, Ministro, si potrebbero bloccare gli investimenti per anni.

Un altro punto fondamentale è il piano di investimenti. Con riguardo alla riunione di domani, sono poco fiducioso che questo piano di investimenti vedrà la luce e sono altrettanto preoccupato perché qualche settimana fa, nel tratto della A24 e A25, una frana per miracolo non ha coinvolto persone in maniera importante. Spero che non si debba affidare al nostro Signore, per chi crede, o al fato la nostra vita, la vita dei nostri concittadini, la vita delle nostre aziende e tutto ciò che accade anche rispetto ai dipendenti all'interno di questa infrastruttura.

Se il Governo ha intenzione di prorogare lo sconto sulle tariffe del 34 per cento - e ne apprendo la volontà - io penso che già la cifra attuale scontata non sia più coerente con l'economia di questo territorio. La difficoltà del combinato disposto dell'aumento dei costi della benzina, dell'aumento dei costi della manutenzione dei mezzi, dell'aumento delle tariffe fa diventare impossibile pianificare la propria vita personale, la propria vita aziendale, la vita di un Paese e di territori come l'Abruzzo e il Lazio che collegano due aree geografiche determinanti per il Paese. L'Adriatico e il Tirreno sono collegati da questa strada. Al netto della nostra passione sul territorio, ci sono aziende che utilizzano queste autostrade per spostare le merci con i loro TIR in maniera molto importante, visto che purtroppo non siamo dotati di infrastrutture ferroviarie in grado di ovviare a questo problema.

Io sono preoccupato. Queste domande sono importanti, ma le risposte a queste domande devono arrivare in un tempo breve perché la programmazione del futuro di un territorio passa anche per le sue infrastrutture. Queste infrastrutture sono bloccate da anni e oggi tanti come me e i miei colleghi abruzzesi, ma anche gli altri che vengono nel mio bell'Abruzzo, vivono anche una difficoltà determinata dalla confusione dei cantieri.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,15)

ANTONIO MARTINO (FI). Spero che la notizia dei 100 dipendenti dell'autostrada dei Parchi da mettere in cassa integrazione o da licenziare sia una notizia giornalistica non reale perché questa è un'altra ricaduta importante; infatti, oltre la beffa, rischiamo di mandare a casa 100 persone in un momento in cui di quelle 100 persone ce n'è più bisogno.

Io sono vicino ai nostri sindaci, alle manifestazioni che vengono fatte dai cittadini. Vedete, c'è anche una cultura particolare del nostro territorio: noi manifestiamo in maniera gentile perché l'Abruzzo ha un territorio forte e gentile, ma non confondiamo la gentilezza per incapacità o per stupidità.

Monitoreremo, come Forza Italia e come forza di Governo, fedele e vicina allo stesso, ma capace di capire e interpretare i problemi e tutto ciò che accade e saremo vicini ai cittadini. Questa è una battaglia che, a mio avviso, non deve finire in tribunale ma con ragionevolezza rispetto all'interesse comune (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, Fratelli d'Italia è abbastanza sconcertata per la relazione da lei resa, perché è notarile; era già largamente documentata nei nostri atti di sindacato ispettivo che, dal 2018, abbiamo presentato in quest'Aula; così come è abbastanza disarmante che vi sia un gruppo parlamentare, quello del Partito Democratico, che, volendo attribuirsi il merito di essersi interessato per primo della situazione, dimentica di aver avuto Ministri delle Infrastrutture e dei trasporti, da Delrio alla De Micheli, che non hanno risolto il problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello che è stato rappresentato qui non è solo il grande ingarbuglio della Strada dei Parchi, ma è anche un'assenza totale di una qualche riflessione da parte del Ministero rispetto al suo modo di agire: non c'è stato un minimo di autocritica. Signor Ministro, lei si è reso conto che ha letto almeno quattro giudizi sfavorevoli al Ministero in contenziosi con Strada dei Parchi S.p.A. Dalla Corte Costituzionale, alla Corte di Cassazione, al Consiglio di Stato avete perso su tutti i fronti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Allora, delle due l'una: o non si sanno imbastire gli atti amministrativi o, evidentemente, vi è una superficialità di fondo che deve essere messa a nudo, perché questa è la prima concessione che è andata a gara nel nostro Paese. Oggi, siamo in una situazione con riferimento alla quale le sue parole, signor Ministro, ci fanno venire un fondato dubbio che lei, peraltro, non ha chiarito: se la vostra strada sia quella di andare al contenzioso e alla risoluzione contrattuale o di scegliere qualche altra strada. Voglio solo ricordare a me stesso - non certo a lei - che, quando qualche anno fa, a morti caldi, qualcuno si avventurò, dicendo che avrebbe firmato, di lì a pochi giorni, la revoca della concessione autostradale, quella revoca è finita con il subentro, per la modesta cifra di 8 miliardi, ad Autostrade per l'Italia SpA di Cassa Depositi e Prestiti e di due fondi internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non vorremmo che la strada seguita fosse un'altra volta quella di far pagare ai contribuenti l'incapacità di gestire le concessioni da parte di fior fiore di funzionari, rispetto alle quali, non io, non Fratelli d'Italia, ma qualcuno ha consentito che si potessero svolgere i lavori in house perché questo è scritto nella concessione, non altro!

In conclusione, riteniamo che la situazione di pericolo, che anche poc'anzi è stato evocato, per il transito di poco più di 300 chilometri di autostrada (non stiamo parlando della rete di poco più di 2 mila 800 chilometri di Autostrade per l'Italia), debba necessariamente avere una risposta chiara da parte del Governo, che oggi non c'è stata. Non potete continuare a nascondervi dietro un dito e a pensare che la soluzione del problema sia il blocco delle tariffe ogni semestre, perché lei sa meglio di me che quel blocco un giorno dovrà essere pagato e lo pagherà lo Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Grazie, Presidente. Non aggiungo nulla di tecnico alle affermazioni del collega Foti, ma solo alcune considerazioni di natura politica su quanto vivono 113 comunità locali, i sindaci che rappresentano e che abbiamo incontrato oggi in un lunghissimo incontro, che non è il primo, ma uno dei tanti che abbiamo svolto per conoscere e condividere insieme a loro non solo le criticità sulla A24 e la A25, ma anche quelle dei loro territori. Esiste una Nazione, come questa, in cui tutti i cittadini non sono eguali; vi sono luoghi nei quali si viaggia gratuitamente sulle reti autostradali, altri nei quali c'è una condizione socioeconomica fiorente. Ha provato ad arrivare in Abruzzo con l'Alta velocità, Ministro? Non credo ci sia riuscito, perché non c'è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non ci sono aeroporti, non ci sono infrastrutture adeguate. E' necessario dare la possibilità ai cittadini dell'Abruzzo e di parte del Lazio delle stesse condizioni o ripagarli. Allora, come ripagarli nell'immediato? Non ci aspettiamo aumenti tariffari, non ci aspettiamo che venga mantenuta la stessa tariffa presente attualmente; ci aspettiamo le stesse condizioni ottenute, ad esempio, grazie al “decreto Lupi”, anche se attuato solo in parte, per i pendolari sulla Pedemontana Veneta, e mi riferisco anche a quelle persone che, da questa mattina, grazie a Fratelli d'Italia, nel tratto autostradale, a Bolzano, potranno usufruire della A22 per il tratto urbano, viaggiando gratuitamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste comunità locali devono averne la possibilità ed è facile in termini economici, perché quelle autostrade, A24 e A25, oggi introitano, da bigliettazione, circa 180 milioni di euro.

Se si agevolano i pendolari e si permette loro di viaggiare gratuitamente, vi sarebbe un esborso di pochi milioni di euro che metterà quelle comunità in condizione di veder ripagata l'assenza di infrastrutture che permettano di abitare degnamente in quei luoghi e, magari, di veder invertito il decremento demografico che rende sempre più povere quelle zone. Poiché tali zone sono povere, le strade di accesso sono poco frequentate e poiché sono poco frequentate gli utenti pagano di più. E' un serpente che si morde la coda e che va interrotto. Allora, noi di Fratelli d'Italia, che siamo abituati, quando siamo all'opposizione, quando siamo in piazza o davanti ai caselli, insieme ai nostri amministratori locali, ai nostri cittadini, a dire delle cose - che quando poi saremo al Governo faremo -, invitiamo a dar seguito a questa nostra richiesta.

Lavoriamo anche adesso in termini finanziari per mettere i cittadini di quei 113 comuni, come già avvenuto, in condizione di viaggiare in condizioni di gratuità per ripagarli delle sofferenze che, fino ad oggi, hanno avuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Abbiamo consegnato ai sindaci questa nostra cartellina anche per evitare situazioni per cui, in piazza, si dice una cosa mentre poi, in Parlamento, si votano Governi che, come spiegava il collega Foti, hanno poi messo in condizione di richiedere, oggi, interventi tampone e interventi strategici che mancano. Abbiamo raccolto tutti i nostri interventi, dal 2018 oggi, anche quelli precedenti, alla Camera e al Senato, per dare la possibilità ai sindaci di conoscere quanto Fratelli d'Italia ha proposto e quanto Fratelli d'Italia farà al Governo per ripagare i territori di quelle sofferenze che hanno subito fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Camillo D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, ho ascoltato con attenzione la sua comunicazione e, francamente, speravo in un definitivo punto fermo sulla vicenda che stiamo affrontando, ma non è così. Ministro, ho chiare le sue non responsabilità, ma ho altrettanto chiare le responsabilità del Ministero che, nel tempo, si è evoluto. In premessa, vorrei dire al collega Lollobrigida che, in Abruzzo, c'è l'aeroporto, forse non lo sa, ma ha anche un Presidente della regione del suo partito che glielo può dire.

Signor Ministro, le dicevo, sarò particolarmente severo, più che altro fermo, perché la mia regione, l'Abruzzo, non è più terra di Fontamara, dove ritenere di poter praticare ogni prepotenza e il tempo che passa, gli interventi che non si fanno rappresentano una forma di prepotenza. Dobbiamo aspettare ancora qualche disgrazia? Ci dica cosa dobbiamo fare. Se i massi recentemente caduti sulla A24, al chilometro 40, a Roviano, avessero raggiunto un autobus, un camion, un'auto, sarebbe stata una strage. E' una forma di prepotenza anche non far accadere ciò che deve accadere, ciò che è nella disponibilità piena dello Stato, che diventa rinvio strutturato, con conseguenze gravissime innanzitutto sulla sicurezza: la grande assente nel dibattito. Il PEF di Strada dei Parchi - come lei ha ricordato - è scaduto nel 2013. Nove anni dopo siamo ancora senza PEF, nonostante due anni fa il Consiglio di Stato sia dovuto intervenire per nominare un commissario che operasse per superare “la colpevole inerzia del MIMS nell'approvazione del nuovo PEF”. Così è scritto. L'ultimo commissario, l'avvocato Fiorentino - Ministro, questo lei non l'ha detto - ha imposto un PEF a zero investimenti al concessionario, con l'ovvia conseguenza che gli interventi necessari dovrebbero essere garantiti dalla parte pubblica, interventi che sono stati quantificati dal commissario Gentile in 6,5 miliardi, di cui 5 miliardi dovrebbero essere messi in cantiere subito e 800 milioni dovevano essere già appaltati o in corso di esecuzione. Dove stanno questi investimenti, nonostante la copertura del PNRR e nonostante la copertura dei fondi in bilancio che ammontano a 4 miliardi? Insisto sul PEF perché quello è lo strumento verità per rendere certezza e risolvere la distorsione originaria di questa concessione. Fanno bene i colleghi di Fratelli d'Italia a raccogliere i loro interventi, ma eravate voi nel Governo Berlusconi, nel 2001, quando venne concepita una concessione che si basava su un aumento automatico della tariffa, il cui gettito dovrebbe far fronte ad un fabbisogno di investimento così elevato, con flusso del traffico e tariffe insostenibili, che non consente l'esercizio. Tant'è vero che il legislatore e i Governi sono intervenuti più volte a bloccare la tariffa; il Ministro ne ha annunciato un ultimo blocco. Intanto, la concessionaria ha maturato crediti a fronte dei quali lo Stato - Ministro, anche questo non l'ha detto - ha dovuto subire un pronunciamento del tribunale di Roma che chiama il MIMS per compensare crediti e debiti. Ora, cosa faccia il concessionario e chi sarà il concessionario a noi non interessa. A me interessa la colpevole gestione di chi al Ministero, fin dall'origine, fin dal 2001 - i Ministri cambiano ma il Ministero sta lì, quindi non lei ma qualcuno, nel tempo - ci ha messo in questa situazione. Lo dico perché, leggendo il parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti, si evince che l'ultimo PEF, quello proposto dal commissario alla Società dei Parchi che prevedeva, appunto, zero investimenti, determina ancora una volta il mostro, similmente al 2001, dell'aumento automatico delle tariffe - lo ripeto, 2001 con il Governo Berlusconi - fino ad arrivare al 375 per cento di aumento, nel 2030, dell'attuale tariffa. Ministro, lei ha evocato nel suo intervento la revoca della concessione come se fosse una notizia risolutoria. Fatelo! A noi interessa che cosa accade oggi e cosa accadrà dopo e non chi sia il concessionario. Però, se torniamo al fantasma del PEF - indipendentemente da chi sarà il nuovo concessionario, probabilmente la newco di ANAS che dovrebbe comunque preventivamente dimostrare di esserne in grado - le chiedo come si regga la manutenzione straordinaria e ordinaria - quella straordinaria subito, con una esigenza di 6,5 miliardi - senza intervenire sulla tariffa in modo anomalo e insostenibile. Questo è il punto.

Lei ha anche evocato, Ministro, l'intervento della magistratura che farà sicuramente bene il proprio lavoro. Premetto che l'azione di revoca in danno da parte del Ministero, che lei ha citato, purtroppo è banalmente successiva alla medesima anticipata risoluzione in danno da parte del concessionario. Una guerra difensiva legale tra le due parti che ci porta allo stallo attuale. Credo che, prima o poi, Ministro, ci sarà l'intervento della magistratura anche nel leggere e rileggere le revoche che danno vita poi a vie pattizie, come nel caso di ASPI.

Le voglio ricordare, Ministro, che abbiamo regalato ad ASPI oltre 8,8 miliardi. ASPI ci è costata 21,3 miliardi di euro, dei quali 9,1 miliardi per l'acquisto del pacchetto azionario, 8,8 miliardi, appunto, per l'accollo del debito di ASPI, 3,4 miliardi per l'accollo degli indennizzi derivanti dal crollo del ponte Morandi. Addirittura, siamo intervenuti rinunciando alla procedura di risoluzione per inadempimento di ASPI. Il Ministero è intervenuto rinunciando all'azione di decadenza del concessionario, arrivando ad un'operazione finanziaria per cui, alla fine, Cassa depositi e prestiti è anche minoranza all'interno della società ed in maggioranza sono i fondi collegati a Cassa depositi e prestiti. Ministro, con quelle risorse ci avremmo fatto l'autostrada nuova in Abruzzo. Che cosa ci si aspettava da quest'Aula? L'ovvio era - e lo abbiamo guadagnato grazie a lei - la proroga dell'aumento delle tariffe; ma, entro questi sei mesi, riusciamo a chiudere la partita del nuovo PEF? Riusciamo a dare certezza degli investimenti, riusciamo a garantire che quelle linee di intervento si facciano? Purtroppo non è così, Ministro, e c'è un grande, gigantesco problema all'interno della struttura ministeriale.

Per questo, noi continueremo il lavoro di attenzione, Ministro, sapendo che quello di oggi è solo un primo passo scontato rispetto a quello che merita e che deve accadere in Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Berardini. Ne ha facoltà.

FABIO BERARDINI (CI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Ministro per questa informativa. Ministro, io le parlo da deputato abruzzese che percorre questa autostrada ogni settimana. Quindi, sappiamo intanto una cosa molto chiara, cioè che questa è l'autostrada più cara d'Europa. Anche su questo noi ci dobbiamo fare una domanda: perché i cittadini abruzzesi, ma tutti gli automobilisti che percorrono queste autostrade, devono pagare di più rispetto ad altri tratti dell'autostrada appenninica? Questa è una domanda a cui noi dobbiamo dare una risposta. Poi c'è un'altra questione, che abbiamo ritenuto folle, quella della proposta, che è andata sui giornali, di un Piano economico e finanziario, che prevedrebbe aumenti fino al 375 per cento, arrivando al 2030. Ma parliamo anche un po' di numeri, perché un aumento del 375 per cento significa, Ministro, che per andare da Roma a Pescara ci vorrebbero circa 95 euro! Questo vuol dire che se io, cittadino abruzzese, devo venire a Roma per una necessità mi sono già giocato in una volta il bonus che il Governo sta dando sul rincaro dell'energia, pari a 200 euro. Chiaramente, questo non è più sostenibile da parte dei cittadini abruzzesi e da parte di tutti gli automobilisti e di tutte le imprese che usufruiscono di queste autostrade. Veniamo, quindi, alla domanda e all'auspicio di Coraggio Italia, ossia che governare significa decidere. Siamo tutti d'accordo sul fatto che, evidentemente, questa concessione è stata scritta malissimo perché, se noi abbiamo dieci anni di contenzioso tra il concessionario e il Ministero, evidentemente ci sono regole che sono state scritte male. Ma c'è un'altra questione, cioè che, evidentemente, è stato sbagliato formulare una concessione per un'opera che non garantisce un flusso di cassa di autosostentamento. L'ha detto lei, Ministro: la domanda di traffico è molto bassa e, quindi, come facciamo a dare un'opera che si possa autosostenere con un flusso di traffico così basso? È chiaro che il concessionario cercherà di remunerare la concessione con le manutenzioni. Tuttavia, se non è più possibile andare avanti nella gestione di quest'opera in questo momento, a questo punto lei, Ministro, e tutto il Governo dovete prendere una decisione. Una prima decisione è stata presa, e la ringrazio Ministro di questo blocco delle tariffe che sarebbero altrimenti insostenibili fino a fine anno.

Tuttavia, dobbiamo parlare “pane al pane e vino al vino”. Noi abbiamo due scelte davanti a noi. Possiamo bloccare questi aumenti fino al 2030, perché non possiamo stare qui ogni anno con il rischio di aumenti del 30, del 16 o del 15 per cento, non ce lo possiamo permettere. Quindi, o blocchiamo definitivamente fino al 2030 - ovvero fino alla scadenza di questa concessione - oppure andiamo per la strada della revoca. Qui mi riallaccio a quello che lei ha detto sulle contestazioni di inadempimenti, che il Ministero ha fatto alla Società Strada dei Parchi. Infatti, o revochiamo o blocchiamo fino al 2030: non abbiamo altre scelte. Altri aumenti, come è stato ampiamente detto, non sono assolutamente sostenibili e neanche i cittadini abruzzesi possono pagare il 300 per cento di remunerazione a un privato. Questo penso sia chiaro. Oltre al suo racconto di blocchi di dieci anni, noi per 200 chilometri di strada abbiamo avuto tre commissari e oltre quindici proposte di PEF. La situazione è assurda e va risolta in maniera chiara. Noi vogliamo chiarezza e concretezza da parte sua, Ministro, che è stato scelto dal Presidente del Consiglio. Ci aspettiamo una risposta chiara a brevissimo, per non ritrovarci nel 2023, un'altra volta, con questo spettro di nuovi aumenti. Le chiediamo, Ministro, a brevissimo una risposta chiara su questa posizione, perché l'unico modo che hanno gli abruzzesi per raggiungere Roma, di fatto, sono queste due autostrade, perché non esiste, come è stato ricordato, l'alta velocità e il treno per raggiungere Pescara da Roma ci mette oltre tre ore e mezza per fare 200 chilometri, quando con un'auto impieghiamo 2 ore. Quindi, altre soluzioni non ci sono e questo è un grido di aiuto e di allarme che viene dal popolo abruzzese, che è anche pronto a manifestare, nel caso in cui non si risolva in maniera definitiva questa annosa questione. La colpa va ascritta a tutti coloro che hanno governato e che hanno espresso il proprio Ministro, ma ora basta cercare le colpe da uno schieramento o da quell'altro! È il momento di agire con concretezza e questo le chiediamo, Ministro, a nome di Coraggio Italia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente. Signor Ministro, colleghi. Io la ringrazio, Ministro, per la sua relazione e per quanto ha detto, innanzitutto, per averci detto che bloccherà gli aumenti dei pedaggi fino al 31 dicembre. Penso, però, che nessuno se la possa cavare in questa nostra discussione guardando soltanto in avanti, perché è del tutto evidente che il problema di questa nostra infrastruttura viene dal passato. Infatti, lei ci ha detto tre cose. In primo luogo è un'autostrada di interesse strategico nazionale, come è stata definita dopo il terremoto, proprio per quella ragione. Due cose, però, erano chiare da prima: non c'era traffico, né prima né dopo, ed è diventata una strada di interesse urbano della città di Roma, con un flusso in entrata e in uscita. Un'autostrada con queste caratteristiche è stata messa in concessione con un'ipotesi di aumenti sproporzionati, creando di fatto qualcosa di non sostenibile. In questa vicenda - perché quando si parla le cose bisogna ricordarle tutte - c'è anche il 2008. Ci fu, con la stessa società, anche qualcos'altro, che riguardava altre infrastrutture, e altre questioni dei trasporti italiani, come l'allora confluenza Alitalia e AirOne. Io penso che, nel punto di partenza 2001, nel trattare le concessioni con troppa leggerezza, c'è molto, molto dei problemi che oggi stiamo affrontando.

Noi dobbiamo avere chiaro il passato, per evitare i problemi nel futuro. Quell'autostrada è ormai una strada d'interesse strategico, per le ragioni di cui abbiamo parlato, e non può essere una gallina dalle uova d'oro per i privati a scapito dell'interesse pubblico. Le infrastrutture si fanno per interesse nazionale. Quando in Italia si è fatta la prima autostrada, non si è pensato ai pedaggi, ma a costruire una strada che collegasse il Paese da Nord a Sud. Questa infrastruttura è una delle poche che collega da Est a Ovest - o da Ovest a Est, a seconda da dove la si voglia guardare - con delle ricadute oggettive rispetto al passaggio dall'Adriatico verso il Terreno, e noi dobbiamo dare delle risposte.

Io credo - e non la voglio fare troppo lunga - che il compito che avremo davanti, essendoci stato dato tempo fino al 31 dicembre, quindi traguardando il problema immediato di giugno, è di lavorare nei prossimi mesi, perché, con la legge di stabilità e quanto bisognerà fare, si possa arrivare ad una conclusione - non a continui rinvii, ma una conclusione nell'interesse pubblico della strada dei cittadini -, non facendo la propaganda ai cittadini per questioni elettorali, ma guardando alla prospettiva di sviluppo dell'intero territorio abruzzese, del Lazio e dell'Italia tutta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Presidente, Ministro, oggi abbiamo sentito le parole di un burocrate e non di un Ministro. È questo il vero problema della sua esposizione, perché per capire le problematiche di oggi dovremmo anche conoscere quello che è successo nel passato. Parliamo di un'autostrada come le altre autostrade, che erano dello Stato, che, per far guadagnare i privati (Benetton, i Toto, Gavio ed altri) sono state privatizzate e data in gestione agli amici della politica del tempo. Era il periodo d'oro delle privatizzazioni. Ovviamente per “periodo d'oro” non intendo quello d'oro dello Stato e dei cittadini, ma dei pochi che ci hanno davvero guadagnato con l'avallo della politica grazie alle privatizzazioni. D'altro canto, anche i concessionari, in un modo o nell'altro, hanno sempre finanziato la politica. Ora, dopo due anni dall'ultimo, arriva questo PEF sul tavolo, trasmesso all'ART dal commissario ad acta, in cui qualche folle vorrebbe addirittura aumentare del 375 per cento, al 2030, le tariffe autostradali. Oggi abbiamo sentito tutti, non solo dall'opposizione ma anche dalla maggioranza, dire come questo PEF sia del tutto irricevibile. Però, Ministro, quello che manca nella sua esposizione non è quello che è successo in questi ultimi mesi e in questi ultimi due-tre anni, ma è la politica, ovvero quello che vuole fare questo Governo. Infatti, noi stiamo andando avanti ogni sei mesi procrastinando il problema, parlando sempre dello stesso problema senza trovare una soluzione. Noi di Alternativa, siamo contro la privatizzazione dei monopoli naturali, perché i monopoli naturali per definizione devono essere pubblici e lo Stato ha dimostrato che non può e non riesce a controllarli, quando, invece, deve gestire i monopoli naturali. Però, allo stesso momento non possiamo fare il bis di questa vicenda vergognosa, che è avvenuta con Atlantia e con i Benetton, ovvero rifinanziando i Benetton con oltre 8 miliardi di euro dopo quello che è successo a Genova. Ora dovremmo, forse - ed è questa la sua opinione e quella del Governo o quella di alcuni questo Governo e della maggioranza -, rifinanziare Toto per una concessione, anzi per un'autostrada che era dello Stato? Forse sarebbe ora - anche perché questa autostrada non si ripagherà mai in questo momento - che tornasse parte dello Stato, che fosse onere dello Stato manutenerla dal punto di vista straordinario e ordinario e che tornasse un bene finalmente pubblico e non più un bene privatizzato. Noi di Alternativa vogliamo che tutti i monopoli naturali, tutte le autostrade ritornino pubbliche, perché devono appartenere ai cittadini e non a pochi privilegiati dalla politica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Oggi, Ministro, lei è venuto a illustrarci come contrastare gli aumenti di alcuni pedaggi autostradali; si è però concentrato soltanto sulla punta del grande iceberg della fallimentare pianificazione autostradale in Italia. Ieri avete avuto il coraggio di autodefinirvi Governo ecologico, ma non siete voi quelli che non più di tre settimane fa avete consentito una deroga per l'utilizzo di rifiuti come combustibile nei forni dei produttori di cemento? Ve lo siete dimenticati? Questo regalo ai cementifici è frutto della vostra cultura “cementocentrica”, che non ha nulla a che fare con l'ecologia. L'amore per il cemento è molto diffuso anche tra le regioni. Pensiamo alla regione Lombardia, dove l'esperienza disastrosa dell'autostrada BreBeMi non solo non ha insegnato nulla, ma ha addirittura creato il desiderio di emulazione.

Come a dire, se abbiamo già fatto un bel disastro, perché non se ne può fare un altro? Si mettono soldi in opere inutili, con il solo scopo di accontentare qualche colosso delle costruzioni, e poco importa se saranno dei fallimenti finanziari annunciati. Non c'è più nemmeno la decenza di bloccare i progetti sbagliati, magari nati con certe finalità, ma poi portati avanti nonostante una situazione di fatto mutata, come per la cosiddetta autostrada Treviglio-Bergamo, che già nel nome è un inganno perché a Bergamo non arriverà, in cui si vorrebbero investire decine di milioni di euro pubblici, cioè dei cittadini, giustificati come abbassamento dei futuri costi, dei futuri pedaggi di una futura opera che non esiste. Insomma, un sistema che serve solo a incentivare il business della logistica, riempiendo il territorio di capannoni. Ma ovunque il territorio nazionale è costellato di opere simili: la politica dà il via a infrastrutture inutili e dannose non per creare un servizio al cittadino, ma per consentire poi di spillargli soldi sotto forma di pedaggi, pedaggi stellari proprio come quelli di BreBeMi, sui quali invito il Ministro a tenere alta l'attenzione.

Oggi stiamo parlando di contenimento delle tariffe autostradali di A24 e A25 perché lì la politica è intervenuta, e questo è positivo, ma monitorate cosa avviene da altre parti, dove invece la politica tace o è compiacente, e ha a cuore l'interesse dei privati e non quello pubblico. Questa è la strada che si sta percorrendo, tanto cemento per consumare altro suolo; potrà anche piacervi, ma almeno non chiamatela ecologia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Prima di esprimere un giudizio positivo sulla relazione del Ministro, non fosse altro perché è improntata al realismo, desidero rivolgere un saluto alla collega Cunial, che torna in Aula dopo tre mesi. Considero un vulnus alla democrazia il fatto che un parlamentare non abbia potuto partecipare ai lavori d'Aula e credo di poter personalmente censurare l'atteggiamento del Presidente che non ha fatto nulla affinché questo vulnus potesse essere evitato. Detto questo, entro nel merito, nei due minuti che ho a disposizione, della relazione del Ministro, che apprezzo, non fosse altro perché è stata realista e non ha fatto promesse che non è in grado poi di mantenere.

Noi ci troviamo davanti a un problema, la A24 e la A25, che è strategico per lo sviluppo dei rapporti all'interno del nostro Paese. Siamo di fronte a una struttura che ha bisogno di interventi di manutenzione e di sicurezza nei cavalcavia, nei collegamenti, in tutte le sue parti più diverse.

Siamo nella necessità di produrre un progetto e un percorso che finora è stato solo annunciato e mai realizzato. Credo che il fatto di aver voluto inserire all'interno del PNRR un progetto espressamente dedicato, una linea di finanziamento dedicata a questo sia sicuramente un fatto che va riconosciuto al Governo e che merita sicuramente il nostro plauso. La speranza, signor Ministro, e lo dice uno che ha fatto il presidente di regione, quindi sa cosa vuol dire amministrare rispetto al rappresentare i problemi, è che lei sia nelle condizioni di poter aprire un percorso fattivo perché ci ritroviamo fra un po' di tempo, non molto lontano, a considerare aperture di cantieri, lavori da fare, sicurezze della messa in opera, perché questo è ciò che ci aspettiamo e questo è ciò che la nostra comunità ci chiede.

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 18 con il seguito dell'esame del disegno di legge n. 3533-A. La seduta è sospesa.

 

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