Senato della Repubblica – 4-04766 - Interrogazione sullo spreco di risorse circa le sedi di corrispondenza della RAI: Bruxelles, Londra, Berlino, Parigi, Gerusalemme, Il Cairo, Istanbul, New York, Mosca, Pechino e Nairobi.

Senato della Repubblica – 4-04766 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 13 gennaio 2021.

- Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

le sedi di corrispondenza della RAI sono 11: Bruxelles, Londra, Berlino, Parigi, Gerusalemme, Il Cairo, Istanbul, New York, Mosca, Pechino e Nairobi;

il servizio di "Striscia la notizia" "Rai Scoglio 24", dedicato alla televisione di Stato ha parlato degli sprechi di viale Mazzini, prendendo di mira la sede di Mosca. Secondo il servizio la struttura, che ha sede a Prospekt Mira, 74 Apt., vanta due corrispondenti, dei dipendenti locali e un ufficio, il tutto per una spesa di circa un milione di euro all'anno;

secondo il servizio, a ciascun giornalista viene fornito un appartamento in affitto, come di consueto, ma uno degli alloggi in locazione sarebbe stato adeguato alle esigenze del giornalista dalla RAI a un costo di circa 150.000 euro. Una spesa elevata, se si considera che l'immobile non è di proprietà e che per giunta non risulterebbe facilmente rintracciabile, come invece dovrebbe essere in virtù del codice di trasparenza, che obbliga la RAI a rendere accessibile ogni dato di spesa;

solo pochi giorni fa, "Striscia la notizia" aveva "fatto le pulci" al servizio pubblico per l'ufficio di corrispondenza RAI di Pechino, che da agosto 2020 sarebbe inutilizzato dopo il rientro in Italia della corrispondente Giovanna Botteri. Secondo quanto denunciato, al momento la RAI spenderebbe circa 300.000 euro all'anno per il personale cinese, altri 300.000 euro per la sede e circa 40.000 euro per l'appartamento della corrispondente, anch'esso vuoto. In totale più di 600.000 euro a cui si aggiunge lo stipendio della corrispondente stessa (oltre 200.000 euro all'anno) che però da 5 mesi non si trova più in Cina;

considerando, inoltre, che:

ai sensi dell'art. 20 del contratto di servizio "la Rai è tenuta, altresì, ad adottare criteri tecnici ed economici di gestione idonei a consentire il raggiungimento di obiettivi di efficienza aziendale e di razionalizzazione del proprio assetto organizzativo. Nell'ottica di una gestione ispirata a criteri di efficienza, la Rai si impegna a potenziare, secondo criteri di economicità, la capacità dei propri centri di produzione e persegue altresì l'obiettivo di un adeguato ritorno sul capitale e sugli investimenti, tenendo conto anche delle condizioni del mercato di riferimento";

stando ai dati più recenti disponibili, le spese annuali per il personale RAI (12.901 dipendenti, dato 2019) ammontano a 939 milioni di euro (mentre nel 2019 erano 911,8 e nel 2016 erano addirittura 847.551.467 milioni). Il contratto giornalistico RAI è il più "blindato" d'Italia: il costo azienda medio annuo è di 200.000 euro per ciascuno dei 210 capiredattori, 140.000 euro per i 300 capiservizio, 70.000 euro per i neoassunti (dati 2018);

la RAI, con le tre testate nazionali, realizza ogni giorno oltre 25 edizioni di telegiornale, mentre in Francia e in Germania le edizioni quotidiane sono 7, nel Regno Unito e in Spagna 6. All'offerta si aggiunge poi il canale "RaiNews 24", che trasmette notizie 24 ore al giorno;

considerato, infine, che, per quanto risulta, nel 2019 la perdita netta finale registrata dalla RAI a livello di bilancio civilistico (RAI come società per azioni) è aumentata da 37,4 a 54,6 milioni, nonostante l'aumento degli incassi da canone televisivo. Mentre il bilancio RAI 2020 dovrebbe chiudere a 43 milioni di euro in negativo. A destare allarme ora è il meno 220 milioni previsto dal budget 2021. Profondo rosso dovuto in particolare alla crisi economica generata dalla pandemia: mancano all'appello i canoni speciali (sospesi per gli esercizi commerciali chiusi per il COVID) e una buona fetta della raccolta pubblicitaria. E le prospettive, con questa seconda ondata di COVID-19, non sono delle migliori. Una débâcle finanziaria aggrava dal fatto che entreranno a bilancio gran parte dei 137 milioni messi a budget nel 2020 per i diritti televisivi dei grandi eventi sportivi, che saranno conteggiati quest'anno. Si parla di circa 70 milioni dovuti alla UEFA per gli europei di calcio. E poi ci sono circa 40 milioni da girare a Discovery per le olimpiadi di Tokyo,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti descritti;

se il Ministro dell'economia e delle finanze ritenga di dover intervenire per valutare quanto accaduto con l'adeguamento dell'immobile non di proprietà situato a Mosca affittato per uno dei due corrispondenti della televisione di Stato, soprattutto in un momento in cui lo stesso amministratore delegato della RAI, Fabrizio Salini, ha sottolineato la necessità di agire per mantenere in ordine i conti dell'azienda;

se il Ministro dello sviluppo economico, nell'ambito delle proprie attribuzioni relative al contratto di servizio, ritenga di dover intervenire affinché la televisione di Stato ritorni ad essere la narratrice dei grandi eventi internazionali, sia sportivi sia culturali (mondiali di calcio, coppe europee, ma anche notte degli Oscar, ad esempio), per tornare a essere vero servizio pubblico, oltre a portare grande beneficio al bilancio RAI.

(4-04766)

Contenuto pubblico