Senato della Repubblica - 4-03065- Interrogazione sulla veridicità dei fatti riportati nell’articolo del quotidiano Libero dal titolo "Coronavirus, Mes ed eurobond, il falco tedesco Regling: "Italia e Spagna devono mettersi in ginocchio".

Senato della Repubblica - 4-03065- Interrogazione a risposta scritta presentata il 26 marzo 2020.

 - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per gli affari europei, degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

l'articolo pubblicato il 24 marzo 2020 su "Libero" dal titolo "Coronavirus, Mes ed eurobond, il falco tedesco Regling: "Italia e Spagna devono mettersi in ginocchio", attribuisce frasi gratuitamente offensive e sprezzanti sull'Italia a Klaus Reagling, amministratore delegato del Fondo "Salvastati": "Il coronavirus lascerà macerie economiche e sociali simili a quelle del secondo Dopoguerra in Europa, ma c'è chi non lo capisce. L'economista piazzato al MES dalla sua cancelliera Angela Merkel ne è l'esempio perfetto. La strada per gli eurobond, insomma, è lunga e in salita anche se ufficialmente pure Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha sostenuto l'emissione europea di "corona-bond" per finanziare il nuovo debito col sostegno di Ue e Bce". "In Italia- prosegue l'articolo- anche Mario Monti e Romano Prodi, per esempio, sono arrivati alle medesime conclusioni sostenute, da tempo non sospetto, da Giulio Tremonti. Il presidente francese Emmanuel Macron e la stessa Merkel sarebbero d'accordo, ma gli ultrà nordici del rigore (di cui Regling sventola la bandiera) sono categorici: il debito pubblico dei paesi del Mediterraneo deve restare loro, e solo loro (anche se Italia e Spagna continuano a contribuire al bilancio dell'Unione). Anche se la crisi delle banche tedesche, ormai conclamata, potrebbe cambiare la situazione";

nel maggio 2010, in seguito alla crisi dei debiti sovrani in Europa ed in Usa, fu creato il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF), meccanismo temporaneo che serviva a garantire prestiti agli Stati dell'Eurozona in difficoltà, sostituito nell'ottobre 2012 dal Meccanismo europeo di stabilità (MES), che ha natura permanente e può aiutare gli Stati dell'area euro in caso di difficoltà economica, con alcuni strumenti, ossia prestiti economici, dati in cambio dell'accettazione da parte del Paese aiutato di un programma imposto di riforme; acquisti di titoli di Stato sul mercato primario e secondario; linee di credito precauzionali; prestiti per la ricapitalizzazione indiretta delle banche; ricapitalizzazioni dirette, con un capitale teorico di circa 700 miliardi di euro. Il MES, che ha un'attuale disponibilità di circa 80 miliardi di euro, ha già erogato prestiti per 254,5 miliardi di euro a Irlanda, Cipro, Portogallo, Spagna e Grecia (per tre volte). L'Italia, con 14,33 miliardi di euro versati su 125,4 miliardi sottoscritti, è il terzo contributore, dietro a Germania e Francia. Il MES dispone di poteri superiori a qualsiasi Stato sovrano quali immunità giudiziaria, fiscale e penale, ed è, ad avviso degli interroganti, incompatibile con qualsiasi ordinamento democratico;

la discussa riforma del MES proposta nello scorso autunno, nata dal patto franco-tedesco, era quella di replicare lo schema dei consueti programmi della Troika (o memorandum) già collaudato con il "golpe" greco, per aggredire i Paesi con il debito pubblico più alto e costringerli a ristrutturarlo a condizioni capestro. Il disegno (o la trama se si preferisce) è lo stesso della banca statunitense JP Morgan nel famoso documento di 16 pagine del maggio 2013, che, per sopravvivere alla crisi del debito sovrano, imponeva anche all'Italia di liberarsi al più presto delle costituzioni antifasciste. Alle pagine 12 e 13 di quel documento c'è l'ossessione di cancellare lo stato sociale, modificando le Costituzioni dei Paesi europei, con particolare riferimento alla loro origine e ai contenuti: "Quando la crisi è iniziata era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…). Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area europea";

nel solco della dottrina totalitaria neo-liberista, una tigre di carta che ha messo a nudo tutta la sua fragilità con la crisi sanitaria pandemica esplosa con il Covid-19, che ha sostituito gli Stati coi Trattati, la Giustizia con gli arbitrati e che impone di cancellare le Costituzioni democratiche ad alcuni Paesi del sud Europa, considerate un intralcio all'agire economico, traslata di sana pianta nelle direttive e nell'ordinamento dell'Europa, prona agli esclusivi interessi di banche e di fondi più potenti degli Stati come Black Rock, multinazionali, finanza derivata, la riforma del MES ha l'obiettivo prioritario di aggredire la ricchezza privata delle nazioni e realizzare vendite di asset pubblici a prezzi di saldo, come sperimentato con successo in Grecia;

nei giorni scorsi si è registrato l'appello di 67 economisti all'Europa e contro il MES, per archiviarlo definitivamente, per non consentire di stringere un nodo scorsoio al collo dell'Italia e dei Paesi del sud Europa, così replicando l'infamia europea abbattutasi sulla Grecia e sul suo popolo, strozzato e ridotto in miseria ed all'indigenza, con vecchi e bambini impossibilitati ad accedere al cibo ed alle cure minimali, gettati consapevolmente in condizioni di vita disperate,

si chiede di sapere:

se il Governo, accertata la veridicità dei fatti, non intenda avanzare formale protesta per i canali ufficiali, non essendo consentito ad alcuno, tantomeno a Klaus Regling, di offendere l'Italia trattandola alla stregua di una colonia tedesca, subordinata agli interessi di MES e Troika, con gratuite e spregevoli offese verso l'intero popolo italiano;

se non abbia il dovere di accogliere l'appello rivolto da 67 economisti contro il MES per la creazione degli eurobond ed una totale abolizione del MES;

se non sia arrivato il tempo di difendere tutti insieme i diritti dell'Italia e non del Re di Prussia, dopo aver inconfutabilmente acclarato che il MES, da creditore privilegiato analogamente al FMI, nella concessioni dei prestiti a condizioni capestro finalizzati a ben precisi programmi di austerità e smantellamento dello stato sociale e dei diritti umani delle persone, coi prestiti senior emessi per l'Italia trasformerebbe il resto della massiccia mole di bond circolanti in titoli junior, ossia junk (spazzatura), determinando il crollo del loro valore ed enormi difficoltà nel rinnovare i BTP alla scadenza, con una svalutazione che aprirebbe - tra l'altro - crisi profonde e crepe consistenti negli asset e nei bilanci delle banche italiane;

se il Governo, pur rispettando i vincoli dell'Unione europea, non abbia il dovere di difendere prioritariamente i diritti dell'Italia, invece di accedere a forche caudine e programmi autoritari imposti dall'Europa matrigna e dalla Troika tramite il MES, nel filone della dottrina totalitaria neo-liberista, che ha già sostituito, con l'entrata in vigore del TTIP, gli Stati coi trattati e la giustizia con gli arbitrati.

(4-03065)

 

 

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