Senato della Repubblica - 3-01519 - Interrogazione sulle misure restrittive adottate dal Governo per contenere l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e le ripercussioni sugli adolescenti privati improvvisamente della possibilità di andare a scuola, di avere relazioni sociali e di fare sport. RISPOSTA

Senato della Repubblica - 3-01519 - Interrogazione a risposta orale presentata il 28 aprile 2020.

 - Al Ministro per le politiche giovanili e lo sport. - Premesso che:

le misure restrittive che il Governo ha adottato fino a questo momento nel tentativo di contenere l'emergenza epidemiologica da COVID-19 stanno avendo ripercussioni in particolare sugli adolescenti e sui bambini, privati improvvisamente della possibilità di andare a scuola, di avere relazioni sociali e di fare sport;

da varie ricerche condotte in queste settimane emerge come i ragazzi, pur privati delle loro libertà, si stiano mostrando molto responsabili nell'affrontare questa situazione e condividano, in una percentuale molto alta, le misure adottate dal Governo;

ciò nonostante, mai come in questo momento in cui la morte, la sofferenza, la paura e l'incertezza sono entrati in modo prepotente nei pensieri di ogni ragazzo, i giovani hanno bisogno di essere accompagnati in un percorso che restituisca loro fiducia nel futuro, sia a livello individuale che collettivo;

questa necessità si avverte in modo ancora più stringente per i minori a rischio;

premesso, inoltre, che:

il 4 aprile 2020 il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri ha adottato una circolare per consentire di riattivare i progetti sospesi e far iniziare quelli non ancora avviati, "così da contribuire alla gestione della straordinaria situazione di emergenza che il Paese sta affrontando, nel rispetto delle disposizioni del Governo e in linea con i principi di precauzione e cautela che il contesto impone";

come affermato dallo stesso Ministro il 4 aprile scorso, sono centinaia i giovani "che avevano voglia di continuare la loro esperienza, voglia di mettersi al servizio della propria comunità. Potranno farlo impegnandosi in diverse attività anche al servizio delle amministrazioni comunali che ne avranno bisogno. Si occuperanno di dare informazioni, gestire donazioni e comunicazioni, cureranno il welfare sociale attraverso l'assistenza domiciliare ai più fragili",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno prevedere la realizzazione di un Piano nazionale per l'adolescenza, implementando le iniziative e i progetti già di sua competenza a sostegno dei giovani, al fine di dare loro, in un momento di grande sofferenza, ma anche di speranza, quale è quello che il nostro Paese sta vivendo, una risposta adeguata in termini di spazio, di crescita e di realizzazione;

quali iniziative abbia adottato e intenda adottare per la prevenzione e il contrasto al disagio giovanile al fine di finanziare azioni volte ad intervenire su giovani in condizioni di disagio, favorendone l'inclusione in un contesto di innovazione sociale, con riferimento all'emergenza sanitaria, sociale ed economica che il Paese sta vivendo;

quali siano e in cosa consistano i progetti di servizio civile da avviare al fine di garantire aiuto e assistenza alla comunità, progetti resi ancora più importanti dalla drammatica situazione di isolamento e di solitudine che molte persone, in particolare quelle più fragili, sono costrette a subire a causa dell'emergenza sanitaria da COVID-19;

quali iniziative ulteriori intenda adottare per sostenere iniziative di imprenditorialità giovanile e i giovani talenti. (3-01519)

 

Senato della Repubblica

Giovedì 10 settembre 2020

Su iniziative di sostegno a favore dei giovani.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

L'ABBATE, sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli senatori, le misure adottate dal Governo volte al contenimento dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 hanno avuto, e in parte continuano ad avere, ripercussioni in particolare sugli adolescenti e sui bambini, privati improvvisamente della possibilità di andare a scuola, di avere relazioni sociali e di fare sport.

Con riferimento al primo quesito, è allo studio una proposta normativa volta a promuovere il coordinamento delle politiche giovanili fra i diversi livelli di governo, nel contesto delle politiche e delle azioni previste dall'Unione europea e dal Consiglio d'Europa, assicurando la partecipazione attiva dei giovani compresi tra i quattordici e i trentacinque anni di età nei processi decisionali e nelle scelte politiche che li riguardano, nonché di provvedere alla revisione organica della normativa in materia di servizio civile e del riordino della stessa al fine di razionalizzare le fonti e semplificare le procedure del servizio civile universale.

Inoltre, è prevista l'istituzione di un tavolo nazionale per le politiche giovanili con funzione di indirizzo e concertazione nonché di monitoraggio e valutazione degli interventi nazionali e territoriali in favore delle giovani generazioni, funzionale alle attività di programmazione e pianificazione segnalate dall'onorevole interrogante.

Il suddetto tavolo nazionale potrà fornire una risposta adeguata in termini di crescita e di realizzazione delle politiche orientate alle giovani generazioni che possano consentire di riaffermare la centralità dei giovani nelle scelte di crescita del Paese, attivando un sistema decisionale idoneo a cogliere le opportunità di sviluppo delle politiche giovanili mediante un raccordo ed un adeguamento costante anche con le iniziative sostenute nell'ambito dell'Unione europea e del Consiglio d'Europa. Il tavolo, infatti, dovrebbe tra l'altro promuovere e favorire i processi di inclusione, autonomia, protagonismo e partecipazione attiva dei giovani al processo democratico di scelta politica e nella società civile. Esso rappresenterebbe lo strumento di coordinamento dei vari stakeholder, utile a costruire interventi trasversali, organici e coerenti in materia di politiche giovanili, in termini sia istituzionali, sia tematici, sia geografici, evitando in tal modo sovrapposizioni, duplicazioni e diseconomie, in un'ottica di efficientamento della spesa e dei benefici ad essa sottesi.

Tenuto conto che le decisioni adottate in termini di pianificazione e monitoraggio potrebbero incidere su interventi che rientrano nella sfera di attribuzioni delle Regioni e del sistema degli enti locali, oltre che dei vari Ministeri, si sottolinea la sua funzione di indirizzo, coordinamento e monitoraggio di una strategia sinergica e integrata in materia di politiche giovanili. Pertanto, l'obiettivo è che il tavolo costituisca uno strumento di condivisione in grado di promuovere diverse azioni, in accordo e collaborazione tra i vari soggetti titolari di politiche dirette e, in questa accezione, per la sua realizzazione e attuazione dovrebbe fondarsi su un'attività di cooperazione istituzionale, che vede in primo piano il ruolo delle Regioni e del sistema degli enti locali.

Relativamente al secondo quesito, si conferma che lo stanziamento per il 2020 del fondo per le politiche giovanili ha capienza per l'attivazione di una o più iniziative specificamente dedicate ai giovani, che potranno aggiungersi a quelle già avviate dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale negli anni passati in favore delle giovani generazioni e che risultano tutt'ora in corso attuazione.

Si richiamano brevemente. In primo luogo, l'avviso pubblico «Prevenzione e contrasto al disagio giovanile», finalizzato al finanziamento di azioni volte ad intervenire su giovani in condizioni di disagio, favorendo l'inclusione e l'innovazione sociale. In particolare, si segnala l'ambito che riguarda la prevenzione e il contrasto al disagio giovanile attraverso la promozione di azioni di sistema sui territori che, mediante l'innovazione sociale dei lavori in rete, agiscono per contrastare l'esclusione e la diffusione di comportamenti a rischio, con riferimento all'individuazione e al reinserimento di giovani cosiddetti NEET (neither in employment nor in education or training).

In secondo luogo, l'avviso pubblico «Orientamento e placement giovani talenti» promuove azioni tese a sostenere l'inserimento lavorativo e l'autoimprenditorialità dei giovani talenti, attraverso iniziative innovative di orientamento e placement, a valere sulle risorse del fondo per le politiche giovanili.

Ancora, avvisi pubblici «Giovani per il sociale 2018» e «Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici 2018»: si tratta di due avvisi pubblici finanziati nell'ambito del piano di azione e coesione (PAC) per il finanziamento di progetti presentati da giovani e organizzazioni del privato sociale e rivolti a giovani beneficiari in un'età compresa tra i quattordici e i trentacinque anni. I suddetti avvisi si inseriscono nel contesto delle azioni rivolte ai giovani del non profit per lo sviluppo nel Mezzogiorno. L'iniziativa, rivolta ai giovani under trentacinque del Sud Italia nell'ambito del piano di azione e coesione, è finalizzata a promuovere e a sostenere i progetti del privato sociale per il rafforzamento della coesione socioeconomica del Sud, mediante la creazione di reti in grado di leggere i bisogni emergenti e tradurli in proposte progettuali concrete, sostenibili ed efficaci.

Vi è poi il bando «Fermenti», che rappresenta un'unica misura, gestita dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale e presentata nel 2019 in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità, finalizzata a favorire e a sostenere idee, progetti ed iniziative capaci di attivare i giovani rispetto alle sfide sociali individuate come prioritarie per la comunità; a garantire l'uguaglianza di tutti i generi; a promuovere la creazione di nuove opportunità di partecipazione inclusiva alla vita economica, sociale e democratica per i giovani, anche al fine di favorire lo sviluppo e la crescita dei territori del Paese e soprattutto di quei territori caratterizzati da minori opportunità per i giovani, mediante l'agevolazione di progettualità a vocazione sociale.

In relazione al terzo quesito, con il quale si chiede in cosa consistano i progetti di servizio civile da avviare al fine di garantire aiuto e assistenza alla comunità, occorre brevemente premettere che l'emergenza epidemiologica Covid-19 ha comportato, tra le altre cose, una rimodulazione del sistema di servizio civile, al fine di ricercare soluzioni adeguate a garantire la prosecuzione delle attività, nel rispetto dei principi generali di tutela della salute e di precauzione. In tale contesto, attraverso il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, sono state disciplinate con apposite circolari tutte le iniziative necessarie per consentire al sistema di rispondere in maniera efficace alla crisi, continuando ad impegnare, nelle modalità ritenute opportune dagli operatori volontari della difesa non armata e non violenta della Patria, che costituisce la finalità principale del servizio civile.

L'attività è stata svolta in costante raccordo con Regioni e Province autonome, con l'ANCI-Associazione nazionale Comuni italiani e con le rappresentanze degli enti di servizio civile e degli operatori volontari.

In particolare, in coincidenza dell'inizio del lockdown sull'intero territorio nazionale, i progetti di servizio civile sono stati sospesi per circa un mese (dal 10 marzo al 15 aprile scorsi) e gli oltre 30.000 giovani operatori volontari sono stati considerati in permesso straordinario. In tale periodo, comunque, circa 3.400 volontari hanno proseguito il proprio servizio in quanto impiegati nell'ambito di organizzazioni che si occupano ordinariamente di soccorso e assistenza sociosanitaria, come Croce Rossa italiana, ANPAS, Misericordie d'Italia, solo per citare le principali, ma anche in molti Comuni.

A partire poi dal 16 aprile, i progetti di servizio civile sono stati via via riavviati, dimostrandosi strumenti preziosi per garantire quotidiano supporto e assistenza alle comunità, in uno sforzo comune di solidarietà e di partecipazione in grado di incidere positivamente sul bene della collettività. Tale sforzo è stato reso possibile grazie al contributo dell'intero sistema di servizio civile e dal profondo senso dello Stato mostrato dagli enti e dagli operatori volontari, che hanno saputo reinterpretare il proprio impegno nel rispetto delle norme di precauzione che, seppur stringenti, rappresentavano un'imprescindibile necessità. La riattivazione progressiva dei progetti è stata attuata prevedendo accanto alla procedura ordinaria (ovvero secondo gli obiettivi progettuali originari) anche una procedura rimodulata (ovvero con obiettivi più o meno mutati e conseguenti nuove attività), attraverso modalità di svolgimento che potevano essere sul campo, da remoto o in maniera mista, combinando le due modalità.

Al 16 aprile 2020, alla luce delle opportune valutazioni effettuate dagli enti e in accordo con gli operatori volontari, il 72 per cento dei progetti risultava riattivato con procedura ordinaria o rimodulata, a fronte del 28 per cento per i quali è stato necessario prevedere un'interruzione temporanea. Ciò significa che, già dal 16 aprile, 23.575 giovani (il 76 per cento del totale in servizio) sono stati riattivati. Soltanto 5.692 operatori volontari hanno dovuto fermarsi di fronte all'impossibilità di proseguire il proprio servizio nei progetti in cui erano impegnati, mancando le sufficienti condizioni di sicurezza o gli strumenti organizzativi ed operativi necessari a ripartire.

Di questi 23.575 volontari, 13.044 (il 55 per cento) riprendevano le proprie attività sospese così come erano essenzialmente previste nei progetti originari, mentre 10.531 (il 45 per cento) risultavano impegnati in progetti che avevano subito una rimodulazione connessa alla situazione di emergenza.

I prossimi progetti di servizio civile saranno avviati in via ordinaria all'inizio del 2021, in continuità con quelli attualmente in corso e con un inevitabile, leggero ritardo rispetto agli anni precedenti a causa dell'emergenza Covid-19. Il 29 maggio scorso è scaduto il termine per gli enti per la presentazione dei loro programmi di intervento che terranno dunque conto del nuovo contesto sociale ed economico che il Paese sta vivendo e si incentreranno prevalentemente su ambiti di azione connessi all'assistenza delle persone più fragili - compresi adolescenti e giovani che vivono in particolari situazioni di disagio - ai processi educativi, agli scambi intergenerazionali, alla resilienza delle comunità. Tali programmi sono stati predisposti secondo quanto previsto dal Piano triennale 2020-2022 e dal Piano annuale 2020 per la programmazione degli interventi di servizio civile, piani che hanno il loro fondamento negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, recepiti dalla nostra Strategia nazionale.

In particolare, gli enti hanno presentato programmi tali da impiegare un numero di operatori volontari superiore ai 67.000; tali programmi sono attualmente in fase di valutazione da parte del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale.

Le attuali risorse finanziare disponibili sul Fondo per il servizio civile universale, così come stabilito dalla legge finanziaria 2019, al netto dei tagli operati e con gli incrementi disposti dai decreti legge adottati con riferimento all'emergenza in atto, ammontano a circa 182 milioni di euro, cui si aggiungono 42 milioni di euro circa di residui dei precedenti esercizi, per un totale di circa 224 milioni di euro che potranno garantire poco meno di 41.000 posti, in linea con lo scorso anno. Grazie poi alle risorse provenienti dal Programma PON-IOG Garanzia giovani, pari a circa 53 milioni di euro, si potrà contare su 8.300 posti aggiuntivi che porteranno ad un contingente totale di circa di 49.000 posti.

Ulteriori risorse consentirebbero di potenziare ancora questo importante istituto destinato ad attività preziose in un contesto delicato di post-fase acuta emergenziale, garantendo un più ampio finanziamento dei programmi presentati per un numero maggiore di posti. Sarà necessario ricostruire il tessuto sociale del Paese, prestando particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili e in questo senso un investimento maggiore sul servizio civile si rivelerà un piano di azione di grande efficacia per i giovani.

Sempre in relazione al terzo quesito, si segnala il progetto Time to care; un'iniziativa di welfare leggero rivolta ai giovani tra i diciotto e i trentacinque anni che rappresentano una risorsa fondamentale per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese. Iniziativa finalizzata alla promozione di azioni di sistema sui territori in grado di favorire lo scambio intergenerazionale con servizi di assistenza a domicilio e/o a distanza dei giovani nei confronti degli anziani durante l'emergenza sanitaria da Covid-19 e nelle successive fasi di transizione nella gestione dell'epidemia.

In relazione al quarto quesito, è in fase di valutazione con il competente Dipartimento l'adozione, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, di nuove iniziative volte a sostenere l'imprenditorialità giovanile e i giovani talenti, in linea con gli avvisi pubblici sopra descritti, finanziati con le risorse del Fondo per le politiche giovanili e che hanno trovato positivo riscontro tra le giovani generazioni.

Infine, si segnala per completezza di informazione che il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile è uno dei componenti dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, organismo presieduto dal Ministro con delega in materia di politiche per la famiglia, che ha il compito di predisporre documenti ufficiali relativi all'infanzia e all'adolescenza, ulteriore sede di confronto e scambio di conoscenze, utile alla pianificazione di un piano generale per l'adolescenza.

PRESIDENTE. Signor Sottosegretario, visto che interverrà successivamente per rispondere ad un'altra interrogazione, le chiedo di contenere i suoi interventi nei tempi previsti.

VERDUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Il senatore Verducci ha a disposizione cinque minuti per il suo intervento, ma gli consentiamo un intervento più lungo, per pareggiare la mancata sintesi nella risposta del Sottosegretario.

VERDUCCI (PD). Signor Presidente, apprezzo molto questa sua attenzione, che immagino sia legata anche all'importanza del tema. A tal proposito voglio ringraziare il Sottosegretario per il dettaglio della sua risposta su un tema tanto nevralgico, come quello che stiamo affrontando e che riguarda le nuove generazioni e le politiche giovanili. Spero che quanto prima potremo avere in Aula il Ministro competente, perché nel nostro Paese esiste da troppo tempo una questione generazionale ed è come se il Covid avesse messo in fluorescenza tale questione, che è tra le più gravi della nostra società. Si tratta infatti di una tra le più gravi diseguaglianze e disparità sociali che siamo chiamati a contrastare ed oggi nessuno può più far finta di non vederla, perché è come se lampeggiasse incessantemente. La crisi di questi mesi, che si sovrappone ad una crisi che viene da troppo lontano nel tempo, ha infatti colpito più duramente chi è più indifeso, in particolare i giovani e le donne, e toglie fiducia e futuro alle nuove generazioni, che già più di tutti pagano politiche sbagliate e i guasti dei tagli al welfare - in particolare al welfare municipale - al diritto allo studio e agli investimenti per il lavoro.

Da troppo tempo si è inceppato il meccanismo che permette a chi viene dopo di avere più possibilità e da troppo tempo i figli hanno invece meno opportunità rispetto ai padri: questo è un tradimento dei fondamenti della nostra democrazia e del nostro patto repubblicano. Dobbiamo infatti rimuovere gli ostacoli che impediscono ad un giovane di andare avanti, ostacoli che questi mesi di lockdown hanno ingigantito, in una società con troppe porte chiuse, troppe difficoltà e respingimenti. Questi muri, in questi mesi, sono diventati ancora più insormontabili. È stato infatti un tempo di grande disorientamento per i più giovani e in particolare per chi vive condizioni di marginalità e di esclusione. È come se si fosse rotto il meccanismo dell'adolescenza, che però è una fase esistenziale cruciale, che dobbiamo proteggere, perché è quella in cui molto spesso si decidono le sorti di un'esistenza. Adolescenti, bambine e bambini sono stati privati improvvisamente dei riferimenti del proprio mondo, innanzitutto della possibilità di andare a scuola, di stare con gli altri, di fare sport e socialità e questo per chi non ha famiglia ha significato perdere tutto, per chi vive una disabilità o un bisogno speciale è come se si fosse spenta una luce vitale.

Nel pensiero di tanti nostri bambini e ragazzi improvvisamente è comparso il tema della sofferenza, della paura del contagio, della morte e dell'incertezza, entrato in modo prepotente, molto spesso causando un disagio psicologico. È come se questi mesi di blocco abbiano spezzato una dinamica di crescita individuale e collettiva, che è fondamentale non solo per le singole vite, ma per l'intera nostra società e per la sua capacità di progredire.

Prima del Covid-19, 1.260.000 minori vivevano in condizioni di povertà assoluta, anche in conseguenza dello strascico della crisi economica del 2008. Oggi sappiamo che sono molti di più. Sono i più a rischio di dispersione, di abbandono scolastico e, quindi, di perdersi.

Scuola chiusa ha significato anche mense e palestre chiuse e, quindi, il venir meno di pasti completi per molti, di una corretta attività motoria, di una mancanza di apprendimento, di salute e di nutrizione, che rappresentano un costo sociale altissimo e insopportabile. Questo ci dice che dobbiamo prendere coscienza di tutto questo come di una battaglia vitale per il nostro Paese e per tutti gli schieramenti.

Per questo, chiediamo al Governo, con forza, un piano nazionale per l'adolescenza e per i giovani, che aiuti i più fragili a riprendere la strada, che prevenga e contrasti il disagio giovanile, che leghi inclusione e innovazione sociale, che dia più forza all'associazionismo giovanile, che rilanci il servizio civile universale come legame di comunità solidali, che sostenga lavoro e iniziative di imprenditorialità giovanile, che dia quella rappresentanza che alle nuove generazioni manca, quella voce che è troppo fragile nel nostro Paese.

Signor Presidente, abbiamo il dovere di mettere le ragazze e i ragazzi del nostro Paese nella condizione di credere in se stessi, nel proprio talento, di essere protagonisti e di realizzare il progetto di vita e a questo fine avere anche i fondi necessari strategici, anche utilizzando quel recovery fund che reca come titolo, non a caso, Next Generation EU. Con quei fondi, che in Europa abbiamo combattuto per avere e che rappresentano un grande risultato del nostro Governo, tutti noi abbiamo il dovere di restituire alle nuove generazioni il futuro che spetta loro. (Applausi).

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