Camera dei deputati - 4-07203 – Interrogazione sui possibili incentivi per far ripartire il mercato dell’ automotive.

Camera dei deputati - 4-07203 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 21 ottobre 2020

— Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

il veicolo elettrico ibrido plug-in è un tipo di veicolo le cui batterie possono essere ricaricate collegandole a una fonte esterna di energia elettrica, anche senza l'ausilio del relativo motore a combustione interna;

in funzione dei ridotti costi del carburante questo tipo di veicolo è molto utilizzato dai gestori di leasing aziendali che riescono a mantenere contenuto il canone di locazione mensile dell'auto, ma in realtà, i costi del carburante delle ibride plug-in sono in media da due a tre volte superiori a quanto stimato. L'impossibilità di una costante ricarica nelle lunghe distanze obbliga, infatti, gli automobilisti all'utilizzo del motore a benzina, con la conseguenza che il peso delle batterie rende il veicolo inutilmente più pesante;

la necessità di accoglimento dell'istanza di contenimento delle emissioni liberate in atmosfera dai veicoli a motore ha condotto alla previsione di vari meccanismi incentivanti per l'acquisto di automobili a basso impatto ambientale;

 l'articolo 44 del decreto-legge n. 34 del 2020 convertito dalla legge 17 luglio 2020 n. 77, ha disciplinato l'incremento del fondo per l'acquisto di autoveicoli a basse emissioni di CO2 g/km, prevedendo specificamente 100 milioni di euro per l'anno 2020 e 200 milioni di euro per l'anno 2021;

il fondo automotive è stato poi rifinanziato con ulteriori 400 milioni di euro dal decreto-legge n. 104 del 2020;

nei primi otto mesi del 2020, a causa dell'emergenza sanitaria in corso, il crollo del mercato dell'auto è stato pesantissimo con un calo del 38,9 per cento delle immatricolazioni (809.655 unità contro 1.325.704), registrando un consuntivo di 516.000 unità in meno;

dall'inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a fine giugno 2020 emerge che il 70 per cento dei concessionari dichiara bassi livelli di acquisizione di ordini. Le auto invendute in giacenza sono circa 500.000 e la situazione finanziaria di molte concessionarie è altamente critica: nei primi sei mesi dell'anno il settore ha avuto una perdita di fatturato di circa 9 miliardi di euro con un danno diretto anche per l'Erario, che ha registrato una perdita di quasi 2 miliardi di gettito solo per l'Iva;

il comparto auto nel 2019 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, pari al 5,6 per cento del prodotto interno lordo con 5.700 imprese e 250 mila occupati che sono il 7 per cento dell'intera forza lavoro dell'industria manifatturiera italiana, mentre il numero dei lavoratori dell'indotto del settore auto è decisamente elevato in quanto per ogni addetto diretto al settore auto ve ne sono 3,2 nell'indotto, indotto che ha un giro d'affari, che, sommato a quello diretto del settore auto, nel 2019 ha raggiunto l'11,2 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

a parere dell'interrogante sarebbe pertanto utile introdurre degli incentivi per il 2021, estendendo l'applicazione dell'«ecobonus» anche alle auto a motore termico — sia a benzina che diesel — purché di ultima generazione, con l'obiettivo di abbattere le emissioni e raggiungere i target fissati per il 2030, senza tuttavia penalizzare uno dei settori produttivi più strategici per il Paese –:

se e quali iniziative intenda adottare per introdurre gli incentivi di cui in premessa e consentire in questo modo al settore automotive di ripartire, smaltendo lo stock di vetture invendute e dando nuovo slancio alla domanda da parte del mercato interno.

(4-07203)

 

 

 

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