Camera dei Deputati - 4-04515 -Interrogazione sulle limitazioni al traffico dei mezzi pesanti attraverso il valico del Brennero imposte dall’Austria.

Camera dei Deputati - 4-04515 -Interrogazione a risposta scritta presentata il 20 gennaio 2020.

 — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

l'Austria impone alcune limitazioni al traffico dei mezzi pesanti attraverso il valico del Brennero: circolazione settoriale, filtraggio dei veicoli in alcuni giorni dell'anno e limiti alla circolazione notturna;

l'Austria, inoltre, vieta la circolazione dei tir motorizzati euro 4 (prevedendo lo stop agli euro 5 dal 2017). I euro 6 inoltre sono inclusi nel «divieto settoriale» inerente ad alcuni specifici prodotti;

dal 1° gennaio 2020 è scattato l'anticipo del divieto di circolazione al sabato mattina nei fine settimana di gennaio e febbraio. Inoltre, il land del Tirolo ha stilato un nuovo elenco di merci che non possono essere trasportate su gomma: carta e cartone, prodotti a base di olii minerali fluidi, cemento, calce e gesso, tubi e profilati cavi, cereali. Queste merci si aggiungono ad altre merci vietate, quali tronchi, sughero, minerali, marmo e piastrelle;

l'interscambio commerciale tra l'Italia e i Paesi del Corridoio scandinavo-Mediterraneo, ha un valore di oltre 200 miliardi di euro l'anno;

oltre il 70 per cento dei flussi import/export tra l'Italia e il resto dei Paesi europei attraversa le Alpi. L'84 per cento dell'interscambio tra l'Italia e l'Unione europea è trasportato su gomma;

Confcommercio e l'Isfort hanno evidenziato che per ogni ora di ritardo dei Tir nell'attraversamento del valico del Brennero dovuto al blocco dei mezzi pesanti imposto dall'Austria, «la nostra economia paga più di 370 milioni di euro all'anno»;

la decisione di far passare soltanto 300 mezzi pesanti l'ora ha generato code fino a 70 chilometri, con il conseguente inquinamento delle aree interessate, dato che un Tir con merce deperibile fermo inquina molto più di uno in movimento. Secondo Conftrasporto, quindi, le misure di limitazione imposte dall'Austria con la motivazione di limitare i danni ambientali, potrebbero produrre gli effetti opposti a quelli desiderati o limitarsi a spostare l'inquinamento nelle aree limitrofe a quelle dove vige il divieto;

l'Austria, violando — ad avviso dell'interrogante — il principio della libera circolazione delle persone e delle merci, mette a rischio almeno 30 miliardi di euro all'anno di esportazioni, quasi due punti di prodotto interno lordo;

il settore dell'autotrasporto in Italia occupa circa 800 mila addetti con un fatturato complessivo di circa 47 miliardi di euro. Grazie al processo di efficientamento e modernizzazione del parco italiano dei mezzi pesanti (tra il 2014 e il 2017 la quota dei mezzi euro 6 sul totale del parco circolante è cresciuta del 5 per cento) le emissioni del settore del trasporto su strada in Italia si sono ridotte del 30 per cento negli ultimi anni, a fronte di una crescita del 18 per cento nell'area euro –:

quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo, nelle opportune sedi dell'Unione europea, al fine di tutelare il comparto nazionale del trasporto di merci su strada e l'economia nazionale;

se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative volte a integrare i dossier già presentati presso l'Unione europea su questo argomento, con le valutazioni della variabile ambientale negativa e dei maggiori ingiustificati oneri sull'intera economia nazionale derivanti dagli ostacoli frapposti alla circolazione dall'Austria, così come esposti in premessa.
(4-04515)

 

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