Camera dei Deputati- 4-04101 – Interrogazione sulle pensioni di reversibilità e sulle tutele per le vedove, i vedovi e gli orfani di morti precoci.

Camera dei Deputati- 4-04101 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 15 novembre 2019.

 — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

a parere dell'interrogante le norme in materia di pensioni di reversibilità tuttora vigenti in Italia non tutelano adeguatamente le vedove e gli orfani, categorie di soggetti deboli che necessiterebbero di maggiore protezione e sostegno;

il più delle volte la morte precoce di un genitore toglie e stralcia anche diritti e sicurezza economica ai familiari superstiti;

la legge n. 335 del 1995, detta «legge Dini», regola tutta la materia delle pensioni di reversibilità, anche se le pensioni che vanno a vedove e orfani di morti precoci sono denominate «pensioni indirette», perché il de cuius è morto in servizio e quindi prima di aver raggiunto l'età pensionabile;

la pensione indiretta viene calcolata in proporzione ai contributi versati in vita dal de cuius, minimo 16 anni, altrimenti ai familiari non spetta alcuna pensione;

ciò che si è versato nelle casse dell'erario va nella percentuale del 60 per cento al vedovo o alla vedova e – se presenti – per il 20 per cento a ogni figlio minore o che studia, fino al raggiungimento dei 26 anni se non fuori corso. Ovviamente i figli non devono percepire redditi di lavoro dipendente;

questa legge emanata nel 1995 e mai modificata ha creato delle storture normative, proprio perché nella sua applicazione nessuno ha vigilato sull'impatto che avrebbe avuto sul sistema fiscale e previdenziale;

l'Istat certifica circa 560.000 morti precoci l'anno e 4.488.054 sarebbero i vedovi e le vedove in Italia;

con la legge n. 335 del 1995, anziché dare maggiori tutele a vedove e orfani, si è tagliata con la scure la pensione del defunto, che però ha versato lauti contributi in vita, lasciando, in particolare, determinate categorie di famiglie con un reddito medio, spesso in difficoltà economiche;

l'articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, fissa in euro 2.840,51, il limite entro cui una persona può essere considerata fiscalmente a carico del genitore;

gli orfani, infatti, divengono contitolari con il genitore superstite della pensione indiretta e diventano intestatari di una certificazione unica per la loro parte. Hanno quindi di fatto, per il fisco italiano, un reddito proprio;

la soglia stabilita dall'articolo 12 appare all'interrogante irrisoria, considerato che la soglia si riferisce ad un importo annuo lordo e viene praticamente quasi sempre superata dagli orfani, con l'assurda conseguenza che non sono più fiscalmente a carico del genitore superstite, che così si ritrova impossibilitato ad accedere alle detrazioni fiscali per i figli e a scaricare qualsiasi loro spesa medica, scolastica e sportiva;

a parere dell'interrogante ciò rappresenta una stortura che crea una figura fiscale insensata, di un minore orfano, con un reddito proprio;

la legge di bilancio 2017 ha introdotto una franchigia di 1.000,00 euro per le certificazioni uniche degli orfani e ha permesso a tantissime famiglie di riavere i figli nuovamente a carico;

per dare un maggiore sostegno agli orfani, alle vedove e ai vedovi di morti precoci sarebbe opportuno innanzitutto estendere a tutte le famiglie vedove la possibilità di avere nuovamente i figli fiscalmente a carico e introdurre un trattamento fiscale ad hoc per le famiglie dove uno dei due genitori è venuto a mancare precocemente;

andrebbe innanzitutto revisionata la tabella F, di cui all'articolo 41 della suddetta legge, per cui le soglie di reddito decontestualizzate, vanno modificate, tenendo conto anche della natura del cumulo, la cui causa è l'evento della morte del coniuge, evitando che si determini, come avviene ad oggi, un effetto di triplice tassazione –:

se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda promuovere per garantire maggiori tutele economiche agli orfani e alle vedove e vedovi di morti precoci.

(4-04101)

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