Camera dei Deputati- 4-03815 – Interrogazione sulla restituzione delle ritenute Irpef da parte dei lavoratori delle zone del Centro Italia colpite da eventi sismici.

Camera dei Deputati- 4-03815 – Interrogazione a risposta scritta presentata l’11 ottobre 2019.

Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

a più di tre anni dagli straordinari eventi sismici che, a decorrere dal 24 agosto 2016, hanno colpito il Centro Italia, la ricostruzione stenta a partire, anche per il verificarsi di una serie di problematiche di natura procedurale;

fin da subito il legislatore è intervenuto con la sospensione del pagamento di tributi e imposte a carico di imprese e cittadini, tra cui l'Irpef, l'Irap e i contributi previdenziali;

l'articolo 48, comma 11, del decreto-legge n. 189 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016 n. 229, più volte prorogato nell'efficacia, ha stabilito la possibilità per i lavoratori dipendenti di richiedere al datore di lavoro di non effettuare le ritenute Irpef, permettendo loro di percepire un importo pari al lordo del proprio stipendio e non pari al netto;

la cosiddetta «busta paga pesante» è stata quindi uno strumento in grado di dare un po’ di respiro ai lavoratori delle zone colpite dal sisma e di avere maggiori introiti in modo anche da favorire la ripresa del tessuto economico dell'area;

la norma dell'articolo 48 del decreto-legge n. 189 del 2016, come già detto, è stata più volte prorogata negli anni successivi;

il precedente Governo, in particolare, è intervenuto tre volte: innanzitutto, con il decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 (legge 24 luglio 2018, n. 89); una seconda volta, con la legge di bilancio 2019 (legge 30 dicembre 2018, n. 145);

da ultimo, il Governo «gialloverde» con il decreto-legge n. 32, cosiddetto «sblocca cantieri» (articolo 23, comma 1, lettera e-ter) ha nuovamente prorogato la sospensione delle ritenute Irpef fino al 15 ottobre 2019, data entro la quale si dovrà effettuare il pagamento in un'unica rata oppure mediante rateizzazione fino a un massimo di 120 rate mensili di pari importo, con il versamento dell'importo corrispondente al valore delle prime cinque rate entro il 15 ottobre 2019;

molti contribuenti si ritroveranno quindi nella condizione di dover pagare gli importi di cinque mesi in un'unica rata (ossia da giugno a ottobre) per poter ottenere la restante rateizzazione;

questa situazione rischia di avere un impatto devastante non solo per i portafogli delle famiglie ma anche per l'intera economia delle aree sismiche che già fatica enormemente a ripartire;

spesso il Governo riserva ai territori colpiti da sisma solo una vicinanza mediatica: il Presidente del Consiglio, dopo il secondo giuramento, si è recato ad Accumuli per rinnovare l'impegno dell'esecutivo sulla ricostruzione, ma non compare nessun intervento a supporto dei comuni terremotati all'interno dell'ultima nota di aggiornamento al documento di economia e finanza se non in una generica affermazione programmatica riguardante «l'accelerazione della ricostruzione delle aree terremotate» –:

se il Governo intenda assumere le opportune iniziative normative al fine di prorogare ulteriormente il termine di restituzione delle ritenute o, qualora intenda agire diversamente, in quali termini o modalità ritenga di procedere.

(4-03815)

 

 

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