Camera dei Deputati - 3-01767 - Interrogazione su iniziative di competenza volte al rigoroso rispetto della normativa da parte dei soggetti istituzionali responsabili della tutela della salute dei cittadini, alla luce delle vicende relative al contratto di fornitura di dispositivi di protezione individuale sottoscritto dalla regione Lazio. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01767 - Interrogazione a risposta immediata in Assemblea presentata il 23 settembre 2020.

Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia che l'azienda incaricata di fornire le mascherine alla regione Lazio durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 sarebbe sospettata di avere legami con la criminalità organizzata e oggetto di un'indagine antimafia;
la ditta di Taranto Internazionale Biolife aveva siglato a marzo 2020 un contratto con la regione Lazio, sotto la guida del commissario Nicola Zingaretti, per la fornitura delle mascherine per un valore pari a 27 milioni di euro, quasi cinque dei quali già incassati prima che il contratto fosse rescisso da parte della stessa regione a causa della mancata consegna di buona parte del materiale ordinato;
inoltre, la Internazionale Biolife avrebbe dovuto consegnare anche una fornitura di quasi due milioni di euro per camici e tute isolanti, proveniente dalla Turchia e destinata in parte alla regione Lazio, mai giunta a destinazione perché sequestrata dalla procura di Taranto e dalla Guardia di finanza per il sospetto che la merce non fosse a norma;
stando alle notizie giornalistiche, l'azienda avrebbe rapporti con affiliati a camorra, Cosa nostra e gruppi di narcotrafficanti e, in particolare, uno dei soci sarebbe stato protagonista di frequenti incontri con pregiudicati per gravi reati di traffico internazionale di droga ed economico-finanziari;
secondo il quotidiano Domani tra le tante connessioni della Internazionale Biolife con la criminalità organizzata ci sarebbe anche quella con il gruppo che fa capo al camorrista Michele Senese, che era emerso anche nella vicenda riguardante la polizza assicurativa fornita dalla società Ecotech, anch'essa aggiudicataria di un contratto di 14 milioni di euro con la regione Lazio per la fornitura di dispositivi di protezione individuale, mai consegnati;
in particolare, sembrerebbe che la regione Lazio si sia rivolta a Internazionale Biolife proprio dopo che la Ecotech non era riuscita a rispettare le scadenze, come intermediario proprio per adempiere ai contratti sottoscritti da Ecotech –:
di quali elementi disponga in ordine a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire da parte di tutti i soggetti istituzionali responsabili il più rigoroso rispetto delle normative vigenti per la tutela della salute dei cittadini.
(3-01767)

 

CAMERA DEI DEPUTATI

Mercoledì 23 settembre 2020

Iniziative di competenza volte al rigoroso rispetto della normativa da parte dei soggetti istituzionali responsabili della tutela della salute dei cittadini, alla luce delle vicende relative al contratto di fornitura di dispositivi di protezione individuale sottoscritto dalla regione Lazio 

PRESIDENTE. Il deputato Paolo Trancassini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-01767 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie Presidente e grazie Ministro. Con questa interrogazione, il gruppo di Fratelli d'Italia vuole conoscere quali iniziative sono state adottate dal Governo in merito a questo scandalo delle mascherine, non soltanto per la prima fase, quella relativa alla Ecotech, che appunto ha avuto una commessa molto sostanziosa, ha avuto 14 milioni di euro e non abbiamo avuto in cambio nessuna mascherina, sono stati recuperati, come lei sa, poco meno di 2 milioni, ma anche per quello che sta venendo fuori in queste ore, cioè il caso della Internazionale Biolife, la società che è stata interessata non soltanto di queste forniture, ma anche di quelle dei camici, perché, come avete letto su diversi giornali, l'articolo principale è quello del quotidiano Domani, che ha parlato chiaramente di rapporti con la camorra, con la mafia e con narcotrafficanti. Io credo che ce n'è abbastanza per chiedervi come intendete tutelare i cittadini, tutelare la salute pubblica, ma anche come intendete far rispettare le normative vigenti rispetto a un caso che diventa ogni giorno più grande (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. L'interrogazione che mi viene posta è l'occasione utile per provare a chiarire uno degli argomenti che è stato più oggetto di discussione in questi mesi, e cioè la grande questione dei dispositivi di protezione e delle mascherine. Mi permetta di dire subito che tutte le regioni italiane hanno prodotto uno sforzo enorme in questi mesi, in una situazione che era oggettivamente difficile e che non può assolutamente essere nascosta. E lo stesso sforzo è stato anche compiuto dalla nostra Protezione civile e dal commissario straordinario. La ragione di fondo di questa situazione è che col passare degli anni la produzione industriale di questo tipo di dispositivi è stata sostanzialmente delocalizzata verso altre aree del mondo. Tutti i Paesi europei, anche i Paesi diciamo occidentali, si sono trovati in grandissima difficoltà per questo motivo sostanziale. E quindi il Governo italiano è intervenuto su questo tema, che mi sembra quello decisivo, che riguarda la vita delle persone che ci ascoltano: oggi l'Italia non è più in balia di un mercato internazionale; oggi l'Italia, nel giro di poche settimane, è riuscita a stimolare una produzione privata che è molto significativa e poi a mettere in campo una produzione pubblica che arriva a circa 30 milioni di mascherine al giorno, cosa che ci mette nelle condizioni di non dover più avere le difficoltà che abbiamo vissuto nei mesi precedenti. Io penso che questa sia la risposta dello Stato, questa sia la risposta più autorevole che ci mette, appunto, al riparo da tutte le intemperie che ci sono state nel mese di febbraio e nel mese di marzo. Rispetto alle indiscrezioni giornalistiche, rispetto a presunte relazioni di singole aziende con realtà malavitose, io non posso che esprimere come sempre la massima fiducia nei confronti degli organismi inquirenti, che sapranno senz'altro - come hanno sempre dimostrato - fare la propria parte ed essere all'altezza del compito istituzionale che a loro è riportato. Da parte dello Stato, il problema di fondo delle mascherine che c'è stato nel nostro Paese è un problema che è stato affrontato e con determinazione superato proprio per i numeri che ho provato felicemente a riportarvi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il deputato Trancassini ha facoltà di replicare.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Ministro. Come lei può facilmente immaginare, non sono e non siamo soddisfatti della sua risposta alla domanda, che ovviamente ha guardato altrove e non al cuore del problema. Perché vede, spariscono le mascherine e decidiamo di non occuparcene, spariscono i soldi e decidiamo di non occuparcene, arrivano ombre chiare, nitide, di inquinamento da parte della criminalità organizzata, di Cosa Nostra, del narcotraffico, rispetto a questo mercato, e continuiamo a decidere di non occuparcene. Tra l'altro, le ricordo che, credo recentemente, avete inoltrato al presidente Zingaretti, segretario del Partito Democratico, le linee per rientrare, per uscire dal commissariamento; mi sarei aspettato che lei oggi, rispondendomi, avesse fatto riferimento a quelle linee e ci avesse detto che all'interno di quel piano lei aveva inserito questa problematica e avesse detto ai cittadini, prima a noi e poi ai cittadini, come la regione Lazio avrebbe fatto a rientrare da questo sperpero di 14 milioni di euro. E invece no, scegliamo la linea dell'occultamento, scegliamo la linea dell'insabbiamento. Vede, il presidente Zingaretti, la regione Lazio, in questa storia si è sempre dichiarata parte lesa. Peccato, Ministro, che la parte lesa che conosciamo noi è la parte lesa che entra nei tribunali, che punta il dito, che alza la voce, che accende l'attenzione massima, perché chi subisce un reato normalmente ha fretta di vederlo perseguito, ha fretta di verità. Non è la parte lesa, il presidente Zingaretti, è una parte che sta tentando di uscire illesa da questa storia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sta tentando di uscire illesa grazie al comportamento di tutti, grazie all'insabbiamento da parte di tutti e oggi anche da parte del Governo. Ma non sarà così, anche se la prova di quello che le dico è che la Commissione d'inchiesta che il gruppo di Fratelli d'Italia, con una manifestazione dei deputati del Lazio, ha ottenuto prima è completamente insabbiata e non si è, ad oggi, mai riunita. La parte lesa, e concludo, signor Ministro, è il popolo, sono i cittadini del Lazio, che meritano una risposta efficace su questo sperpero di denaro pubblico e meritano soprattutto quello che lei oggi non ha dato: trasparenza su questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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