Camera dei Deputati - 3-01391 - Interrogazione sulle misure volte a decongestionare le carceri e ad assicurare una direzione efficace del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in relazione all'emergenza COVID-19. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01391 - Interrogazione a risposta orale presentata il 25 marzo 2020.

Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:

la situazione nelle nostre carceri è di ordinario sovraffollamento;

il 35 per cento delle persone detenute è in attesa di giudizio;

molti sono i detenuti ristretti in cella per reati minori, per cui sarebbero applicabili pene alternative;

la situazione sanitaria di molte carceri e il carcere stesso favoriscono una promiscuità che è il veicolo certo di diffusione del Coronavirus;

le rivolte delle settimane scorse hanno provocato la morte di 14 persone;

si sono verificati i primi casi di infezione in più di un istituto di detenzione –:

quali misure intenda assumere il Governo per decongestionare le carceri e per assicurare, vista la gravità dei fatti avvenuti, una guida responsabile al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia.
(3-01391)
(Presentata il 23 marzo 2020)

Camera dei Deputati

Mercoledì 25 marzo 2020

La seduta è cominciata alle 15:00.

Misure volte a decongestionare le carceri e ad assicurare una direzione efficace del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in relazione all'emergenza COVID-19

PRESIDENTE. Il deputato Giorgio Silli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01391 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna. Prego, onorevole Silli.

GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, grazie, Presidente. È stato sotto gli occhi di tutti quello che è avvenuto nei due-tre giorni di grandi rivolte all'interno delle carceri, all'interno anche del carcere della mia città, Prato, per non parlare di sommosse vere e proprie, che hanno visto dei morti o addirittura delle evasioni, tanto che molti cittadini si sono domandati: ma come, nel terzo millennio, in un Paese occidentale, membro del G7, ancora evade qualcuno dal carcere?

Quindi, i problemi sul tavolo sono molteplici; non per ultimo, ovviamente, il problema di cui abbiamo parlato fino ad oggi, cioè le infezioni, il COVID. È indubbio che la situazione delle nostre carceri veramente è comparabile a un Paese del terzo mondo, sia per i detenuti, ma anche e soprattutto per la Polizia penitenziaria. È per questo, signor Ministro, che la interroghiamo riguardo a tutto ciò che concerne la congestione delle carceri, ma soprattutto a quello che concerne una guida affidabile al Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie Presidente, anche in questo caso la risposta alle domande rivolte dagli interroganti è in larga parte sovrapponibile a quanto già riferito in data odierna. Non c'è dubbio che lo sforzo dell'Amministrazione è teso a garantire la sicurezza all'interno degli istituti penitenziari tenendo conto del numero delle persone che lavorano e vivono all'interno della struttura e degli spazi esistenti. Come ho già detto il Ministero si è mosso per cercare, nei limiti del possibile, e, tra l'altro, nel quadro di una disastrosa situazione sedimentatasi per decenni per provvedere a un regime di isolamento sanitario nel caso di necessità. Rinvio a quanto già riferito in ordine agli articoli 123 e 124 del decreto-legge n. 18 del 2020 e alla necessità di monitorare l'impatto delle norme per fare le conseguenti valutazioni. Ribadisco, inoltre, che l'attività dell'amministrazione penitenziaria si è mossa nel senso di garantire con tutte le difficoltà oggettive di questo momento un livello di prevenzione e di conseguente protezione della salute di coloro che lavorano e vivono all'interno degli istituti penitenziari. Quanto ai detenuti è importante ricordare che non si tratta soltanto di un'attenzione rivolta alle loro condizioni fisiche ma anche alla qualità della detenzione soprattutto in questo momento sotto il profilo anche del rapporto con i loro cari. Come ho già detto in un quadro legislativo di emergenza che pone eccezionali limiti alla possibilità di spostamento dei cittadini sono in fase di attuazione tutta una serie di provvedimenti finalizzati a compensare l'impossibilità di poter incontrare i loro familiari.

In ordine alle gravi rivolte a cui fanno cenno gli interroganti, comunico che ieri sera è stata depositata, così come precedentemente garantito, al Parlamento una relazione di aggiornamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che tutti i parlamentari potranno analizzare. È importante sottolineare, come ho già fatto, che la stragrande maggioranza dei detenuti non ha partecipato alle rivolte, così come è giusto rilevare che sono numerosi i gesti di solidarietà della popolazione detenuta in carcere nei confronti non solo della Polizia penitenziaria, dei direttori, degli operatori e degli educatori penitenziari ma anche di tutti i cittadini. Per quanto concerne l'emergenza Coronavirus allo stato attuale ribadisco che risultano 15 contagiati. In generale, su una materia delicata come quella penitenziaria ribadisco la mia apertura ad un confronto reale e concreto con le opposizioni.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Vittorio Sgarbi. Prego.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Ministro, onorevoli colleghi, il dilemma di questi giorni è fra due concetti fondamentali che riguardano la vita dei cittadini: la libertà e la salute. Abbiamo accettato di comprimere la prima; quando si parla di questo Parlamento chiuso nella sostanza si parla anche di questo e, ammesso che sia cosa giusta, dobbiamo dire che questo vale per tutti i cittadini, compresi i detenuti i quali hanno diritti basilari tra i quali quello alla salute. Chiedo, quindi, come oltre al rischio della libertà per gli innocenti possano stare in carcere i detenuti con custodia cautelare prima del primo grado e, quindi, come non sia necessario restituire loro con la libertà il diritto alla salute. Chiedo anche come possa vivere serenamente queste giornate il Ministro Bonafede che, con il principio della obbligatorietà dell'azione penale, è in piena flagranza di reato rispetto al decreto del Consiglio dei ministri che il suo comportamento intende superare. Leggo quello che dice e impone il DPCM: sono sospese manifestazioni, eventi, spettacoli, ivi inclusi cinematografici, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano l'affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza - un metro interpersonale - di almeno un metro. Quindi, com'è possibile che lei possa garantire un metro in carcere in cui sono in tre, in quattro o in cinque, lei in questo momento è pieno nella responsabilità morale e giuridica, lei è indagato! Un giudice che abbia correttezza deve indagarla perché lei è untore rispetto al rischio di morte che corrono quei cittadini!

La seduta è terminata alle 16:55.

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