Camera dei Deputati - 2-00885 – Interpellanza sulla sospensione generalizzata delle esecuzioni di rilascio disposta, fino al 31 dicembre 2020, dal cosiddetto «decreto rilancio». RISPOSTA

Camera dei Deputati - 2-00885 – Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento) presentata il 28 luglio 2020.

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

la sospensione generalizzata delle esecuzioni di rilascio disposta, fino al 31 dicembre 2020, dalla legge di conversione del cosiddetto «decreto rilancio» (19 maggio 2020, n. 34) penalizza i cittadini italiani che hanno investito i loro risparmi nell'immobiliare ed hanno posto sul mercato delle locazioni i loro beni;

detta sospensione era già in vigore dal 17 marzo per effetto del decreto «Cura Italia» (17 marzo 2020, n. 18), che l'aveva prevista dapprima fino al 30 giugno 2020 e poi, in sede di conversione, fino al 1° settembre;

il blocco degli sfratti comporta che tutti i provvedimenti di rilascio di immobili già avviati in precedenza ed ora in corso vengano sospesi nella loro attuazione; di conseguenza, neanche l'ufficiale giudiziario già incaricato in precedenza dello sgombero può in questo periodo accedere all'immobile per liberarlo;

si tratta di una misura di cui è stata sottovalutata la portata, che rischia oltremodo di compromettere il diritto di proprietà e il funzionamento dell'intero sistema delle locazioni; si evidenzia, difatti, che la predetta sospensione non esonera il proprietario da alcuna imposizione fiscale; per il proprietario, invero, permane l'obbligo di pagare le tasse sui canoni di locazione non riscossi fino al momento della esecutività del cosiddetto provvedimento di sfratto; inoltre, la sospensione generalizzata agevola indistintamente chiunque, inclusi coloro che avevano una morosità già acclarata ed indipendente dalla crisi economica conseguente all'emergenza epidemiologica da Covid-19;

pertanto, appare curioso, oltre che lesivo del diritto di proprietà, a parere degli interpellanti, che la tutela dell'esigenza di una categoria di cittadini (conduttori), non sia posta a carico della collettività, ma imposta per legge ad un'altra categoria di cittadini (proprietari), a proprie spese e senza alcuna forma di risarcimento;

anche l'associazione dei proprietari ha stigmatizzato aspramente la norma, come «la pietra tombale sull'affitto in Italia, con conseguenze nefaste su accesso all'abitazione e sviluppo delle attività commerciali»;

la disposizione in questione, inoltre, non considera minimamente le esigenze e le condizioni economiche del proprietario locatore, che potrebbe trovarsi privo di reddito, perché magari ha perso il lavoro e ora resta anche senza l'affitto della sua unica proprietà;

alcuni tribunali, in ragione della sospensione dell'esecuzione del provvedimento di rilascio degli immobili, neppure fissano le udienze, sebbene anche in questo periodo potrebbero essere convalidate le intimazioni di sfratto per morosità o per finita locazione;

l'esecuzione del rilascio dipende dalla disponibilità dell'ufficiale giudiziario che spesso, specie nelle grandi città, è impegnato in diverse procedure di sfratto con la conseguenza per i proprietari di vedersi slittare di parecchio la data dello sfratto; indubbiamente, allorquando gli ufficiali giudiziari riprenderanno ad eseguire gli sfratti, avranno da smaltire un arretrato di un anno che si tradurrà per i proprietari, con ragionevole probabilità, in un ulteriore anno di attesa prima di ottenere il rilascio dell'immobile;

in sede di esame di conversione in legge del predetto decreto il Governo, con l'ordine del giorno n. 9/2500-AR/305, si è impegnato «a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine, nell'ambito dei prossimi provvedimenti di carattere normativo, di rivedere l'articolo 17-bis del decreto in esame che prevede la proroga della sospensione dell'esecuzione degli sfratti di immobili ad uso abitativo e non abitativo, anche bilanciando con appositi indennizzi le perdite subite dai proprietari degli immobili che non possono entrare in possesso della loro proprietà privata, per non penalizzare i proprietari immobiliari i quali non sono una categoria di “privilegiati” ma hanno fatto investimenti con sacrifici» –:

quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per assicurare un ristoro in capo ai proprietari che hanno dovuto subire quanto indicato in premessa;

a dare seguito in tempi rapidi agli impegni già assunti con l'ordine del giorno 9/2500-AR/305, citato in premessa, e che allo stato non appaiono in alcun modo rispettati.
(2-00885)

Camera dei Deputati

Venerdì 31 luglio 2020

La seduta è cominciata alle 9,30.

Misure a sostegno dei proprietari immobiliari in relazione alla sospensione generalizzata delle esecuzioni di rilascio degli immobili disposta da recenti provvedimenti normativi 

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Bianchi ed altri n. n. 2-00885 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Bianchi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Presidente, cortese sottosegretario, la sospensione generalizzata delle esecuzioni degli sfratti disposta fino al 31 dicembre 2020 dalla legge di conversione del cosiddetto “decreto Rilancio” penalizza i cittadini che hanno investito i loro risparmi nell'immobiliare e hanno posto sul mercato delle locazioni i loro beni. Detta sospensione era già in vigore dal 17 marzo per effetto del “decreto Cura Italia”, che l'aveva prevista dapprima fino al 31 giugno 2020 e poi in sede di conversione fino al 1° settembre. Il blocco degli sfratti comporta che tutti i provvedimenti già avviati in precedenza ed ora in corso vengano sospesi nella loro attuazione, di conseguenza neanche l'ufficiale giudiziario, già incaricato in precedenza dello sgombero, può in questo periodo accedere all'immobile per liberarlo. Si tratta di una misura di cui è stata sottovalutata la portata, che rischia oltremodo di compromettere il diritto di proprietà e il funzionamento dell'intero sistema delle locazioni. Si evidenzia infatti che la predetta sospensione non esonera il proprietario da alcuna imposizione fiscale, e quindi permane l'obbligo di pagare le tasse nonostante le locazioni non riscosse. Inoltre, la sospensione generalizzata agevola indistintamente chiunque, incluso coloro che avevano una morosità già acclarata indipendente dalla crisi economica conseguente all'emergenza Coronavirus. Pertanto, il provvedimento è evidentemente lesivo del diritto di proprietà, e la tutela delle esigenze di una categoria di cittadini è imposta per legge ad un'altra categoria di cittadini a proprie spese e senza alcuna forma di risarcimento da parte dello Stato. Anche l'associazione dei proprietari ha stigmatizzato aspramente la norma come la pietra tombale sull'affitto in Italia, con conseguenze nefaste sull'accesso all'abitazione e allo sviluppo delle attività commerciali. La disposizione in oggetto, inoltre, non considera minimamente le esigenze e le condizioni economiche del proprietario locatore, che potrebbe trovarsi privo di reddito perché magari ha perso il lavoro e ora resta anche senza l'affitto della sua unica proprietà. Va inoltre considerato che molti tribunali, in ragione della sospensione dell'esecuzione del provvedimento di rilascio degli immobili, neppure fissano le udienze, sebbene anche in questo periodo potrebbero essere notificate nuove intimazioni di sfratto per morosità o per finita locazione. L'esecuzione del rilascio dipende dalla disponibilità dell'ufficiale giudiziario, che spesso, specie nelle grandi città ma non solo, è impegnato in diverse procedure di sfratto, con la conseguenza per i proprietari di vedersi slittare di parecchio la data dello sfratto. Indubbiamente, quando gli ufficiali giudiziari riprenderanno ad eseguire gli sfratti, avranno da smaltire un arretrato considerevole, di un anno e forse più, che si tradurrà per i proprietari con ragionevole probabilità in un ulteriore anno di attesa prima di ottenere il rilascio del proprio immobile.

In sede di esame di conversione in legge del predetto decreto-legge, il Governo, con l'ordine del giorno n. 9/2500-AR/305 a mia prima firma, si è impegnato, nell'ambito dei prossimi provvedimenti di carattere normativo, a rivedere l'articolo 17-bis del decreto-legge in esame, che prevede la proroga della sospensione dell'esecuzione degli sfratti di immobili ad uso abitativo e non abitativo, anche bilanciando con appositi indennizzi le perdite subite dai proprietari degli immobili che non possono entrare in possesso della loro proprietà privata, per non penalizzare i proprietari immobiliari, i quali non sono una categoria di privilegiati ma hanno fatto investimenti con sacrifici. Chiediamo quindi quali urgenti provvedimenti i Ministri interrogati intendano assumere per assicurare un risarcimento in capo ai proprietari che hanno dovuto subire quanto indicato in premessa; e chiediamo di dare seguito in tempi rapidi agli impegni già assunti con l'ordine del giorno a mia prima firma, già citato in premessa e ritrattato con la presente istanza.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Roberto Traversi, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO TRAVERSI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, riferisco per quanto mi è stato inviato dal Ministero della Giustizia. Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto gli interpellanti, rimarcando l'impegno assunto dal Governo con l'approvazione dell'ordine del giorno n. 9/2500-AR/305 – “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine, nell'ambito dei prossimi provvedimenti di carattere normativo, di rivedere l'articolo 17-bis del decreto in esame che prevede la proroga della sospensione dell'esecuzione degli sfratti di immobili a uso abitativo e non abitativo, anche bilanciando con appositi indennizzi le perdite subite dai proprietari degli immobili che non possono entrare in possesso della loro proprietà privata, per non penalizzare i proprietari immobiliari i quali non sono una categoria di privilegiati ma hanno fatto investimenti con sacrifici” -, hanno evidenziato le criticità derivanti dall'articolo 17-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, introdotto in sede di conversione, il quale prevede la sospensione di tutte le procedure esecutive di rilascio fino al 31 dicembre 2020. Hanno chiesto pertanto ai Ministri della Giustizia, dell'Economia e delle finanze e dell'Interno quali urgenti iniziative i Ministri interpellati intendano assumere per assicurare un ristoro in capo ai proprietari che hanno dovuto subire quanto indicato in premessa, invitandoli altresì a dare seguito in tempi rapidi agli impegni già assunti con l'ordine del giorno n. 9/2500-AR/305 citato in premessa, e che allo stato non appaiono in alcun modo rispettati.

Si osserva che con l'entrata in vigore della legge 25 giugno 2020, n. 70, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, recante misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta COVID-19, è stata prevista la fine dell'emergenza, inizialmente stabilita per il 31 luglio prossimo ed è stata anticipata al 1° luglio la ripresa dell'attività giudiziaria, ferma restando la validità degli atti e dei provvedimenti adottati, ivi inclusi i provvedimenti già emessi dai giudici e che hanno indicato le modalità di trattazione delle udienze secondo la normativa emergenziale, mediante videoconferenze o note scritte. In tale attività sono ricomprese anche quelle inerenti la convalida delle procedure di rilascio di immobili, soprattutto quelle relative a finita locazione o a morosità. A partire dal 1° luglio 2020, quindi, sono cessate le misure di celebrazione da remoto o mediante trattazione scritta delle udienze civili o a distanza; le udienze già calendarizzate da remoto saranno dunque trattate secondo i provvedimenti già emanati dai giudici nella fase dell'emergenza, mentre le altre udienze, già fissate per il mese di luglio, si stanno svolgendo in presenza, nel rispetto del protocollo anti-contagio.

Inoltre, per evitare il rischio che si accumulino i rinvii disposti durante la fase emergenziale, con i ruoli di udienza già previsti per il mese corrente, è consentito ai giudici di ricalendarizzare i processi seguendo un ordine cronologico di trattazione secondo criteri di priorità delle cause, tra le quali sono da annoverarsi, per la materia specifica trattata dalle sezioni specializzate nei vari tribunali, anche quelle sopracitate di convalida di rilascio di immobili per morosità, finita locazione e necessità.

Ciò premesso, si rappresenta che un'associazione rappresentativa dei proprietari di immobili, con nota protocollo 0006763.E, ha formulato una ragionevole proposta emendativa del sopracitato articolo 17-bis, che non ne prevede la soppressione, ma individua un'equilibrata soluzione di compromesso fra le opposte esigenze dei conduttori e dei proprietari di immobili nella rimodulazione del periodo di sospensione in relazione al momento di formazione del titolo esecutivo per il rilascio. In particolare, tale proposta prevede la rimodulazione della sospensione dell'esecuzione degli sfratti nei seguenti termini: 1) 31 dicembre 2020, con riferimento esclusivo agli sfratti per morosità notificati e convalidati dopo il 1° giugno 2020 e relativi a canoni non pagati dal 1° febbraio in poi, con previsione di compensazione per i locatori; 2) 1° settembre 2020, con riferimento esclusivo agli sfratti per morosità convalidati fra il 1° gennaio 2020 e il 28 febbraio 2020; 3) nessuna sospensione per gli sfratti per morosità la cui convalida sia antecedente al 1° gennaio 2020; 4) nessuna sospensione per gli sfratti per finita locazione, considerato che l'unico effetto della sospensione sarebbe quello di arrecare danno ai locatori. Per gli sfratti di cui al precedente punto 1, con sospensione al 31 dicembre, è stata inoltre proposta l'introduzione di una compensazione fiscale a vantaggio del locatore mediante previsione di un bonus da portare in compensazione sulla dichiarazione dei redditi, utilizzabile in cinque rate fisse annuali a partire dalla dichiarazione del 2020. Ulteriore proposta, formulata ai fini compensativi della medesima associazione, è la riduzione per tutta la durata del periodo emergenziale dell'aliquota della cedolare secca, dal 21 per cento al 10 per cento. È stato inoltre proposto il differimento del pagamento IMU, Tari e imposte locali minori e misure generiche di incentivazione alla sottoscrizione di canoni agevolati e di rinegoziazione dei medesimi.

PRESIDENTE. Il deputato Matteo Luigi Bianchi ha facoltà di dichiararsi soddisfatto o meno.

MATTEO LUIGI BIANCHI (LEGA). Presidente, sottosegretario, non mi ritengo soddisfatto della risposta e le mie motivazioni sono le seguenti. Il Governo, come ho indicato nell'illustrazione, ha evidenziato la criticità della norma approvata - è vero - in Commissione da questo Parlamento, una norma proposta dall'estrema sinistra di questo emiciclo; il Governo ha evidenziato le criticità di una norma che appunto si ritiene essere lesiva dei diritti dei proprietari e lesiva del principio della proprietà privata. Lei, sottosegretario, ha illustrato tutta una serie di questioni legate alla ripresa dell'attività dei tribunali, dell'attività giudiziaria; ripresa dal 1° luglio, con le udienze che erano sospese e che adesso, appunto, verranno ricalendarizzate, così come i processi, ma sul tema della sospensione degli sfratti il Governo non ha preso una posizione chiara, come si è invece impegnato rispetto all'ordine del giorno che poi è stato approvato in sede di conversione del “decreto Rilancio”. Lei, sottosegretario, ha illustrato giustamente una proposta di compromesso di un'associazione di categoria che ha una serie di rivendicazioni - credo anche di buon senso -, ma ci saremmo aspettati che queste rivendicazioni - appunto perché le ritenete anche voi, avendole illustrate, di buon senso - fossero essere presenti all'interno di un provvedimento del Governo. Nel “decreto Semplificazioni”, che è il primo decreto che poi andrà a discutere questo Parlamento subito dopo la breve pausa estiva, non viene menzionato nulla rispetto a questo tipo di problematica, rispetto alla proposta di questa associazione di categoria che lei ha illustrato. Quindi, credo e mi auguro che questo Parlamento possa porre ulteriormente una serie di correzioni a quella che è una norma che riteniamo essere decisamente iniqua e oltremodo penalizzante per una categoria di cittadini, laddove appunto il Governo, nonostante l'impegno a perseguire un certo tipo di indirizzo, non lo voglia fare.

La seduta è terminata alle 11,15.

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