Camera dei Deputati – 2-00557 – Interpellanze sulla ferrovia Roma Nord che unisce il centro della Capitale con Viterbo. RISPOSTA

Camera dei Deputati – 2-00557 – Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento) presentata il 12 novembre 2019.

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

la ferrovia Roma Nord unisce il centro della Capitale con Viterbo;

con il decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, lo Stato ha delegato alla regione Lazio le funzioni ed i compiti in materia di programmazione e gestione delle ferrovie regionali già in concessione all'azienda Co.Tra.L.;

in seguito all'approvazione della deliberazione di giunta regionale n. 5928 del 20 dicembre 1999, e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 novembre 2000, dal 2000 la regione Lazio è proprietaria della ferrovia Roma nord e dei suoi beni (compresi i treni), mentre l'esercente è la società di trasporto Atac, cui sono affidate la manutenzione ordinaria e straordinaria della ferrovia e del materiale rotabile e i servizi di trasporto;

a partire dall'annualità 2011 compresa, tutti i trasferimenti statali da federalismo amministrativo sono stati interessati dai tagli del Governo Monti, e da allora la regione Lazio non ha mai provveduto a finanziare alcun intervento di manutenzione straordinaria sulle proprie ferrovie regionali;

l'amministrazione regionale mostra un totale disinteresse verso la gestione della ferrovia Roma nord, salvo sporadici e periodici proclami riguardanti nuovi e futuri investimenti ancora non concretizzatisi in alcun cantiere;

inoltre, a partire dal 2013 l'orario del servizio di trasporto è stato più volte rimaneggiato, soprattutto sulla tratta viterbese, facendo sì che in alcuni orari per raggiungere Roma dal viterbese è necessario cambiare più volte treno nelle stazioni di Catalano e Montebello, scoraggiando l'utilizzo del treno da parte dei pendolari;

dal settembre 2013 le corse ferroviarie della tratta extraurbana sono passate nella tratta viterbese tra Civita Castellana e Viterbo da 24 a 16, e nella tratta romana tra Civita Castellana e Montebello da 34 a 22;

con la delibera n. 191 del 15 aprile 2014 la giunta regionale del Lazio ha stabilito il «mantenimento in esercizio della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo quale ferrovia funzionalmente isolata dal resto del sistema ferroviario nazionale in gestione a RFI ed escludendo, anche in prospettiva, lo sviluppo del traffico merci sulla stessa», motivando la suddetta decisione con la cancellazione della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo dall'elenco delle ferrovie interconnesse di cui all'Allegato 1 del decreto ministeriale del 5 agosto 2005, che avrebbe fatto meno venire meno «l'oneroso obbligo di unificazione degli standard di sicurezza, dei regolamenti e delle procedure per il rilascio del certificato di sicurezza a quelli già previsti per la rete nazionale gestita da RFI»;

la decisione della regione Lazio di evitare «l'oneroso obbligo di unificazione degli standard di sicurezza» è stata assunta nel 2014 nonostante numerosi eventi incidentali accaduti negli anni precedenti, alcuni dei quali anche mortali;

nel 2016, a seguito del grave incidente mortale, avvenuto tra Andria e Corato, è stato emanato il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 5 agosto 2016, che ha attribuito all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf) la competenza sulle cosiddette ferrovie interconnesse, di cui, fino alla delibera della giunta della regione Lazio n. 191 del 15 aprile 2014, faceva parte anche la ferrovia Roma Nord;

nonostante l'evento incidentale del luglio 2016 in Puglia abbia interessato una infrastruttura le cui modalità di esercizio si basavano sul regime del «giunto telefonico» analogamente alla tratta extraurbana della ferrovia Roma Nord, la regione Lazio non ha provveduto in alcun modo a programmare investimenti volti a superare urgentemente il deficit di sicurezza ormai evidente;

il decreto-legge 16 ottobre 2017 n. 148, ha stabilito il passaggio sotto l'Ansf anche delle reti funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviario a partire dal 1° luglio 2019, e con il decreto legislativo 14 maggio 2019 n. 50, è stata confermata la competenza dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie anche per le ferrovie isolate;

conseguentemente, a partire dal 1° luglio 2019 Atac e regione Lazio hanno dovuto rimodulare l'orario di servizio in base alle disposizioni stabilite nel nuovo quadro normativo trovandosi del tutto impreparate nonostante il tempo a disposizione offerto dal legislatore sin dal 2017;

alle decurtazioni previste in orario si aggiungono frequenti soppressioni e disservizi dovuti anche all'eccessivo affollamento dei treni non mitigato neanche dall'aggiunta delle corse automobilistiche sostitutive previste da Atac;

dette decurtazioni di treni hanno penalizzato più di altre la popolazione scolastica che non dispone più dei precedenti collegamenti per raggiungere le rispettive scuole;

la decurtazione delle corse nella tratta viterbese prevista con l'orario di settembre 2019 è molto grave perché la ferrovia è il mezzo più sicuro nei mesi invernali per raggiungere il capoluogo di Viterbo da molti centri abitati a causa della frequente presenza di ghiaccio e neve sulle strade;

nella tratta romana sono previsti nei prossimi anni diversi interventi che prevederanno la chiusura della tratta extraurbana per quasi due anni, e anche la tratta urbana nel corso del 2020 sarà interessata dalla chiusura della stazione di piazzale Flaminio per almeno otto mesi con gli inevitabili ulteriori disagi;

l'affollamento della tratta urbana, a causa di numerosi treni urbani soppressi, è oramai ritenuto inaccettabile soprattutto nella stazione in galleria di piazzale Flaminio e nel nodo di scambio di Montebello –:

se siano a conoscenza della situazione drammatica che sta interessando i pendolari delle ferrovie regionali nella Regione Lazio e se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere in merito;

se corrisponda al vero che l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie abbia intenzione di far chiudere la tratta extra-urbana della ferrovia Roma Nord, e di imporre la velocità massima di 50 km/h alla ferrovia Roma-Lido;

se non ritengano di adottare iniziative normative per riattribuire allo Stato le funzioni già delegate alla regione Lazio in materia di programmazione e gestione delle ferrovie regionali, affidando tali funzioni per il tramite delle società del gruppo Ferrovie dello Stato e provvedendo all'inquadramento su domanda dei dipendenti di Atac in servizio sulla ferrovia Roma Nord;

se non ritengano opportuno far presenziare quanto prima, negli orari e nei giorni più critici, dalla Polfer le stazioni ferroviarie di piazzale Flaminio e Montebello e dai Vigili del fuoco la stazione di piazzale Flaminio.

(2-00557)

 

Camera dei Deputati

15 novembre 2019

La seduta è cominciata alle 9:45.

(Chiarimenti in merito all'eventuale chiusura della tratta extra-urbana della ferrovia Roma Nord e iniziative per incrementare la sicurezza e affrontare la condizione dei pendolari delle ferrovie regionali del Lazio

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Rotelli e Lollobrigida n. 2-00557 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Mauro Rotelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

MAURO ROTELLI (FDI). No, Presidente, non la illustro.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Salvatore Margiotta, ha facoltà di rispondere.

SALVATORE MARGIOTTA, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Chiedo ai colleghi di essere pazienti perché la risposta è dettagliata, come dettagliata era appunto l'interpellanza, ma tutto a vantaggio della chiarezza e della trasparenza del nostro operato.

Gli onorevoli interpellanti segnalano quotidiani disagi all'utenza per rimodulazioni di orari e soppressioni di treni sulla linea ferroviaria Roma Nord, che unisce il centro della capitale con Viterbo, ricordando anche che le funzioni e i compiti di programmazione ed amministrazione in materia di servizi pubblici di trasporto di interesse regionale e locale sono stati conferiti alle regioni e agli enti locali in applicazione del decreto legislativo n. 422 del 1997.

Al riguardo, rappresento che il Ministero, nel tempo, ha erogato diversi finanziamenti per l'ammodernamento e il potenziamento di tale linea ferroviaria. Il 10 settembre 2018 è stata sottoscritta con la regione Lazio una convenzione finalizzata all'erogazione del finanziamento di 154 milioni di euro per il raddoppio e alcune varianti di tracciato sulla tratta extraurbana Riano-Morlupo, dal chilometro 0+000 al chilometro 5+989, con il Piano operativo fondo sviluppo e coesione infrastrutture 2014-2020, di cui alla delibera CIPE n. 54 del 2016 - Asse tematico C. L'adeguamento della linea ferroviaria è accompagnato da una serie di interventi sulla viabilità, al fine di eliminare gli attuali passaggi a livello e mantenere la continuità funzionale della rete stradale; inoltre, è previsto l'attrezzaggio della linea, con l'installazione di un sistema di segnalamento, per garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria.

È in corso di definizione, ai sensi dell'Addendum al Piano operativo Fondo sviluppo e coesione infrastrutture 2014-2020 di cui alla delibera CIPE n. 98 del 2017 - Asse tematico B, una convenzione per l'erogazione di un ulteriore finanziamento di 24 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria, in particolare per il rinnovo e l'ammodernamento della linea di trazione nel tratto da Magliano/Morlupo a Viterbo, per un'estensione di circa 71 chilometri, incluso l'adeguamento di alcune sottostazioni elettriche.

Altri interventi riguardano le revisioni generali del materiale rotabile, come pure il rinnovo dell'armamento, nonché la messa in sicurezza della linea e delle relative stazioni.

Da ultimo, è in corso di definizione una convenzione ai sensi dell'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, per l'erogazione di un ulteriore finanziamento di 66,97 milioni di euro, finalizzato principalmente alla sicurezza della circolazione ferroviaria mediante la realizzazione del blocco automatico, degli apparati di stazione, del sistema di controllo marcia treno e la protezione di passaggi a livello.

Quanto alle iniziative assunte da ANSF, ricordo che l'articolo 15-ter, comma 1, lettera b), del decreto legge n. 148 del 2017 ha attribuito all'Agenzia, tra l'altro, il compito di individuare “le norme tecniche e gli standard di sicurezza applicabili alle reti funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviario, nonché ai gestori del servizio che operano su tali reti”. Il medesimo articolo ha stabilito che “nel rilasciare le autorizzazioni di propria competenza, l'ANSF valuta le misure mitigative o compensative proposte dai gestori del servizio sulla base di una analisi del rischio che tenga conto delle caratteristiche della tratta ferroviaria, dei rotabili e del servizio di trasporto”.

In attuazione di quanto previsto dal citato articolo 15-ter, ANSF ha adottato il decreto n. 1/2019 del 19 aprile 2019. Detto decreto, in particolare, prevede che gli operatori delle reti funzionalmente isolate comunichino, ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni, l'elenco degli interventi per l'adeguamento ai requisiti del decreto stesso, le misure mitigative adottate nelle more del completamento di tali interventi, le relative analisi di rischio.

Con nota del 10 luglio 2019, ANSF ha comunicato agli operatori delle reti i requisiti da rispettare per adeguarsi al citato decreto n. 1/2019, consistenti in sintesi nell'adozione di sistemi tecnologici (collegamenti di sicurezza, blocco automatico, sistemi di protezione della marcia, sistemi di protezione dei passaggi a livello, dispositivi di monitoraggio della vigilanza dell'agente di condotta, eccetera) finalizzati a neutralizzare eventuali errori del personale impiegato in attività di sicurezza (agenti di condotta, regolatori della circolazione, manutentori, eccetera).

Con la medesima nota l'Agenzia ha anche chiesto l'invio dei cronoprogrammi di attuazione dei suddetti interventi e delle misure mitigative nel frattempo adottate, unitamente ad analisi del rischio a supporto di eventuali misure mitigative alternative a quelle minime indicate nella nota medesima. In particolare, tali misure minime consistono, in caso di linee senza sistemi di protezione della marcia del treno, nell'imposizione di una velocità massima di 50 chilometri orari, con sistema di vigilanza dell'agente di condotta mantenuto attivo.

In data 16 luglio e in data 13 settembre 2019, ATAC ha trasmesso la documentazione di propria competenza, in relazione alla quale l'Agenzia ha rilevato la non corrispondenza a quanto richiesto all'operatore della rete con la citata nota del 10 luglio.

Conseguentemente, l'ANSF, con nota del 14 ottobre indirizzata anche alla regione Lazio, ha chiesto ad ATAC l'invio, entro quindici giorni, di elementi idonei a superare le criticità riscontrate. ATAC, con note del 5 e dell'11 novembre, e regione Lazio, con nota del 30 ottobre, hanno riscontrato tale richiesta inviando nuovi elementi di propria competenza, ora al vaglio dell'ANSF.

Inoltre, sempre con nota del 5 novembre, ATAC ha comunicato l'adozione sulla linea Roma-Lido di una misura mitigativa alternativa a quella minima indicata da ANSF (limite di 50 chilometri orari), consistente nell'imposizione di un limite di 70 chilometri orari e nella presenza di due agenti in cabina di guida, supportata da una analisi del rischio della misura alternativa individuata, attualmente all'esame dell'Agenzia.

Ricordo anche che il decreto legislativo n. 50 del 2019 ha attribuito all'Agenzia il compito di uniformare, su tali linee, i principi di gestione dell'esercizio e di controllo dello stesso a quelli della rete ferroviaria interoperabile con l'intento di innalzare il livello di sicurezza in essere attraverso l'introduzione di tecnologie e regole di esercizio il più possibile allineate a quelle della rete nazionale, prevedendo l'adozione di misure mitigative fino al completo allineamento ai principi fissati per l'esercizio sicuro.

Allo stato, ANSF ha comunicato di ritenere, sulla base delle modalità di gestione dell'esercizio, giustificate le mitigazioni adottate dall'ATAC, ferma restando la possibilità di prevedere ulteriori mitigazioni all'esito delle valutazioni in corso.

Quanto alla gestione della ferrovia Roma-Viterbo, oggi affidata ad ATAC dalla regione Lazio attraverso un contratto di servizio, evidenzio che, in base all'articolo 47 del decreto-legge n. 50 del 2017, la stessa regione può stipulare accordi o contratti con RFI per la gestione della rete. La regione Lazio ha riferito di aver effettuato numerosi interventi, anche surrogandosi nelle funzioni all'attuale soggetto gestore, finalizzati ad un concreto e sostanziale miglioramento del servizio sulla ferrovia Roma-Civita Castellana­Viterbo.

Nel corso del 2019, la regione ha adottato due delibere di giunta, finalizzate alla verifica di natura tecnica ed economica, strumentale all'affidamento della gestione dell'infrastruttura e dell'esercizio del trasporto su tali linee con la procedura dell' in­house providing.

Nelle more, la regione ha istituito un tavolo tecnico permanente con ATAC per concordare le modalità di prosecuzione della gestione delle ferrovie regionali Roma-Lido di Ostia e Roma-Civita Castellana-Viterbo da parte della stessa ATAC fino alla data del 1° luglio 2020, per quanto concerne la gestione delle infrastrutture e dei rotabili, e del 1° gennaio 2021 per l'esercizio del trasporto; dopo dette date è previsto il passaggio della gestione rispettivamente ad ASTRAL per le infrastrutture ed i rotabili e a COTRAL per l'esercizio del servizio di trasporto.

Quanto all'opportunità di assicurare la polizia ferroviaria nelle stazioni di piazzale Flaminio e di Montebello, è stato interessato il Ministero dell'interno, il quale ha rappresentato che, nell'ambito della ferrovia regionale gestita da ATAC, è previsto l'intervento delle forze di polizia competenti per territorio e dislocate lungo il percorso della linea, mentre i presidi di polizia ferroviaria sono assicurati nell'ambito delle linee ferroviarie a gestione RFI.

Ad ogni modo, la regione Lazio ha comunicato di aver chiesto ed ottenuto da ATAC la presenza, proprio nelle stazioni di piazzale Flaminio e di Montebello, di un maggior numero di personale nelle ore di punta anche ai fini dell'assistenza alla clientela.

Quanto, infine, alla richiesta di istituire un presidio fisso di Vigili del fuoco presso la stazione di piazzale Flaminio, il Ministero dell'interno ha comunicato che il presidio fisso è previsto per stazioni ferroviarie con superficie coperta accessibile al pubblico superiore a 5 mila metri quadrati.

Inoltre, in presenza di situazioni eccezionali e temporanee, e sempre dopo specifica richiesta e valutazione dell'autorità di pubblica sicurezza, può essere previsto un presidio fisso in uno specifico sito. Allo stato, per tale stazione non è previsto un presidio fisso, in quanto non presenta i requisiti dimensionali sopra richiesti e non ricorrono situazioni di carattere eccezionale e temporanee.

Ad ogni modo, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è strutturato in modo da intervenire nel minor tempo possibile con squadre e mezzi allocati presso i comandi e i distaccamenti. Nel caso della stazione di piazzale Flaminio, detta stazione ricade all'interno del dispositivo di soccorso tecnico urgente a copertura di Roma Capitale.

PRESIDENTE. Il deputato Mauro Rotelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie sottosegretario, non me ne voglia, nella sua risposta alla nostra interpellanza c'è un po' la cronistoria di questo disastro che è la Roma Nord e che sono anche le ferrovie e le tratte ferrate della nostra regione. Non so come mai il Presidente non la abbia ripresa nel momento in cui ha parlato di house providing per quanto riguarda l'organizzazione della gestione delle Ferrovie, perché poi questi sono temi molto tecnici, interni ai ministeri, che proprio non riusciamo a capire. Questo vuol dire che, invece di farla fare ad ATAC, la gestione di quella tratta viene fatta interna alla regione da COTRAL, ecco questo house providing.

La cosa, sottosegretario, che mi ha più colpito è questo termine: misure “mitigative”; io, nella mia replica, vorrei citarle un po' di queste misure “mitigative”, che sanno proprio veramente di presa in giro. Chi utilizza questa tratta, e quindi, lei può immaginare, per lo più pendolari, che provano, tentano di raggiungere il proprio posto di lavoro o di studio, subiscono ogni giorno un vero e proprio castigo divino, cioè chi ha scelto di vivere in quel quadrante che è servito, era servito, dalla Roma Nord ha questa condanna. Le promesse sono ormai ultradecennali, i lavori sono costantemente fermi e le corse sono continuamente soppresse. Ritardi e cancellazioni, come lei può immaginare, arrivano sempre all'ultimo momento poi, non sono mai preventivate. Tra le misure “mitigative”, dopo l'estate, c'è stato il cosiddetto cambio dell'orario. Cosa ha voluto significare, sottosegretario? Che alla fine ci siamo ritrovati con molti meno treni e tanti più autobus, che dovevano sostituire questi mezzi, senza oltretutto avere la possibilità di poter andare incontro a quelle che erano tutte le necessità.

Si parla, tanto per essere chiari, di una dozzina di corse in meno. La tratta extraurbana fuori Roma che arriva fino a Viterbo possiamo definirla ormai quasi completamente chiusa ed è per questo che tanti hanno cominciato inevitabilmente, dovendo lavorare e studiare, a riprendere l'auto, intasando la Flaminia, la Tiberina e la Salaria, cosa che anche il comune di Roma si dovrebbe domandare se è una cosa intelligente e interessante.

Questa di cui stiamo parlando, sottosegretario, è una ferrovia che io mi permetto di definire paleolitica. Siamo in una condizione nella quale se in tutto il mondo, ma anche in tratte nazionali, c'è la possibilità di poter far salire una bicicletta, di poter accogliere una carrozzina e un passeggino, alla stazione di piazzale Flaminio, se non c'è qualcuno che aiuta le persone a sollevare una carrozzina, un disabile non ha la possibilità di poter prendere il treno. È una stazione che è veramente imbarazzante, non soltanto per motivi di sicurezza. Io le ricordo che l'ATAC incassa per la gestione di questo tratto 90 milioni all'anno dalla regione Lazio e in più, naturalmente, ci sono gli abbonamenti e i biglietti degli utenti.

Le promesse sono state tantissime, come le dicevo, e anche ultradecennali. Non c'è traccia di raddoppio della tratta e non abbiamo mai parlato - e questo non l'ho sentito, mi scusi, nella sua replica - della questione dei treni, che sono costantemente guasti. Le dico così, ad onor di cronaca, che stiamo parlando di vetture che hanno un'età media tra i 20 e i 25 anni. Ci sono dei parametri di sicurezza, di cui lei, invece, ha parlato, che sono costantemente disattesi e, quindi, il rischio chiusura è molto alto. Io credo che in tutto il territorio del Lazio, non soltanto in questo quadrante nord, non ci possiamo permettere di perdere non una corsa ma un metro di strada ferrata per i problemi, insomma, che poi si incontrano nel momento nel quale si arriva nell'area metropolitana romana, anzi il tutto va potenziato. Lei ne ha fatto un passaggio sulla Civitavecchia-Capranica-Orte e il tratto tra Capranica e Ronciglione potrebbe essere riattivato veramente soltanto con un po' di buona volontà.

Concludo citando soltanto un paio di conseguenze che non sono così dirette, come quelle che naturalmente subiscono i pendolari e i lavoratori su questa tratta, ma si tratta di quello che succede nel momento in cui una tratta ferroviaria storica, inaugurata nel 1928, viene cancellata o chiusa, come sta avvenendo per la Roma Nord. L'istituto agrario di Bagnoregio va in sofferenza e rischia la chiusura, perché non ha più la possibilità di poter accogliere studenti che non hanno più il treno a disposizione. E le faccio una domanda: ma lei, scegliendo di vivere in un'area metropolitana o nelle vicinanze della stessa, acquisterebbe un appartamento in una zona nella quale non c'è servizio e non ha la possibilità di poter avere un servizio che la possa trasportare al posto di lavoro? Lei consideri che tutto l'intero tessuto sociale e abitativo che da Sacrofano arriva a Viterbo rischia di morire perché non è assolutamente servito più da alcun servizio. Quello che è alternativo, attraverso gli autobus, non è sufficiente, ed è per questo che, purtroppo, i pendolari, domani, alle 9,30 di mattina, si ritroveranno per una manifestazione nella quale credo che, insieme a me, non saranno molto contenti anche delle risposte che hanno ricevuto oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

 

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