Camera dei Deputati- 2-00519 – Interpellanza sulla «truffa dei diamanti» in cui sono coinvolti importanti istituti bancari nazionali, fra i quali Banco Bpm, Mps, Unicredit e la necessità di una revisione del quadro normativo relativo al sistema di vigilanza e controllo.

Camera dei Deputati- 2-00519 – Interpellanza presentata l’11 ottobre 2019.

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

la conclusione delle indagini della procura di Milano, sulle modalità di offerta dei diamanti da investimento che hanno coinvolto importanti istituti bancari nazionali, fra i quali Banco Bpm, Mps, Unicredit e Intesa Sanpaolo, ripropone nuovamente, ad avviso degli interpellanti, l'esigenza di aggiornare il quadro normativo e della regolamentazione delle autorità di vigilanza, in relazione alla disciplina della trasparenza e della correttezza delle informazioni sui servizi d'investimento; tale quadro complessivo permane fragile e inefficace, con particolare riguardo ai poteri sanzionatori e agli strumenti di controllo attualmente previsti, a tutela dei risparmiatori e degli investitori;

l'inchiesta della magistratura lombarda, denominata «Crazy Diamond», che ha visto il sequestro preventivo da parte della Guardia di finanza di circa 700 milioni di euro nei riguardi delle suesposte banche, oltre che la formulazione di ipotesi di reati a vario titolo, quali truffa aggravata e continuata, autoriciclaggio, ostacolo alla vigilanza, corruzione tra privati e illeciti amministrativi per reati commessi dai propri dipendenti, ai sensi del decreto legislativo, n. 231 del 2001, delinea un quadro complessivo ambiguo e preoccupante, in relazione alle numerose violazioni del codice, del consumo, alle pratiche commerciali scorrette e le modalità contrattuali ingannevoli ed omissive di offerta dei diamanti venduti (in merito alle caratteristiche dell'investimento proposto) nonché alla violazione dei diritti dei consumatori, con riferimento alla chiarezza delle informazioni rese, evidentemente fuorvianti, anche in relazione all'andamento del mercato;

al riguardo, l'assenza di sinergie tra le autorità di vigilanza, nelle attività di verifica e controllo del sistema bancario conferma, a giudizio degli interpellanti, l'inadeguatezza dell'attuale quadro normativo, nell'assicurare la chiarezza del collocamento di strumenti finanziari con profilo di rischio o, come nella suesposta vicenda concernente la vendita dei diamanti, nel disciplinare le attività di offerta d'investimento, soggette alla regolamentazione delle autorità finanziarie;

la relazione conclusiva predisposta la scorsa legislatura dal Movimento Cinque Stelle, nell'ambito dell'attività della Commissione d'inchiesta sul sistema finanziario e bancario, evidenziava a tal fine, la carenza di comunicazione tra gli organi di vigilanza preposti al controllo, compromettendone la stabilità, come testimoniano i numerosi episodi di «risparmio tradito» verificatisi negli ultimi anni nel nostro Paese, che si sarebbero potuti evitare se i risparmiatori e gli investitori fossero stati informati dei rischi attraverso strumenti trasparenti in grado di evidenziare con chiarezza l'alta probabilità di perdita nell'investimento in quei determinati prodotti finanziari;

la predetta vicenda della cosiddetta «truffa dei diamanti» conferma, pertanto, ad avviso degli interpellanti, la necessità di una revisione del quadro normativo relativo al sistema di vigilanza e controllo, anche attraverso il rafforzamento della collaborazione tra autorità competenti, unitamente all'introduzione di misure penalistico-economiche, tra cui la creazione di nuove fattispecie penali, che sanzionino le condotte di gestione fraudolenta e di truffa di mercato;

a tal fine, con l'atto di sindacato ispettivo n. 4-00389 presentato all'inizio della presente legislatura, gli interpellanti avevano già segnalato, l'inchiesta della procura milanese, avviata alla fine del 2016, nei riguardi delle banche in precedenza richiamate, finalizzata ad accertare se le condotte oggetto del procedimento per i comportamenti messi in atto siano state caratterizzate da modalità di promozione omissive ed ingannevoli in relazione all'offerta dei diamanti da investimento, che ha coinvolto centinaia di consumatori a livello nazionale;

il medesimo atto riaffermava l'esigenza di introdurre misure volte a garantire una più effettiva tutela dei risparmiatori truffati, ai sensi dell'articolo 47 della Costituzione, in considerazione del fatto che i meccanismi di garanzia, anche nella suddetta vicenda, sembrano essere stati scarsamente efficienti a causa degli insufficienti e non adeguati controlli;

con riferimento alla tutela del risparmio, emerge pertanto la necessità di un innalzamento dei livelli di semplificazione dei prospetti informativi, di una più netta separazione tra attività bancaria e finanziaria, nonché della promozione di iniziative di educazione finanziaria, peraltro già avviate con l'introduzione della strategia per l'educazione finanziaria, previdenziale ed assicurativa –:

quali orientamenti il Ministro interpellato intenda esprimere, nell'ambito delle proprie competenze, con riferimento a quanto emerge dalla vicenda giudiziaria esposta in premessa, che ha coinvolto gli istituti di credito in precedenza richiamati, e le società «Intermarket Diamond Business» e «Diamond Private Investment», accusate di una serie di reati finanziari a seguito della vendita di diamanti a prezzi nettamente superiori rispetto al loro effettivo valore;

se il Ministro interpellato intenda adottare iniziative normative al fine di potenziare, nel quadro della regolamentazione dell'attività bancaria, le misure legate alla trasparenza informativa, assicurando modalità più semplici e snelle, poste che il perpetuarsi di pratiche commerciali scorrette da parte di alcuni istituti bancari nazionali, come emerge dalla vicenda esposta in premessa, alimenta i sentimenti di sconforto e diffidenza da parte degli investitori e dei risparmiatori italiani.

(2-00519)

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