Parere del Comitato economico e sociale europeo su Comunicazione Appalti pubblici efficaci in Europa e per l’Europa [COM(2017) 572 final

Parere del Comitato economico e sociale europeo su: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Appalti pubblici efficaci in Europa e per l’Europa [COM(2017) 572 final]

Il Parere del Comitato economico e sociale europeo su: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Appalti pubblici efficaci in Europa e per l’Europa [COM(2017) 572 final] — Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Sostegno agli investimenti mediante una valutazione ex ante volontaria degli aspetti relativi agli appalti per i grandi progetti infrastrutturali [COM(2017) 573 final] — Raccomandazione della Commissione del 3.10.2017 relativa alla professionalizzazione degli appalti pubblici — Costruire un’architettura per la professionalizzazione degli appalti pubblici [C(2017) 6654 final — SWD(2017) 327 final] è stato pubblicato sulla GU C 227 del 28.6.2018.

Conclusioni e raccomandazioni

 

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è convinto che solo un sistema trasparente, aperto e competitivo di appalti pubblici nel mercato unico potrebbe non solo assicurare una spesa pubblica efficiente, ma fornire beni e servizi di alta qualità per i cittadini, sviluppando una vera e propria cultura europea degli appalti innovativi intelligenti, sostenibili e socialmente responsabili.

 

1.1.1.

A riguardo, il CESE raccomanda di promuovere l’uso dell’«offerta economicamente più vantaggiosa», come criterio di selezione delle offerte, specie nel caso dei servizi intellettuali. 

 

1.2.

Il Comitato accoglie con favore il nuovo pacchetto in materia di appalti pubblici e sottolinea la necessità di:

promuovere la qualità e l’innovazione negli appalti pubblici;

includere gli aspetti ambientali e sociali;

 

rendere gli appalti pubblici più intelligenti ed efficienti.

 

1.3.

Il Comitato sottolinea l’importanza di un uso intelligente degli appalti pubblici per affrontare le sfide globali quali i cambiamenti climatici, la scarsità di risorse, le diseguaglianze e l’invecchiamento della società, sostenendo le politiche sociali, accelerando la transizione verso catene di approvvigionamento e modelli aziendali più sostenibili e competitivi, consentendo un migliore accesso delle PMI e delle imprese dell’economia sociale.

 

1.3.1.

Il CESE ritiene importante lo sviluppo di una maggiore apertura degli Stati membri verso meccanismi volontari di valutazione preventiva per i grandi progetti di infrastrutture.

 

1.3.2.

Il Comitato sottolinea la necessità di rendere attraente il ricorso volontario al nuovo meccanismo di valutazione ex ante, attraverso il riconoscimento alla stazione appaltante di un Label d’attestazione di conformità. Il CESE sostiene una maggiore professionalizzazione di tutte le parti interessate e una maggiore partecipazione delle imprese sociali, tese a combattere frodi e corruzioni rafforzando la trasformazione digitale degli appalti.

 

1.4.

Il Comitato apprezza in particolare gli sforzi volti ad accrescere l’accesso delle PMI e delle imprese dell’economia sociale ai mercati degli appalti e sottolinea che vi sono ancora molti ostacoli alla loro piena partecipazione, raccomandando interventi di organismi camerali e/o professionali, come misure di difesa e sostegno.

 

1.4.1.

Gli aspetti sociali e ambientali hanno acquisito una rilevanza cruciale nella qualificazione degli appalti pubblici, e il CESE evidenzia il valore e l’utilità di tali aspetti e raccomanda l’inserimento di contenuti specifici in materia sociale e ambientale in tutti i programmi di formazione nazionali e comunitari.

 

1.4.2.

Sarebbe opportuno il lancio di una campagna per l’uso di standard tecnico-normativi in campo ambientale ISO 14000, sociale ISO 26000, SA 8000:2014, e Convenzioni ILO pertinenti (1), di qualità gestionale/produttiva UNI 11648:2016 sul project manager e ISO 9000, o analoghi requisiti tecnici di qualità richiesti da legislazioni nazionali nelle specifiche d’appalto, aiutando le imprese minori ad ottenere i suddetti standard, attraverso il Fondo sociale europeo.

 

1.5.

Per il Comitato è essenziale procedere con determinazione ad una forte professionalizzazione delle stazioni appaltanti con un chiaro riconoscimento delle nuove qualificazioni acquisite, attrezzandole con un quadro comune europeo di competenze tecniche ed informatiche che permetta un approccio comune in tutto il mercato interno europeo.

 

1.6.

Il CESE è dell’avviso che sarebbe stato preferibile che la Commissione adottasse non una raccomandazione, ma una direttiva, allo scopo di assicurare un’architettura efficiente e coerente per la professionalizzazione degli appalti pubblici.

 

1.7.

Occorre realizzare, secondo il Comitato, un registro pubblico digitale degli appalti, anche per consentire sia di ampliare il potenziale bacino di imprese interessate, sia di valutare meglio l’efficienza e l’integrità del processo di appalto.

 

1.8.

Per il Comitato è fondamentale una forte azione comunitaria volta a favorire l’accesso ai mercati degli appalti dei paesi terzi sulla base di reciprocità, compresi i paesi in fase di adesione e i paesi partner della politica europea di vicinato, in condizioni di parità con le imprese nazionali. 

 

1.9.

Secondo il CESE, le raccomandazioni della Commissione europea (CE) rivolte ai singoli Stati membri dovrebbero essere accompagnate da un forte impulso in campo formativo, rivolto a possibilità d’accesso a programmi e fondi strutturali, a standard tecnico-normativi di digitalizzazione, con l’adozione, a livello europeo, di un codice etico degli appalti.

 

1.10.

Il CESE raccomanda di promuovere l’inclusione e l’uso di misure di carattere sociale, come strumenti strategici per promuovere politiche avanzate in questo settore.

 

 

1.11.

Il CESE raccomanda lo studio delle possibilità di adottare un regime regolamentare comune, come 28o regime, per gli appalti transnazionali, al quale possano aderire, volontariamente, le stazioni appaltanti, con la garanzia di eguali procedure in tutto lo spazio economico europeo.

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