OICE: grave colpo alla ripresa economica del Lazio dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla che boccia il Piano territoriale paesistico regionale. A rischio tutti i permessi di costruire con nulla osta ambientale rilasciati da febbraio a oggi.

COMUNICATO STAMPA

OICE: grave colpo alla ripresa economica del Lazio dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla che boccia il Piano territoriale paesistico regionale

A rischio tutti i permessi di costruire con nulla osta ambientale rilasciati da febbraio a oggi

E' questo il grido di allarme che lancia l'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria a valle della recente sentenza n. 240/2020 della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la delibera del Consiglio Regionale del Lazio n. 5 del 2019 che aveva approvato il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), a causa del mancato coinvolgimento del MiBACT nel procedimento di approvazione.

Per il Presidente dell'Associazione, ing. Gabriele Scicolone la pronuncia "rischia di avere delle ricadute molto pesanti sugli interventi edilizi di cui i nostri associati sono protagonisti nella fase progettuale e di direzione dei lavori. Avevamo sperato che l'attuazione dei piani avrebbe potuto liberare delle risorse importanti ma in questo modo tutto rimane al palo".

Per il Coordinatore Regionale OICE del Lazio, arch. Valter Macchi "i Giudici della Corte Costituzionale con la sentenza 240/2020 hanno certamente interpretato in punta di diritto e in maniera ineccepibile il conflitto di attribuzione tra Enti. Tuttavia osservo che la ricaduta in termini economici nel Lazio è inestimabile. Basti pensare che tutti i permessi di costruire, dotati di nulla osta per la tutela ambientale e rilasciati da febbraio ad oggi, sono annullabili in autotutela. Che tutte le domande per il rilascio di permessi di costruire, per le quali vi è l’obbligo del nulla osta regionale, sono al momento sospese. L’economia del Lazio già provata dalla Pandemia è in ginocchio e questo potrebbe essere l’ennesimo e forse fatale colpo alle speranze di ripresa”.

In allegato la sentenza della Corte Costituzionale.

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