Comm.ne Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi – Audizione dell'Amministratore delegato della RAI sulle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle regioni Calabria e Emilia Romagna, del 26 novembre 2019.

Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi – Audizione dell'Amministratore delegato della RAI sulle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alla campagna per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio regionale delle regioni Calabria e Emilia Romagna, indette per il giorno 26 gennaio 2020, del 26 novembre 2019.

Nella seduta di martedì 26 novembre la Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ha svolto, presso Palazzo San Macuto, l’audizione in titolo.

L'Amministratore delegato della RAI ha rilevato come siano emersi emendamenti che propongono di prelevare ancora un 10% del canone da destinare al Fondo per il pluralismo. Ha asserito che il legislatore è sovrano ed ha giudicato molto difficile amministrare un'azienda che non ha certezza di risorse. Con questa serie di iniziative che minano profondamente il finanziamento di Rai si rischia di rendere estremamente difficoltosa, se non addirittura di bloccare, l'applicazione di un Piano Industriale che ha come principale obiettivo quello di traghettare il Servizio Pubblico definitivamente nel futuro, mantenendo però la leadership che lo contraddistingue. L'introduzione del canone in bolletta non contribuisce ad assicurare le risorse necessarie al funzionamento della tv. La raccolta del canone oggi è al di sotto di quella del 2013 quando l'evasione era intorno al 30%: 1.655 milioni di euro nel 2013, 1.637 nel 2018. L'inserimento del canone in bolletta non ha portato ad alcun extra gettito per Rai. L’abbassamento dell'importo unitario ha portato gli utenti a pagare 90 euro contro i 113,5 del 2015. Su quanto dovuto a Rai viene tolto annualmente un 5% forfettario, altri 85 milioni. Tra tasse di concessione governativa e Iva la Rai lascia sul campo altri 150 milioni di euro che le arrivano dai cittadini. In questi anni le trattenute da parte dello Stato sono passate da 132 milioni di euro a 345 milioni di euro.

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In allegato la sintesi ndella diretta web.

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