Ponte sullo Stretto di Messina - Mozioni discusse in Aula alla Camera dei Deputati il 4 Novembre 2020

Camera dei Deputati – Aula del 4 Novembre 2020 - Seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355, Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 (Nuova formulazione), Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 12 ottobre 2020 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, è stata presentata la mozione Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389, che è già iscritta all'ordine del giorno.

Avverto altresì che è stata presentata la mozione Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger ed altri n. 1-00399 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di esprimere il parere sulle mozioni presentate. Prego, signor Vice Ministro.

GIANCARLO CANCELLERI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Esprimiamo parere contrario sulle mozioni n. 1-00355 (Nuova formulazione), 1-00386 e 1-00389, e parere favorevole sulla mozione 1-00399.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il collega Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Io rinuncio alla dichiarazione di voto, dico solo una parola a margine però, non posso non dirla, quindi, lo consideri parte della mia dichiarazione di voto.

Noi stiamo in delle ore un po' particolari, ovviamente, perché, anche alla luce del nuovo DPCM, c'è una grande fibrillazione in tutto il Paese; abbiamo un grande problema e una grande questione aperta sulla scuola, che si trova in una certa situazione anche per questioni di trasporto pubblico locale e questo Parlamento discute del ponte sullo stretto di Messina. Quindi, non aggiungo una parola, però mi sarebbe piaciuto e preferirei che ci concentrassimo, quando parliamo di trasporti nel Paese, su altre questioni che stanno un po' più a cuore agli italiani in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in discussione generale e non più tardi di qualche settimana fa, avendo più tempo a disposizione, abbiamo potuto motivare bene le nostre ragioni per cui, anche oggi, diremo un sì convinto a questa mozione, a questa grande opera infrastrutturale. Tante ragioni, ma non per ultimo la convinzione dell'Europa, che ci dice che è un'opera infrastrutturale che va necessariamente realizzata per colmare il gap infrastrutturale con le regioni meno sviluppate, per colmare anche, direi, il gap cerebrale di chi vuole tenere il Meridione, il Sud, il Mezzogiorno intero, la Sicilia, la Calabria e la Campania legati a mancette, all'assistenzialismo e a leggi inutili, come il reddito di cittadinanza.

E sempre in discussione generale, ho potuto constatare che la maggior parte degli interventi sono stati fatti da colleghi siciliani e calabresi, come se si trattasse del corridoio Messina-Reggio Calabria e non del corridoio scandinavo-mediterraneo; la totale indifferenza delle forze di maggioranza che sostengono questo Governo.

Direi che, dalla tragedia del COVID, dobbiamo prendere quello che di buono ci viene e quello che di buono ci viene è soltanto una cosa: sono i soldi del Recovery Fund, questi 200 e più miliardi, tanti e tanti soldi, che consentono a questo Governo, consentono all'Italia e a tutti quanti noi di realizzare questa grande opera e sono fondi che l'Europa attribuisce all'Italia non per merito di nessuna mediazione, come vuole far credere il Governo, e di chissà quale strategia, ma in base alla proporzione della popolazione, al tasso di disoccupazione, al PIL pro capite per ogni Stato membro.

Quindi, abbiamo - avete! - tutti quanti una grande occasione. Mi rivolgo a tutte le forze che sostengono questo Governo, al Vice Ministro Cancelleri, siciliano come me. Avete e abbiamo tutti una grande possibilità, ma soprattutto voi, che siete al Governo, avete la possibilità di scrivere forse la pagina più importante della storia di questo Paese. Mettete da parte quelle strane idee di cui abbiamo sentito parlare in questi mesi, tunnel o altre cose irrealizzabili, e anche, direi, che se fossero realizzabili, conoscendo i tempi della burocrazia e della politica, arriveremmo a fine legislatura. Avete la possibilità di scrivere una pagina di storia. Prendete il progetto esecutivo del ponte - abbiamo i soldi - e realizziamolo. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi con l'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Questa discussione di oggi si inserisce in una riqualificazione complessiva delle infrastrutture - così è stata pensata nella nostra mozione di maggioranza -, una riqualificazione che deve stare ed è all'interno del Recovery europeo e che serve a rilanciare il Mezzogiorno all'interno di un progetto complessivo del Paese. Non è un caso che oggi stiamo discutendo questa mozione ma, in realtà, le Commissioni competenti avevano già approvato e discusso, all'interno, poi, della relazione della V Commissione, un pacchetto complessivo delle infrastrutture che servono al rilancio del nostro Paese e, io aggiungo, al rilancio del Mezzogiorno…

PRESIDENTE. Onorevole Stumpo, scusi.

NICOLA STUMPO (LEU). Si figuri.

PRESIDENTE. Sta “disturbando” dei colleghi… grazie.

NICOLA STUMPO (LEU). …e, vorrei ricordare, i numeri del Recovery e quant'altro, stanno nella mozione. Non amo ripetere quanto si può tranquillamente leggere, ma vorrei ricordare altri numeri. Ci sono stati momenti in cui l'Italia cresceva più della Germania - siamo poco dopo la metà degli anni Novanta - e, in Italia, il Mezzogiorno cresceva più del Nord Italia. Questo significa, per noi ma anche per l'Europa, che per far sì che l'Italia sia sempre più competitiva, che possa crescere e che l'Europa possa diventare sempre più un partner mondiale, c'è bisogno di sviluppare quelle parti che oggi, a partire dal Mezzogiorno d'Italia, si trovano in condizioni di difficoltà, a partire dalle infrastrutture.

Vorrei anche, in questi minuti di nostra discussione, provare a uscire dal solito modello dell'idea delle infrastrutture. Ogni volta che si parla del Sud si dice: l'alta velocità fino a Reggio Calabria, poi da Messina naturalmente a Siracusa, quindi sempre da Messina a Palermo, cosa che va fatta e su cui non bisogna più discutere. Poi, si passa direttamente all'Adriatica, tagliando un pezzo del Mezzogiorno, che è la parte ionica, che è quello che invece costituirebbe la chiusura di un anello, la messa insieme di 12 milioni di persone, la messa in sicurezza dello sviluppo di quel territorio e anche la pienezza dei diritti di alcuni cittadini.

Vedete, se un cittadino di Reggio Calabria oggi dovesse decidere di andare a Bari ha come unica possibilità quella di arrivare fino a Roma e poi da Roma andare a Bari, perché gli è completamente impedita la possibilità con le infrastrutture, tanto quelle ferroviarie quanto quelle viarie.

Questo vale per un cittadino e vale soprattutto per le ricchezze di questi territori, vale per lo sviluppo dell'agricoltura, vale per lo sviluppo del turismo, vale per le capacità di essere attrattivi. C'è bisogno, in tutta questa discussione, quando si parla di dove investire e di come investire, di ragionare sul Mezzogiorno come un unico modello; un modello che si tiene insieme, da Bari a Napoli, passando per Reggio Calabria e ritornando poi, attraverso Taranto, nuovamente a Bari. Mettere insieme tutte queste Regioni, costruire un centro, un polo che possa essere un polo di attrazione per il turismo, che possa essere un polo, come lo è per l'agricoltura, di scambi per le proprie ricchezze territoriali e che possa, quindi, poi continuare, così come diciamo nella mozione con un attraversamento stabile dello Stretto, a essere il collegamento con la Sicilia, con l'alta velocità fino a Palermo o fino a Siracusa. Credo che il modello col quale - e mi avvio a concludere - noi dobbiamo ragionare è questo qui: mettere nelle condizioni il Sud di crescere, di poter essere attrattivo, di poter esprimere le proprie potenzialità, a partire dalle infrastrutture ma non solo. Le infrastrutture, però, devono essere un modello e un volano per consentire - e mi ripeto - al Mezzogiorno di tornare a crescere e, quindi, consentire all'Italia di poter crescere di più (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scoma. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SCOMA (IV). Grazie, Presidente. Componenti del Governo, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Scoma. Chiederei il cortese rispetto della distanza di sicurezza ai colleghi. Colleghi, il rispetto; perfetto. Mi scusi, onorevole Scoma. Prego.

FRANCESCO SCOMA (IV). Pensavo si riferisse a me.

PRESIDENTE. No, a lei no.

FRANCESCO SCOMA (IV). Signor Presidente, componenti del Governo, onorevoli colleghi, la crisi pandemica che ha avuto un profondo impatto sull'economia a livello mondiale ha reso evidente l'importanza di riprendere una politica degli investimenti capace di far fronte all'emergenza industriale e produttiva del nostro Paese. Risulta importante attuare misure shock per dare finalmente un nuovo slancio all'Italia, sbloccando i cantieri delle opere pubbliche troppo spesso fermi a causa dei problemi relativi alla macchina burocratica che frequentemente ne ha rallentato gravemente la realizzazione, anche prima dell'attuale pandemia, a causa della quale si stima quest'anno una perdita del PIL vicina ai 10 punti (la crescita era già molto modesta, attorno allo 0,2 per cento). In questo quadro è importante avere messo in campo una serie di misure per garantire l'indispensabile snellimento procedurale e accelerare la realizzazione di opere pubbliche nel Paese all'interno del “decreto Semplificazioni”. Sbloccare i procedimenti di autorizzazione, velocizzare le gare d'appalto, rendere più fluide le modalità di realizzazione delle infrastrutture strategiche nazionali: questi sono i punti che noi riteniamo essenziali e dai quali ripartire. Tra queste opere da finanziare e realizzare immediatamente, prioritaria per il Mezzogiorno e fondamentale per tutto il Paese ci appare sicuramente il collegamento che riguarda lo Stretto di Messina, cioè collegare la Calabria alla Sicilia. Tale collegamento costituirebbe un tassello importante di un piano più ampio comprendente i progetti inclusi in “Italia Veloce”, che prevede, tra l'altro, la tratta ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina. Da anni risulta ormai completata la progettazione di un'opera di altissima tecnica e tecnologia che avrebbe dato concreta attuazione al collegamento veloce. Noi riteniamo che la realizzazione di un ponte a campata unica lungo 3,3 chilometri e mai realizzato fino ad ora, che colleghi la penisola alla Sicilia, possa realmente essere forse la soluzione più praticabile. Il ponte per noi rappresenterebbe un'occasione unica di un disegno organico di collegamento dell'alta velocità e la rete ferroviaria necessaria con l'infrastruttura stradale per colmare il divario tra Nord e Sud del Paese, con una connessione diretta tra le due opere infrastrutturali. Ma, pur tuttavia, in tale contesto si inserisce l'iniziativa del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di costituire una commissione di alto profilo con il compito di analizzare diverse e nuove soluzioni entro dicembre 2020 e trovare nuove o vecchie iniziative che rispondano alla richiesta di mobilità da e per la Sicilia. È ormai evidente anche ai più scettici che il nostro Paese, di fronte a una crisi economica con pochi precedenti, riparte se ripartono le opere pubbliche, di cui la realizzazione del collegamento costituisce sicuramente una parte molto importante. Si tratterebbe di un'opera che da sola produrrebbe effetti benefici per il PIL nazionale, oltre agli indubbi riflessi positivi sia dal punto di vista occupazionale - si parla di migliaia di posti di lavoro - che dal punto di vista del rilancio dell'economia e dell'indotto ad esso collegato, tutto ciò in un'area, quale quella del Meridione, duramente colpita dagli effetti della pandemia derivante dalla diffusione del COVID-19. Proprio in relazione all'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery si è tornati a parlare in maniera concreta della realizzazione del ponte o di opere similari, ricercando il giusto equilibrio tra la realizzazione di infrastrutture capaci di modernizzare il Paese e il rispetto dell'ambiente e del territorio, che rimangono i pilastri dell'attività di buon governo. Non per niente il parere della IX Commissione (Trasporti), reso nell'ambito della procedura di approvazione del Recovery, richiede la realizzazione di un collegamento stabile e veloce nello Stretto di Messina. Vero è che solo il progetto del ponte però è definito nella sua interezza ormai da anni, con calcoli, studi di fattibilità, verbali di collaudo, indagini sull'impatto ambientale, a differenza delle altre due ipotesi allo studio: un tunnel sommerso, a mezz'acqua o adagiato sul fondale, o un tunnel sottomarino scavato a 250 metri circa sotto il livello del mare. Ricordo però che già a partire dal 1971 la società Stretto di Messina aveva raccolto soluzioni tecniche di tipo diverso, cioè tunnel sottomarino, tunnel flottante, ponte sospeso; ma le soluzioni alvee sono state successivamente scartate, perché il tunnel sottomarino non è stato ritenuto fattibile per l'eccessivo sviluppo delle rampe di raccordo rispetto alla lunghezza dell'attraversamento, e il tunnel flottante fu escluso per la mancanza di precedenti in condizioni più favorevoli.

Contro il ponte in passato si usarono argomenti di tutti i tipi e per tutti i gusti. Si è sostenuto che il ponte avrebbe collegato due deserti infrastrutturali; in effetti il Sud per molto tempo è rimasto molto indietro rispetto al Centro-Nord, e l'infinita vicenda dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, proprio l'arteria che avrebbe dovuto alimentarlo per la modalità riferita alla gomma, forniva argomenti a questa tesi; ma durante il Governo Renzi quell'infrastruttura è stata completata e aperta al traffico, e quella metafora del ritardo perenne del Mezzogiorno è stata cancellata. Ma il salto di qualità più importante è avvenuto con la cura del ferro, la rete ferroviaria del Sud; già molto arretrata, ha rischiato di essere destinata alla marginalità quando è partito, circa 30 anni fa, il progetto del sistema alta velocità, ispirato più al modello francese che a quello tedesco, con l'attenzione rivolta ai passeggeri e non alle merci, con la nuova rete poco o per nulla interconnessa con quella storica, ma soprattutto con la “T” originaria costituita da un asse orizzontale tra Milano e Venezia e uno verticale fino a Roma. Il nuovo sistema in origine trascurava del tutto il Sud, poi le cose sono gradualmente cambiate: si è posta più attenzione alle merci, il sistema è diventato misto, anche nella definizione di alta velocità e alta capacità. La prima conseguenza è stata quella di diventare interconnessa, perché la matrice di origine e destinazione delle merci è più articolata di quella dei passeggeri. Se guardate i porti, col Terzo valico, ad esempio, si è agganciata Torino e sono partiti i lavori per i collegamenti internazionali Torino-Lione e Brennero; infine, si è rivolto lo sguardo anche verso il Sud, in quella parte del Paese che a più di un secolo e mezzo dall'unificazione ha chiuso la forbice con il Nord meno di quanto abbia fatto la Germania Est nei confronti della Germania Ovest. Da subito si è aggiunto il collegamento tra Roma e Napoli; ma ora è proprio cambiato l'approccio, grazie alle scelte già operate e ai cantieri già aperti; inoltre, grazie al “decreto Semplificazioni” e al Recovery Fund sarà possibile completare una moderna ed efficiente rete ferroviaria nazionale, che finalmente includa anche il Sud. Riteniamo però che il ponte comunque possa far uscire dall'isolamento la rete infrastrutturale siciliana rispetto a quella nazionale, possa produrre l'estensione alla Sicilia della rete ad alta velocità e possa produrre una drastica riduzione dei tempi di percorrenza su gomma. Inoltre, fine della dipendenza dalle condizioni del tempo, riduzione drastica degli effetti della stagionalità, creazione di una nuova area metropolitana e rilancio della portualità siciliana. Ci sentiamo pertanto in dovere, come Italia Viva, come cittadini italiani, di chiedere al Governo di impegnarsi con tutte le iniziative necessarie atte a realizzare un collegamento, in modo da porre definitivamente fine all'isolamento della rete dei trasporti siciliana da quella del resto del Paese, estendendo così l'alta velocità fino a Messina, Catania e Siracusa. È per questo motivo che voteremo a favore della mozione, ma non tollereremo più ulteriori ritardi o mancate decisioni su scelte fondamentali per l'economia del Paese e dei territori del Sud (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, in quest'ultimo periodo del ponte di Messina si è detto tanto, forse troppo, ma soprattutto si sta continuando a calpestare la dignità del popolo siciliano e calabrese, direi anche dell'intera nazione. Il ponte sullo Stretto è un'infrastruttura che non serve solamente alla Sicilia, non è una mega opera che vive di una vita autonoma, ma oltre ad essere la madre di tutte le opere, è uno dei tasselli fondamentali di un piano infrastrutturale da 100 miliardi di euro, capace di rafforzare porti, aeroporti, di connettere il Paese ai grandi corridoi internazionali, che permetterà di accelerare il passaggio di merci e persone, ridurre i costi logistici e l'inquinamento; ma soprattutto di portare finalmente l'alta velocità in Sicilia, cosa che senza un collegamento stabile non ci sarà mai.

Insomma, il ponte rappresenterebbe la vita per la Sicilia e la Calabria; inoltre, è di rilevanza strategica per tutte le regioni italiane.

Ma è così difficile, è così difficile capire che non ci potrà mai essere nessuna politica di cambiamento strutturale dell'economia italiana, senza ridurre il divario territoriale che separa le regioni italiane e le aree del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Siamo l'unico Paese al mondo dove non si è riusciti a realizzare un collegamento stabile con il continente, isolati per meno di due miglia marine! E sia chiaro una volta per tutte: i siciliani sono stanchi, sono stanchi di attraversare solo uno Stretto piccolissimo e perdere due ore, due ore, Vice Ministro, due ore, lei lo sa, soprattutto per motivi di lavoro, di studio o familiari, perdere due ore! Inoltre, sapete quanto costa alla Sicilia essere isola? 6 miliardi e mezzo l'anno! Soldi che ricadono indirettamente su ogni residente in Sicilia. Capite cosa significa questo per le famiglie, per le imprese siciliane, e soprattutto per le nuove generazioni?

La cosa più importante e sicuramente di grande rilevanza è che tutte le merci che partono dalla Sicilia e arrivano nel resto delle regioni italiane viaggiano su gomma. Questo cosa significa? Aumento dei costi per le aziende, oltre ad aumento anche del tempo impiegato. Lo sapete quanto paga un TIR per attraversare? 200 euro. E questo cosa vuol dire? Significa compromettere la competitività dei prodotti siciliani. E noi siamo qui oggi ancora a discutere se si può fare il ponte o non si può fare il ponte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Il Ministro De Micheli qualche giorno fa ha annunciato che, oltre al ponte, ci sono altre proposte interessanti per collegare la Sicilia alla Calabria, ed è stata istituita proprio una commissione per studiare e capire qual è la più adatta, il ponte o il tunnel: un tunnel che si adagia sul mare o sottomarino. Però al tempo stesso dichiara che il progetto del ponte sullo Stretto non può essere più utilizzato, perché ormai antico e superato: pertanto non viene inserito nell'elenco delle opere finanziabili con il Recovery Fund, classificandolo come un progetto storico che ha problemi di attuazione di difficile soluzione nel medio termine. Tutto ciò è assurdo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Un progetto, un'opera che può essere attuata in tempi brevissimi, che ha un impatto duraturo sul PIL, sull'occupazione: si stimano 120 mila posti nuovi di lavoro; e viene esclusa!

Ma ritorniamo alla soluzione che in questo momento sembra preferita sia dallo stesso Premier Conte che qui dal Vice Ministro Cancellieri, siciliano: il tunnel sottomarino. Questa è una progettazione intanto che richiede tempi lunghissimi e ricordo che, già negli anni Novanta, una proposta simile di Saipem fu bocciata e fu preferito, soprattutto per ragioni di fattibilità e sicurezza, proprio il ponte. Lo volete capire che il ponte è il vero risarcimento per il popolo siciliano, per tutti gli anni di marginalizzazione per la mancanza delle infrastrutture (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Nessun investitore, nessuno scommetterebbe in un territorio così povero! Allora, finiamola, con tutte queste discussioni, perché si continua ad offendere l'orgoglio di un popolo, un popolo che non può più sentire di essere l'ultima ruota del carro. Contrariamente all'opinione di questo Governo, l'Unione europea ha sempre considerato di estrema importanza l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, perché l'ha visto proprio come uno dei principali colli di bottiglia della rete trasportistica continentale. È una convinzione che non serve a niente, Vice Ministro, se lo Stato, questo Stato, non lo vuole fare, questo Stato che restituisce risorse europee, perché non riesce a progettare e investire, perché non ha utilizzato ben 20 miliardi di euro. Allora, basta perdere tempo a elaborare nuove proposte. Bisogna solo attuare quello che è stato progettato e validato dalle più prestigiose società di ingegneria al mondo. Il vostro è un “no” solo ideologico, non avanzate più scuse, perché non ce ne sono. Se l'opera, se il progetto, deve essere aggiornato, deve essere ammodernato, lo si può fare in fase di progettazione esecutiva dei lavori, per non distruggere tutti questi anni di studi e di lavoro e di soldi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Concludendo, signor Presidente, come Fratelli d'Italia, con la nostra mozione riteniamo che non si possa più ritardare ulteriormente l'avvio di politiche di riequilibrio degli investimenti, che incidono pesantemente sulla qualità della vita, sulla capacità produttiva ed occupazionale del Sud. La sua marginalizzazione non è più sostenibile e la strada per iniziare non può che partire dalla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Le infrastrutture e le reti di trasporto influiscono sullo sviluppo dei territori e il Sud oggettivamente è stato trascurato nel tempo da parte della politica e delle grandi imprese, deputate a realizzare e gestire le reti di trasporto. Solo più recentemente sono stati individuati numerosi interventi prioritari, che riguardano finalmente anche il Mezzogiorno e che operano un ammodernamento e il potenziamento di reti ferroviarie, della rete stradale, del trasporto pubblico locale e del sistema portuale, prevedendo l'integrazione intermodale tra i diversi sistemi di trasporto.

Voglio, quindi, ricordare sei fatti nuovi. Il primo è l'allegato infrastrutture al Programma nazionale di riforma “Italia veloce”, dove sono inserite 130 opere, di cui molte riguardano il Mezzogiorno e sette interessano la Sicilia.

Il secondo fatto nuovo è l'approvazione, da parte della Conferenza unificata Stato-regioni, il 6 agosto, del decreto proposto dal Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, che stanzia 906 milioni di euro di opere, 23 delle quali proposte dalle autorità del sistema portuale. 354 milioni sono per il Sud, pari al 39 per cento del totale, e riguardano i porti di Taranto, Bari, Palermo, Augusta, Barletta e Napoli.

Terzo fatto nuovo: l'elenco delle opere da commissariare, in base all'articolo 9 del “decreto Semplificazioni”, che la Ministra De Micheli ha consegnato al Presidente del Consiglio, dove sono previste infrastrutture stradali e ferroviarie di grande importanza, moltissime del Sud.

Poi, quarto fatto nuovo: il Piano sud 2030, dove il rilancio del sud Italia parte proprio dal settore dei trasporti e della logistica. Il piano individua 33 miliardi di investimenti in opere appaltabili entro il 2021, attraverso il potenziamento della rete ferroviaria, la velocizzazione dei servizi per ridurre la distanza temporale fra le ripartizioni territoriali del Paese, il miglioramento della mobilità interna del Mezzogiorno, con particolare attenzione al trasporto pubblico locale, il sostegno alle filiere logistiche territoriali, con particolare riferimento all'intermodalità delle merci in uscita ed entrata dai porti, soprattutto quelle di ultimo miglio.

Quinto fatto nuovo, le indicazioni formulate dalle Commissioni ambiente e trasporti alla relazione sulle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund.

Sesto fatto nuovo: la risoluzione, prima firmataria Bruno Bossio, in discussione presso le Commissioni ambiente e trasporti, finalizzata a colmare il gap infrastrutturale tra il nord e il Mezzogiorno.

Questi sei fatti nuovi sono anche provvedimenti di natura diversa, che hanno tutti come obiettivo quello di sviluppare la rete infrastrutturale delle regioni del Mezzogiorno, con una interconnessione modale che riguarda il sistema autostradale, ferroviario e navale. Tra questi obiettivi c'è anche il tema dello Stretto, che unisce la Sicilia alla penisola.

Nella relazione della V Commissione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, discussa e approvata in quest'Aula poche settimane fa, c'è un paragrafo chiaro, infrastrutture per la mobilità, dove si legge: garantire l'infrastruttura stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate.

Un passaggio di questa relazione sollecita, quindi, una scelta, rispetto ai bisogni di tipo infrastrutturale. Tale questione è al centro del dibattito politico da tempo. Il collegamento della Sicilia alla terra ferma è un'esigenza che fu avvertita sin dall'Unità d'Italia. Risale al 1876 l'affermazione di Giuseppe Zanardelli, allora Ministro dei lavori pubblici, che invocò la necessità per cui - virgolettato lo cito – “Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al continente!”. Ma, da allora ad oggi, sul dibattito ha pesato un'eccessiva politicizzazione, un'opera quasi presa a emblema per ottenere consenso. Un progetto, quello ultimato nel 2011, che è stato archiviato dal precedente Governo e che ha visto il conseguente appalto aggiudicato all'impresa Salini Impregilo sotto un contenzioso. Infatti, viene richiesto al Governo il pagamento di milioni di penali per il ritardo presunto nell'inizio dei lavori.

Allora, per assumere una decisione, è necessario abbandonare tutto questo, abbandonare un'ottica puramente ideologica o nostalgica. Occorre, invece, una valutazione che investa gli interessi in gioco sulla realizzazione dell'opera, sui punti nevralgici sui quali va a incidere, in un dibattito che deve mettere insieme istanze e compiere una seria valutazione circa la sua utilità. Infatti, un'infrastruttura di tale dimensione, di tale impatto, sull'ambiente, l'ecosistema del territorio, le comunità locali, e con tali costi, non può lasciare adito a dubbi circa la sua utilità. L'interesse non si ferma alla dimensione nazionale, come più volte segnalato. La direttrice, che collega il territorio italiano con quello insulare della Sicilia, passando proprio per lo Stretto, è ricompresa in uno dei nove core corridors, facenti parte della Trans-European Transport Network (TEN-T), rete strategica per collegare il territorio europeo, da nord a sud e da est a ovest.

Quella della realizzazione del collegamento tra isole e continente è quindi una questione grande, che coinvolge più livelli istituzionali, oltre che la classe imprenditoriale e le grandi imprese coinvolte nella realizzazione e nell'eventuale gestione. In vista dell'individuazione di una soluzione circa la necessità o meno della sua realizzazione, è necessario un confronto e una composizione delle istanze dei vari soggetti coinvolti. Utilissima, al riguardo, è stata la nascita, su proposta della ministra De Micheli, di una commissione, una task force di esperti chiamata a valutare tutti i progetti in campo, utile perché in quella sede si potrà valutare un eventuale nuovo progetto di fattibilità tecnico economica e ambientale, mettendo a confronto i principali attori che devono intervenire, ovvero la regione Sicilia, il Governo italiano e l'Unione europea; utile perché in quella sede si valuteranno i vari procedimenti capaci di orchestrare i vari interessi, in modo da giungere a una soluzione condivisa anche attraverso il coinvolgimento di tecnici per la valutazione degli impatti economici e ambientali che sarebbero prodotti dall'eventuale realizzazione dell'opera. Nella mozione di maggioranza indichiamo la strada, che è anche quella di rafforzare, con esperti ambientali scelti di concerto con il Ministro dell'ambiente, tale Commissione. All'interno di tale sede, dovrà essere valutata la convenienza e la fattibilità delle varie opzioni attraverso un'analisi delle alternative con o senza opera, in base alle valutazioni delle performance raggiungibili dalle diverse ipotesi. Alla luce delle grandi sfide internazionali e della richiesta della popolazione del Sud di avere standard di vita adeguati alle qualità dei concittadini del Nord, serve un'idea generale di sviluppo delle infrastrutture del Mezzogiorno, un'idea diversa, fondata sulla certezza degli investimenti non solo dal punto di vista economico, ma anche sul versante della capacità di spesa e progettazione. Per questo, il Partito Democratico sostiene la mozione di maggioranza, sulla base di quanto già deciso dal Ministro sulla commissione di cui parlavo poco fa e anche sulla base della risoluzione votata dall'Aula sul Recovery Fund. La maggioranza sta lavorando inoltre su una risoluzione che recupera una visione unitaria sul Sud e le sue infrastrutture, la stiamo discutendo, l'abbiamo discussa poco fa insieme ad altre analoghe risoluzioni in Commissione ambiente e con la Commissione trasporti intendiamo fare un lavoro globale sulle opere importanti e necessarie che riguardano il Sud, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Pezzopane. Onorevole Pagano, prego. Oh mamma mia, mi scuso onorevole Pagano, ho saltato l'onorevole Prestigiacomo, ma lei non se ne avrà a male perché immediatamente la do la parola, prego.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie Presidente, dopo l'ennesima manfrina su un rinvio che doveva preludere a una più attenta analisi del problema e delle soluzioni in campo, è arrivato, come del tutto prevedibile, il no del Governo a questa mozione, un dietrofront che è frutto di una vecchia visione ideologica pseudo ambientalista, coniugata con la nuova demagogia qualunquista targata 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E' una scelta con la quale la maggioranza contraddice del tutto se stessa, perché da un lato ha incaricato l'ennesima commissione di una valutazione tecnica su un'opera, peraltro, che è fra le più studiate nella storia dell'ingegneria moderna e dall'altro, ignorando la stessa commissione appena nominata, decide di rigettare, con il no a questa mozione, l'ipotesi del ponte - perché immagino che il primo studio della commissione dovesse essere proprio l'ipotesi del ponte - di rifiutare cioè l'unico progetto cantierabile che ha superato tutti i vagli previsti dalla normativa vigente sia in sede nazionale che in sede comunitaria.

La questione evidentemente è esclusivamente politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e l'istituzione di questa Commissione non è altro che la foglia di fico che la maggioranza vuole mettere dinanzi a una scelta di bandiera, quella del non fare, perché è evidente che il collegamento stabile e veloce fra le sponde dello Stretto o è il ponte o semplicemente non è, non sarà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E sarebbe opportuno smetterla, colleghi della maggioranza, di giocare con le parole, alimentando aspettative e speranze. Se si vuole realizzare l'opera con le risorse del Recovery Fund, l'unica possibilità è il ponte, progetto cantierabile e rispondente ai requisiti richiesti dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le altre ipotesi semplicemente sono improponibili, con i tempi stretti dell'Unione e dopo anni di indagini tecniche-scientifiche sull'opera. Continuare oggi a parlare, come avete fatto in quest'Aula, di collegamento stabile e veloce, escludendo il Ponte, significa di fatto non volere fare assolutamente nulla e suonano offensive le dichiarazioni sul bisogno di creare posti di lavoro al Sud da parte della maggioranza, nel momento in cui la stessa maggioranza cancella la possibilità e la speranza di realizzare l'unica grande opera cantierabile, che implicherebbe un investimento di 8 miliardi, tutti da spendere al Sud e per il Sud. Ed è impossibile non pensare che questo disinteresse, questa ipocrisia non discendano dal fatto che stiamo parlando proprio di un'opera da realizzare nel Mezzogiorno e tocca a noi ribadire, ancora una volta, i vantaggi che deriverebbero dalla realizzazione del ponte: l'Italia meridionale acquisirebbe realmente un ruolo centrale nel sistema di comunicazione e trasporto dal Sud del mondo al Nord Europa, contribuendo a un rilancio economico dell'intero Paese. Oggi, il traffico delle merci attraversa il Canale di Suez, nel frattempo raddoppiato e poi bypassa l'Italia e si dirige verso Gibilterra. I nostri porti di Augusta, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Gioia Tauro avrebbero possibilità di sviluppo, oggi loro precluse. L'Alta Velocità prevista per collegare Nord e Sud dell'Europa delle reti TEN-T potrebbe finalmente diventare realtà, arrivando fino a Palermo e Siracusa. E permettetemi, non ultimo, se i siciliani sono italiani come gli altri, il diritto alla mobilità oggi negato verrebbe finalmente riconosciuto. Sapete sicuramente che per percorrere 800 chilometri da Salerno a Milano, in treno ci vogliono cinque ore, per percorrere gli 800 chilometri da Siracusa a Roma, di ore ne servono 12 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Un recentissimo studio commissionato dalla Regione siciliana ha calcolato in 1.300 euro a siciliano i costi dell'insularità: significano 6 miliardi l'anno, potremmo finanziare un ponte l'anno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E non sono certo i pochi spiccioli che avete previsto di decontribuzione fino a fine anno a perequare gli extra costi che gravano su ogni siciliano per lavorare, per curarsi, per vivere, ed è incredibile che a difendere questi diritti sia stato in Europa il leader socialista Van Miert, che dichiarò “ È inconcepibile che in Europa si è realizzato un viadotto in mare lungo 21 chilometri per collegare la Danimarca, 5 milioni di abitanti, con la Svezia, 10 milioni, e in Italia non si voglia fare un ponte di 3 chilometri per collegare 5 milioni di siciliani ai restanti 55 milioni di italiani”. La mancata realizzazione del ponte, sulla quale grava pure una miliardaria richiesta di risarcimento danni, lo hanno capito anche le pietre: è solo questione politica, e io punto il dito contro chi, come il Partito Democratico, su alcune opere strategiche era disposto a uno scontro politico anche aspro con i 5 Stelle, mentre sul ponte, ben più strategico della TAV, è disposto ad assecondare i mal di pancia dei grillini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché il tema, sebbene singoli piddini del Sud si dichiarino favorevoli al ponte, di fatto non è all'ordine del giorno del dibattito politico e questa mozione costituisce solo un fastidio da accantonare il prima possibile e per cortesia, senza che se ne parli troppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa scelta sprezzante verso Sicilia e Calabria è la cartina di tornasole del reale interesse del Partito Democratico nei confronti del Mezzogiorno e nulla conta che le Regioni interessate si siano dichiarate formalmente a favore, nulla conta che l'intera Conferenza delle Regioni abbia formalmente indicato al Parlamento il ponte sullo Stretto tra le opere da finanziare con il Recovery Fund (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! La bocciatura di questa mozione è una grave responsabilità che vi assumete e - scusate se ve lo dico - a nulla vale la vostra mozione last minute di quelle che sembrano offerta da “black Wednesday”, potremmo dire, che servono a sbolognare agli sprovveduti merci improponibili! Avete avuto il coraggio di fare una mozione per scrivere che il Governo deve riferire al Parlamento sui programmi che ha per le infrastrutture al Mezzogiorno, compatibilmente con il rispetto dell'ambiente! Dovete vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché è semplicemente assurdo presentare una mozione con questi impegni per il Governo! Questa è aria fritta e noi voteremo contro la vostra mozione! Ma sì, facciamolo a nuoto questo Stretto che tanto piace al vostro leader dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente indossano magliette recanti la scritta: “Sì al Ponte”)!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Prestigiacomo. Naturalmente i colleghi devono tenere la giacca, se le signore ritengono, ma i colleghi devono tenere la giacca, anche per evitare di mostrare insomma rotondità che le magliette mettono in evidenza (Applausi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Pagano, prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Posso Presidente?

PRESIDENTE. Sì, le fotografie sono state effettuate e quindi penso possiamo tornare all'abbigliamento normale e naturale. Prego, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Si dibatte sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina dal 1990. Trent'anni esatti con scuse per non fare nulla e tirare a campare, anche le più risibili: uccelli migratori che transitano in volo sullo Stretto, Sicilia e Calabria corrotte e immeritevoli di un'opera pubblica di cotanto livello. La Lega-Salvini Premier mette oggi il sigillo a una volontà ben precisa in tal senso, presentando una mozione forte e incisiva, mettendo a prima firma i parlamentari siciliani e calabresi, tutti i deputati della Commissione trasporti e infrastrutture e facendo fare, per la prima volta nella sua storia, una dichiarazione di voto sul ponte a un siciliano. Presidente, io capisco tutto però …

PRESIDENTE. La sto ascoltando con grande attenzione, onorevole Pagano. Onorevole Pagano, prego, adesso i colleghi sicuramente la ascolteranno con grande attenzione anche loro. Possiamo fare il cambio d'abito fuori dall'Aula? Prego, onorevole Pagano.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Grazie, Presidente. Una vera e propria dichiarazione di amore, quindi, che servirà a sgomberare equivoci e a manifestare la ferma volontà del nostro partito a esprimersi favorevolmente per la realizzazione di un'opera realmente strategica. Ecco, tra i tanti, tantissimi tagli che si potevano dare su questo argomento, ho scelto di centrare tutto sul valore strategico di quest'opera, perché sul valore intrinseco dell'investimento solo chi è in malafede può negare l'evidenza del rapporto costo-beneficio in termini di efficienza, efficacia ed economicità. Sul valore strategico, invece, poco si è parlato nel corso dei decenni e quindi io vorrei fare un ragionamento in quest'Aula, non certamente un comizio. L'Italia perché è storicamente all'avanguardia, sin dalla notte dei tempi, al di là dei cicli e dei momenti storici? Abbiamo attraversato crisi economiche, sociali, sanitarie, ma sempre siamo stati importanti nella storia dell'umanità. Perché? Per merito degli italiani o per merito del buon Dio, che ci ha posizionati baricentrici nel mondo? L'Italia e la Sicilia sono da sempre la terra più strategica del mondo antico e del mondo moderno, giacché la collocazione geografica destina la nostra penisola ad essere centrale nel processo di globalizzazione e la Sicilia, a maggior ragione, è il centro del centro, purché ciò lo si voglia. Nel mondo di oggi quello che viene comunemente chiamato “mondo contemporaneo”, “epoca contemporanea”, l'Italia ha perso di importanza, ma è chiaro che trattasi di una congiuntura negativa temporanea, perché la posizione lì è, e lì rimane. E la nuova centralità del Mediterraneo, infatti, è destinata ad essere sempre più importante di quella del passato. L'Italia e la Sicilia erano centrali - e sono centrali, ringraziando Dio - fra le Americhe Nord e Sud, fra l'Oriente tutto, non solo il Giappone oggi, ma anche Cina, India e Corea, l'Est europeo e la Russia asiatica. Centrale grazie alle tre porte di accesso: Gibilterra, Bosforo, Suez. Chi nega la strategicità della Sicilia e dell'Italia o è cieco o è in malafede.

Qualcuno si è mai chiesto perché la Sicilia è la terra con la più alta concentrazione al mondo di beni culturali? Fino alla scoperta dell'America, ma di fatto fino ai primi del 1800, tutti avevano interessi geopolitici sulla Sicilia e la posizione strategica da un punto di vista commerciale e militare la poneva in grande importanza. Addirittura tra il 1839 e il 1869, quando venne concepito, programmato e costruito il canale di Suez, che apriva all'Oriente con pochi giorni di viaggio, l'importanza divenne assoluta. Paradossalmente fu questo il motivo della caduta del Regno borbonico. Il Regno delle Due Sicilie, infatti, aveva la seconda flotta commerciale al mondo dopo quella del Regno Unito. L'Inghilterra capiva che con l'apertura del Canale di Suez il suo dominio commerciale nel mondo sarebbe venuto meno e sarebbe cresciuto a dismisura quello borbonico. Anche per questo Palmerston, Primo Ministro inglese, aiutò l'impresa dei Mille e il Regno Sardo piemontese.

Racconto questo per fare capire che solo dal 1860 in poi la Sicilia perde la centralità a livello mondiale. Ben 13 popoli importanti nei millenni si sono avvicendati nella dominazione dell'isola e poi, comprendendone la strategicità, vi si insediarono per sempre per viverci e abitarci. Il declino del Sud, come è ormai affermato a tutti i livelli, è datato proprio 1860, con una gestione politica che è stata di conquista. Non fu solo un'operazione cieca da un punto di vista politico, con mezza Italia ridotta al rango di colonia di serie C, ma soprattutto fu un'operazione cieca da un punto di vista strategico, perché precluse per l'Italia lo sviluppo in Oriente, Medio ed Estremo, che ovviamente avrebbe prodotto ben altri effetti commerciali ed economici. Da quel momento il Sud, perdendo la visione strategica, diventò soltanto ed esclusivamente il “mercato domestico” del Nord.

Questo sistema è durato ininterrottamente, Presidente, fino al 1990, cioè fino al crollo del Muro di Berlino, che segnò il crollo di un mondo diviso a metà fra due monoliti ideologici, militari e politici, di cui l'Italia era il confine. Dal 1990 in poi, un Paese con visione strategica doveva cambiare i paradigmi fino a quel momento vigenti. Il ponte doveva nascere già allora e infatti il dibattito parte proprio in quegli anni. La caduta della cosiddetta Prima Repubblica non consentì questo progetto.

Dopo il 1990 siamo alla cronaca. Scontri tattici in un Paese bloccato da una visione di breve periodo, senza una leadership duratura e succube psicologicamente, commercialmente ed economicamente di altri Paesi europei - Francia e Germania e Olanda su tutti - che non avevano interesse alla infrastrutturazione del punto centrale del Mediterraneo. Questo teorema assurdo di non utilizzare i propri asset strategici però non può durare fino all'infinito.

Siccome il leitmotiv del mio intervento e quello della Lega è quello di fare capire la strategicità del Ponte sullo Stretto di Messina, dentro un contesto di passato e futuro, in un compulsivo cambiamento post-COVID, dobbiamo dirci perché il ponte va costruito. Il mondo futuro avrà i suoi picchi nelle eccellenze delle due grandi aree del pianeta, che stringeranno tra loro un dialogo serrato, fatto al tempo stesso di competizione e di cooperazione. Il Mediterraneo sarà sempre più cerniera e crocevia dell'Europa continentale e orientale, dell'Unione europea e della Russia, ormai vicina grazie alle grandi dorsali infrastrutturali. La nuova centralità del Mediterraneo è ancora di gran lunga più vasta e più forte del passato. La collocazione geografica ci assegna ancora una volta una rinnovata posizione di assoluto privilegio nel mondo globale. Lo diciamo noi? Ma no, lo dice l'economia globale! Sorprende l'incapacità pressoché generale in Italia di sapere leggere queste ovvietà. Stare “al centro” - lo dico tra virgolette - non è possibile senza infrastrutture nazionali e senza servizi adeguati. Anche in assenza di equità nazionale, tali risorse sono certamente compatibili con la compossibilità dei grandi soggetti investitori internazionali. L'evoluzione del mercato globale richiede che si affronti rapidamente e sinergicamente il nodo delle infrastrutture. Dobbiamo trasformare il nostro Paese in un sistema funzionale, in una piattaforma globale di scambi di idee e di beni materiali e immateriali. Tale scelta si pone come base di un confronto positivo fra il livello regionale e gli alti livelli istituzionali - Stato, Europa - consentendo da una parte, quella siciliano-calabrese, un approccio mai minoritario, conscio delle forti prospettive di un'area che si propone di essere al contempo ponte e frontiera fra mondi diversi, necessariamente destinati alla reciproca comprensione culturale e connessione funzionale.

Siamo arrivati in una fase in cui, indipendentemente che governi una parte politica o l'altra, Presidente, bisogna inseguire il sogno di crescita e sviluppo, a meno che una parte della politica nazionale non voglia inseguire invece disegni di benessere reale cedendo sovranità ad altri Paesi. Ciò è già successo con il Governo Monti, che cancella quale sua prima scelta, prima scelta in assoluto, il ponte, di cui già era stata avviata la costruzione, assumendosi oneri di contenzioso che oggi sono pari a 800 milioni di euro. Né valgono assolutamente più le argomentazioni farlocche e ideologiste di tipo ambientalista - no TAV, no ponte, no TAP - salvo poi cambiare idea al primo sventolio di gestione del potere. Non valgono le argomentazioni di chi non vuole la centralità della nostra Italia perché vive il complesso di inferiorità con le nazioni del nord. Non valgono le motivazioni economiche: il ponte costa tanto rispetto all'uso che se ne deve fare; ma diciamolo, allora, quanto vale, questo ponte, e quanto costa, con dati ufficiali del progetto, così come sapientemente ci illustra il professor Enzo Siviero, ordinario di statica all'Università di Venezia e il più grande esperto di ponti che c'è in Italia, e che attinge questi dati esattamente da una fonte incontrovertibile: il progetto ponte sullo Stretto; il costo dell'opera è di 6 miliardi e mezzo: i costi di costruzione sono 5,7, di cui 3 il ponte, 2 e mezzo i collegamenti, 0,2 la cantierizzazione, i costi finanziari 2. Parliamo di un project financing, di cui il 60 per cento del finanziamento è privato e il 40 dello Stato. È stato dimostrato che la variante di contrada Cannitello è stata realizzata nei tempi e nei costi previsti, a dimostrazione che quando una cosa si vuole fare, si fa. Non si può ignorare la spada di Damocle del contenzioso: 800 milioni. Inoltre, lo Stato ha già speso 300 milioni e la società Stretto di Messina è in liquidazione.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Chiudo veramente, Presidente. Musumeci ha inserito il ponte come prima richiesta del Recovery Fund, ma insomma il “no” del Governo alla costruzione del ponte, questo recente “no” che il che il Governo ha voluto dare, butta in cattiva luce esattamente lo stesso, perché per l'ennesima volta dimostra che, da un punto di vista gestionale e strategico, praticamente non ci sono argomentazioni e, visto il recente dietrofront, anche da un punto di vista morale. Ecco perché la Lega-Salvini Premier dice “sì” al ponte, lo dice in maniera convinta e si batterà sempre di più perché quest'opera strategica venga ad essere realizzata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, la vicenda del ponte sullo Stretto è una storia infinita, che, soprattutto in questo momento difficile, ci deve far riflettere. Venduta per decenni come l'opera in grado di portare in automatico sviluppo, turismo, lavoro, prosperità, fino ad oggi si è rivelato soltanto uno strumento più o meno consapevole di arricchimento per pochi, anzi pochissimi. Tre miliardi e 900 mila euro per un ponte lungo 3,3 chilometri: è questo il punto massimo raggiunto dalla Stretto di Messina Spa, quando, il 27 marzo 2006, ha sottoscritto il contratto per realizzare l'opera. Negli anni successivi, a chi chiedeva treni nuovi, linee ferroviarie decenti, più ospedali e servizi degni di un Paese civile, veniva risposto che non c'erano i soldi. Intanto si progettava un ponte da 3 e più miliardi e nel 2008 si disponeva l'assegnazione di un contributo in conto impianti di 1,3 miliardi di euro al consorzio aggiudicatario. Tutto questo proprio mentre incombeva una grave crisi economica e, ribadisco, pendolari, imprese, ammalati, giovani e famiglie chiedevano infrastrutture utili e servizi essenziali. Nel 2012 fu il Governo Monti a fermare l'infrastruttura poco prima delle sue dimissioni e la legge di bilancio dello stesso anno stanziò 300 milioni di euro per il pagamento delle penali. L'anno successivo, nel 2013, la Stretto di Messina Spa, a seguito dello scioglimento dei contratti, è stata posta in liquidazione e fu nominato il commissario liquidatore, con un incarico da 160 mila euro l'anno, che avrebbe dovuto concludere l'operazione in dodici mesi. Nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto alle amministrazioni statali per le pregresse attività più di 300 milioni. Fino al 2013 la spesa è stata di oltre 312 milioni di euro. L'onere annuo per il mantenimento in vita della concessionaria, sceso sotto i 2 milioni di euro soltanto nel 2015, risulta ancora oggi rilevante.

Insomma, la società Stretto di Messina si conferma un carrozzone mangiasoldi, grazie al quale lo Stato ha speso, per un'infrastruttura mai costruita, più di 343 milioni di euro, sempre - insisto - mentre i siciliani chiedevano servizi migliori, strade e ferrovie per collegare meglio le città e gli agglomerati all'interno di quella che è la regione con la più grande superficie territoriale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Al danno di aver speso questi milioni di euro per un'infrastruttura per la quale non è stata posta neanche una pietra, si è anche aggiunta la beffa delle penali da pagare. Persino la società Stretto di Messina, società a partecipazione pubblica, aveva chiesto un indennizzo allo Stato, in pratica a se stessa. Questo paradosso si verificava soltanto nel 2018 ed è la stessa Corte dei conti a evidenziarlo, definendo questa battaglia giudiziaria irrazionale, perché quanto eventualmente ottenuto in sede di contenzioso è destinato a tornare agli azionisti pubblici dopo l'estinzione della società.

Ma torniamo al tema dell'occasione di sviluppo per la Sicilia e per il Mezzogiorno, e rimettiamo in fila correttamente le priorità per il Sud e per il Paese. Il Sud ha bisogno di più collegamenti a partire da linee ferroviarie veloci? Sì! Il Sud ha bisogno di ammodernare e manutenere infrastrutture, strade e territorio? Sì! Il Sud ha bisogno di valorizzare il suo patrimonio ambientale e culturale e, al tempo stesso, puntare sull'innovazione tecnologica e le eco-energie? Anche su questo siamo d'accordo. Mettiamo, però, in ordine le priorità: diamo precedenza a quello che serve al Mezzogiorno, con un piano infrastrutturale coerente, armonico e il più possibile partecipato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); un piano corredato di voci di spesa, tempi di realizzazione e responsabilità, in modo da evitare scempi come quello delle tante opere incompiute, che sfregiano il nostro Paese e di cui, tra uno scarica barile e l'altro, nessuno ha colpa.

Le infrastrutture sono utili, concordo pienamente, ma capiamo bene cosa significa questo aggettivo, perché la questione è tutta nel destinatario di quell'utilità. Se dobbiamo realizzare opere utili ai cittadini, non possiamo non ragionare in termini più ampi e sistemici: non è certo un singolo intervento come il ponte a cambiare le sorti delle regioni che si affacciano sullo stretto. Attraversare un ponte in poco tempo non incide sulla qualità della vita dei siciliani più di un treno che, in tempi civili, consenta loro di arrivare al lavoro o magari all'università. E molto probabilmente, senza quel treno, anzi quella rete capillare di treni che arrivano in prossimità dello stretto, anche il “mega ponte” sarebbe sotto utilizzato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega, non tolga la mascherina ogni volta che dice una parola, altrimenti non serve a niente.

CATERINA LICATINI (M5S). Non possiamo pensare a un'infrastruttura di attraversamento dello stretto di Messina, se poi per raggiungerlo da Palermo in treno si impiegano quasi quattro ore e da Trapani più di quattordici ore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): significherebbe lasciare intatto il deserto e concentrare le risorse sulla cattedrale.

Le priorità, allora, sono quelle che potremmo definire le infrastrutture di prossimità, le tante opere che risolvono effettivamente i problemi quotidiani delle persone e diventano per loro opportunità di progresso: ferrovie, ponti, strade, scuole, asili nido, ospedali; opere che per giunta sono davvero in grado di portare tanti posti di lavoro per un tempo lungo e benessere diffuso. Potrei citarvi i mille sforzi che, insieme al Governo, dall'inizio di questa legislatura abbiamo fatto per percorrere questa strada, nell'ambito di una visione che si estende a tutto il Paese, per porre rimedio a queste e ad altre pesanti carenze, intanto sbloccando opere per milioni di euro. Un esempio sono i bandi pubblicati un mese fa per 2,3 miliardi, che serviranno a realizzare il raddoppio ferroviario sulla Messina-Catania, o lo sblocco dei lavori per l'anello ferroviario di Palermo, o l'avvio dei lavori nel 2019 del raddoppio della Catania-Palermo.

Altro importante contributo sta arrivando anche grazie ai provvedimenti di sburocratizzazione, come il “decreto Semplificazioni” che, fino a fine 2021, prevede procedure più celeri. Ci sono, dunque, tutte le condizioni per realizzare un insieme di infrastrutture e servizi che permettano, una volta attraversato lo stretto, di proseguire il viaggio da e per la Sicilia; ed è proprio quello che ci accingiamo a fare in Commissione, lavorando a una risoluzione che focalizza l'attenzione sull'infrastrutturazione dell'intero Mezzogiorno d'Italia, in un'ottica di sistema. Il nostro obiettivo non sono soltanto i 3,3 chilometri dello stretto di Messina, dove pure dobbiamo assicurare in tempi brevi i collegamenti celeri, ma tutto il Mezzogiorno, con trasporti pubblici efficienti e autostrade vere, puntando su efficienza e rinnovabili, sull'innovazione tecnologica e sociale.

Dobbiamo realizzare scuole sicure e all'avanguardia, collegamenti e infrastrutture intelligenti, mettendo in sicurezza un territorio fragile e soggetto a rischio sismico. Su tutti questi tasselli abbiamo concentrato tutta la nostra attenzione, anche nel dibattito su come utilizzare i fondi del Recovery Plan, nello stesso documento dove già abbiamo ribadito che la priorità in questo momento è l'infrastrutturazione capillare dei territori.

Il Mezzogiorno e la Sicilia possono ambire già adesso a diventare la piattaforma logistica dell'Europa nel Mediterraneo con i giusti interventi infrastrutturali nei porti, con la digitalizzazione e la semplificazione delle procedure nel traffico di persone e merci, con il potenziamento delle autostrade del mare verso il resto dell'Europa e dell'Africa. Far ripartire il Sud vuol dire fare correre la locomotiva Italia, come fece negli anni Novanta la Germania unificata con la Germania dell'Est, la parte povera del Paese. Per far questo serve investire maggiori risorse nel Mezzogiorno; risorse che vadano ben oltre il margine minimo del 34 per cento stabilito dalla legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

D'altronde, è proprio per porre rimedio alla debolezza del Sud che l'Italia ha ottenuto dall'Europa i 209 miliardi di euro tra sussidi e prestiti, ed è giusto che la maggior parte di queste risorse venga investita nel Mezzogiorno per fare cose utili, cose utili; e solo dopo aver messo insieme questo imponente puzzle che coinvolge tutto il Sud e l'intero Paese può avere senso discutere nel merito di come rafforzare i collegamenti tra le due sponde dello Stretto. Su questo punto la mozione di maggioranza è chiara: è al lavoro una commissione nominata dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che dovrà essere integrata con esperti delle ricadute degli impatti ambientali indicati di concerto con il Ministero dell'Ambiente. Una commissione composta da tecnici di alto profilo terminerà i lavori entro il 31 dicembre 2020, trasmettendone le risultanze al Parlamento.

Sarà poi quest'ultimo, insieme alle istituzioni locali, a individuare la soluzione che possa meglio rispondere alla domanda di mobilità da e per la Sicilia, in coerenza con l'atto di indirizzo votato da quest'Aula nella discussione sul Recovery Fund.

Termino, Presidente: il nostro obiettivo è sicuramente il benessere dei cittadini, la crescita armonica ed equilibrata del Paese, una rivoluzione ecologica e culturale che non lasci indietro nessuno. Per questo, Presidente, dichiaro la massima disponibilità del MoVimento 5 Stelle a proseguire senza pregiudizi nella riflessione su come dotare la Sicilia, la Calabria e il Mezzogiorno intero di infrastrutture utili in tempi brevi, e pertanto annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sgarbi a titolo personale. Ne ha facoltà. Colleghi, il mio richiamo continuo all'utilizzo delle mascherine non è perché ne sia particolarmente affezionato, ma perché anche nella diretta televisiva è importante dare un messaggio chiaro della serietà con cui vanno usato i dispositivi di protezione.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, pur non intendendo dare messaggi e ritenendo che non sia il nostro compito dare messaggi su presupposti morali, sanitari o etici, voglio ricordare che ieri in due momenti si è fatto riferimento alla figura di Pier Paolo Pasolini. Vorrei, proprio riferendomi alla sua visione del mondo, ricordare la parola “mito”, la parola “bellezza”, la parola “paesaggio”; non infrastruttura, ma quello di cui con grande retorica si parla ogni giorno, e cioè la bellezza, i beni culturali, quelli che oggi vengono preclusi con un DPCM che non osserva il loro essere servizi essenziali.

Ebbene, la Sicilia è un'isola, la Sicilia è un mito, la Sicilia va preservata nella sua identità di isola e nessun ponte può collegarla per ragioni pratiche a qualcosa che va ben oltre la sua identità mitopoietica.

Se abbiamo il senso di quello che abbiamo studiato, non pensiamo di dare autostrade, infrastrutture, tangenziali e ponti ad un'isola che deve stare sola (Applausi di deputati del gruppo Misto).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00386, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, se ci sono dei deputati in una zona che non funziona, è abbastanza semplice spostarsi nell'altra che è di fronte, sulle tribune. Quindi, approfittiamone per farlo, come mi sembra logico.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger ed altri n. 1-00399, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

  La Camera, premesso che:

    la sua posizione geografica consente all'Italia di ricoprire il ruolo strategico di piattaforma logistica al centro del Mediterraneo, rappresentando una vera e propria cerniera tra Europa, Africa e Asia; nel Mezzogiorno, la rete autostradale si estende per 2,149 chilometri e rappresenta circa il 31 per cento di quella nazionale, mentre la rete ferroviaria, a fronte dei 16.788 chilometri complessivi distribuiti nell'intero territorio del Paese, è di 5.730 chilometri, di cui poco più del 50 per cento a doppio binario ed elettrificata;

    nel Piano per il Sud del Governo Conte II le azioni per rilanciare gli investimenti nelle regioni meridionali nel triennio 2020-22, a parità di risorse disponibili e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, garantiranno una capacità di spesa in conto capitale media per anno di circa 7 miliardi di euro, corrispondenti all'1,8 per cento del prodotto interno lordo del Mezzogiorno e pari a complessivamente 21 miliardi di euro;

    nelle more del negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27, il Governo nel Piano per il Sud ha stimato in maniera prudenziale in oltre 123 miliardi di euro l'ammontare delle risorse a disposizione dell'Italia per il nuovo ciclo di programmazione nelle regioni meno sviluppate;

    prendendo atto che per sviluppare le infrastrutture al Sud è necessario un piano di investimenti che preveda almeno il 34 per cento delle risorse in conto capitale, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 310, della legge n. 160 del 27 dicembre 2019;

    il quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea è stato rivisto per fronteggiare l'emergenza da COVID-19 e rilanciare gli investimenti in Europa attraverso l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund;

    il rapido sviluppo economico, infrastrutturale e tecnologico del Mezzogiorno costituisce, nell'ambito delle iniziative governative finalizzate a favorire la ripresa del «sistema Paese» post emergenza COVID-19, un obbiettivo primario e non più rinviabile;

    con il decreto-legge n. 104 del 2020 (cosiddetto decreto-legge semplificazioni) sono state introdotte specifiche misure dirette a ridurre in modo consistente i tempi di realizzazione delle opere pubbliche;

    occorre assicurare un più razionale ed efficace utilizzo di tutte le risorse pubbliche, mediante una puntuale ricognizione dei fabbisogni e verifica delle modalità e dei tempi di intervento;

    in tale contesto, si inserisce l'iniziativa del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di costituire una specifica Commissione di alto profilo, con il compito di esaminare le diverse soluzioni finalizzate al rafforzamento dei collegamenti tra la Calabria e la Sicilia,

impegna il Governo:

1) ad avviare con il Parlamento una specifica interlocuzione sulle modalità attraverso cui ammodernare le infrastrutture del Mezzogiorno, allineandole a quelle delle altre zone geografiche d'Italia e dell'Europa, fermo restando il rispetto e la salvaguardia dell'ambiente;

2) ad assicurare la conclusione entro il 31 dicembre 2020 dell'attività della Commissione di cui in premessa nominata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, integrata con esperti ambientali concordati con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la pubblicazione dei lavori della stessa e la loro tempestiva trasmissione al Parlamento;

3) ad individuare, all'esito del confronto con il Parlamento e con le altre Istituzioni anche locali, la soluzione che possa meglio rispondere alla domanda di mobilità da e per la Sicilia, coerentemente all'atto di indirizzo approvato dalla Camera nell'ambito della discussione della relazione della V Commissione sulla individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate e la previsione di mezzi idonei e sostenibili, in modo da porre definitivamente fine all'isolamento della rete del trasporti siciliani da quella del resto del Paese, estendendo, così, l'alta velocità fino a Palermo e Siracusa.

(1-00399) «Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger, Fregolent, Bruno Bossio, Deiana, Scoma, Navarra, Paita, Occhionero, Cappellani, Annibali, Miceli, D'Alessandro, Di Giorgi».

 

 

Aula del 12 Ottobre 2020 - Discussione della mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 concernente iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico (ore 21).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 concernente iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico (Vedi l'allegato A).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Avverto che è stata presentata una nuova formulazione della mozione Prestigiacomo e altri n. 1-00355. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto altresì che è stata presentata la mozione Lollobrigida e altri n. 1-00386 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, verrà svolta congiuntamente. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

È iscritta a parlare la deputata Prestigiacomo, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-00355. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie Presidente, colleghi, colleghe e sottosegretario. L'occasione del Recovery Fund - siamo tutti d'accordo - è storica per l'Italia e non deve essere sprecata. La scelta delle grandi infrastrutture capaci di innescare rilancio e sviluppo deve essere lucida, attenta e mirata alla crescita e non può, quindi, essere succube di pregiudiziali ideologiche. In questa chiave abbiamo apprezzato - e consideriamo che sia una svolta importante - l'avere riproposto sul tavolo politico l'esigenza di un collegamento stabile e rapido fra la Sicilia e la Calabria. Dopo decenni di contrapposizione irragionevole, con un fronte del “no a prescindere” che negava grottescamente l'esigenza di questa infrastruttura, finalmente si è voltato pagina. Si è fatta strada, ed è diventata patrimonio condiviso, una doppia consapevolezza: che un collegamento moderno e veloce sia assolutamente necessario fra le due sponde dello Stretto e che il Recovery Fund sia l'opportunità storica e, probabilmente, irripetibile per trovare le risorse per realizzarlo. Una doppia consapevolezza che è emersa con chiarezza dalle parole del Presidente del Consiglio ma - ahimé - è stata stoltamente derubricata a boutade, direi anche con scarso senso istituzionale, dal Ministro dell'economia, che ha detto: tanto il ponte non si farà mai; continui pure questo dibattito ma è inutile inserirlo nel programma del Recovery Fund. Ciò che francamente lascia basiti in questa dialettica è il profondo disprezzo per cinque milioni di siciliani, perché di tale posizione il disprezzo è il fondamento, la base ideologica, fortemente discriminatoria. Negare un collegamento stabile fra l'isola e il continente significa ribadire, infatti, una discriminazione vergognosa, una condanna arrogante alla marginalità socio-economica per la regione più grande d'Italia per estensione territoriale, la quarta per abitanti, in cui vive più dell'8 per cento della popolazione nazionale. Oggi siamo dinanzi alla scelta politica di indirizzare le risorse del Recovery Fund anche verso questa infrastruttura, essenziale per il Paese e non solo per la Sicilia. Non avere il collegamento significa, infatti, imporre a chi si muove dalla Sicilia e per la Sicilia costi elevatissimi e tempi da terzo mondo: per percorrere gli 800 chilometri tra Siracusa e Roma, in treno, ci vogliono 12 ore; per percorrere i medesimi 800 chilometri, però, da Salerno a Milano poco più di cinque ore. Ecco, non avere il ponte significa non solo, quindi, penalizzare il comparto turistico - certo, trainante per l'isola - ma significa anche altro, molto altro in termini di strategie economiche. Il sottosegretario dovrebbe sapere molto bene che, nel 2003, il programma TEN-T delle reti di trasporto e di collegamento europeo prevedeva, tra le opere del corridoio Helsinki-La Valletta anche il ponte sullo Stretto, che venne poi stralciato dopo che il Governo Monti eliminò dalla progettualità italiana questa infrastruttura, mettendo così fuori dai grandi progetti di comunicazione continentale questa opera.

Riproporre e realizzare quell'opera significherebbe oggi non solo dotare l'Italia di un'infrastruttura assolutamente essenziale, ma anche rivendicare al nostro Paese un ruolo di HUB sulle rotte commerciali che, dal Canale di Suez, che è stato nel frattempo raddoppiato, si dirigono verso il Nord Europa, passando dal canale di Gibilterra.

La Sicilia, come si è più volte detto nei panegirici sullo sviluppo del Mezzogiorno e sul superamento del gap economico esistente fra Nord e Sud, potrebbe con il ponte riconquistare il ruolo che la geografia e la storia le hanno conferito, quello di grande snodo economico e commerciale fra Nord e Sud, fra Medio Oriente e Occidente. Credo che al punto in cui siamo giunti, con i preoccupanti dati sull'emergenza sanitaria che ascoltiamo giornalmente, con il rischio di un nuovo stop per il Paese, credo che a questo punto sia necessario uno sforzo straordinario anche in termini di onestà intellettuale ed elasticità politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Venire oggi a ipotizzare che fra la Sicilia e la Calabria si possa realizzare un tunnel, cioè una soluzione ingegneristica studiata e scartata da panel di studiosi internazionali tra il 1998 e il 2000, significa dire “noi il collegamento semplicemente non lo vogliamo fare” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, colleghi, ci troviamo di fronte a una situazione davvero paradossale: abbiamo un'istruttoria istituzionale durata anni e anni, abbiamo decine di studi e approfondimenti, abbiamo una scelta giunta a valle di un percorso laborioso, lungo e rigoroso, abbiamo un progetto cantierabile, il progetto del ponte sullo Stretto. Noi abbiamo la coscienza, la responsabilità politica e morale di dire che è un'infrastruttura essenziale, esattamente come quelle che sono indicate prioritarie nel Recovery Fund, con progetto cantierabile, esattamente come richiesto dal Recovery Fund? Abbiamo la coscienza? Ce la sentiamo di assumerci la responsabilità di dire all'Europa e all'Italia: “no, quel progetto non lo vogliamo, ricominciamo dall'inizio un iter di vent'anni perché ora vogliamo fare il tunnel”. Ecco, vogliamo fare questo con il Recovery Fund? Vogliamo prendere in giro ancora una volta milioni di siciliani? Vogliamo farci prendere in giro dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Non credo – e spero, ovviamente - che il Governo possa diventare così succube di demagogica cecità e il Parlamento così stolto da rinunciare a un'immensa opportunità come quella che ci si presenta. Credo, invece, che questa sia l'occasione per essere concreti, coesi, lavorare assieme per un obiettivo alto, importante, capace davvero di cambiare il verso del sottosviluppo nel Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ferro, che illustrerà anche la mozione n. 1-00386. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, signori del Governo, la nostra mozione non può non essere presa in considerazione, e quindi chiediamo l'impegno a perseguire il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto perché attraverso questa nostra mozione, che è giusto illustrare perché la legge obiettivo n. 443 del 2001 ricomprese il ponte sullo Stretto di Messina tra le infrastrutture strategiche da inserire tra gli interventi prioritari in ragione dell'importanza rivestita per l'intero territorio nazionale, a partire dal Sud Italia. Il bando internazionale per la selezione del general contractor cui affidare da parte dello Stato la progettazione definitiva e la successiva costruzione del ponte vide l'aggiudicazione della gara ad Eurolink di Impregilo, poi gruppo Salini, con un impegno a realizzare l'opera nell'arco di 70 mesi. Con la legge di stabilità del 2013, la n. 228 del 2012, vennero stanziati ben 300 milioni di euro per il pagamento delle penali per realizzare l'opera. Il ponte sullo Stretto di Messina è classificato tra gli interventi, con un procedimento interrotto a seguito di quanto comunicato nell'undicesimo allegato Infrastrutture del DEF 2013. L'impegno che noi chiediamo al Governo è di avviare, quindi, quanto prima le opportune iniziative volte a riconsiderare il progetto, già cantierabile, per la realizzazione, nel rispetto della tutela dell'ambiente, del ponte sullo Stretto di Messina. Lo chiediamo perché è un'opera strategica, un'opera da inserire all'interno di un più ampio programma di rilancio di investimenti pubblici, che può rappresentare certamente una chiave decisiva per superare la drammatica crisi economica legata alla pandemia, rimettendo in moto l'economia e il settore delle costruzioni, offrendo opportunità di occupazione a migliaia di lavoratori sia nella realizzazione dell'opera, ma anche nell'indotto stesso. È davvero superfluo continuare a dibattere sulla sua utilità. Le positive ripercussioni sulla realizzazione del ponte sull'economia nazionale e sul sistema infrastrutturale e dei trasporti sono note: la stabilità del collegamento stradale e ferroviario, il prolungamento dell'alta velocità/alta capacità passando per la Calabria fino alla Sicilia, assolutamente necessario per la competitività e lo sviluppo delle Regioni meridionali. Con il ponte sullo Stretto si ridurrà il divario in termini di infrastrutture e di servizi tra il Nord e il Sud dell'Italia, rendendo competitiva l'intera nazione. D'altro canto, sono note anche le conseguenze per la mancata realizzazione dell'opera: la conferma della definitiva rinuncia alla realizzazione del ponte costerebbe, in termini di penali da pagare, più dell'effettiva realizzazione. Il ponte sullo Stretto è un progetto chiave, come hanno avuto modo di ribadire i governatori di Calabria e Sicilia, Jole Santelli e Nello Musumeci, che potrà dare nuova centralità al Sud nel contesto del Mediterraneo e dell'Europa. Anche nella crescita infrastrutturale, è vero, ci sono infrastrutture di vitale importanza per il territorio e le comunità. Penso alla mia Calabria, alla statale 106 Jonica, alla Trasversale delle Serre e a tante altre, ma sono d'accordo con il presidente Musumeci: continuare a dire che sono ben altre le priorità è la scusa che per decenni si è usata per non fare nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), né il ponte, ma neanche le strade. La realizzazione del ponte sullo Stretto è una grandissima occasione di sviluppo per la Calabria e per la Sicilia; per il Mezzogiorno, ma per tutto il Paese, soprattutto in una fase storica di profonda crisi economica che investe l'intera Europa. Ma non è su questo che voglio soffermarmi: vorrei parlare di orgoglio, voglio parlare di una nazione che sappia alzare la testa e guardare con fierezza ai propri mezzi, ai propri talenti, all'immagine che vuole dare di sé nel mondo. Un'Italia non più chiusa su se stessa, affannata a trovare la soluzione dei problemi quotidiani senza nessuna prospettiva, senza nessuna visione del futuro. Un'Italia degna delle proprie radici, del proprio passato, che sappia far esplodere le enormi potenzialità di un popolo sapiente, ingegnoso, lavoratore, che sa sognare e che i suoi sogni, anche questo, tra quelli più difficili, li sa realizzare. Voglio parlare di orgoglio, ma voglio altresì parlare di audacia, di quella che la nostra Italia, eccellente nella tecnica dell'ingegneria, nella tecnica e nell'architettura, può avere in termini di opportunità per esprimere il proprio genio nella bellezza nuova del cemento e del ferro, per dirla con i futuristi; nella realizzazione di una linea ardita e meravigliosa, capace di superare le acque insidiose che vanno da Scilla a Cariddi. La realizzazione del ponte di Genova è stata una prova di capacità ingegneristica e industriale dell'Italia; ora è il momento di fare tesoro di quella esperienza e di quest'opera nata certamente in tempi ridotti - l'opera del ponte di Genova è stata un'opera nata sotto il segno dell'emergenza -, ma soprattutto è il tempo di rilanciare con un'opera ancor più straordinaria un sogno per generazioni del Meridione. Guardate a ciò che lascerete, e qua mi rivolgo al Governo, agli italiani del futuro; non accontentatevi di essere il Governo delle mascherine, dei sussidi e dei decreti. Se il ponte di Genova è diventato la testimonianza della capacità di rialzarsi dopo un'immane tragedia, il ponte sullo Stretto può diventare nel mondo il simbolo di un'Italia moderna, forte, competitiva, ma soprattutto per noi italiani rappresenterà il simbolo di una rinnovata unità nazionale nel segno della capacità, del coraggio e dell'orgoglio italiano. Mi auguro che queste parole non siano parole che in qualche modo non lasciano traccia rispetto ad un impegno, ma soprattutto a quella capacità che deve vedere in qualche modo un Governo poter fare la scelta giusta, e la scelta giusta è mandare avanti questo ponte (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Ippolito. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE D'IPPOLITO (M5S). Grazie, Presidente. Con una mozione risalente all'estate scorsa e oggi riformulata l'ex Ministro dell'Ambiente, attualmente deputata Stefania Prestigiacomo, ha chiesto al Governo e a quest'Aula per il relativo voto di riconsiderare la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, opera che a suo avviso - cito testualmente - può rappresentare una grandissima occasione di sviluppo per la Calabria, la Sicilia e per tutto il Paese. La deputata Prestigiacomo e la collega Ferro e i loro colleghi firmatari delle mozioni fanno leva sull'emergenza economica determinata dalla pandemia del COVID-19 e citano non meglio precisate stime in base alle quali, con questo tipo di politiche, si creerebbero almeno 50 mila posti di lavoro. Bisogna ammettere che l'argomento dell'incremento dell'occupazione è in un tempo interessante e di impatto diretto. Nessuno rimane insensibile o distratto davanti al clivo della recessione, al radicarsi della paura e dell'incertezza, alle previsioni correnti circa le perdite di posti di lavoro soprattutto nel Mezzogiorno. A tale riguardo, l'associazione Svimez ha avvertito che, entro la fine dell'anno, nel Sud potrebbero svanire oltre mezzo milioni di impieghi per effetto del COVID e del conseguente lockdown. Questa sarebbe una catastrofe tanto più in un'area del Paese già in difficoltà segnata e repressa dalle perversità delle mafie, dallo spopolamento inarrestabile, dalle disparità strutturali, economiche, sociali e di presidi e servizi primari. Siamo consapevoli di questo rischio e non certo inerti davanti alla necessità di rilanciare l'economia del Mezzogiorno. Ci tocca però ribadire alcuni concetti ormai universalmente noti. Tanto per cominciare le mega-opere, come il ponte sullo Stretto, non sono il modo più immediato ed efficace per creare occupazione. Le medesime opere poi sono ad alta densità di capitali e a bassa intensità di lavoro: detto in soldoni fanno girare molti soldi ma sul territorio ne restano pochi. Infine non è assolutamente detto che, a parte una poca significativa temporanea quota di manodopera locale, a costruire materialmente il ponte sia personale specializzato proveniente dalle regioni Sicilia e Calabria. Insomma se vogliamo parlare di opere che creano occupazione dobbiamo rivolgere lo sguardo altrove e, senza dilungarmi troppo sugli argomenti, mi limito a ricordare che abbiamo spiegato più volte in quest'Aula quanti benefici anche in termini occupazionali portano, ad esempio, la manutenzione e l'ammodernamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie oppure, per fare un altro esempio, la grande opera della messa in sicurezza del territorio. Ma torniamo alle mozioni presentate che sintetizzano, specialmente in quella della collega Prestigiacomo, una storia, quella del cammino per l'inveramento del ponte sullo Stretto che devo qui necessariamente riprendere perché ci consente di ribadire e fissare, ove non sufficientemente chiari, orientamenti e posizioni politiche al riguardo. L'onorevole Prestigiacomo ha letteralmente lamentato che il ponte fu - cito con il massimo scrupolo - fortemente voluto dal Presidente Berlusconi con la legge obiettivo n. 443 del 2001 in quanto considerato progetto essenziale per il Mezzogiorno e per l'Italia. Perciò esso venne - cito ancora la collega Prestigiacomo - ricompreso tra le infrastrutture strategiche da inserire tra gli interventi prioritari, come se non fossero piuttosto strategiche le opere necessarie per rendere degna di un Paese civile la rete ferroviaria e quella stradale in Sicilia e in Calabria. Ancora, a proposito del ponte sullo Stretto, l'onorevole Prestigiacomo spiega che le vicende politiche degli anni successivi hanno portato ad abbandonare il progetto di questa grande infrastruttura viaria che continua a rappresentare un'occasione unica per contribuire al riequilibrio del Mezzogiorno e per il Paese tutto. Tra parentesi, non mi risulta che Forza Italia abbia espresso pari ardore meridionalistico a proposito dell'urgenza, per contribuire al riequilibrio del Mezzogiorno, di modificare i criteri di ripartizione del fondo sanitario. Ribadisco per inciso che il criterio prevalente attuale, cosiddetto del calcolo della popolazione pesata, comporta un trasferimento alle regioni meridionali di somme di molto inferiori a quanto necessario alla cura dei malati. Alla sanità della mia Calabria, per esempio, per questa via ogni anno vengono sottratti almeno 150 milioni. Dal canto suo la regione ne spende 300 in ragione annua per l'immigrazione sanitaria. Ma questa è un'altra questione: non vorrei essere accusato di benaltrismo. Inoltre, la collega deputata Prestigiacomo ha riassunto che un primo stop al ponte sullo Stretto era arrivato già dal Governo Prodi, per essere ripreso dal successivo Governo Berlusconi, cassato dal Governo Monti e timidamente riconsiderato dal Governo Renzi. Nel 2013 avvenne la messa in liquidazione della società concessionaria, Ponte sullo Stretto di Messina Spa. Ciò atteso che, con delibera CIPE del 2012, era stata disposta la riduzione del contributo assegnato alla medesima società e l'intervento non veniva inserito tra quelli indifferibili. In un servizio del settimanale Panorama, risalente all'ottobre 2014, si fa menzione dell'esborso pubblico per la realizzazione del ponte, secondo la fonte giornalistica, pari a 350 milioni di euro pur senza tracce dell'opera in parola. In un dossier di Italia Onlus, Legambiente e WWF dedicato alle priorità dei trasporti nel Mezzogiorno, già si richiamava l'attenzione sulle criticità del ponte sullo Stretto con riferimento agli indotti finanziari, cioè ai gravami a carico dello Stato, al traffico veicolare previsto non compensativo dell'investimento, all'impatto ambientale, alle aree tutelate interessate e alla parallela inadeguatezza, in Calabria e in Sicilia, delle infrastrutture di collegamento ferroviarie, portuali e stradali. Nell'analisi costi-benefici presentata dal professor Marco Brambilla del Politecnico di Milano, a un convegno su specifiche del ponte in argomento, si evidenziano in conclusione alcuni aspetti essenziali. Per quanto concerne l'analisi economica, l'indicatore di convenienza - ha puntualizzato il docente del Politecnico - rimane fortemente negativo se riferito a uno scenario con concessione trentennale; mentre si ha un'inversione unicamente con eccezionali condizioni favorevoli nell'arco di cinquant'anni. In merito alla valutazione finanziaria, ha rimarcato il professor Brambilla, i risultati ridimensionano la fiducia che sembra valere per molte opere pubbliche circa il ruolo della finanza di progetto, cioè il ricorso a capitali privati. Oltretutto l'opera avrebbe un impatto ambientale devastante peraltro in una delle zone più soggette a terremoti dell'intero pianeta. Ciò come se non fossero serviti i tragici sismi di Messina e Reggio Calabria nel 1908 e nel 1783. Nell'indagine tecnica del ponte sullo Stretto figurano, infatti, i pesanti rischi in caso di terremoti. Paradossalmente poi nella relazione geologica è rinviato al progetto esecutivo l'aggiornamento dei profili sismici di quello preliminare. Parliamo di un'infrastruttura con attraversamento aereo delle due sponde mediante un sistema di torri alte 392 metri, appoggiate su coppie di pilastri di 55 e 48 metri di diametro alla fondazione. Completano l'opera dei collegamenti ai massicci blocchi di ancoraggio: di 291.000 metri cubi in Sicilia e di 230 mila metri cubi in Calabria. Vanno poi aggiunte colossali rampe d'accesso mentre la campata unica dell'opera è di 3.300 metri, con impalcato corrente, stradale e ferroviario di 60 metri. In sostanza, si andrebbe a ridisegnare lo scenario naturale che assumerebbe i contorni della baia piuttosto che quello dello stretto. Soprattutto lo Stato ha speso, in trent'anni, più di 300 milioni di euro per tenere in vita la concessionaria Stretto di Messina.

Questo capitale, colpevolmente disperso e, direi, anche dolosamente, non ha avuto alcun ritorno per la collettività: il Sud è rimasto sganciato dal resto dell'Italia. Quest'ultima è una verità che viviamo ogni giorno noi meridionali, sia per i trasporti interni che per le infrastrutture necessarie alle attività di impresa, al turismo e agli spostamenti in generale. Oggi, poi, le merci sono movimentate in prevalenza per mare: si risparmiano costi e tempi. Di più, il Governo ha stanziato risorse per interventi infrastrutturali importanti, che consentirebbero ai territori meridionali ancora isolati di superare condizioni di grave svantaggio: penso alla statale Jonica calabrese, al rilancio del porto di Gioia Tauro, cui l'Esecutivo nazionale sta prestando costante attenzione, intanto grazie all'impulso e agli impegni di rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, Danilo Toninelli prima e Giancarlo Cancelleri adesso.

In merito alla mia terra, la Calabria, come per altri versi ai siciliani, è rimasta dentro quella capacità di ragionamento che risale alla scuola pitagorica di Crotone, alla Magna Grecia, al pensiero scientifico, che in quella temperie ebbe svilupparsi fecondamente. Anche per questo, dunque, io e gli altri parlamentari calabresi del MoVimento 5 Stelle riteniamo che, sugli investimenti a beneficio dei trasporti, ci si debba concentrare sul rafforzamento della viabilità interna, al momento gravemente compromessa dalla mancanza di infrastrutture moderne ed efficienti. Per rendere un buon servizio ai cittadini del sud del Sud, è necessario il potenziamento della mobilità del versante ionico e di quello tirrenico. Giusto per fare qualche esempio, ad oggi non vi sono infrastrutture ferroviarie ad alta velocità né da una parte, né dall'altra della Calabria; addirittura la ferrovia Jonica non è dotata nemmeno del servizio dell'elettrificazione; inoltre essa è costeggiata da una strada statale, la 106, tristemente nota come “strada della morte”.

Ecco perché crediamo che le risorse dei Recovery Fund, per quanto riguarda le infrastrutture calabresi, e aggiungo, siciliane e meridionali più in generale, debbano essere utilizzate per perseguire degli obiettivi chiari. Nello specifico, nella Calabria alludo al miglioramento della ferrovia Jonica e di quella Tirrenica, alla realizzazione di una vera strada statale anche per la fascia jonica calabrese, nonché al potenziamento delle direttrici trasversali che attraversano l'entroterra per collegare i due versanti.

Ancora, bisogna puntare alla riqualificazione della statale 107 nel tratto Cosenza-Crotone, in maniera da consentire l'uscita della Sila Grande, quella di Gioacchino da Fiore, peraltro cantata da Goethe, l'uscita dall'isolamento, così da permetterle un adeguato sviluppo del turismo. Si dovrebbe, insieme, provvedere alla sistemazione delle ferrovie joniche da Catanzaro a Rossano per lo spostamento delle merci da Gioia Tauro diretto verso Est, e la contestuale ripresa dei porti tra Crotone e Corigliano. Si dovrebbe considerare quindi il rapporto tra il porto di Gioia Tauro e lo svincolo autostradale della stessa città, in modo da evitare che i TIR attraversino l'abitato. Abbiamo il dovere di portare la Calabria e la Sicilia alla pari con il resto d'Italia: ciò richiederà un impegno pluriennale e notevole. Soltanto allora avremo lasciato alle prossime generazioni la possibilità di provvedere all'occorrenza a collegare le due sponde dello Stretto, magari dotando il nostro Paese di un gioiello ingegneristico all'avanguardia. Ma non crediamo sia questo il momento storico per farlo, perché vi sono altre priorità a cui non vorremmo sottrarre risorse ed energie preziose. In sintesi, il ponte sullo Stretto non è affatto vantaggioso e con le risorse disponibili si può dare impulso ad uno sviluppo della Calabria, della Sicilia e dell'intero Meridione anche in un'auspicabile prospettiva federalistica che coinvolga e riunisca tutte le regioni del Mezzogiorno.

Infine, per il MoVimento 5 Stelle è essenziale concentrarsi sulle politiche di tutela ambientale e rivendicarle con forza, in un contesto in cui, nonostante la pandemia da Coronavirus, si mantiene il forte istinto propagandistico di distribuire denaro a pioggia, senza una visione e un progetto di sviluppo sostenibile.

Per troppo tempo, infatti, negli anni il potere pubblico ha favorito alla luce del sole gli interessi delle cricche: mi riferisco ad esempio agli affari sugli inceneritori, sulle centrali a biomasse, sulle discariche private, che non hanno permesso, specie in Calabria, l'avvio del riciclo e del riuso dei rifiuti, lo sviluppo delle energie verdi e delle green economy, a tutto discapito della creazione di lavoro vero, di indotto e di benessere comune.

In altri termini, il Governo e le autonomie territoriali sono chiamati a definire, alla luce delle risorse del Recovery Fund Plan, una programmazione sulla base di bisogni e fabbisogni delle diverse aree del Paese, che necessita di scelte politiche attente e di lungo respiro. Non c'è più tempo per la propaganda elettorale, per i richiami forse inconsapevoli alla fantascienza di Giulio Verne, per la riproposizione di fallimenti e sprechi immani, come nella fattispecie il ponte sullo Stretto, di fatto argomento di distrazione di massa e di ottundimento della coscienza politica: un classico di quella retorica, fumosa ed eterea, con cui le lobby politiche, industriali e finanziarie hanno sottratto le risorse degli italiani, del loro lavoro, della loro vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Matilde Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, Viceministro Cancelleri, ebbene, allora ci tocca aprire le virgolette e citare chi ha detto che: “L'alta velocità non si può fermare a Salerno, ma deve arrivare fino alla Sicilia, e quindi in qualche modo bisognerà attraversare lo Stretto, e quindi questo è conseguenza di una scelta strategica”. Richiudo virgolette e le riapro: “Il Ponte sullo Stretto costa più non farlo che farlo”. Queste non sono dichiarazioni nostre, di Forza Italia, dell'onorevole Prestigiacomo: sono dichiarazioni di due dei maggiori azionisti di questo Governo, il Ministro Franceschini e il senatore Matteo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E quindi noi eravamo ben lieti di averli ascoltati. Peccato che poi alla prova dei fatti continuiamo a sentire questi interventi contraddittori, queste obiezioni basate sul nulla, come quelle che ho sentito poc'anzi, ahimè, dal collega D'Ippolito, che comunque è meridionale, quindi mi stupisce; obiezioni basate sui soliti, superati, antichi pregiudizi ideologici, e li ho sentiti tutti in questo intervento precedente. Il primo: il ponte sullo Stretto è un'opera bandiera del centrodestra, è un'opera voluta da Berlusconi e quindi non va fatta, va bocciata. Nel 2020 non si può ancora sostenere che le infrastrutture siano di destra o di sinistra: è una cosa che fa ridere tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Le infrastrutture servono per tutti, per la destra e per la sinistra e per rilanciare il nostro territorio, che ha bisogno di questo.

Il secondo pregiudizio - anche questo l'ho sentito adesso - è quello dei “benaltristi”: servono altre cose in Sicilia, servono le strade, le autostrade, le ferrovie. Indubbiamente nel Meridione servono anche queste altre cose, però questo è stato l'alibi per non fare negli anni né l'uno, né l'altro, con la complicità purtroppo dei colleghi meridionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Io non ho mai sentito parlamentari del Nord litigare tra loro sul fare o non fare un'infrastruttura strategica per il proprio territorio! Quindi mi stupisce sentire colleghi meridionali che invece contrastano un'opera così importante per il rilancio della nostra terra.

E poi, in ultimo, il pregiudizio dei falliti, quelli che sostengono che lo Stato, nel realizzare grandi opere, arricchisca le mafie. Io credo che invece lo Stato abbia il dovere di realizzare le grandi opere, contrastando le infiltrazioni mafiose, perché le mafie hanno trovato terreno fertile proprio dove c'è il sottosviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E quindi, oggi, grazie all'onorevole Prestigiacomo, grazie a Forza Italia, si discute questa mozione sul ponte sullo Stretto. Noi siamo stati sempre convinti della necessità di questa infrastruttura e siamo ben contenti che se ne discuta adesso perché è un momento propizio, perché proprio in questa settimana la Camera ha il compito di indicare al Governo le linee guida attraverso le quali spendere le risorse, le ingenti risorse che l'Europa ci mette a disposizione.

Ma l'Europa cosa ci chiede?

Ci chiede di spendere questi 209 miliardi del Recovery Fund in riforme che migliorino il sistema Paese e in infrastrutture strategiche.

Per quanto ci riguarda, per logica, non c'è nessuna grande opera in grado di mobilitare un tale quantitativo di risorse, come il ponte sullo Stretto, e da realizzare in tempi ragionevolmente brevi. Infatti, lei lo sa bene, Viceministro Cancelleri, che, quando ci parla del tunnel, ci prende in giro, perché è una barzelletta. Per fare il tunnel dovremmo aspettare dieci, quindici anni, per bandire un progetto che è già stato bocciato in precedenza, un progetto e poi validarlo. Invece, sapete benissimo che c'è già un progetto definitivo del ponte, che è stato validato a tutti i livelli per arrivare al definitivo. Per passare dal definitivo all'esecutivo, servirebbe un aggiornamento, alla luce dei progressi tecnologici sopravvenuti.

Poi il ponte, davvero, costa più non farlo che farlo, perché è vero, come ha detto l'onorevole Prestigiacomo, il ponte, che era stato avviato dai Governi Berlusconi, è stato tolto dall'agenda delle priorità dal Governo Monti, che ha spostato i soldi che erano investiti sul ponte sulla Milano-Genova, costringendo l'Italia a pagare delle penali altissime (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, non fare il ponte e pagare di più è semplicemente una vera follia.

Poi è possibile che l'Europa consideri il ponte sullo Stretto un'opera strategica più di noi, più dell'Italia? Il ponte sullo Stretto è inserito nel corridoio europeo Helsinki-La Valletta e noi ancora discutiamo! Come ha detto l'autorevole economista Busetta, anche se la Sicilia fosse un deserto disabitato, il ponte sullo Stretto andrebbe costruito comunque, perché serve per intercettare i traffici di merci del Canale di Suez, che arrivano fino a Rotterdam, determinando un inquinamento incredibile sul Mediterraneo, che non è sostenibile.

Collega D'Ippolito, quando lei parla di inquinamento, si informi, perché ci sono dei report che certificano che la costruzione del ponte sullo Stretto determinerebbe la riduzione dell'80 per cento delle emissioni delle navi e degli aerei che arrivano in Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché il ponte offrirebbe come modalità primaria di trasporto l'alta velocità, i treni ad alta velocità.

Poi, di un'altra cosa vi prego. Non ci prendete in giro quando parlate di alta velocità in tutta Italia senza il ponte, perché non è che siamo stupidi in Sicilia. Sappiamo benissimo che non si può parlare di alta velocità senza ponte sullo Stretto e, soprattutto, non si può parlare di questa alta velocità che ci volete propinare, un'alta velocità farlocca, come ha detto anche qui l'economista Pietro Busetta, a 160 chilometri orari, piuttosto che a 300 chilometri orari.

In conclusione, Viceministro, Presidente, la decisione sul ponte sullo Stretto è la cartina di tornasole che misurerà il coraggio di questo Paese di presentarsi a un appuntamento unico con la storia, che è quello del Recovery Fund. Lì dovrà scegliere, se essere il Paese che vuole investire sul rilancio dell'economia, che vuole investire sul superamento del gap infrastrutturale tra nord e sud, oppure se essere il Paese che si accontenta e si limita al reddito di cittadinanza. Tra l'altro, sappiamo benissimo che il reddito di cittadinanza non ha creato neanche un posto di lavoro, mentre il ponte sullo Stretto creerebbe decine di migliaia di posti di lavoro soltanto per la realizzazione e questo è un dato che non si può trascurare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, noi vi chiediamo, Viceministro, di non mancarlo questo appuntamento, di non fallirlo, di scegliere di essere il Paese del futuro e non il Paese del passato, perché dire “sì” al ponte significa dire “sì” a un'opera straordinaria, la più grande opera del futuro e non del passato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Germanà. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Viceministro, che saluto in modo particolare, in maniera particolare, visto che siamo stati colleghi all'Assemblea regionale. La pandemia, pur nella sua violenza e nella sua forza distruttrice, ha creato un'opportunità unica per l'Italia e per il Mezzogiorno in particolare, un'opportunità che mai avremmo immaginato. Le risorse rese disponibili dalla Comunità europea, praticamente un nuovo Piano Marshall, sono l'occasione per ridisegnare il Paese, una grande opportunità offerta dalla disponibilità delle risorse del Recovery Fund, più di 200 miliardi per la ricostruzione del nostro Paese, attraverso finanziamenti a fondo perduto e prestiti a carico dell'Unione europea.

Il 34 per cento di queste somme dovrà essere investito nel sud del Paese. Si tratta, quindi, di più di 70 miliardi e dovranno essere destinati allo sviluppo del Mezzogiorno e, quindi, in quota parte anche alla Sicilia e alla Calabria.

Quello che ci deve far riflettere oggi è che il 50 per cento circa della produzione mondiale proviene dai Paesi del sud-est asiatico e i nuovi protagonisti della scena mondiale (Cina, Corea, India, Giappone) promuovono gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto e nella logistica sia in Africa che in Europa, per favorire sbocchi commerciali per i loro prodotti.

I flussi mercantili diretti in Europa che passano per il Canale di Suez, la cui capacità nel 2015 è stata raddoppiata, invece di toccare i porti dell'Europa mediterranea, doppiano lo stretto di Gibilterra, superano la Manica e raggiungono i grandi scali del Northern Range. Le conseguenze dal punto di vista economico e ambientale sono negative, così come abbiamo ascoltato dalla collega Siracusano: più distanza, più tempo e, quindi, più costi, più inquinamento atmosferico, che deriva dall'aumento ovviamente del percorso.

Il bacino del Mediterraneo, che registra un transito del più del 20 per cento dell'intero traffico mondiale, abbraccia venticinque Stati di tre continenti diversi e nel 2021 rappresenterà un mercato potenziale di oltre 500 milioni di persone.

L'Africa poi registra un ritmo di crescita, sia dal punto di vista economico che demografico, enormemente superiore a quello di qualsiasi altro continente del mondo e, tra poche decine d'anni, rappresenterà un mercato di valore straordinario. Si prevede che, nel 2100, la popolazione africana supererà i 4,1 miliardi, più della somma di cinesi e indiani, con un interscambio con l'Europa che rivaleggerà con quello del continente asiatico. L'Italia e il Mezzogiorno in particolare, per la posizione strategica, possono essere cerniera tra i tre blocchi geografici, costituiti da Medioriente, Nordafrica e Europa, le prime due in forte espansione e la terza in declino.

L'Unione europea punta a ridurre il ritardo delle aree geografiche in termini di occupazione, economia, sociale, educazione, salute, pubblica amministrazione. Questi ritardi, come sappiamo, si concentrano di più al sud. È per questo motivo che all'Italia spetta una cifra così alta. Certo, non è merito né del Presidente del Consiglio né di questo Governo, come ci vogliono far credere, né perché l'Italia è il Paese che ha ricevuto maggiori danni dalla pandemia del COVID-19, soprattutto al nord. No! Questi sono finanziamenti che ci spettano, in base a questa formula utilizzata dalla Commissione europea, in proporzione alla popolazione, al tasso di disoccupazione e all'universo del PIL pro capite di ogni Stato membro. E, ahimè, siamo in testa alla classifica.

Serve un piano per le infrastrutture e i progetti e i piani che saranno presentati dal Governo dovranno essere coerenti con le priorità europee e con le raccomandazioni che la Commissione invia ai Paesi. Per tale ragione ho sottoscritto convintamente la mozione della collega Prestigiacomo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Chiediamo al Governo di assumere un preciso impegno per l'attuazione proprio di questi interventi infrastrutturali, già individuati come strategici nel nostro Paese, di concerto con la Commissione europea. Ci riferiamo al completamento e alla realizzazione delle infrastrutture sostenibili, previste nei quattro corridoi della rete transeuropea di trasporto che attraversano l'Italia: scandinavo-mediterraneo; adriatico-baltico; mediterraneo e Reno-Alpi.

In particolare, l'obiettivo del corridoio scandinavo-mediterraneo è quello di riportare l'Europa, tramite il nostro Paese, al centro del Mediterraneo, attuando una rete infrastrutturale capace di dare finalmente pari opportunità e pari dignità a tutti i territori. Per farlo, vanno semplicemente completate, laddove già sono state avviate o interamente realizzate in tutto il territorio nazionale, quelle infrastrutture al servizio dei quattro corridoi: alta velocità, alta capacità, ponte sullo Stretto e rafforzamento dei sistemi aeroportuali esistenti.

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONINO GERMANA' (M-NI-USEI-C!-AC). Concludo. In questo scenario è, quindi, imprescindibile parlare di ponte sullo Stretto, perché si tratta di un pezzo fondamentale di una visione strategica transnazionale, che mira a modernizzare il nostro Paese nel campo delle infrastrutture sostenibili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Luciano Cantone. Ne ha facoltà.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, oggi discutiamo di due mozioni che impegnano il Governo ad avviare le opportune iniziative, volte a riconsiderare il progetto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. I proponenti lo chiedono, mettendo in premessa tutta una serie di argomenti, in primis l'emergenza da Coronavirus, che sono, secondo noi, tutte validissime ragioni, per bocciare in maniera netta e definitiva una volta per tutte quella che è diventata - quella sì una barzelletta, onorevole Siracusano - la barzelletta del ponte sullo Stretto di Messina (Applausi ironici dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Grazie, colleghi.

Vedete, cari colleghi, in Sicilia, ogni qualvolta il Governatore di turno è in difficoltà sulla situazione delle infrastrutture (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Presidente, però, interrompono (Commenti del deputato D'Ettore)…

PRESIDENTE. Colleghi, fate parlare. Ognuno è libero di esprimersi.

LUCIANO CANTONE (M5S). In Sicilia ogni qualvolta il governatore di turno è in difficoltà sulla situazione della viabilità e sulla condizione infrastrutturale dell'isola, puntualmente tira fuori la parola magica, la frase: “Serve il ponte sullo Stretto”. Perché parlo di barzelletta? Perché gli italiani hanno già pagato più di 300 milioni di euro per un cantiere che non è mai partito. Vedete, il progetto del ponte sullo Stretto presenta un insieme di limiti strutturali che, presentati singolarmente, sono già insuperabili. Un ponte con campata unica di 3,3 chilometri non esiste al mondo e non potrebbe reggere la ferrovia che dovrebbe passare sopra, resterebbe chiuso oltre 100 giorni l'anno, non potrebbe reggere i venti sullo stretto, non potrebbe (Commenti della deputata Bartolozzi)

PRESIDENTE. Collega Bartolozzi, ognuno è libero di portare in quest'Aula gli argomenti che crede e ognuno può rispondere a ciò che ascolta nel corso del proprio intervento.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo che non potrebbe reggere i venti sullo Stretto e non potrebbe reggere le forti scosse di terremoto che si potrebbero verificare in quel punto della costa. Dal punto di vista ambientale, poi, deturperebbe in maniera irrecuperabile la costa siciliana e quella calabrese. Per non parlare del fatto che dei piloni alti 399 metri costringerebbero alla chiusura dell'aeroporto di Reggio Calabria.

Vedete, cari colleghi, quando si parla di opere sostenibili e di rapporti costi benefici sono proprio questi gli elementi che vanno inseriti nell'equazione per valutare l'effettiva sostenibilità economica e ambientale. Ma non mi stupisce che il gruppo di Forza Italia, della proponente, insomma di una delle proponenti, insista su questo progetto e dimostri, ancora una volta, quanto siano lontani dalla vita reale dei cittadini (Applausi ironici dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'esempio lampante si è verificato qualche mese fa, quando il Governo era presente alla riapertura di un tratto di autostrada Palermo-Catania, il famoso viadotto Himera, a dimostrazione dell'impegno concreto per i siciliani, mentre il vostro gruppo era, invece, a manifestare per il ponte sullo Stretto. Chiariamolo in maniera forte e definitiva: noi non siamo contro le infrastrutture; siamo contro le infrastrutture inutili e lo voglio dimostrare con pochi semplici dati: negli ultimi mesi, nonostante la pandemia, sono partiti i bandi per 2,3 miliardi per opere fondamentali, come il raddoppio ferroviario sulla Messina-Catania. Parliamo di due lotti, del raddoppio della linea ferroviaria nella tratta Giampilieri-Fiumefreddo che i siciliani aspettavano da oltre vent'anni. Un'opera, un'infrastruttura ferroviaria, che creerà per il territorio oltre 3 mila posti di lavoro. Abbiamo anche bandito un altro lotto, quello della Napoli-Bari, per oltre 430 milioni di euro, abbiamo sbloccato finalmente il terzo lotto della statale n. 106 in Calabria, abbiamo sbloccato finalmente lo stallo sull'anello ferroviario di Palermo e un anno fa sono pure i partiti i lavori per il raddoppio ferroviario Catania-Palermo. Ci sono i fondi per la riqualificazione del cantiere navale del porto di Palermo, con 106,5 milioni di investimenti per il rilancio e la riqualificazione del molo, oltre i 50 milioni per la diga foranea per il porto di Augusta, risorse, queste, immediatamente disponibili.

Questi, cari colleghi, sono progetti concreti che non esistono solo sulla carta, che i cittadini possono vedere coi loro occhi; il ponte sullo Stretto, invece, è un fantasma, è una favola, una brutta favola da raccontare quando non si ha un'idea di Paese e che raccontano coloro che per decenni hanno depauperato le risorse per le infrastrutture al Sud, coloro che sono stati capaci di non far funzionare le infrastrutture viarie in Sicilia, che hanno tolto le risorse alle province, lasciando i territori con strade provinciali da dopoguerra. Noi sappiamo che Paese vogliamo: vogliamo costruire un Paese moderno che guarda sì al futuro, e non ai fantasmi del passato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Onori e oneri di concludere la discussione generale sul ponte sullo Stretto, sulla realizzazione, Presidente, ma quello che vorrei rassegnare a lei e al Vice Ministro è innanzitutto una grandissima amarezza. Il MoVimento 5 Stelle conta credo - e il Vice Ministro mi potrà smentire - 36 deputati eletti in Sicilia e 26 in Calabria e di questi, credo, 60 deputati oggi presenti in Aula, in sede di discussione, ve ne sono solo due (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), guarda caso gli intervenienti in posizione molto critica, il deputato D'Ippolito che parla dello Stretto come di un'arma di distruzione di massa, e il deputato Cantone - quindi, uno di Catanzaro e l'altro di Catania - che racconta del ponte sullo Stretto come di una brutta favola.

Quello che mi rimane è una grandissima amarezza, Vice Ministro, perché io avrei voluto rappresentare a lei una serie di cose con uno spirito propositivo, che era quello spirito che penso aveva poi spinto la collega, l'onorevole - sì - Prestigiacomo, Stefania Prestigiacomo, a parlare di scelta lucida, scelta mirata attenta alla crescita.

E, allora, andiamo al merito dopo l'amarezza rassegnata. Portare l'alta velocità fino a Palermo, com'era previsto con il Corridoio 1, l'allora Berlino-Palermo, poi la rotta scandinavo-mediterranea, vuol dire che quel tratto di mare, colleghi del MoVimento 5 Stelle, lungo 3 chilometri va attraversato e, a meno che non crediate di fare come il console romano Lucio Cecilio Metello, che nel 250 avanti Cristo per far traghettare da una parte all'altra dalla Sicilia alla Calabria 150 elefanti aveva posizionato nel mare le botti unendole e mettendo sopra un tappeto di legno, occorre provvedere. E, allora, sono passati 2 mila anni e non possiamo certamente, visto che tanto vi affannate a parlare di alta velocità, pensare di scomporre treni ad alta velocità, quindi scomponendoli a pezzetti, per caricarli su quello che forse vi piace, cioè romantici ferry boat, questi sì altamente inquinanti.

E, allora, quale dovrebbe essere l'approccio corretto alla questione per superare una condizione penalizzante di insularità? Porsi poche domande, semplici e chiare e soprattutto fornire risposte, poche, semplici e chiare. La prima: la necessità di realizzare il ponte sullo Stretto è una necessità, quasi una questua dei soli siciliani e calabresi? Beh no, collega D'Ippolito e collega Cantone, perché - probabilmente voi non lo sapete, ma lo saprà sicuramente il Vice Ministro Cancelleri - questa non è una richiesta avanzata solo dal presidente Nello Musumeci e dalla presidente Jole Santelli, ma è una richiesta che è stata rassegnata da tutte le regioni italiane che, attraverso la propria conferenza, hanno richiesto al Governo italiano di inserire proprio il ponte sullo Stretto nel Recovery Plan. Ma, ancora, questo documento è stato poi presentato alla Conferenza Stato-regioni e alla Commissione bilancio della Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund (era l'8 settembre appena trascorso). Ma ancora, collega D'Ippolito e collega Cantone, la questione dell'inserimento del ponte nel piano di ripresa e resilienza è stata altresì prospettata al Comitato europeo delle regioni dall'intergruppo delle regioni europee insulari con un documento presentato il 10 settembre sia al presidente della Commissione ambiente energia sia al Commissario europeo per l'energia Kadri Simson. E questo perché? Perché probabilmente voi non saprete o non conoscete che, dopo la Brexit, l'Italia è lo Stato europeo con il maggior numero di cittadini insulari, 6,5 milioni di abitanti sui circa 17 milioni dell'intera Unione europea (e solo la Sicilia ne ha 5 milioni).

Seconda domanda: che cosa soddisfa la realizzazione del ponte sullo Stretto? Tutti i colleghi di Forza Italia che sono presenti in Aula, sia siciliani che calabresi e soprattutto quelli che sono intervenuti prima di me, lo hanno spiegato, ma è del resto contenuto nella stessa risoluzione. Il ponte sullo Stretto, la realizzazione del ponte sullo Stretto, non solo costituisce una risposta all'esigenza di affrontare la penalizzante condizione di insularità, ma rappresenta una scelta obbligata anche sul piano della transizione e della neutralità energetica. Al riguardo, lo studio elaborato dagli ingegneri messinesi Mollica e Musca dimostra quanto le emissioni causate dal traghettamento sullo Stretto pregiudichino l'equilibrio ambientale di una delle aree di maggiore rilevanza del Mediterraneo, emissioni che sarebbero fortemente ridotte dalla costruzione del ponte di collegamento tra la Sicilia e la Calabria.

Dunque il ponte, oltre a collegare la Sicilia con il continente europeo e a completare la rete transeuropea di trasporto, cioè il corridoio scandinavo-mediterraneo, garantirebbe un drastico abbattimento dell'inquinamento, divenendo peraltro esso stesso fonte di ingente energia rinnovabile per il territorio, in linea con le esigenze del Green New Deal per le influenze positive sull'ambiente.

E andiamo alla terza domanda, la fattibilità tecnica del manufatto: vorrei ricordare ai deputati D'Ippolito e Cantone - soprattutto al deputato Cantone, che da tecnico rassegnava le proprie osservazioni - che il progetto è stato presentato e validato da un gruppo di architettura internazionale ed era già stato affidato per la costruzione fino a quando, con un colpo di mano o forse di gomma, il senatore Mario Monti, noto meridionalista, non lo eliminò, ritardando una realizzazione di un progetto che - noi auspichiamo - sarà la realtà ad imporre. Trentanove accademici, ingegneri, architetti e dirigenti di varie società della comunità scientifica internazionale firmarono allora un appello (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), pronunciandosi sull'esigenza che esso venisse realizzato e dichiarando testualmente: “Noi che parliamo una sola lingua, quella della scienza e dell'ingegneria, affermiamo che il ponte non è una storia di sprechi, ma al contrario un'impresa che ha portato all'Italia della comunità scientifica internazionale uno straordinario bagaglio di specifiche conoscenze multidisciplinari, che sono state riconosciute ed oggi ricercate in tutto il mondo”. Quindi, una visione totalmente diversa da chi vorrebbe limitare il caso del Progetto Ponte di Messina - che forse sarebbe meglio chiamare Ponte del Mediterraneo, come fa l'economista siciliano Pietro Musetta, che ha citato prima la collega Matilde Siracusano - ad una storia di ruberie e di spreco di denaro pubblico. Allora, se così è – e colleghi, è così - il dibattito rimane relegato al piano politico, dell'opportunità politica, perché è innegabile che ci siano delle forze politiche - e stasera lo abbiamo appreso, unicamente quella del MoVimento 5 Stelle - che affermano che ci sono altre infrastrutture da realizzare prima, come se la realizzazione del ponte impedisca di completare il rimanente della rete infrastrutturale necessaria, nascondendosi – sì, collega Cantone - dietro un benaltrismo vecchio e un approccio ideologico.

In realtà, sembra ripetersi - a noi sembra proprio così - il gioco delle parti, necessario in politica per evitare la caduta del Governo, perché i contrari devono avere il tempo di cambiare posizione e spiegare, probabilmente ai propri elettori, che hanno mutato ancora una volta idea. Potranno dire che non si può fare altro e si tornerà all'unico progetto serio, peraltro finanziato anche dall'Unione, cantierabile, che potrebbe rappresentare anche una grande attrazione turistica, oltre che costituire un avanzamento importante per la nostra ingegneria costruttistica di ponti nel mondo. E allora, Presidente, nel concludere ritorno a quello che avrei voluto fare, ma non ho potuto fare - concludo Presidente - dopo l'intervento dei colleghi D'Ippolito e Cantone: un appello al voto consapevole. I miei colleghi hanno tentato di farlo prima, non ci possono essere differenze destra-sinistra, maggioranza-opposizione, quando si tratta di colmare il divario strutturale del Paese. Quindi, da qui Presidente al voto che nei prossimi giorni ci vedrà impegnati, io spero che tutti i colleghi siciliani, calabresi, ma tutti i colleghi, da una punta all'altra dello stivale, possano esprimere un voto consapevole, libero, ponderato sulla risoluzione che Forza Italia ha presentato, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie a lei deputata Bartolozzi. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie Presidente, non avevo intenzione di intervenire, ma intervengo a sostegno della mozione a titolo personale, dopo aver ascoltato in un'Aula del Parlamento, da parte di colleghi deputati, cose che sono – le chiamo cose, perché non hanno una definizione in altro modo, perché non esistono in rerum natura, ma sono cose irreali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti del deputato Luciano Cantone). Allora, hanno parlato di fantasia, hanno parlato di altro, hanno offeso i cittadini e i loro elettori sia in Calabria che in Sicilia, che li hanno anche votati: in Calabria non avete più nemmeno un consigliere regionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e non l'avrete più, non avrete neanche il quorum, neanche in Sicilia, con queste affermazioni! Vi siete da soli rappresentati per quello che siete, cioè voi siete contro, contro qualsiasi possibilità di sviluppo di questo Paese, voi siete di nuovo la questione meridionale - non so se sapete cosa sia la questione meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Siete voi la questione meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti del deputato Luciano Cantone). Voi rivolete ancora l'arretratezza del Paese, siete voi che ancora una volta volete chiudere fra il Sud e il Nord e dare al Nord rispetto al Sud; e non è propaganda politica, lo avete detto, l'avete chiarito, avete parlato di altre opere, di opere finanziate, la 106 Ionica: ma ditelo ai cittadini della Ionica, dov'è questa 106 Ionica, dove sono i soldi, quando mai è stata riattivata! Ma sapete cosa vuol dire per il Sud, per la Calabria, per la Sicilia, il Ponte di Messina? È una opera per lo sviluppo, per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), lo dicono in tutti gli atti e i documenti che sono anche già parte della progettazione. Solo perché l'opera è stata proposta da Berlusconi e da Forza Italia, questo è il tema, questo è il tema dentro un Parlamento? Parlate poi di campata, eccetera, ma parlate invece di cose che conoscete (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Poche, quasi niente, questo è il problema di fondo, la nullità al Governo. E lei, sottosegretario, Viceministro, non so quale sia il titolo, che è un siciliano! Io sono un calabrese che è andato al nord, fuori, come tanti altri. Quel ponte per noi non è solo un sogno, è l'idea di uno sviluppo, è l'idea della possibilità di affermarsi, di avere una dignità, di essere capaci di realizzare un'opera che segna la storia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), questo vuol dire, dell'orgoglio di far parte di quella terra e di poterlo dire, anche per chi non c'è più ed è dovuto andare fuori! Qual è l'avversione per il ponte? L'ha detto Berlusconi. Bene, ora l'ha detto Stefania Prestigiacomo, lo dice D'Ettore, lo dicono i parlamentari, lo dice un Governo e un Paese serio, lo ha detto il Presidente Conte che bisogna pensare a un'opera che possa finalmente far superare queste difficoltà infrastrutturali che riguardano il sud (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), lo ha detto il Presidente Conte! E qui dentro, in quest'Aula, manca solo la voce del Partito Democratico e spero che ci sarà nei prossimi giorni, perché non credo che nel Partito Democratico ci sia la stessa forza avversiva e contraria che c'è nei 5 Stelle. Voi ve ne dovete andare a casa, perché distruggete questo Paese e il sud dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Il Governo chiede di parlare, quindi volentieri cedo la parola al Vice Ministro, prego.

GIANCARLO CANCELLERI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, io avevo molto apprezzato la cordialità del dibattito, seppure su posizioni chiaramente diverse, poi l'ultimo intervento ci ha ricordato che le stonature fanno parte della vita, però va bene così. Voglio ringraziare i firmatari delle mozioni, tutti gli onorevoli e le onorevoli che sono intervenuti e i deputati presenti, che sono ancora qui. Il Governo chiaramente si riserva di rispondere più compiutamente nella fase di votazione finale, però io ci tenevo, sollecitato dagli interventi, a precisare una cosa: possiamo certamente avere idee diverse, però nessuno può dire che questo Governo sta prendendo in giro i cittadini. Non lo vuole fare perché non vuole perdere tempo, vuole trovare la soluzione migliore ed è per questo motivo che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha messo in piedi una commissione che, entro questo mese, concluderà una fase di valutazione, in maniera totalmente asettica e senza pregiudizi, di tutte le varie soluzioni. La Ministra De Micheli lo ha detto più volte e credo che la serietà, che stiamo dimostrando nell'approccio, data dai nomi che compongono questa commissione, assolutamente non possa essere giudicata in altro modo, che non assolutamente seria ed è per questo che, alla fine, vogliamo aprire un dibattito.

Vi ringrazio perché avete portato in quest'Aula ancora una volta un tema importante, non per il Meridione, ma per l'Italia credo, però credo che, se dobbiamo davvero riuscire a trovare una grande soluzione per il nostro Paese, certi argomenti vanno affrontati anche con il rispetto delle diversità di vedute e, se mi permettete forse - ma questo lo dico davvero con grande rispetto di tutti, con grande rispetto di tutti (Commenti della deputata Prestigiacomo) … Onorevole Prestigiacomo, io non mi sto, non sto certamente prendendo…

PRESIDENTE. Collega Prestigiacomo…

GIANCARLO CANCELLERI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Io non sto prendendo le difese di nessuno… per favore…

PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo parlare il Vice Ministro Cancelleri (Commenti della deputata Prestigiacomo).

Deputata Prestigiacomo, per cortesia, non mi costringa a richiamarla all'ordine, alle 22,10… Deputata Prestigiacomo…

Prego, Vice Ministro Cancelleri, prosegua.

GIANCARLO CANCELLERI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, io ho concluso, era davvero molto breve. Io credo che possa partire un dibattito in maniera seria e che, in qualche modo, si possano trovare soluzioni, ma ci tengo a precisare che questo Governo non sta prendendo in giro nessuno e tanto meno i cittadini e sta affrontando la tematica con la massima serietà e assolutamente senza nessun pregiudizio (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Aula del 27 Ottobre 2020 - Rinvio della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355, Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Luciano Cantone. Ne ha facoltà.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente, vorrei chiedere il rinvio ad altra seduta del seguito della discussione delle mozioni concernenti il Ponte sullo stretto di Messina. Grazie.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinvio del seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina do ora la parola a un deputato contro e uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

Chi vuole intervenire contro?

Chi vuole intervenire a favore?

Se nessun altro chiede d'intervenire, pongo in votazione con il procedimento elettronico senza registrazione dei nomi… Pagano contro. Prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Sì Presidente, assolutamente, perché ritengo che il dibattito su un argomento di questo genere non possa essere derubricato all'interno di una fattispecie di problematiche di serie B. Io ricordo a tutti voi, soprattutto a coloro che calcano le scene di questo Parlamento da qualche anno, che su questo argomento o meglio sulla problematica del Sud…Presidente, non penso che sia un tema banale, è un tema importante e quindi desidero un minimo di attenzione, non pretendo nulla di più.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Tutti i temi hanno la stessa importanza rispetto all'ascolto dell'Aula, prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Perché la Lega ritiene che la problematica…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Per favore! Per favore! Colleghi del MoVimento 5 Stelle. Prego.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Stiamo osservando, Presidente - grazie per l'intervento - ormai da almeno un decennio l'abbandono, nell'agenda politica, delle problematiche che riguardano il Sud. Ditemi se non è vero che questo Parlamento ha affidato soltanto un dibattito, nel mese di ottobre del 2018, sull'argomento Sud; ditemi se nella passata legislatura è avvenuto al massimo un solo dibattito su questo argomento e così anche nella precedente. Quindi, è da almeno 12 anni, Presidente, che, su queste problematiche, sostanzialmente c'è l'abbandono da parte di tutta la politica su tematiche fondamentali per il nostro Paese. Noi riteniamo che la problematica del ponte sullo Stretto non sia slegata rispetto a un contesto complessivo di natura politica; non è una richiesta che arriva da alcuni territori particolarmente sfortunati rispetto invece a un contesto più ampio. Se dovesse essere derubricata a questo, Presidente, io le dico con grande chiarezza che c'è un'amarezza profonda, oltre che un dissenso da parte del nostro gruppo parlamentare e ritengo di grande parte di questo emiciclo, perché l'argomento ponte sullo Stretto e, in generale, le problematiche del Sud appartiengono senz'altro a tutti. E allora, Presidente, noi riteniamo che oggi trattare un argomento che è stato trattato, o meglio voluto in agenda, approfondito, rinviato già una volta sia uno sfregio nei confronti di tutto il Parlamento stesso, oltre che rispetto alle problematiche che ho testé trattato. Quindi, siamo profondamente contrari al rinvio e riteniamo sia giusto oggi trattare l'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Prestigiacomo a favore.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie Presidente, intervengo a favore della richiesta di rinvio alla prossima settimana della mozione a mia firma di Forza Italia e anche altre mozioni non perché il gruppo di Forza Italia ritiene che questa richiesta sia una richiesta semplicemente per non trattare l'argomento, ma perché, da parte di alcuni colleghi della maggioranza, è stata motivata con il fatto che vi è una Commissione ministeriale che dovrebbe concludere i suoi lavori il 30 di ottobre, una Commissione istituita presso il Ministero delle Infrastrutture, che sta vagliando da un punto di vista tecnico tutto un ventaglio di ipotesi circa il collegamento veloce nello Stretto di Messina. Allora, poiché l'attesa di questa importante infrastruttura dura da diversi decenni, noi pensiamo che Forza Italia e che l'opposizione e che i meridionali tutti possono aspettare una settimana e non fornire una motivazione strumentale alla maggioranza per bocciare una mozione che invece rappresenta, secondo noi, un punto di svolta per l'intero Mezzogiorno e per l'intero Paese, cioè la possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto attraverso i fondi del Recovery Plan. Quindi, noi non vogliamo fornire alibi, vogliamo dare un'apertura di credito a tanti colleghi che della maggioranza ritengono invece che sia possibile un risultato concreto su questo tema. Per questo ci dichiariamo favorevoli ad attendere una settimana, quindi non un rinvio sine die, ma un rinvio di una settimana, perché il 30 si dovrebbero concludere questi lavori della Commissione interministeriale.

Dopodiché, certamente la prossima settimana, in quest'Aula, si dovrà svolgere un dibattito serio e attento e dovremo tutti uscire diciamo fuori dalle ipocrisie di chi parla di un'infrastruttura stabile e veloce, senza volere dire quale sia questa infrastruttura e chi, come noi, invece ritiene che l'unica infrastruttura possibile sia il ponte sullo Stretto e che dire che si vuole trovare un'altra soluzione equivale a non volere di fatto risolvere questo problema e non volere fare nulla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Prestigiacomo, l'unico chiarimento è che adesso c'è la votazione e il provvedimento viene rinviato ad altra data, poi la Conferenza dei capigruppo farà le proprie valutazioni per il calendario.

Se nessun altro chiede d'intervenire, pongo in votazione con il procedimento elettronico senza registrazione dei nomi la proposta di rinvio del seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 179 voti di differenza.

 

Contenuto pubblico