Consiglio dei Ministri del 24 aprile 2020. Comunicato stampa e pubblicazione DEF 2020.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, venerdì 24 aprile 2020, alle ore 11.05 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.

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Documento di Economia e Finanza 2020 (Pubblicato sul sito del MEF)

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2020 E RELAZIONE AL PARLAMENTO SUGLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI DI FINANZA PUBBLICA

Documento di economia e finanza 2020, a norma dell’articolo 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 e Relazione al Parlamento, ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2020, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), nonché la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, da presentare alle Camere, ai fini dell’autorizzazione dell’aggiornamento del piano di rientro verso l’Obiettivo di medio termine (OMT).

In ambito europeo, il 20 marzo scorso la Commissione europea ha disposto l’applicazione della cosiddetta general escape clause per l’anno in corso, al fine di assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra fiscale, nell’ambito del proprio bilancio, per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza epidemiologica e per contrastare gli effetti economici recessivi della diffusione del COVID-19. L’applicazione della clausola consente agli Stati membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l’OMT, a condizione che non venga compromessa la sostenibilità fiscale nel medio periodo.

Con la relazione, sentita la Commissione europea, il Governo richiede pertanto l’autorizzazione al Parlamento al ricorso all’indebitamento per l’anno 2020 di 55 miliardi di euro, 24,85 miliardi di euro nel 2021, 32,75 miliardi di euro nel 2022, 33,05 miliardi nel 2023, 33,15 miliardi di euro nel 2024, 33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi di euro dal 2032.

Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il Governo intende realizzare interventi per aumentare il finanziamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, delle forze dell’ordine, del sistema di protezione civile e delle altre amministrazioni pubbliche che sono chiamate a dare una efficace risposta alla situazione emergenziale.

Saranno, inoltre, ulteriormente potenziate le misure per il sistema delle garanzie a favore degli operatori economici pubblici e privati, la tutela del lavoro, con particolare riguardo alla sicurezza e alla garanzia della salute dei lavoratori, il sostegno ai settori produttivi maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria, anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale ed evitando politiche restrittive, e per il rafforzamento degli strumenti di protezione sociale. È inoltre indispensabile incrementare le risorse a sostegno della ripresa economica e produttiva e il recupero della competitività sui mercati internazionali, con interventi per la capitalizzazione delle imprese.

In questa prospettiva, il prossimo decreto del Governo garantirà, pur in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell’incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto dal 2021. È fondamentale, soprattutto in questa fase, fornire elementi di certezza alle imprese e ai cittadini che si trovano a dover programmare l’attività e i piani di investimento in un contesto reso incerto e mutevole dalla emergenza in atto. Inoltre, in questo modo si migliora finalmente la trasparenza delle previsioni di finanza pubblica.

Considerata la natura degli interventi programmati, il quadro macroeconomico complessivo previsto dal Documento di economia e finanza 2020 è quello riportato nelle tabelle.
Il PIL è previsto in diminuzione nel 2020 dell’8 per cento e in ripresa nel 2021 del 4,7 per cento.

Considerando la nuova richiesta di autorizzazione all’indebitamento approvata oggi, quanto già autorizzato con la precedente e la relativa integrazione, nonché gli effetti sui saldi di finanza pubblica del deterioramento dello scenario macroeconomico, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è fissato al 10,4 per cento del PIL nel 2020 e al 5,7 per cento nel 2021.

Il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 155,7 per cento del PIL nel 2020 e al 152,7 per cento del PIL nel 2021.

Per gli anni successivi, sarà delineato un percorso di graduale rientro del rapporto debito/PIL, che assicuri comunque un congruo periodo di sostegno e rilancio dell’economia, durante il quale misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti.

I principi generali della strategia di rientro saranno, oltre al conseguimento di un adeguato surplus di bilancio primario:

  • il rilancio degli investimenti, pubblici e privati, grazie anche alla semplificazione delle procedure amministrative;
  • il contrasto all’evasione fiscale;
  • la riforma del sistema fiscale, improntata alla semplificazione, all’equità e alla tutela ambientale;
  • la revisione e la riqualificazione della spesa pubblica.
  • Infine, l’azione del Governo sarà indirizzata all’introduzione di innovativi strumenti europei che possano assicurare una risposta adeguata della politica di bilancio alla luce della gravità della crisi e, al contempo, migliorare le prospettive di crescita di lungo termine e la sostenibilità delle finanze pubbliche dei Paesi membri.

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LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha esaminato quattro leggi delle Regioni e delle Province autonome e ha quindi deliberato:

di impugnare

    • la legge della Regione Sardegna n. 5 del 27/02/2020, recante “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale n. 23 del 1998 in materia di piani di abbattimento”, in quanto una norma in materia di controllo venatorio invade la competenza legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema;
    • la legge della Regione Lazio n. 1 del 27/02/2020, recante “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”, in quanto alcune norme riguardanti gli strumenti urbanistici violano la potestà legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. s), della Costituzione in materia di tutela del paesaggio. Il Governo si riserva di valutare un’eventuale rinuncia all’impugnativa all’esito di un nuovo confronto tra le Amministrazioni coinvolte, finalizzato a superare le questioni oggetto di rilievo;

di non impugnare

    • la legge della Regione Campania n. 1 del 02/03/2020, recante “Disposizioni in materia di cooperative di comunità”;
    • la legge della Regione Sardegna n. 4 del 27/02/2020, recante “Modifiche alla legge regionale n. 31 del 1998 in materia di area di contrattazione del Corpo forestale e di vigilanza ambientale””.
  • Il Consiglio dei Ministri ha deliberato inoltre la rinuncia all’impugnativa della legge della Regione Emilia Romagna n. 5 del 3/6/2019, recante “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione”, nonché la rinuncia all’impugnativa della legge della Regione Veneto n. 15 del 16/5/2019, recante “Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di affari istituzionali”, in quanto le norme statali poste a base di tali impugnative sono state abrogate da una successiva legge dello Stato.

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Il Consiglio dei Ministri è terminato alle 13.50.
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In allegato il file completo con le tabelle.

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